(Rimini) Secondo i sindacati ha superato il 75% per la Fiera è pari al 47,3 l’adesione dei dipendenti di Rimini Fiera allo sciopero indetto dai sindacati per richiedere il rinnovo del contratto integrativo, scaduto da tre anni. Dall’ufficio stampa del Gruppo precisano come “tutte le attività di allestimento, promozione e preparazione in programma nella vigilia di RiminiWellness” si sarebbero “svolte regolarmente e nella piena attenzione ai clienti”.
Anche i sindacati esprimono “grande soddisfazione”. La giornata di protesta, spiegano i delegati sindacali della Fisascat Gianluca Bagnolini e della Filcams Isabella Pavolucci, “è stata effettuata alla vigilia di due importanti iniziative come Rimini Wellness nella sede centrale e il congresso Anmco nella sede del palazzo dei congressi. I lavoratori con grande fierezza e responsabilità attraverso la loro importante partecipazione di oggi, hanno dimostrato di sostenere che il percorso di armonizzazione delle condizioni di lavoro come dalle organizzazioni sindacali proposto nella piattaforma rivendicativa, è fondamentale e non rinviabile, in quanto volto a ricercare un vero principio di parità di trattamento che contrasti elementi di dumping contrattuali tra lavoratori”.
I sindacati, poi, rispondono alle dichiarazione della Fiera in merito al rinnovo del contratto. “Definire ‘privilegio’ l'attuale trattamento economico dei lavoratori di Rimini Fiera, significa non riconoscerne l'alta professionalità messa a disposizione dell'azienda ogni giorno e da tanti anni, significa dimenticare la storia della contrattazione (sino ad oggi condivisa reciprocamente), a partire proprio dal precedente rinnovo contrattuale che ha visto segnare la fine di alcuni trattamenti economici di miglior favore alla luce di uno scenario economico aziendale di difficoltà”.
Incomprensibile per i sindacati è anche “definire ‘privilegio di pochi’ un orario di lavoro a 36 ore settimanali, quando questo è applicato a 100 lavoratori su 150, tenuto altresì in considerazione che il tema dell'orario di lavoro è sempre stato posto dall'azienda in termini meramente di risparmio economico e non, come a nostro avviso si dovrebbe, in termini di efficienza dell'organizzazione del lavoro”.
Non corrisponderebbe al vero, inoltre che “le organizzazioni sindacali e i lavoratori non hanno fatto proposte. Durante le trattative i sindacati hanno dato disponibilità a rivedere alcuni istituti tra i quali il lavoro straordinario, e nell'ultimo incontro anche sul tema così caro a Fiera, quello dell'orario di lavoro, abbiamo fatto una proposta che va nella direzione di una vera operazione di armonizzazione e di inclusione. Ma è stata l'azienda a rifiutarla”.
I sindacati prendono atto “della disponibilità comunicata da Rimini Fiera di proseguire nelle trattative, disponibilità che per prime le organizzazioni sindacali avevano già manifestato all'azienda a seguito dell'assemblea del 16 maggio, confermando di voler proseguire il confronto in presenza di un cambiamento dell'atteggiamento aziendale. Nella comunicazione inviataci alle 13 di ieri, la Fiera ribadisce però di non voler rinunciare alle richieste già formulate”.
Alla luce del risultato di oggi, i sindacati si augurano “che l'azienda modifichi il suo approccio alla trattativa che fino ad ora è stato improntato a un mero taglio del costo del lavoro in una logica di armonizzazione (secondo il concetto aziendale) al massimo ribasso delle condizioni di lavoro. Francamente, per quanto ci riguarda, non è accettabile”.