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Scontro di potere in Fiera: Ravanelli se ne va, Cagnoni resta

Giovedì, 07 Aprile 2016

La notizia delle dimissioni del direttore generale di Rimini Fiera, Ugo Ravanelli, è stata per il mondo politico, istituzionale ed economico della città un vero fulmine a cielo (solo apparentemente) sereno.

Ravanelli era stato nominato solo qualche mese fa all’interno di un percorso che lo avrebbe portato, una volta eletto il nuovo consiglio d’amministrazione, a diventare amministratore delegato. Lo schema prevedeva un presidente, di espressione politica, che svolge unicamente un ruolo di rappresentanza, ed un amministratore delegato che prende in mano tutta la gestione operativa.

Già, ma quale presidente? A quanto risulta il prossimo CdA non vedrà l’annunciata uscita di scena di Lorenzo Cagnoni. In realtà e a sorpresa, Cagnoni ancora una volta succederà a se stesso. Il ragionamento che avrebbe portato a questa scelta è il seguente: la Fiera vive un momento delicato con la nuova quotazione in Borsa (peraltro rinviata ad ottobre, senza una spiegazione), è bene garantire la stabilità, per cui invece che un presidente nominato da un sindaco e da un presidente di Provincia uscenti, è preferibile la conferma di quello attuale. Osserviamo che lo si sapeva da sempre che il rinnovo sarebbe avvenuto sotto elezioni, eppure Cagnoni aveva sempre confermato di voler terminare il suo mandato.

A questo punto l’ipotesi più verosimile è che sia saltato l’equilibrio istituzionale che si pensava di aver raggiunto. Cosa è successo? O Cagnoni ha fatto sapere di non voler nominare al momento un amministratore delegato o è emerso che l’amministratore avrebbe voluto pieni poteri e che Cagnoni non abbia voluto concederglieli. Comunque siano andate le cose (molto probabile la seconda ipotesi indicata), è chiaro che fra i due qualcosa si è rotto. Se ne può rintracciare un segnale anche nel comunicato ufficiale diramato da Rimini Fiera. Si annunciano le dimissioni di Ravanelli “per motivi personali (la formula più generica che ci sia) e non si spende una riga per ringraziarlo del lavoro svolto ed augurargli buona fortuna. È una prassi, per quanto formale, che ogni società segue in casi come questi. Se saltano anche le cortesie formali, significa che lo scontro è stato grosso.

Non è una bella pagina della storia di Rimini Fiera quella scritta oggi. Le attese dell’opinione pubblica erano che finalmente ci fosse un ricambio alle scadenze naturali. La scelta di Ravanelli, viste le capacità manageriali dell’uomo, era stata salutata con entusiasmo. Uno scenario che va in archivio ed un altro che se ne apre con molte incognite.


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Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

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