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AEROPORTO FELLINI, IL GIORNO DOPO. VITALI E GNASSI: “LAVORIAMO SU BOLOGNA, SAN MARINO E PRIVATI”


Aeroporti, la holding che non c’è più. Un piano in tre mosse per far crescere il Fellini con la “certezza di non essere soli”. La ricetta del sindaco e del presidente della Provincia di Rimini all’indomani dalla rinuncia di Sab al salvataggio degli aeroporti di Rimini e Forlì (in liquidazione) ha come ingredienti: primo, la continua ricerca di un rapporto privilegiato con Bologna, pur guardandosi attorno non solo lungo la via Emilia ma anche lungo l’adriatico; secondo, attraverso un maggior coinvolgimento della Repubblica di San Marino; terzo, non escludendo l’apertura a investitori privati anzi (a questo punto) auspicandosela.


“Ci troviamo di fronte – spiega Andrea Gnassi, sindaco di Rimini – all’apertura di scenari nuovi con la consapevolezza che il Fellini è uno scalo strategico, vitale, fondamentale in un’ottica di sviluppo turistico balneare e soprattutto congressuale, fondamentale per la riviera e per l’entroterra, per i nuovi mercati consolidati e di prospettiva. Noi oggi abbiamo l’obbligo imposto dai mercati nazionali e internazionali di verificare strategie e percorsi su tutto l’Adriatico (sono 11 gli aeroporti interessati, solo Venezia e Bari fanno risultati migliori di Rimini) e lungo via Emilia e vasta Romagna. Sin dalle prossime ore cercheremo, questa volta da protagonisti, un rapporto con Bologna, con il sindaco Merola, nel segno della logica di un sistema regionale, una linea che oggi si può e si deve rilanciare”.


A illustrare le prospettive aperte da una maggiore collaborazione con San Marino è, invece, Stefano Vitali presidente della Provincia di Rimini.
“Stiamo pensando a una partecipazione più importante del Titano, stato che avrà un peso nel nostro Fellini perché, da un lato, i rapporti con la Repubblica si stanno stringendo sempre di più e, dall’altro, San Marino stesso ha capito l’importanza dell’aeroporto per lo stato anche in termini economici”. E annuncia un Consiglio provinciale aperto sul tema perché è vero che “il Fellini non è l’unico volano del territorio, ma certamente è un volano importante e noi non possiamo rinunciare a lavorare perché ce la faccia”.


Ripartono con “grande slancio ed entusiasmo”, Comune e Provincia, “questa volta senza intermediari” dicono Vitali e Gnassi.
“Non rimarremo soli – spiega Vitali – perché il piano industriale del Fellini, pur avendo alcune problematiche date da alcuni investimenti, ha dimostrato in modo inequivocabile di essere forte e renderà nei prossimi anni il nostro aeroporto appetibile. La situazione non è insormontabile”.
E’ Gnassi, poi, a tirare fuori la possibilità di una cordata di industriali. “Noi ci siamo – apre – e alleggeriremmo volentieri anche le nostre quote”. A patto che, precisa Vitali, “l’aeroporto così concepito resti funzionale al territorio e non sia funzionale solo a se stesso”.

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AEROPORTI: I SOCI LIQUIDANO FORLI’. PERI RILANCIA LA STRATEGIA REGIONALE


Aeroporto Ridolfi, via alla liquidazione. Dopo la scelta di Sab (abbandono definitivo per ogni prospettiva di fusione) i soci, quelli pubblici, di Seaf prendono l’unica via possibile per lo scalo di Forlì.
Una decisione “inevitabile” secondo i soci che valutano anche “l’attuale contesto normativo che regola le partecipazioni pubbliche e l’annunciato piano del Governo sulla razionalizzazione degli aeroporti”.


Non hanno rimpianti. “In questi mesi – dicono – abbiamo messo in campo ogni possibile sforzo per garantire la funzionalità dello scalo e rilanciare il ruolo della società in condizioni molto difficili, convinti di dover salvaguardare una importante infrastruttura del territorio e della comunità, non solo locale. In questo momento di particolare difficoltà e delicatezza vogliamo ribadire il nostro totale impegno per salvaguardare e tutelare i lavoratori di Seaf”.


Amaro boccone per l’assessore regionale Alfredo Peri, che molto si era speso in soccorso del Ridolfi. Parla di “grave colpo” alla costruzione di un sistema regionale di aeroporti. “Quando lo abbiamo proposto – spiega – eravamo consapevoli delle difficoltà non avendo a disposizione i necessari strumenti e agendo in un mercato particolarmente complesso e condizionato dalle compagnie aeree. Possiamo dire di aver fatto tutto il possibile in un dialogo costante con gli Enti locali, per sostenere e qualificare il ruolo di queste infrastrutture a servizio del territorio. Lo stesso impegno che metteremo da subito - conclude Peri - per rivedere e rilanciare la strategia sugli aeroporti dell’ Emilia-Romagna come infrastrutture fondamentali per le politiche della Regione”.

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REGIONE, CREDITO E IMPRESE, 700MILIONI PER FAVORIRE I FINANZIAMENTI


Credito e imprese: la Regione scende in campo trattando in prima persona direttamente con le banche. Esito dell’incontro in via Aldo Moro a Bologna sono i 700 milioni di euro aggiuntivi alle risorse garantite, da banche ed anche dai confidi, per favorire i finanziamenti del sistema bancario alle imprese regionali anche per il 2012.


«Nell'incontro – spiega l’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli – la Regione ha ribadito la volontà di rafforzare i confidi e la loro ricapitalizzazione, per essere sempre più una robusta interfaccia tra imprese e banche. L'impegno è quello di reagire alla spirale negativa, per dare nuovi stimoli all'economia e agli imprenditori che continuano ad investire, reagendo alla crisi con vivacità imprenditoriale, innovazione, idee di qualità».


Regione e banche collaboreranno anche per favorire la provvista con fondi rotativi, fondi BEI e approfondimenti sul settore dell'edilizia per l’integrazione fra progetti delle imprese, contributi pubblici e finanziamento degli investimenti, ma anche impegno per smobilizzo credito verso la pubblica amministrazione, azioni informative e formative sui mercati esteri. Si lavorerà anche a sostegno delle reti d’impresa e dei progetti in forma aggregata e in percorsi di capitalizzazione delle imprese in grado rafforzare il rapporto fra imprese e banche.

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AEROPORTI, LOMBARDI (PDL): “EVITATO L’ENNESIMO CONTENITORE FINANZIARIO ‘SPRECONE’”


In tutta questa storia degli aeroporti romagnoli, secondo Marco Lombardi (Pdl) emblematica è l’uscita finale del presidente della Camera di Commercio di Bologna, Bruno Filetti, che molto francamente dopo aver visionato il dossier sulla sostenibilità dell’impresa ha detto: “non potevamo permetterci di buttare denaro per ragioni di natura più politica che economica”.


Il consigliere regionale, così come altri suoi colleghi, si sono sempre mossi in assemblea secondo una logica di contrasto rispetto alla possibilità di una holding perché figlia di una serie di convenienze politiche “della Sinistra che governa la Regione” che non tenevano conto della realtà industriale.
Se da un lato Bologna “non ha un traffico tale da dover pensare di dirottare voli altrove e quindi nella nostra Regione sarebbe tecnicamente sufficiente un solo aeroporto”, dall’altro Rimini “oltre al turismo balneare ha investito in due grandi infrastrutture (Fiera e Palacongressi) che non possono vivere senza un adeguato aeroporto”, da qui la sinergia con gli albergatori per sostenere economicamente il gestore Aeradria. Marconi e Fellini, dunque, sono inquadrati in una logica di ‘rivalità’, fa notare Lombardi.


Fortuna la crisi che costringe tutti “a valutare attentamente costi e benefici”. Fortuna l’opposizione che ha “contrastato con argomentazioni puntuali le strategie regionali sulla ‘holding dei cieli’”. Senza questi due fattori “ci saremmo trovati ad avere a che fare con l’ennesimo contenitore finanziario che avrebbe sprecato risorse, mettendo a rischi la nostra realtà riminese”.
Se collaborazione ci sarà tra Rimini e Bologna, nulla lo vieta in futuro, questo avverrà “da una posizione autonoma e senza la gabbia della holding regionale” e soprattutto con maggiori “responsabilità per Aeradria e per tutto il nostro territorio in quanto dovranno dimostrare di essere all’altezza della sfida che tutti assieme ci siamo assunti per sostenere la nostra economia turistica”.

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SAN MARINO, CONGRESSO DI STATO RICAPITALIZZA IL CONVENTION BUREAU


San Marino, aumento di capitale per il Convention & Visitors Bureau, l’ente responsabile della promozione del Titano nel mercato degli eventi, che in futuro prevede di arrivare ad autofinanziarsi grazie alla gestione del centro congressi Kursaal (statale). E’ stato il Congresso di Stato, proprietario al 52 per cento, a decidere per lo stanziamento di 93mila euro che servirà a compensare le perdite previste per l'anno in corso. Ai soci privati si chiederà di aderire per altrettanti 90mila euro. Non escluso l’ingresso di nuovi soci. La notizia è del sito www.eventreport.it.


“I soci privati potranno infatti versare la somma necessaria per mantenere la percentuale di quota attualmente detenuta, oppure decidere di non farlo e rivedere la propria partecipazione” spiega a Event Report Riccardo Vannucci, presidente del Convention & Visitors Bureau di San Marino. “Per raggiungere l'aumento di capitale sul 100 per cento delle quote vendute sarà dato quindi il via libera all’ingresso di nuovi soci privati”.


Il primo bilancio della società è relativo al 2011. Il fatturato è di circa 300mila euro. Per il 2012 si prevede di sfiorare i 450mila euro. Il Convention bureau del Titano, benché giovane, ha acquisito nel primo anno di attività il 32esimo Congresso mondiale di metodologia della Danza dell’Unesco (a San Marino dal 27 giugno al 1 luglio prossimi) e del Congresso internazionale dell’Upu, l’agenzia delle Nazioni Unite dedicata ai servizi postali, (nel 2014).

Sabato, 28 Aprile 2012 09:28

GIORNALAIO 03.05.2012

Rubriche

AEROPORTI, SAB MOLLA TUTTI. AGENZIA MOBILITA’ SFRATTATA, TRC A RISCHIO. TURISMO, A RISCHIO IL MINISTERO


Novità in aeroporto, la separazione dei cieli


Matrimonio dei cieli. Non ce n’è né per Forlì né per Rimini (che ha investimenti per 15 milioni di euro). La Sab molla tutti, ma la riviera non dispera.


«Noi stiamo centrando tutti gli obiettivi, possiamo farcela anche da soli. Abbiamo alcuni importanti fondi finanziari che vogliono entrare nel ‘Fellini’ e investire decine di milioni di euro. Ci sono contatti in corso con altri scali (Venezia, ndr). Rimini insomma — conclude Vitali — ha le ali abbastanza larghe per volare da sola. E nel 2013 il bilancio del Fellini, ne siamo convinti, chiuderà in positivo», il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali a il Resto del Carlino, pagina 9.


“Nelle parole di Vitali non manca un accenno polemico al sindaco di Bologna: «I comuni capoluogo hanno delle responsabilità che non sempre sono circoscrivibili a un piano industriale locale». Il riferimento implicito è alla Sab, la società di gestione del “Marconi”. Perciò «Bologna deve riprendere a fare la locomotiva del nostro territorio, noi ne abbiamo la necessità». Sullo sfondo, «il fallimento della politica regionale sui trasporti»”, La voce di Romagna a pagina 11.


Rispetto al rapporto con Rimini “il presidente della Camera di Commercio felsinea e numero uno del Marconi, Bruno Filetti: «Non esistono accordi coi riminesi, non li vedo nemmeno di qui a breve, anche in futuro i nostri collegamenti con Berlino tramite Lufthansa e con Londra tramite British Airways potrebbero generare eventuali sinergie»”.


Trc a rischio


La notizia risale a qualche Commissione fa: per ripianare i suoi debiti Agenzia Mobilità non può più ricorrere ad alienazioni patrimoniali. A rincarare la dose il fatto che “la sede storica di via Dalla Chiesa sarà venduta entro giugno al migliore offerente per riuscire a fare cassa” dichiara Ermete Dalprato al Corriere Romagna, pagina 11. “I debiti da saldare sono lievitati attorno ai 5 milioni”.


In definitiva “i conti non tornano e i soldi per pagare il creditore Start Romagna vanno trovati al più presto. Ma la scelta di «vendere gli immobili e dal patrimonio del consorzio, non potrà più accadere per il bene del consorzio stesso e degli investimenti futuri: compreso il Trc»”.


Fogne, non è sempre colpa loro


Un’enorme macchia rossa in mare tra Viserba e Rivabella ieri mattina ha allarmato i bagnini, ma niente paura: si tratta di una fioritura di alghe.


“«Quella che si è vista ieri a Rimini è una micro-alga che è apparsa anche in altri punti dell’Adriatico. L’abbiamo vista al largo, anche a 40 km dalla costa, ma non è insolito vederla pure così vicino alla spiaggia». In ogni caso, rassicura la Ferrari, «non c’è da preoccuparsi per la qualità del nostro mare. Anzi: anche se non è bella a vedersi, la presenza di questa micro-alga avrà effetti positivi sulla qualità dell’acqua»”, spiega Carla Rita Ferrari di Daphne, il Carlino a pagina 7.


Turismo, combattere i prezzi troppo bassi


La ricetta di Giovannino Montanari, Fiavet. “«Non si può scendere sotto i 25-30 euro a giugno e sotto i 35-40 a luglio – dice -, prezzi che poi si ripetono a fine agosto per calare a settembre». Montanari sa che «non è tantissimo, ma in certi periodi si garantisce comunque la copertura di interi alberghi con le comitive», e soprattutto «non sono nemmeno i numeri di certe agenzie, anche della zona, che svendono la riviera fino a 6 euro a notte, un caso che mi è stato segnalato l’altro giorno». La soluzione, quindi, è disertare le gare pubbliche, «mettersi tutti insieme e costruire la nostra clientela, come accade a Montecatini, dove nessun albergo sotto un certo prezzo ti prende». A Rimini e Bellaria, invece sì”, la Voce a pagina 14.


Su tutti i giornali l’allarme del parlamentare Pd Elisa Marchioni sulla possibilità che attraverso la ‘spending review’ il governo metta una croce sul ministero del Turismo.

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HOLDING DEI CIELI: E’ FINITA. LA SAB MOLLA SIA RIMINI SIA FORLI’ (CHE CHIUDE)


Alla fine forse la Regione ha tirato troppo la corda (per un solo verso) e l’accordo dei cieli è saltato sia per Forlì, che chiuderà, sia per Rimini. Bologna non salverà proprio nessuno è il responso della Sab (società che gestisce il Marconi).
“E' questo – è scritto sulle pagine bolognesi del quotidiano La Repubblica - l'esito della riunione dei soci della Sab, società che gestisce lo scalo bolognese. Il consiglio di amministrazione di Sab, riunito stamattina, avrebbe infatti ufficialmente detto no all'integrazione con lo scalo forlivese e con quello riminese”.


Il veto non sarebbe arrivato dal presidente della Camera di commercio di Bologna (maggiore azionista dalla Sab con il 50,55 per cento), Bruno Filetti, ma dai consiglieri che “avrebbero rifiutato l'aggregazione sulla base dei risultati del piano dell'advisor di Sab: quest'ultimo ha messo in luce tra l'altro non solo i debiti e il declino di Forlì, ma anche l'esposizione di Rimini nei confronti degli istituti di credito”.


Domani l’assemblea dei soci Seaf. Allo stato attuale, se confermate le indiscrezioni, non sembra possibile nessuna altra strada fuorché quella della liquidazione e della chiusura dell’aeroporto.
A spiegare a La Repubblica è il sindaco di Bologna Virginio Merola (anche il Comune partecipa in Sab): "Abbiamo valutato i diversi scenari. Dobbiamo considerare l'interesse di Sab, e l'interesse non c'è. Non ci sono le possibilità per un salvataggio di Forlì, non c'è una possibilità di riconversione e gli impatti sul territorio sono insufficienti". Fine.

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TURISMO E 'SPENDING REVIEW', MARCHIONI (PD): “MONTI VUOLE TAGLIARE IL MINISTERO”


Trapela da «autorevoli fonti romane» ed è Elisa Marchioni a dare loro voce: la spending review ha in programma di tagliare anche il ministero del Turismo e non solo. «Oltre al taglio del dicastero si prevede la cancellazione del dipartimento del Turismo, che diventerebbe un ufficio nel ministero per gli Affari regionali».


Non nasconde che sia «giusto razionalizzare le spese», ma il deputato riminese del Pd, fortemente preoccupato dalle nuove misure che il governo Monti intenderebbe attuare sottolinea che diverso è «eclissare il turismo da voce importante delle politiche economiche e industriali del paese, con il suo 12per cento di pil annuo che produce. Se il provvedimento passasse così come pare sia prospettato, sarebbe la pietra tombale sulle legittime aspirazioni di serie politiche nazionali a sostegno del settore, di cui il turismo ha bisogno».


Elisa Marchioni ricorda delle perplessità (anche sue) in Parlamento quando il governo precedente ripristinò il ministero, una scelta «portata avanti senza tenere conto delle necessità delle Regioni. Ma oggi si passa la misura in senso opposto, e diventa necessario mantenere il dipartimento e la prospettiva di politiche unitarie nazionali, come fanno gli altri Paesi, nel rispetto delle deleghe alle Regioni. Ci dobbiamo attivare immediatamente perché il dipartimento al Turismo non solo rimanga, ma sia accorpato al ministero degli Affari economici».

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Isole del sole_2 Produrre energia in mezzo al mare

A raccontarci la storia delle ‘solar island’ è Hamid Kayal, amministratore delegato del CSEM-UAE Innovation Center, una join venture tra il centro di ricerca svizzero CSEM e l’autorità degli investimenti di Ras Al Khaimah (Emirati Arabi). Sono gli stessi manager della comunicazione del centro di ricerca svizzero ad ammettere che questo progetto, partito nel 2007, continua a riscontrare l’interesse dei media, con una media di 1-2 richieste al mese.


L’ad. Kayal ci racconta che “Solar Island nel 2007 era un sogno dell’allora amministratore delegato del CSEM, il prof. Hindeling. Solo dal 2008 al 2010 viene sviluppata la base progettuale della piattaforma galleggiante con il solare termico”.
Alla fine del 2009 il CSEM - UAE riesce a costruire a terra la più grande piattaforma solare galleggiante al mondo. “Dall'inizio del 2010 fino alla fine del 2011, ci siamo concentrati sul miglioramento del prototipo della Solar Island per renderla efficace, per valutare su di essa le tecnologie solari più convenienti, vale a dire il fotovoltaico, il fotovoltaico concentrato e l’applicazione delle lenti di Fresnel. Alla fine del 2011 abbiamo ottenuto i seguenti miglioramenti: un'altissima precisione nel seguire i raggi del sole (basta la potenza di due asciugacapelli per fare ruotare questa piattaforma di 5000 mq per 300 tonnellate di peso) e la manutenzione ridotta ad una settimana di arresto. Poi lavora 24 ore su 24, 7 giorni su 7”.


Ora il progetto è nella fase di test, in un canale d’acqua artificiale: “questo consente di ottimizzare tutti i problemi tecnici, compreso l'effetto del vento sulla dinamica e la precisione di rilevamento del sole. Il futuro prototipo per il mare aperto dovrebbe integrare questi studi. Potrebbe essere più grande: più grande è l’isola, più basso è il costo di produzione dell’elettricità e più elevata potrebbe essere la protezione dalle onde che potrebbero andare a perturbare la precisione di inseguimento del sole”.


Alla domanda riguardo a quando saranno compiuti i test in mare e che cosa significherebbe questo, Hamid Kayal ci dice che “il prototipo attuale non sarà messo in mare (contrariamente a quanto da noi riportato nell’articolo precedente ndr). Rimarrà come piattaforma per migliorare le tecnologie solari”. Ma in attesa degli sviluppi del progetto si capisce che la piattaforma si può adattare bene a qualsiasi tipo di fondale marino: “La versione per il mare probabilmente dovrà essere almeno da 3 a 5 volte più grande. La profondità dell'acqua per il prototipo attuale è tra gli uno e due metri, ma la profondità esatta del fondale marino dipenderà dal peso e dalle dimensioni dell’isola”.

Martedì, 01 Maggio 2012 12:30

W la politica_1/Federico Berlini

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W la politica_1/Federico Berlini



In questi tempi di antipolitica (reale e mediatica) vorremmo provare a capire quali siano le ragioni e i criteri attorno ai quali sia possibile rifondare l’impegno politico; se si debba sperare in persone “che ci credono di più” o invece più preparate, in persone che non guardano in faccia a nessuno o invece con un legame ancora più forte con i propri mondi di riferimento.
Persone, comunque. Per questo, invece di interpellare qualche esperto, abbiamo deciso di provare a chiedere direttamente a chi la politica la fa, da poco o tanto che sia.

La cronaca ci ha portato a iniziare dal nuovo segretario comunale del Partito Democratico. E che il PD abbia pensato a lui per nascondere la propria inconsistenza dietro la retorica del ricambio generazionale non intacca il motivo che muove questi nostri articoli: se c’è una speranza per la politica bisogna provare a cercarla nelle persone. Ognuno saprà giudicare.(rg)



«Babbo, ma chi è questo signore?». Attaccata alla parete c’era una foto in bianco e nero di Enrico Berlinguer. E il babbo, un commerciante ora in pensione, cominciava a raccontare le gesta e a interessere le lodi di quel signore. Ed oggi se si chiede a Federico Berlini, il neo eletto giovane segretario del Pd di Rimini, di indicare un personaggio che stima, ammira e da cui trae ispirazione, il primo nome che esce è proprio quello di Berlinguer. Stranezze della politica giovane o giovanile. La politica adulta, anche quella che ha militato sotto le bandiere del Pci, sul volto triste e austero di Berlinguer ha steso una sorta di damnatio memoriae. Chi lo cita più, anche solo di sfuggita? A Torre Pedrera c’è invece un ragazzo che di Berlinguer ha letto tutto, compreso il libro intervista di Eugenio Scalfari sulla questione morale. Proprio uno dei temi per i quali il defunto segretario comunista oggi è criticato. «Io penso invece – dice Berlini – che ci sia bisogno di tornare a certe figure». Altri nomi di politici italiani, del presente o del passato, non vengono fuori. «Quando ho cominciato a fare politica era il momento dell’elezione di Barak Obama. Mi piace il suo impegno per i diritti civili». Proviamo a indicare un nome, un leader anche non necessariamente politico? Federico ci pensa un attimo e subito dà sfogo alla fede nero-azzurra: «Il nostro ex allenatore José Mourinho, grande personaggio».


La prima scuola di politica Berlini l’ha avuta in casa, dal babbo che è stato un semplice iscritto ai Ds, ma che amava la politica. Poi a scuola è stato quasi spontaneo mettersi in mezzo, fare il rappresentante di classe, partecipare alle elezioni scolastiche. E quando è stato il momento di iscriversi all’università, che facoltà scegliere se non scienze politiche? Quando nasce il Pd Federico ha 19 anni e si presenta spontaneamente ai gazebo per votare alle primarie. «Sì, è stata una mia iniziativa, non mi aveva invitato nessuno». A quelli del Pd non è parso vero di vedere un giovane interessato e l’hanno subito coinvolto.


«Sono stato da subito un militante del circolo di Torre Pedrera-Viserbella, sono diventato segretario e ho acquisito un po’ di conoscenza del territorio. Quando è stato il momento del congresso comunale si è pensato che sarebbe stato utile dare un segnale, un segretario che facesse politica per i vari territori, un esempio per i giovani. Ed eccomi qua».
E gli amici che dicono? «Sono contenti, qualcuno mi ha anche appoggiato. Dicono che c’era bisogno di facce nuove, di pulizia, di onestà. Qualcun altro mi chiede: ma chi te lo ha fatto fare?».
Ecco una bella domanda. Già è difficile trovare oggi un giovane che si appassiona alla politica, trovarne uno che fa il segretario di partito è una rarità. «Credo molto alla politica come strumento per realizzare il bene comune. Questa è stata la scintilla. Credo ad alcuni valori di fondo. La solidarietà, per esempio. Qui a Torre Pedrera noi organizziamo come Pd una festa della solidarietà i cui utili non vanno al partito ma ad associazioni di volontariato. Poi credo ai valori dell’onestà, della giustizia sociale».


Con il giovane Berlini proviamo a fare i difficili: tutti parlano di bene comune, ma alla fine cos’è? «Penso sia non chiudersi in se stessi, a coltivare il proprio orticello. È la ricerca di una soluzione ai problemi anche attraverso il dialogo, il compromesso. È trovare una soluzione condivisa».
Federico ha studiato per otto anni chitarra, è appassionato di musica rock, interessi ampi, ma debole per i chitarristi, da Jimi Hendrix in poi. È anche vorace lettore, di saggi e romanzi, scrittore preferito Chuck Palahniuk. «Leggo anche i libri autobiografici dei politici. L’ultimo è quello di Pierluigi Bersani». Beh, allora dicci se questo Pd nazionale ti soddisfa o meno. «Va bene, anche se a volte ci vorrebbe un po’ più di coraggio. Sulla riforma del lavoro, per esempio». E del Pd locale cosa dici, c’è qualche personaggio “adulto” che ti piace particolarmente? Berlini ha fiuto e capisce che la risposta a questa domanda può essere pericolosa. «Ho la mia autonomia di pensiero. Stimo tutti ma quando c’è una scelta da fare ragiono con la mia testa».


Valerio Lessi


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