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CAMERA DI COMMERCIO, HAPPY ENDING PER MAGGIOLI. SOLO I SINDACATI CONTINUANO A CHIEDERE UN “PASSO INDIETRO”. GARDENGHI ASSENTE


Un coro unisono, con il solo controcanto dei sindacati, oggi nel corso della seduta del Consiglio della Camera di commercio di Rimini, riunione attesa perché momento di snodo della vicenda che ha interessato Manlio Maggioli, presidente della Camera, coinvolto in un’inchiesta della procura di Forlì, a cui non solo i sindacati, ma anche le categorie e la politica chiedevano fino a qualche giorno fa di “fare un passo indietro”, ovvero di dimettersi dalla carica pubblica.


Presenti 26 consiglieri su 27. Assente Mauro Gardenghi di Confartigianato. Rispettato l’ordine del giorno. La seduta si è aperta con la comunicazione del Presidente Manlio Maggioli riguardo “la nota vicenda di cui si è dibattuto in questi giorni”.


“Il presidente – si legge nel comunicato stampa consuntivo - si è detto preoccupato dall’eccesso, per alcuni aspetti anche strumentale, con il quale si è voluta commentare una vicenda sicuramente importante, ma di cui non si devono perdere di vista le giuste proporzioni”. Secondo Maggioli, è a causa dei commenti eccessivi e strumentali delle ultime settimane che si è nuociuto all’immagine dell’ente, “oscurando la qualità dello straordinario lavoro fatto in questi anni da tutti i componenti della Giunta e del Consiglio, e che ha consentito alla Camera di Commercio di Rimini di essere forte, credibile ed importante, per le imprese e per il nostro territorio”.


Una strumentalità che avrebbe creato dal nulla, e non evidenziato, incrinature nel rapporto tra presidente e vice, Salvatori Bugli, Cna, “che invece hanno collaborato, sin dall’inizio, perché la discussione attraverso la giunta approdasse al Consiglio camerale, per valutare la vicenda e superare qualsiasi eventuale imbarazzo”.


Maggioli anche in questa occasione ha ribadito “la propria convinzione che l’aver fatto un atto legittimo in sé e l’aver così chiuso una fase, non può essere una colpa, e pertanto non può compromettere o condizionare lo svolgimento di una funzione pubblica”.


Dopo il presidente, la parola è passata al vice, Bugli, che ha confermato il suo sostegno a Maggioli, ricordando la giunta precedente in cui nessuno degli otto componenti avrebbe chiesto apertamente le dimissioni all’editore santarcangiolese, ma semplicemente di fare una riflessione sull’accaduto, rinnovando stima e fiducia anche in quell’occasione.


Poi il dibattito in cui i consiglieri “hanno rinnovato la fiducia al Presidente, apprezzandone le riflessioni e ritenendo come da questo approccio emerga come non vi possa essere alcun condizionamento sull’attività della Camera di commercio e che il Presidente, con la chiarezza che ha contraddistinto la sua posizione, possa interpretare a pieno titolo questo lavoro”. Qualcuno ha proposto un ripensamento generale della Camera, dunque non solo pensando al presidente, ma anche alla giunta e ai consiglieri.


Unica voce fuori dal coro quella di Giusepina Morolli (Uil) che a nome di tutti i sindacati ha ribadito la richiesta del famoso “passo indietro” al presidente.
Ai sindacati, Maggioli, ha risposto snocciolando alcuni numeri relativi alla sua azienda con circa 1500 tra dipendenti e collaboratori e un costo del lavoro che supera i 40 milioni di euro all’anno.


“L’auspicio di tutti - conclude la nota della Camera di commercio - è che l’odierno orientamento del Consiglio della Camera di Commercio di Rimini possa permettere un rapido superamento della situazione che si era venuta creando, e sia un contributo al rilancio di un’azione forte di cui il territorio, le imprese e i lavoratori hanno grande necessità. E naturalmente con la forte collaborazione fra le istituzioni cui Camera di commercio non farà mancare l’impegno”.



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LOTTA ALL’EVASIONE, PANIGALLI (CNA): “NOI RISPETTIAMO LE NORMATIVE, MA LA BUROCRAZIA NON CI RENDE LA VITA FACILE”


L’associazione entra nel merito dell’intervento di controllo della Gdf dell’8 marzo su 20 locali della riviera plaudendo l’azione dei militari di contrasto alla "concorrenza sleale”, ma chiedendo allo stesso tempo una forte “azione legislativa di semplificazione burocratica”


“Ci preme ricordare che la maggioranza dei pubblici esercizi e dei commercianti della nostra zona opera nel rispetto delle normative. Queste, però, sia per il loro grande numero sia per la varietà dei soggetti che le emanano, non rendono certo la vita facile a chi vuole tenersi in regola”. Cna entra nel merito dei controlli a 20 ristoranti e locali effettuati dalla Guardia di finanza l’8 marzo scorso.


“Condividiamo – spiega Ivano Panigalli di Cna.com - il rigore degli accertamenti che hanno evidenziato casi limite di operatori che fanno concorrenza sleale a discapito degli onesti, utilizzando l’evasione fiscale e l’evasione contributiva. Tuttavia, nel caso di contestazione di infrazioni, chiediamo equilibrio e buon senso per distinguere tra chi non rispetta le leggi e regolamenti in modo macroscopico e abituale, e chi è incappato, il più delle volte senza alcun dolo, in qualche piccola infrazione o omissione”.


Basta, dunque, “fare di tutta l’erba un fascio”. La soluzione è secondo Cna in una nuova legislazione di semplificazione burocratica “mirata più alla sostanza della lotta all’evasione che all’ossequio formale a intrecci di normative in certi casi inestricabili”.



 


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POLVERI SOTTILI, ANCHE VIA FLAMINIA A QUOTA 35 SFORAMENTI


Negli ultimi 10 giorni pm10 quasi sempre oltre la soglia dei 50 milligrammi per metro cubo, con picchi di 113 milligrammi


Polveri sottili. Dal 2 di marzo a oggi a Rimini la soglia del limite di legge (50 milligrammi per metro cubo) non è stata superata soltanto tre volte: il 6 marzo con 37 milligrammi di pm10 per metro cubo, sabato scorso, con 44 milligrammi, domenica con 35 milligrammi. Tutti gli altri giorni, infatti, a partire dal 2marzo che ha fatto registrare 113 milligrammi di pm10 per metro cubo, la concentrazione di polveri nell’aria è stata piuttosto alta. Il 3 marzo si sono registrati 82 milligrammi, il 4 marzo 63, il 5 marzo 65, il 7 marzo 66, l'8 marzo 70, il 9 marzo 54 milligrammi per metro cubo. Tanto da far superare anche alla centralina di via Flaminia il limite dei 35 sforamenti consenti in un anno (la centralina del parco Marecchia è a 38 sforamenti). Fino a fine mese proseguiranno i blocchi programmati al traffico, una volta a settimana. Abbiamo chiesto chiarimenti a Marco Zamagni di Arpa.


Quali sono le cause di una concentrazione così altra di pm10?
Le condizioni meteo-climatiche sono state tali da favorire l'accumulo dell'inquinante che in ogni caso è prodotto principalmente da traffico.


Quali provvedimenti si rendono necessari? Bastano le misure già adottate dal comune oppure è consigliabile verificare nuove azioni?
Tutti i provvedimenti che possono ridurre l' immissione in aria di particolato da parte dei veicoli alimentati con combustibili fossili liquidi. Quindi essenzialmente una mobilità alternativa a quella che vede l'utilizzo del mezzo privato e il trasporto su gomma, l'utilizzo di combustibili alternativi (metano e GPL), il miglioramento continuo del parco veicolare e la sua corretta manutenzione. Allo stesso modo deve essere chiaro che non sono le sole limitazioni che il singolo comune pone in atto a risolvere la situazione, in quanto il problema si pone a livello di Bacino Padano, ma azioni che coinvolgano tutta questa area; solo così si possono ottenere risultati efficaci.


Rimini situazione particolare rispetto al resto della Romagna e della regione?
No in quanto, come già sopra riportato, si tratta di un problema che interessa contemporaneamente tutto il territorio del Bacino Padano.


 



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PROVINCIA E PARTECIPATE UN PATRIMONIO DA 58 MILIONI. VITALI: “TESORETTO CHE RISCHIA DI DISPERDERSI IN MILLE RIVOLI”


Da Roma notizie di “una decurtazione di 3,9 milioni”


La Provincia di Rimini possiede partecipazioni dirette e indirette per una cifra che supera i 58 milioni di euro. Cosa succederà al 31 dicembre 2012, ovvero quando allorché Stato e Regioni dovranno provvedere al trasferimento delle funzioni?


“L’anomala esposizione dell’ente provinciale di Rimini sul fronte delle partecipate, legata indubbiamente a una positiva fase storica, rende complessa la sua gestione finanziaria allorché pesanti divengono i tagli dei trasferimenti da parte del Governo centrale”, il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali entra nella questione legata al destino delle partecipazioni dell’ente a pochi mesi dalla dead line.


“In tal senso, le ultime notizie provenienti da Roma ‘raccontano’ di un’ulteriore decurtazione di risorse per le Province che per Rimini significa 3.9 milioni di euro in meno di quanto preventivato. Le scelte che dovremo fare saranno conseguenti e difficili. In ogni caso, credo sia indispensabile privilegiare prioritariamente gli investimenti materiali e concreti sul territorio piuttosto che le operazioni meramente finanziarie, pur al servizio di uno scopo chiaramente pubblico. Dovremo discuterne insieme agli altri enti e associazioni ma ritengo questa più di una ipotesi sulla carta, visto e considerato oltretutto l’incertezza dello scenario nazionale sul rapporto tra Province e partecipate”.


La situazione della Provincia di Rimini (socio di riferimento in Aeradria, socio rilevante in RiminiFiera e rete dei palacongressi) rispecchia un patrimonio considerevole. Dai dati pubblicati su il Sole 24 Ore le partecipazioni della Provincia ammontano rispettivamente a 390,7 milioni di euro e 1.522,1 milioni di euro, i ricavi e l’attivo delle società partecipate dall’Ente provinciale riminese.


Un vero e proprio ‘tesoretto’, “voluto e creato dal nostro territorio, che- in assenza di decisioni attuative, nell’indeterminatezza attuale da parte del Governo centrale e anche alla presenza di un sistema dell’amministrazione e della finanza locale letteralmente asfissiato dai provvedimenti finanziari centrali e dunque oggettivamente impossibilitato a farsi carico di un eventuale bilanciamento societario - rischia di disperdersi in mille rivoli, magari diretti in tutt’altri lidi”, spiega il presidente della Provincia.


“E’ un rischio che il tessuto politico, amministrativo, economico e sociale riminese deve assolutamente scongiurare: quel ‘tesoretto’ serve e dovrà servire allo sviluppo e all’infrastrutturazione strategica di un territorio che non può più permettersi né regali né espropri, tanto più alla luce di una pressoché totale, endemica ‘dimenticanza’ dell’area riminese da parte di qualsiasi Governo dal dopoguerra ad oggi”.






Venerdì, 16 Marzo 2012 17:12

Orhan Pamuk, Istanbul

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Dopo un po’ la musica che ascoltavo, i paesaggi di Istanbul che scorrevano dal finestrino e l’atmosfera di alcune vie strette lastricate dove mio padre si infilava con la macchina sorridendo e dicendo “entriamo anche qui?”, e quella dei marciapiedi, si mescolavano, inducendomi a pensare che non avremmo mai trovato una risposta alle nostre domande fondamentali; però era opportuno farsele: lo scopo e la felicità della vita erano in luoghi che non notavamo bene, o non volevamo notare.


Orhan Pamuk, Istanbul


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Santinato. Il calcolo delle presenze non dice la verità sulla salute del nostro turismo


Mauro Santinato, presidente di Teamwork, è consulente per l’ospitalità e a lui si rivolgono numerose strutture alberghiere italiane che hanno l’obiettivo di aumentare fatturato e utili. Ci siamo rivolti a lui per capire come affrontare, finalmente in modo ragionevole, il tema del turismo a Rimini e comprendere meglio i numeri usciti un paio di settimane fa sull’andamento del comparto più importante (se non dal punto di vista dei numeri certamente da quello dell’immagine) della nostra economia.


I dati ISTAT diffusi alla Bit sulle vacanze degli italiani hanno evidenziato un calo del 15,1% nel numero di pernottamenti, segno evidente che la crisi ha inciso in modo grave sui flussi turistici. Ma il dato che a livello locale è stato più rimarcato, per sottolineare come Rimini sia in controtendenza, è l’aumento delle presenze sia per quanto riguarda il mercato interno (+3,4%) che quello estero (+8,6%), con una crescita degli arrivi dei turisti russi tale da superare quelli dei turisti tedeschi.
Letto così, sembra un bel risultato. E in questi tempi di magra dovremmo probabilmente esserne contenti.
Certo, ma vediamola in un altro modo: come è possibile valutare lo stato di salute di un comparto economico senza considerare la redditività delle imprese come indicatore principale? Secondo lei gli albergatori mangiano presenze o pagano fornitori e dipendenti in buoni presenze? Lo so, è tutto il sistema delle rilevazioni che andrebbe modificato. Ma almeno non facciamo finta che questo sistema ci dica le cose come stanno. Ecco un esempio: noi siamo contenti perché il numero delle presenze dei russi è aumentato. Ma il prezzo di una camera affittata a un turista russo medio in questo periodo è di 16 euro. Diciamo che l’arrivo dei russi compensa il calo delle presenze di altri clienti storici, come i tedeschi. Ma il prezzo medio di una camera per questi turisti ormai abituati a standard di servizi elevati può essere 5 volte di più. Per non parlare del sistema congressuale, i cui prezzi per camera possono essere pari a 150 euro. Dunque, per fare il valore di un tedesco ci vogliono 4 o 5 russi e, per fare un congressista, di russi ce ne vogliono 10. A cosa ci serve dunque il calcolo delle presenze? Bisogna cominciare a riferirsi alla redditività delle camere. Redditività che invece è in caduta libera sulla riviera.


Di quale tipo di strutture parliamo?
Mi riferisco alle strutture già esistenti, ma ancora di più ai nuovi investimenti. Lei vede nuovi alberghi in costruzione sul lungomare? Perché la Novarese, la Bolognese, la colonia Enel sono ferme? Perché gli imprenditori che dovevano investire hanno dovuto arrendersi davanti alla mancanza di redditività di quelle strutture. Magari avrebbero anche fatto il pieno di presenze, ma loro sanno che il capitale investito non si ripaga con le presenze.


Il solito giochino degli amministratori e assessori, dunque.
In quale altro comparto si vedono gli assessori che tutti i giorni commentano l’andamento di un comparto economico e produttivo? Non mi sembra che l’assessore alle attività economiche o all’agricoltura tutti i giorni commenti l'andamento delle vendite dei carciofi o delle zucchine. E’ tutta una questione di immagine, certo. Ma presentando una immagine distorta del comparto c’è il rischi di fare dei danni nel lungo periodo. Se continuiamo a dire che va tutto bene e che non c'è alcun problema, primo o poi i nodi vengono al pettine.


Quali altri indicatori ci possono dare una valutazione sull’andamento reale del comparto turistico?
Dati significativi sono quelli che si riferiscono all’aeroporto. Qualche tempo fa è uscito un articolo nel quale si esultava perché si era raggiunto il record del Fellini del 1972. Questo per dire che i dati veri parlano di una crisi profonda e strutturale. Non solo di turbolenze legate alle crisi dei consumi in generale. E poi mi dica quale fiera riempie oggi completamente la città? Non solo il calendario non è aumentato, ma sono pochissime le manifestazioni in crescita. Quante ce n’è che portano più di 15.000 persone a dormire a Rimini?


Quindi va proprio male…
C’è un altro indicatore molto serio anche se non strettamente economico. Venti anni fa in molte località ci prendevano come modello, oggi non ci copia più nessuno. Quei politici che continuano a riempirsi la bocca con il modello riminese dovrebbero cominciare a ragionare sulla realtà. Il problema è che le formule sono comode e servono a non rischiare. Se io devo fare una consulenza per un albergo, devo rischiare un’idea, una strategia, decidere cosa fare, come e quale attuare per prima. A Rimini sarebbe ora di vedere qualcuno degli amministratori o dei partiti che rischia una idea e su quella magari si gioca la carriera o almeno un plauso o uno sberleffo sul giornale. Invece sono sempre tutti lì a fare gli equilibristi senza effettivamente dire o fare niente.


Si parla tanto di evasione in questo periodo.
Fortuna che ce n’era tanta, prima. E’ un paradosso, certo. Per dire che l’emersione parziale del nero sta certamente compensando (o meglio nascondendo) in parte i brutti risultati economici. Ciò che prima era falsificato in una direzione ora torna indietro falsificando l’opposto.


Altro?
In una situazione come questa il sindaco dovrebbe prendere i suoi dirigenti degli uffici tecnici e dire loro di favorire e aiutare in tutti i modi con tempi rapidi e certi coloro che ancora decidono di investire e rischiare. Io ho presente un albergo a Rimini che sto seguendo, che sta aspettato da più di un anno per avere la concessione per la ristrutturazione con l’esito di avere perso già stagione. E questo è esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare per favorire chi ancora crede in questo sistema e nella nostra città e che ha voglia di rischiare, investendo in qualità.

Giovedì, 08 Marzo 2012 03:05

IL GIORNALAIO 12.03.2012

Rubriche

CHI AMA IL PORTO E CHI LA POLTRONA. DI LORENZO COI BAGNINI. STORIE DI PESCATORI


Porto Pulito


All’indomani del blitz dei carabinieri che ha fatto pulizia sul porto canale, fioccano gli appelli.


Dal Corriere Romagna prendiamo quello della Lega navale che dice: “«Vogliamo prenderci cura, come Lega navale, proprio di quel tratto di porto canale: è del demanio regionale fluviale ed è purtroppo dato in gestione al Comune». Lo spiega senza nascondere il disappunto, visto «la scandalosa condizione d’abbandono a cui è stato lasciato». Senza contare che «quelle banchine sono senza collaudo da 30 anni, appena arriva un po’ di pioggia l’acqua le sommerge, a testimonianza che le barche non potrebbero ormeggiare». Chiarito questo presupposto, Cingolani lancia ancora l’appello: «Basterebbe poco per fare tornare in vita quel tratto di Rimini, un corso di acqua che arriva a pochi passi dal centro città e che tutta Italia ci invidierebbe»”.


Da il Resto del Carlino, il comitato Borgo Marina: “Speriamo che a breve si possa mettere in campo una strategia di controllo delle barche presenti lungo tutto il canale del porto di Rimini e che si riesca a bonificare anche il tratto di acqua che va dal ponte di Tiberio al ponte dei Mille da tutte le imbarcazioni che giacciono sul fondo, prevedendo anche delle multe per quei proprietari che hanno preso la zona come un cimitero dove lasciare affondare le barche che andrebbero invece portate a demolizione”.


Maggioli, sarà fiducia


Lo scrivono da qualche giorno. sembra che l’allarme rosso su Manlio Maggioli sia rientrato, come evidenziano oggi due quotidiani.


La Voce di Romagna: “L’ordine del giorno prevede solo “dichiarazioni del presidente”, seguite da interventi e risposte libere da parte di chi vorrà prendere la parola. Niente di più e niente di meno”.


Il Nuovo Quotidiano: “Le richieste di "passo indietro", o per lo meno di chiarimento sembrano tutte rientrate da parte delle associazioni di categoria del territorio, anche quelle (come Cna, Confesercenti, Confartigianato) che maggiormente si erano esposte nel porre il problema rappresentato dall'uscita di Maggioli, che aveva commentato la notizia con "ho fatto quello che han fatto altri", della serie "così fan tutti". Quel "così fan tutti" ha finito però per mettere tutti d'accordo”.


Bagnini e concessioni


Audizione in Provincia per il presidente nazionale dei bagnini Giorgio Mussoni. Tema le concessioni demaniali sulle quale il vicecoordinatore del Pdl Di Lorenzo è molto chiaro. “C’è quindi “la necessità, di fronte alla retromarcia del Governo, di definire nello specifico alcuni passaggi per evitare assalti di interessi economici estranei al nostro territorio, limitando la possibilità di partecipazione a più di 2 procedure di evidenza pubblica che si svolgono nello stesso Comune, facendo al contempo scattare il diritto di prelazione al concessionario uscente, a cui devono essere riconosciuti indennizzi degli investimenti realizzati nel caso in cui non abbia ottenuto il rinnovo della concessione. Resta preferibile ottenere la deroga”, ammette Di Lorenzo, “ma di fronte al diniego governativo occorre lavorare anche sul resto e la proposta di Oasi/Confartigianato va nella giusta direzione”, dichiara alla Voce.




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INCONGRUENZE IRPEF, RIMINI RECUPERA OLTRE UN MILIONE DI EURO


Ai Comuni che hanno collaborato con l’Agenzia delle entrate andrà il 30 per cento delle somme riscosse sull’Irpef dovuta fino al 2011, mentre per il triennio 2012/-014 potranno incamerare il 100 per cento della somma riscossa


L’Agenzia delle entrate ha reso noti i dati sull’attività di accertamento al 31 dicembre 2011 in seguito alle segnalazioni fornite dalle amministrazioni comunali che hanno sottoscritto il patto ‘anti-evasione’. Dalle incongruenze segnalate e verificate è venuto fuori che, in termini di maggiore Irpef accertata, Rimini è al sesto posto nella graduatoria regionale avendo recuperato un milione 102mila 103 euro.


Le verifiche tributarie sono state avviate dall’Agenzia delle entrate sulla base delle segnalazioni trasmesse dall’Ufficio Tributi dei Comuni in seguito a risultanze non congruenti. Ai Comuni che hanno sottoscritto il patto di collaborazione con l’Agenzia delle Entrate andrà il 30 per cento delle somme riscosse sull’Irpef dovuta fino al 2011. Per il triennio 2012/2014, invece, i Comuni potranno incamerare il 100 per cento della somma riscossa.


La classifica regionale vede in prima posizione Bologna con oltre 3milioni e 500mila, poi Cesena con quasi 1milione e mezzo, Ferrara con 1milione e 400, Reggio Emilia oltre 1milione e 300mila, Mirandola quasi 1 milione 300mila, poi Rimini, poi Piacenza con poco più di 900mila euro, Formigine con 850mila euro, Carpi con 777mila, Soliera 765mila, Maranello 740mila, Sasso Marcono 722mila, Nonantola 635mila, Casalgrande 585mila, Gambettola 581mila, Campegine 530mila, Santarcangelo di Romagna quasi mezzo milione, Modena 432mila, Concordia sulla Secchia 392mila, Ravenna 378mila, Castelfranco 319mila, Castel San Giovanni 315mila, San Giovanni in Persiceto 293mila, Imola 255mila, Forlì 235mila, Sala Bolognese 228mila, Castello di Serravalle 222mila. Oltre i 3milioni 226mila hanno recuperato complessivamente tutti gli altri Comuni.






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4 MILIONI PER L’ARTE FERITA DALLA NEVE, VISITA DEL SOTTOSEGRETARIO CECCHI A URBINO E IN VALMARECCHIA


Per soccorrere l’arte sopraffatta dal blizzard, il ministero dei Beni culturali attingerà agli accantonamenti del fondo di riserva, circa 4 milioni di euro. La quota  sarà destinata ai primi interventi urgenti per il ripristino dei beni culturali danneggiati dalle nevicate dello scorso febbraio. E’ quanto annunciato dal sottosegretario, Roberto Cecchi, in seguito alla visita a San Leo e a Urbino di ieri.
I soldi verranno investiti tra Emilia Romagna e Marche: un primo stanziamento di 1 milione verrà destinato al convento di San Bernardino a Urbino. Cecchi ha lodato “la grande collaborazione istituzionale e la risposta efficace” del territorio durante l'emergenza neve.


In Parlamento, inoltre, l’onorevole Elisa Marchioni porterà avanti la proposta di utilizzare i fondi dell’8 per mille del prossimo anno. Per venire incontro alle richieste degli amministratori locali, inoltre, l’assessore regionale alla protezione civile, Mario Galasso, si è impegnato rispetto al problema della lentezza della macchina burocratica per far ripartire al più presto tutte le attività.


La lista dei beni danneggiati in Valmarecchia. A Casteldelci: palazzo storico di piazza San Nicolò, torri medioevali di Gattara e Monte, ponte medioevale a Giardiniera. A Maiolo: Museo del pane, chiesa e canonica di Antico Aldo. A Novafeltria: piazza Capelli e a Palazzo Lombardini. A Pennabilli: teatro comunale, mura in piazza Sant’Agostino, mura e bastioni del castello di Billi del monastero delle agostiniane; torre di avvistamento di via Torretta. A San Leo: palazzo ex Caserma, casa ex Venanzi, palazzo della Rovere, Palazzo Mediceo, chiesa Madonna di Loreto e chiesa di Sant’Antonio Abate a Montemaggio. A Sant’Agata oltre al grave crollo della navata della chiesa Collegiata: Rocca Fregoso e convento san Girolamo. A Talamello: palazzo comunale del 1600. A Verucchio: municipio, rocca, museo, teatro, asilo Borsalino, chiesa della Madonna della neve di Ponte Verucchio e chiesa del cimitero. A Torriana: municipio, portale di Montebello, chiesa di Scorticata.






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CONSOB APPROVA: CARIM, NUOVE AZIONI IN VENDITA DAL 26 MARZO AL 24 APRILE AL PREZZO DI 5,35 EURO


Carim, Consob ha ratificato il piano di ricapitalizzazione approvato dall’assemblea straordinaria dei soci Carim su proposta dei commissari. Le nuove azioni saranno disponibili da lunedì 26 marzo a martedì 24 aprile. Ogni azionista potrà acquistarne 7 nuove ogni 10 già possedute. In vendita oltre 22milioni di azioni al prezzo di 5,35 euro ciascuna. Obiettivo: raggiungere i 118 milioni di euro.


Dalla stampa locale, inoltre, si viene a conoscenza del fatto che designato a guidare la Carim post ricapitalizzazione sarebbe il manager milanese Alberto Mocchi (Cis), nome gradito, sembra, sia alla Fondazione, sia agli amministratori straordinari (non si sa se anche agli imprenditori che investiranno nella ricapitalizzazione approvino).




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