De Sio (Lega): il mio contributo al cambiamento della città, in uno spirito di dialogo con tutti
Ha fatto scalpore in questa campagna elettorale perché, da semplice candidato a consigliere comunale, ha deciso di presentarsi in piazza, nel luogo tradizionale della politica popolare. E gli è andata pure bene, visto che c’erano almeno trecento persone ad ascoltarlo. Luca de Sio, 41 anni, avvocato, ha deciso di presentarsi nella lista della Lega.
Perché ha deciso di affrontare l’avventura delle elezioni?
Quando ho deciso di candidarmi ho usato una similitudine tennistica: quella di uscire dalla comfort zone. Come il tennista che da fondo campo va a rete, rischiando. Può farlo per due motivi: o perché è l’avversario che lo chiama, cioè una realtà esterna, e nel mio caso sono stati molti amici che mi suggerivano di farlo; o, secondo motivo, perché è lui stesso che sente di poter dare di più, ed io umilmente penso di poter dare un contributo alla città, alla politica e in particolare al centrodestra. Per me questa decisione è lo sviluppo di una passione che ho sempre coltivato e che oggi voglio verificare nell’incontro/scontro con la realtà politica.
Perché sostiene il candidato Enzo Ceccarelli e perché ha deciso di candidarsi nella Lega?
Ho deciso di candidarmi ancor prima che il centrodestra indicasse in Enzo Ceccarelli il proprio candidato sindaco. Quindi la mia decisione prescindeva da questo, così come dalla possibilità di vincere o meno. Mi impegno e sono pronto ad ogni scenario, di governo o di opposizione. Ciò detto, Ceccarelli è una persona che reputo valida e credibile, mi sembra molto capace, è una scelta sicura, come recita la nostra pubblicità. Mi sembra anche che sia una persona propensa a lasciare spazio, a farsi aiutare anche dai giovani. Mi sono candidato nella Lega perché, pur essendo io di provenienza e di tradizione centrista, non lo reputo il partito estremista che si vuol far credere che sia e ne ho apprezzato le aperture che sta facendo. Condivido il tentativo di voler rappresentare il ceto produttivo, di promuovere i valori liberali. Mi è piaciuta la scelta matura e responsabile di voler appoggiare il governo Draghi, anche perché non è stata una scelta elettoralmente conveniente. Voglio scommettere su questo tipo di Lega, una Lega presente sul territorio, che vuol governare, che vuole assumersi la responsabilità di esercitare il potere per il bene di tutti.
Per quale Rimini si vuole impegnare, quale Rimini immagina per i prossimi anni?
Immagino una Rimini che continui sulla buona strada del cambiamento che secondo me in parte l’amministrazione uscente ha seguito. Nel senso che certamente non siamo più immobili come lo siamo stati fino a dieci anni fa. Ritengo che Gnassi abbia dei meriti ma che questi meriti siano stati da una parte frutto del lavoro del piano strategico, che è mia intenzione riprendere come metodo (poi tradito dall’amministrazione Gnassi), dall’altra siano comunque meriti parziali perché importanti settori della vita cittadina non hanno avuto l’attenzione che richiedevano. Mi riferisco, ad esempio, alle grandi infrastrutture che facilitano l’incoming turistico. Speriamo che i fondi del Pnrr possano essere intercettati dalla prossima amministrazione per l’alta velocità e altri progetti, sulla scia dell’idea di Città Romagna. Mi auguro soprattutto che ci sia un’attenzione maggiore per la persona, nel senso di buone pratiche rispetto alle politiche sociali, alle politiche del lavoro, allo sviluppo dell’impresa.
Lei appare fiducioso sulle capacità di Ceccarelli e del centrodestra nel suo complesso. Però se si guarda agli ultimi dieci anni emerge l’incapacità del centrodestra di costruire una classe dirigente credibile, capace di presentarsi come alternativa. Tanto è vero che la ricerca del candidato sindaco è stata faticosa anche per questo motivo.
Sulla ricerca del candidato sindaco non mi posso esprimere più di tanto perché è una questione che non ha interessato chi come me si presenta per la prima volta per fare il consigliere comunale. Certamente il centrodestra ha il dovere di essere e di apparire più credibile di quanto finora non sia stato (anche con una buona comunicazione esterna). Anche se non sta scritto da nessuna parte che gli uomini del centrodestra non siano in grado di governare. Così come nessuno ha mai detto che saranno distrutte le cose positive che ha fatto Gnassi. Da parte mia tenterò di dare il mio contributo, anche perché mi si riconosce una certa capacità di dialogo, una serietà nell’affrontare il merito delle questioni. Credo che il prossimo consiglio comunale possa fare affidamento su alcune persone di centrodestra assolutamente valide, con le quali ho iniziato già un rapporto di collaborazione. Mi auguro pertanto siano elette.
Prima di candidarsi, come valutava lo spettacolo che offre la politica locale e nazionale?
Non lo vedevo particolarmente bene, uno dei motivi che mi ha spinto ad andare a rete, come prima dicevo, è stata proprio la delusione che la politica seguita da spettatore mi ha provocato. L’impressione è che si sia più preoccupati di commentare qualsiasi cosa, anche solo con un tweet, invece che entrare nei temi, facendosi magari aiutare anche da chi nella società civile li vive e li affronta tutti i giorni. Da idealista quale sono mi auguro che si possa davvero collaborare nel futuro consiglio comunale in maniera trasversale, non solo fra i vari partiti del centrodestra ma anche con il centrosinistra. A prescindere da quale sarà l’esito delle elezioni. La sinistra non mi suscita grande fiducia in questo senso perché storicamente non ha dimostrato di volere condividere il potere non solo con i buoni suggerimenti che potrebbero venire dal centrodestra ma addirittura dai suoi stessi civici, che spesso sono stati utilizzati in fase elettorale e poi scaricati in fase amministrativa. Però la mia speranza è sulla possibilità di dialogo e quindi mi impegnerò su questo.
Una scommessa davvero ardua, vista la rissosità della politica e, a livello locale, le contrapposizioni a prescindere, l’incapacità di condividere un passo con chi è diverso….
Mi auguro di avere risposte positive. Se così non dovesse essere, vorrà dire che assumeremo posizioni più intransigenti e ce ne faremo una ragione. Io comunque rimango uno che non ama gridare e contrapporsi a prescindere.
Cosa dice a quanti chiede il voto di preferenza?
Racconto semplicemente di me, del mio essere padre, professionista e impegnato nel sociale. Racconto della serietà del lavoro svolto finora e della squadra che mi ha accompagnato, elemento irrinunciabile per una politica attenta e non ideologica.
Lari (Lista Jamil): mi impegno per una amministrazione che ascolti i cittadini
Dice che il suo sogno è un’amministrazione che ascolta la città. È giovane, 28 anni, di professione fa il consulente doganale nell’azienda di famiglia, ma ciò che più lo caratterizza è la full immersion nella vita associativa. È presidente di TeamBòta, il sodalizio nato in occasione del primo lockdown da pandemia, è vice presidente di Sarà, l’associazione culturale guidata da Moreno Maresi, ed è anche presidente di Ama il mare, associazione ecologista impegnata soprattutto a ridurre la plastica dall’Adriatico. Michele Lari è candidato al consiglio comunale nella Lista Jamil, che sostiene appunto il candidato di centrosinistra Jamil Sadegholvaad.
Fra lavoro e impegno associativo, immagino sia già molto impegnato. Perché ha deciso di candidarsi alle elezioni amministrative?
Sì, sono molto indaffarato, ma tutte queste iniziative mi hanno fatto capire che mi piace molto l’impegno per la mia città. Il mio impegno è sempre stato quello di provare a captare i bisogni della nostra città, di percepire le difficoltà e le necessità che si sono manifestate giorno dopo giorno, e di intervenire come potevo, e come mi sentivo, per alleviarne il peso.
La convinzione che ho è quella che fra istituzioni e cittadini ci sia troppo spesso un grande vuoto, un vuoto che va colmato con disponibilità, presenza e dedizione. Per capire come funzionano le istituzioni, bisogna provare ad entrarci e soprattutto bisogno entrarci con idee, con una visione, per provare a portare il proprio contributo.
Perché per candidarsi ha scelto la Lista Jamil?
Innanzitutto perché è una lista civica, non è una lista di partito. È una lista che è riuscita ad aggregare tante splendide figure che si impegnano per la città, per rendere Rimini più bella, più solidale, più giusta. È una realtà dove sono confluite molte persone in gamba e che rappresenta bene l’eterogeneità della nostra città. Inoltre è la lista che si propone di dare continuità al grande lavoro che è stato svolto negli ultimi dieci anni dalla giunta uscente e che sostiene Jamil Sadegholvaad, la persona che reputo il miglior sindaco a cui Rimini possa aspirare. Ho vissuto un anno in Cina per studio e lavoro. Ho soggiornato in varie città molto futuristiche e molto avanti con i tempi. Tornato a Rimini, è stata spontanea la domanda: resto qui o riparto? Ho visto che in città si respirava un clima nuovo, c’era uno spirito frizzante, con tanti giovani pronti a impegnarsi. Ho pensato che poteva essere interessante rimanere e dare il mio contributo.
Cosa desidera per Rimini nei prossimi dieci anni?
Vorrei tanto un’amministrazione che ascolta le istanze dei cittadini partendo dal basso. Vorrei tanto che si praticasse una politica che mette al primo posto l’ascolto dei bisogni dei cittadini per poi costruire risposte. Prendiamo ad esempio il sociale, settore nel quale sono impegnato. Tante cose sono cambiate e tante altre sono da migliorare. Solo partendo dal basso, solo ascoltando chi vive la quotidianità, chi percepisce i bisogni e concretamente si impegna nel settore si possono immaginare soluzioni nuove. Vorrei una città più solidale, più sostenibile dal punto di vista ambientale, più aperta e più internazionale. Vorrei infine una Rimini che ascolta di più noi giovani: abbiamo molte idee da esprimere, chiediamo che ci sia dato spazio e che queste idee vengano ascoltate.
La politica, sia a livello locale che nazionale, è invece spesso ripiegata su se stessa, autoreferenziale. Oppure si divide in modo rissoso, per partito preso, senza mai tentare una convergenza su bene comune. Lei pensa che possa essere possibile questa convergenza, in futuro, fra consiglieri comunali di opposti schieramenti?
Non so se sia possibile, sono alla prima esperienza in questo mondo. Certamente la mia speranza è che il bene comune sia messo da tutti al primo posto. Il mio contributo sarà diretto a cercare cosa è meglio per la città. Come lista abbiamo il nostro programma, le nostre priorità, la nostra visione, ma io sono sempre stato per il dialogo, per il confronto, per l’apertura anche con chi la pensa diversamente.
Lei cerca voti per essere eletto? E cosa dice ai suoi interlocutori per convincerli a votarla?
Sì, mi muovo certamente per entrare in consiglio comunale. Per chiedere il voto dico che c’è bisogno di giovani, c’è bisogno di freschezza, c’è bisogno di persone che vivono il territorio, sanno ascoltarlo e rispondere ai suoi bisogni. C’è bisogno di persone nuove, che sono abituate ad agire oltre che a parlare. C’è bisogno di studio e conoscenza dei problemi, di dialogo e confronto. Il mio sarà un impegno serio. Sono pronto a mettermi in gioco, ad approfondire le tematiche più scottanti, ad ascoltare e ad intervenire per il bene della nostra città. Io, e per fortuna tanti altri giovani, ci siamo.
Portico del Vasaio sulle elezioni a Rimini: ognuno voti secondo ciò che lo impegna nella vita
n tanti, in questi ultimi due anni, hanno provato a dar voce all’umanità ferita dal Covid, alle domande che la fragilità personale e sociale - riscoperta così improvvisamente - stava sollevando in ognuno. Allo stesso tempo cercando, in quel frangente drammatico più acuto, quanti potessero raccontare un nuovo inizio, piccolo o grande, e testimoniare che la drammaticità della vita, perché l’uomo non ne sia travolto, deve potersi misurare con una speranza, con qualcosa che muova la sua ragione e la sua passione insieme.
Il centro culturale il Portico del Vasaio ha diffuso un volantino sulle prossime elezioni amministrative.
Ecco il testo
Oggi, come alla fine di una guerra, possiamo vedere che tanti stanno ritrovando il gusto del proprio lavoro, della propria impresa, la voglia di rischiare e di partecipare a una costruzione comune. Non si sarebbero registrati, per esempio, al di là delle condizioni favorevoli, i risultati sorprendenti e inattesi di quest’ultima stagione turistica se ognuno non avesse creduto nel valore del proprio impegno; così come, a livello nazionale, non sarebbe stato possibile per i partiti ‘arrendersi’ a un governo di larghe intese, sacrificando tanta parte del proprio potere.
Forse l’evidenza della fragilità umana che tutti abbiamo sperimentato, e che - certo - avremmo voluto risparmiarci, alla fine ha riportato al centro dell’attenzione il valore di sé come persona, con le domande di verità, di giustizia e di bellezza che ci definiscono, e non soltanto come parte di un sistema di consumo e di consenso. Così come ci ha mostrato il valore che siamo uno per l’altro, che il fare insieme restituisce moltiplicato; e che ovunque - al lavoro, in famiglia, a scuola, in politica - l’altro non è un nemico da combattere, ma una possibilità concreta di bene per sé.
Ma queste scoperte impreviste, questi guadagni inaspettati emersi durante la pandemia, questa ‘sorpresa di noi stessi’, non possono sottrarsi alla prova di ogni nuovo giorno. Solo così potremo scoprire se ciò che speriamo e ciò che desideriamo sia davvero la cosa più necessaria e la più vera, se serva davvero alla vita o sia solo una consolazione; se ciò in cui ci affaccendiamo riguardi solo il nostro interesse o possa diventare utile alla comunità cittadina.
E qui arriviamo alle prossime elezioni amministrative.
Pur sapendo che parte delle tante liste nasce per una tattica politica, non possiamo non apprezzare il gran numero di persone che hanno deciso di coinvolgersi direttamente, e come in città si respiri un’attenzione per il futuro che non si sentiva da tempo. Di questa ‘attenzione’ la politica non può non avvertire tutta la responsabilità, adesso e anche dopo il voto, quando si tratterà di scegliere tra il consenso immediato e la disponibilità a lavorare fattivamente anche con chi faccia parte dell’altro schieramento o dei corpi intermedi. Scelta obbligata, questa, se si vuole avviare a soluzione i problemi che anche a Rimini sono evidenti - dall’educazione al lavoro, dalla sicurezza alla mobilità, dall’inclusione sociale all’assistenza sanitaria - e ripensare un piano strategico per il futuro.
Come dopo una guerra, infatti, la politica, anche quella locale, ha bisogno delle nostre speranze, di persone che si mettano alla prova, che abbiano qualcosa cui tenere e da costruire insieme. Ha bisogno di ricordare che il lavoro e l’impegno quotidiano di noi cittadini è il suo banco di prova. E anche solo per essere efficace, non può non farsi interrogare e rimettere in discussione continuamente, favorendo e collaborando con chi contribuisce al bene comune.
E dunque ognuno vada a votare e lo faccia secondo ciò che lo impegna nella vita. La lealtà con se stessi, con le proprie domande, con il proprio desiderio di pienezza è già un contributo al bene di tutti e un criterio per affrontare anche la scadenza elettorale. E chieda - a chi tra i candidati crede ne sia in grado - di stimare questa rinnovata voglia di costruire insieme e di farne tesoro. Perché senza le speranze dei cittadini, l’unica speranza della politica è il potere.
Ormerod (Coalizione Lisi): voglio una politica che sia ascolto e competenza
Per aiutare i lettori a orientarsi nelle proposte per le elezioni comunali del 3/4 ottobre, abbiamo pensato di ascoltare giovani candidati delle diverse coalizioni. Giovani in senso anagrafico, e giovani anche come debuttanti della politica. Oggi cominciamo da Steven Ormerod della coalizione di Gloria Lisi.
Steven Ormerod, nome e cognome che rivelano un padre inglese, 34 anni, è candidato nella lista Rimini per le imprese, una delle civiche a sostegno della candidatura a sindaco di Gloria Lisi. Laureato alla Bocconi, ha lavorato fino al 2019 a Londra nella Deutsche Bank. Ora, insieme alla famiglia, gestisce due locali in centro, un residence e un ristorante sulla spiaggia.
Cosa l’ha spinta a candidarsi, visto che come imprenditore immagino sia già molto impegnato?
Mi ha spinto il fatto che in questi tre anni in cui ho cominciato a fare l’imprenditore a Rimini purtroppo – dico purtroppo perché non era nei mie piani – ho dovuto interagire molto con la politica per poter svolgere il mio mestiere. Nel senso che in qualsiasi settore si operi, non c’è mai un regolamento chiaro, scritto, che l’imprenditore può prendere, leggere e applicare. Deve sempre andare in Comune, chiedere come funziona, e scoprire che tutto viene interpretato.
Uno dei miei obiettivi è che l’attività di impresa abbia dei regolamenti chiari. Già fare l’imprenditore comporta tanti rischi, se si aggiunge anche il rischio burocratico non si riesce ad andare avanti. Se una norma comunale oggi è interpreta in un modo e domani in un altro, non si riesce a lavorare. C’è bisogno di chiarezza.
Perché ha scelto la coalizione di Gloria Lisi?
Perché chi ha amministrato fino ad oggi ha realizzato alcune buone cose per la città ma penso abbia trascurato questo aspetto, cioè il mondo delle imprese. Oltre ad aver trascurato la sicurezza. Con Gloria Lisi ci siamo ritrovati su questi due temi, oltre che su molti altri. Lisi ha promosso una lista di imprenditori, significa che vuole dare importanza a questo mondo che è il motore dell’economia. È l’imprenditore che con la sua attività rende le zone sicure, genera reddito e occupazione, produce risorse che poi il Comune può anche destinare al sociale. Ho vissuto sette anni a Londra, dove l’impresa era al centro e da lì partiva tutto: regolamenti chiari, severi, seri e giusti. Dove c’è l’impresa, c’è la sicurezza. Gnassi ha fatto tanto per la bellezza della città ma non possiamo avere solo musei, se poi per andare al museo rischi di essere rapinato. O se una donna non può passeggiare da sola in città dopo le dieci di sera, o un turista per venire in spiaggia a cenare nel mio locale si imbatte in spacciatori che gli offrono la droga. I turisti non vengono in queste situazioni.
Con le sue imprese lei opera nel settore turistico. Di cosa ha bisogno Rimini per i prossimi anni?
Abbiamo bisogno di cambiare i turisti che vengono oggi, dobbiamo puntare su un turista più abbiente. Non possiamo continuare con gli alberghi a pensione completa a 20 euro a notte. Ne viene impoverito tutto il circuito intorno. Non possiamo pretendere di avere un turista più abbiente se il lungomare è pieno di pallinari e spacciatori. Ci sono azioni che devono procedere insieme. Abbiamo fatto il parco del mare, bellissimo, ma rischia di rimanere una cattedrale nel deserto. Già abbiamo infrastrutture scarse – aeroporto, ferrovia – se a Rimini non puoi arrivare nemmeno in automobile…. Quindi abbellimenti, parcheggi, sicurezza, tutto deve procedere insieme, altrimenti le cose non funzionano.
Qualcuno però potrebbe obiettare che il suo candidato sindaco ha fatto parte della giunta alla quale lei rimprovera queste carenze, questi interventi non coordinati.
Il mio candidato sindaco gestiva altri assessorati, non si occupava di turismo, di sicurezza. Inoltre era assessore di una giunta Gnassi, dove il sindaco è sempre stato un leader forte, quasi autoritario. Non so quanto spazio in quella giunta ci fosse per poter intromettersi in temi, tipo il turismo, che erano presidiati dal sindaco. Lisi è stata la prima a riconoscere che dopo dieci anni di giunta Gnassi c’erano delle carenze e queste carenze non potevano essere risolte con i metodi usati negli ultimi anni. È necessario un coinvolgimento. Essere riusciti a fare cinque liste civiche in dieci giorni significa che le persone volevano essere coinvolte.
Vuol dire che le persone avevano voglia di essere coinvolte, di partecipare?
Più che voglia, direi che le persone hanno capito che c’è bisogno di essere coinvolti, c’è bisogno di persone che conoscono i problemi e sanno dire come si risolvono. Se a me imprenditore chiedono di intervenire in un problema sociale, riuscirò a fare ben poco perché non lo conosco e non ho le competenze per risolverlo. La nuova giunta secondo me deve essere composta da persone competenti, che hanno maturato esperienza nei settori di cui si occuperanno. Non possiamo fare una giunta di politici di professione.
Da giovane imprenditore come guardava la politica, sia locale che nazionale?
Mi è sembrata una politica che ascolta poco. Fa finta di ascoltare, e soprattutto non valorizza le persone competenti. Faccio un esempio. La vice sindaca scelta per stare con Jamil ha un curriculum in cui si vede che ha vissuto otto anni in Tibet. Bene, ma qual è la sua competenza, per che ragione l’hanno messa lì? Penso che i cittadini non lo sappiano. Nella mia impresa, se metto qualcuno in cucina, è perché quella persona ha maturato esperienza fra i fornelli. Non prendo un bagnino e gli dico domani cucini per tutti. Nei posti bisogna mettere le persone con l’esperienza giusta.
A volte la politica si distingue anche per la mancanza di dialogo, per contrapposizioni a volte rissose fra maggioranza e minoranza, senza la ricerca di soluzioni condivise per il bene comune. È possibile fare diversamente, impegnarsi anche con persone di altri schieramenti per realizzare cose utili per la città?
Sì, assolutamente. Nella mia azienda con i dipendenti discutiamo dei problemi in modo propositivo, non litighiamo; così come quando mi incontro con gli altri colleghi imprenditori. Si cerca di trovare soluzioni positive, non litighiamo perché uno va a sinistra e l’altro va a destra. Questo modo di fare politica in cui si cerca sempre di sminuire l’altro, è lo stesso metodo che si è usato nel turismo negli ultimi anni. Piuttosto che impegnarsi a fare grande Rimini, pensiamo a rubare il turista all’albergo o alla spiaggia di fianco. Noi invece dobbiamo pensare a portare più persone a Rimini, così ne beneficerà tutto il tessuto imprenditoriale.
Quindi anche maggioranza e opposizione possono collaborare?
Sono sconvolto da come sia la destra che la sinistra hanno trattato Gloria Lisi. Solo perché una persona ha rivendicato di pensarla in modo diverso, è stata massacrata sui giornali. Se uno la pensa in modo diverso, allora non lo rispetti? Questa non è democrazia. Purtroppo la gente si sta abituando a un certo modo di fare politica, bisogna sensibilizzarla che si può fare diversamente.
Sta cercando voti per essere eletto?
No, faccio campagna elettorale solo per la Lisi. Metto l’interesse della città davanti a tutto, non ho interessi personali a fare il consigliere comunale o altro. Mi impegno perché la nostra coalizione vinca, in modo che Gloria possa mettere su una squadra per risolvere i problemi della città. Alla gente dico che noi siamo la democrazia e la meritocrazia. A chi mi obietta che siamo di destra perché meritocratici, replico che la meritocrazia non è di destra, così come la democrazia non è di sinistra. Non siamo né di destra né di sinistra, siamo persone che si sono messe insieme per una causa comune.
Confronto a tre sul turismo. Jamil e Ceccarelli d'accordo: no appartamenti negli hotel chiusi
E alla fine su uno degli argomenti fondamentali dell’economia turistica, quello potenzialmente più divisivo, destra e sinistra sono d’accordo. La questione è cosa fare degli hotel fuori mercato, di quelli già chiusi e fatiscenti che trascinano nel degrado le zone turistiche in cui sono inseriti. Sia Enzo Ceccarelli, candidato del centrodestra, che Jamil Sadegholvaad, candidato del centrosinistra, concordano sul fatto che la rigenerazione delle strutture fuori mercato non deve diventare trasformazione in appartamenti. A smarcarsi da questa posizione è Gloria Lisi, in nome di un’offerta turistica diversificata, dove turisti e residenti possono convivere nella stessa zona o nello stessa struttura come un condhotel. Anzi, auspica che albergatori, amministrazione, Fiera, Palacongressi, aeroporto si ritrovino insieme per progettare il turismo del futuro. Chi invece è contrario agli appartamenti, ha parlato, come Sadegholvaad, di altre misure come il trasferimento di volumi da una zona all’altra, o la riqualificazione pesante che porti da 30 camere a dieci suite di lusso. Ceccarelli invece ha sottolineato che occorrono condizioni urbanistiche per poter riconvertire , agevolazioni e premi per chi investe.
Il confronto, organizzato da Federalberghi, è andato in scena al Parco degli Artisti (ex tiro a volo) davanti a un numeroso pubblico di albergatori. È stato un confronto che non ha conosciuto molti acuti, anzi per lo più ha proceduto su binari scontati, tanto che per svegliare il pubblico Ceccarelli e Sadegholvaad hanno cominciato a lanciarsi qualche frecciatina.
La prima domanda è generale, giusto per scaldare i motori. Tutti vanno su argomenti scontati. Comincia Lisi con i mercati inesplorati da andare a conquistare e con lo sviluppo di un’accoglienza turistica di qualità. Ceccarelli esordisce affermando che la forza di Rimini è di essere un luogo vero e non un villaggio turistico di plastica. Forse non lo sa, ma questo era uno dei cavalli di battaglia retorici di Andrea Gnassi quando era assessore provinciale al turismo, poi sono arrivati l’hardware e il software, il teatro che dialoga con la rocca, i motori culturali, e così via. Ceccarelli ribadisce anche che Rimini deve diventare un faro per tutta la Romagna e rilancia la sua proposta di un assessorato per il mare. Sadegholvaad cerca di capitalizzare gli ultimi dieci anni, esaltando i lungomari rifatti e il piano della balneazione che ha eliminato gli scarichi a mare a nord e a sud (ma nei prossimi due-tre anni); sostiene che anche la spiaggia deve cambiare e se sarà sindaco porrà mano a un nuovo piano dell’arenile.
Questione un tempo molto dibattuta era la tassa di soggiorno. Ora è data per scontata e la domanda ai candidati è se pensano di coinvolgere le categoria economiche per decidere la destinazione dei proventi. Ovviamente tutti hanno ha risposto sì, e ci mancherebbe, siamo in campagna elettorale. Ceccarelli ha voluto ricordare che nel suo Comune, Bellaria Igea Marina, non l’aveva mai applicata. A suo giudizio quei soldi vanno impiegati per migliorare la città, per la promozione e per l’accoglienza turistica. Lui i privati li coinvolgerà di più anche in Visit Romagna e in Visit Rimini: li chiamerà non solo a partecipare ma a decidere. Sadegholvaad difende la tassa e rilancia una proposta già avanzata dal centrosinistra ma caduta nel dimenticatoio: può servire, nel rispetto delle direttive europee, per sostenere i voli dell’aeroporto. Lisi per dire qualcosa di originale propone che la tassa possa servire, oltre che per tutto il resto, per sostenere il turismo delle persone marginali.
E come la mettiamo con le infiltrazioni malavitose nel nostro tessuto economico? Qui Ceccarelli è apparso quello più concreto e aderente al tema. Sadegholvaad si è limitato a dire che non basta la repressione ma per tenere lontano i delinquenti occorre un innalzamento della qualità dell’offerta pubblica e privata. Lisi ha ribadito un concetto analogo. L’ex sindaco di Bellaria ha insistito sulla digitalizzazione della macchina comunale che dialoghi con le forze dell’ordine e sia in grado di individuare i passaggi di proprietà poco trasparenti. Ha proposto controlli serrati sugli hotel che si propongono per accogliere i profughi, partendo dal’assunto che simili scelte nascondono probabilmente loschi traffici. La presidente di Federalberghi, Patrizia Rinaldis, più che mai tonica, è intervenuta per scagliarsi contro la pratica dei prezzi bassi che porta illegalità e contro i sussidi che sdraiano i giovani sul divano, lasciando gli hotel senza personale.
Le frecciatine fra i candidati. Ceccarrelli ha attaccato soprattutto sul fatto che anche quest’anno, nonostante il Psbo, sono comparsi i divieti di balneazione. Risposta di Jamil: “L’avevo già detto all’inizio, il programma lo completeremo nei prossimi due tre anni”. Lisi difende l’opera della giunta di cui faceva parte. Ceccarelli: “Allora siete d’accordo su tutto, l’unica cosa su cui non siete d‘accordo è la candidatura”. A farli pizzicare anche i fondi del Pnnr. Ceccarelli sostiene che occorre istituire un ufficio capace di intercettare i fondi, istruire le pratiche, fare le rendicontazioni. Lisi dice più o meno le stesse cose. Si inalbera Jamil: “Abbiamo fatto investimenti per 500 milioni, abbiamo dimezzato il debito, abbiamo intercettato i fondi europei, e questo lo hanno fatto i nostri dipendenti comunali”.
Un sondaggio dà Jamil per favorito, Ceccarelli raccoglie meno consensi dei partiti della coalizione
È un sondaggio, quello pubblicato ieri da BiDiMedia sulle elezioni comunali di Rimini, che non provoca eccessive sorprese. Chi segue con disincanto e senza tifoserie la vita politica riminese era arrivato, senza sondaggi, alle stesse previsioni. Con l’avvertenza che il sondaggio vero lo fanno gli elettori il 3 e 4 ottobre, quelle che seguono sono tendenze in atto.
Al primo turno Jamil Sadegholvaad, candidato del centrosinistra, si piazza davanti a tutti con il 42,2 per cento delle preferenze. Segue a ruota Enzo Ceccarelli, candidato del centrodestra, con il 39,6 per cento. Al terzo posto arriva Gloria Lisi, che raggiunge e supera il previsto risultato a due cifre: 12,7 per cento. Buona la perfomance del solitario Mario Erbetta che racimola il 2,8 per cento, mentre il candidato di sinistra Sergio Valentini raccoglie l’1,6 per cento e il no-vax Matteo Angelini l’1,1 per cento.
Per completare il quadro occorre osservare le performance delle coalizioni. Le cinque liste di centrosinistra raccolgono il 40 per cento: quindi Jamil può vantare il 2,2 per cento di voti personali in più. È l’effetto del voto disgiunto (si vota una lista e il candidato sindaco di un’altra coalizione) che può essere a vantaggio o a svantaggio. Ceccarelli, per esempio, prende il 39,6 ma le liste della coalizione raggiungono invece il 42,5, quasi tre punti percentuali in più. Il voto disgiunto va invece a vantaggio di Gloria Lisi: la coalizione fra 12 per cento e lei la supera dello 0,7.
Nel centrosinistra, come prevedibile, la prima forza è il Pd con il 21,5 per cento dei voti. Una previsione però modesta se confrontata con il 32,85 per cento ottenuto alle regionali del 2020. La Lista Jamil, erede del Patto Civico e Rimini Attiva, e fortemente sponsorizzata dal sindaco Gnassi, è data al 10,7 per cento (sarebbero tre punti in meno di Patto Civico nel 2016, ma nel frattempo ci sono state le fughe di Erbetta e Frisoni). La sinistra di Rimini Coraggiosa è quotata al 3,1 per cento, mentre Rimini Futura- Azione ha un rotondo 3 per cento. Europa Verde si ferma all’1,6.
Nella coalizione di Gloria Lisi c’è una delle rare sorprese di questo sondaggio. Il Movimento 5 Stelle è dato al 4,2 per cento, un risultato peggiore di quello ottenuto alle regionali del 2020 (5,42 per cento). Fra le cinque liste civiche della coalizione, a distinguersi è quella per Gloria Lisi sindaca che è quotata 4,7 per cento, segue Rimini Ben- Essere con il 2,4 per cento, mentre le altre liste raccolgono complessivamente lo 0,8 per cento.
Nel centrodestra la partita per il primato nella coalizione sembra averla vinta Fratelli d’Italia con il 17,3 per cento. La Lega segue a ruota con il 16,5 per cento. La “casa dei moderati”, la lista dove sono confluiti berlusconiani e altri raggruppamenti centristi, è quotata al 4,1 per cento, un risultato di poco inferiore a quello raggiunto da Forza Italia alle regionali del 2020. Forse inferiori alle previsioni e alle aspettative del diretto interessato (Lucio Paesani) la quotazione di Noi amiamo Rimini: il 3,1 per cento. Considerato che è l’unico personaggio del centrodestra in campagna elettorale 24 ore su 24, forse poteva raccogliere di più. Gli altri della coalizione: Frisoni con Ceccarelli allo 0,7; Popolo della Famiglia allo 0,6; Rinascimento allo 0,2 per cento.
La prima considerazione è che la presenza di Gloria Lisi, stando a questo sondaggio, ha davvero scombinato i giochi dei due principali schieramenti. Alle regionali 2020, ultimo dato disponibile, il centrosinistra era al 44,81 per cento, dietro al centrodestra in vantaggio con il 47,79. Ora si vede che, rispetto alle quotazioni del sondaggio, il centrodestra ha perso cinque punti e il centrosinistra quasi altrettanti.
Nel centrodestra è inoltre cambiata di molto la distribuzione interna dei consensi, come del resto confermano tutti i sondaggi nazionali. Le fibrillazioni di Salvini sono in larga parte attribuibili alla concorrenza con la Meloni. A Rimini Fratelli d’Italia balza dal 9,35 al 17,3 mentre la Lega quasi dimezza i suoi consensi scendendo dal 31,64 al 16,5.
Ma certamente ciò che farà discutere di più, soprattutto negli ambienti di centrodestra, è il fatto che secondo questo sondaggio Ceccarelli prende meno voti della sua coalizione. Detto brutalmente: il candidato non tira. Per confortare gli animi lo staff di Ceccarelli ha diramato una nota in cui si afferma: “Sono stati pubblicati i primi sondaggi che mostrano in maniera chiara che la coalizione del centrodestra è in vantaggio”. Poiché ci sono molti indecisi e fra questi molti voteranno centrodestra, se ne deduce che “Questi numeri significano quindi che il centrodestra e il candidato Enzo Ceccarelli hanno la possibilità di vincere queste elezioni già dal primo turno”. Il punto è che a vincere sono i candidati sindaci e non le coalizioni, e Ceccarelli è dietro a Jamil.
Il sondaggio si è avventurato anche nel ballottaggio: in base alle interviste fatte dal 6 al 13 settembre Sadegholvaad vincerebbe con il 54,5 per cento dei voti. Ma l’esito del ballottaggio dipende dal “clima” del momento e dal tasso di fedeltà del proprio elettorato. Anche il sentiment della popolazione dà vincente il candidato del centrosinistra. Alla domanda chi pensi sarà il prossimo sindaco, il 48 per cento risponde Jamil, il 15 per cento Ceccarelli, il 25 per cento non so, il 12 per cento un altro candidato.
Il sondaggio è basato sull’ipotesi di un’affluenza alle urne fra il 56 e il 61 per cento e rileva una quota di indecisi pari al 21 per cento. E infatti Ceccarelli per incitare i suoi sottolinea: “Sarà fondamentale il dato dell'affluenza: per questo invito tutti i riminesi ad andare a votare”.
Aggressione, i sindacati chiedono riunione urgente in Prefettura
Dichiarazione di Massimo Bellini, Sandro Di Giacinti, Saverio Messina dei sindacati trasporti di Cgil, Cisl, Uil.
Siamo sgomenti per quanto accaduto sabato sera sulla linea 11 e in zona Miramare dove un uomo ha aggredito e ferito 5 persone. Il primo pensiero va al bambino di 6 anni colpito gravemente. Si tratta di un’aggressione che non ha precedenti e per la quale manifestiamo la nostra vicinanza e il nostro augurio alla famiglia perché il piccolo possa essere dichiarato al più presto fuori pericolo. Solidarietà anche nei confronti degli altri feriti, dei cittadini inermi e delle due lavoratrici dipendenti della ditta HolachecK che sul mezzo di Start stavano svolgendo il loro lavoro di controllo.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un episodio di violenza ai danni di lavoratori, aggressioni personali e danneggiamenti ai mezzi che si susseguono prendendo di mira il trasporto pubblico e mettendo a repentaglio la sicurezza di chi lavora e degli utenti.
Come garantire maggiore sicurezza agli autisti, al personale di controllo e agli utenti è un tema sul quale siamo impegnati da tempo. Non è ammissibile che conducenti e controllori subiscano costantemente minacce e aggressioni fisiche e verbali che minano la loro salute sia fisica che psichica.
Chiediamo che venga convocata urgentemente una riunione dal Prefetto di Rimini alla presenza della Provincia, di Start Romagna e delle sigle sindacali CGIL CISL UIL di categoria per affrontare il tema della gestione dell’ordine pubblico sui mezzi di trasporto
Tosi: Riccione è solidale, serve una legge per avere garantiti i rinforzi per l'ordine pubblico
La dichiarazione del sindaco di Riccione Renata Tosi:
"Certe cose non dovrebbero mai accadere. Davanti all'insensatezza della violenza che ha colpito un bimbo e quattro donne, vorrei esprimere tutta la vicinanza e la solidarietà possibile della città di Riccione ai feriti e alle famiglie. Alla mamma e al bimbo che hanno vissuto attimi terribili, alle due donne controllori della Start Romagna, aggredite mentre erano in servizio, alle due donne che stavano solo camminando in strada. A tutti loro, per qualsiasi aiuto possibile, Riccione c'è, è solidale. Grazie agli inquirenti, polizia di Stato e Procura, che velocemente hanno fermato l'assalitore. Certe cose - dicevo - non dovrebbero mai accadere e quindi la mia solidarietà e quella dell'Amministrazione di Riccione vanno ai cittadini riminesi e agli amministratori del Capoluogo. I sindaci, come spesso è stato ricordato durante quest'estate di ripresa del turismo post Covid, hanno poche armi e spesso spuntate per prevenire e controllare, ma sono sempre comunque in prima linea quando si deve garantire la sicurezza di una comunità. Non vanno fatte, oggi, le speculazioni politiche ma riflessioni sul nostro futuro sì.
Bene ha detto il presidente Bonaccini che ha chiesto alla legge massimo rigore. Bisogna però pensare anche di prevenire le situazioni che instillano insicurezza. Riccione ha affrontato un'estate con ottime presenze come confermano i dati regionali e le problematiche d'ordine pubblico le avevamo previste, tentando anche soluzioni d'anticipo ma con i soli strumenti che un'amministrazione e un sindaco possono avere. Chiedere rinforzi, emettere ordinanze restrittive su quelli che possono essere degli inneschi come l'alcol, più telecamere, più vigili, più collaborazione e controllo insieme agli imprenditori locali. Lo abbiamo fatto. Ai sindaci però - sono convinta - va dato un aiuto in più, va garantita la presenza massiccia di forze dell'ordine da pasqua ad ottobre. Da questo non si può prescindere e il disegno di legge che renderà automatico l'invio di rinforzi e maggiori misure di sicurezza nelle città balneari come Riccione e Rimini, elaborato dal G20 spiagge, sarà lo strumento che useremo a Roma per ottenere quella tranquillità che ci ha sempre contraddistinto in Italia".
Gnassi: vicinanza a vittime e famiglie, ma chiederemo conto dei movimenti dell'aggressore
Il sindaco Andrea Gnassi in merito all'epidodio di accoltellamento ha diffuso la seguente nota:
“Io e la vice sindaca Roberta Frisoni siamo, in queste lunghe ore, a fianco della famiglia del bimbo di 6 anni, ferito ieri da un folle. Con loro abbiamo passato buona parte della notte all'ospedale Infermi e anche questa mattina siamo qui. Alla luce dei fatti e in raccordo con l'Asl, l'ospedale Infermi di Rimini e il Bufalini di Cesena, è stata attivata la rete di pronto intervento, medico ospedaliero e interventistico e di sostegno sociosanitario. Dall'ospedale Infermi, l'equipe medica ha svolto stanotte sul bimbo un’operazione molto delicata, che si è conclusa positivamente. Al momento le indagini diagnostiche escluderebbero danni ulteriori. Il quadro clinico è serio, ovviamente sotto costante osservazione e intervento dei medici. Voglio ringraziare tutto il personale sanitario, splendido, e in particolare il dottore Tarantini, chirurgo vascolare, la dottoressa Cavicchi, il dottor Domenichelli e tutta l’equipe del Pronto Soccorso, e dei rianimatori otorinolaringoiatri, radiologi interventisti per le cure che stanno consentendo di salvare il bambino. In ospedale abbiamo trovato una famiglia shoccata ma che con grande dignità e compostezza ha atteso in quelle drammatiche ore. È una famiglia di origine orientale, del Bangladesh. Il padre lavora in una importante azienda del Riminese e i tre figli sono nati tutti qui. Per questo nella notte ci siamo attivati con il datore di lavoro e con i servizi sociali del comune di residenza per prestare totale sostegno, solidale e pratico, alla famiglia. I
l padre Sunny ha voluto ringraziare medici, poliziotti, Dio, tutti coloro i quali si sono stretti intorno in quei momenti durissimi. Sempre con grande dignità. Ha parlato del gesto improvviso di un folle. Gli inquirenti al momento confermano l'atto folle e improvviso e uno stato di alterazione del soggetto arrestato. Un richiedente asilo, ospitato alla Caritas di Riccione che, salito sul bus in direzione Rimini, nei pressi del Talassoterapico al confine tra i due Comuni, ha colpito prima le controllore, poi scappando ha colpito ancora altre persone. Tra queste il bimbo, operato nella notte. In queste stesse ore la vice sindaca Frisoni è costantemente in contatto con i sanitari dell'ospedale Bufalini di Cesena e Start per avere il quadro clinico dei dipendenti dell'azienda dei trasporti feriti nell'aggressione. A loro, alle vittime, tutta la nostra vicinanza. Stiamo seguendo passo a passo l'evoluzione di tutti coloro i quali sono stati colpiti dalla furia di questa persona. Prima di ogni cosa, il dovere della comunità è aiutare le vittime. Così abbiamo fatto e stiamo facendo. E la comunità lo ha fatto compatta. Sanità, forze dell'ordine, Questore, inquirenti.
A tal proposito voglio ringraziare le donne e gli uomini della Polizia, che hanno subito catturato il criminale, consegnandolo alla giustizia, a dimostrazione dell'efficienza e della abnegazione delle forze dell'ordine che operano su questo territorio. Proprio stamattina ho incontrato gli agenti che hanno operato l'arresto e insieme abbiamo portato dei doni al bimbo. E anche Maurizio Focchi, titolare dell’azienda in cui lavora il padre del bimbo, col quale anche oggi in ospedale stiamo assistendo la famiglia. Per il responsabile di tale violenza non si deve chiedere altro che il massimo rigore: non ci può essere alcuna giustificazione o attenuante per quanto fatto. Le leggi esistono e vanno applicate.
Non voglio neanche commentare la, purtroppo, quasi fisiologica speculazione politica, in vista delle elezioni, da parte di personaggi che si buttano su questi fatti con la velocità degli avvoltoi. Mentre i medici operano, la polizia e la magistratura assicurano alla giustizia il responsabile. Se una questione deve essere aperta, è come mai un richiedente asilo, domiciliato a Riccione presso un istituto di volontariato e che a quanto pare aveva già dato segni di violenza e di alterazione, girasse liberamente, potendo ieri prendere il bus in direzione Rimini. Qualcuno ha sottovalutato i segnali precedenti? Se davvero alcuni comportamenti facevano intuire il particolare carattere di questa persona, che ha girato mezza Italia prima di arrivare nella nostra provincia a inizio agosto, sono stati segnalati agli organi competenti? Se ci sono domande politiche da fare, e ci sono, queste sono le prime e come Comune di Rimini le porremo a tutti i livelli, prima di tutto per il rispetto verso le persone ferite. Anche oggi siamo accanto a queste persone perché questo è quello che fa una comunità solidale. Una comunità che è intervenuta con la sua solidarietà, la sua sanità, le sue forze dell'ordine. Questo vuol dire essere comunità e speculazioni elettorali possiamo lasciarle a chi pare non aspetti altro per metterle in opera. In questo momento il nostro compito è stare accanto alle persone aggredite e alle loro famiglie”.
Elezioni | Sul grave episodio di violenza le reazioni di candidati e forze politiche
nEra inevitabile, candidati e partiti in campagna elettorale di fronte al gravissimo episodio di violenza, prima ancora di conoscerne esattamente i contorni, sono intervenuti per ribadire le proprie ricette in tema di sicurezza. Ed è facile prevedere che da oggi al 3 ottobre sarà la sicurezza a dominare i messaggi di candidati e forze politiche. Anche perché l’episodio dell’accoltellamento sull’autobus è in queste ore sulle prime pagine online di tutti i giornali nazionali.
Mario Erbetta, canidato sindaco di Rinascita civica, si pone una domanda retorica: “Perché quando denunciavo i problemi di sicurezza sugli autobus tutti hanno fatto finta di niente?”. E si risponde: “Ci volevano due controllori è inesistente. Nell'arco di un mese e mezzo un autista malmenato perché non faceva entrare sul bus due stranieri con la bici, un monopattino lanciato sulla vetrata di un bus a ferragosto, un autista aggredito alla stazione prima di prendere servizio, 5 magrebini che fanno una rissa sul bus 11 e con una bottiglia rompono in vetro e oggi un somalo con un arsenale di coltelli da cucina nello zaino prima ferisce due controllori donne e poi ferisce un bambino di 6 anni, che sembra in pericolo di vita, un passante e un utente del Metromare”. Insomma l’episodio di sabato sera sarebbe solo l’ultimo di una serie. La conclusione: “Chiedo al Prefetto e a tutte le forze dell'ordine locali di prevedere controlli metodici sui bus e sul Metromare e alle sue fermate anche con l'apporto dei militari. Tolleranza zero! Riprendiamoci la nostra Rimini”.
Jamil Sadegholvaad, candidato sindaco di centrosinistra, parte sottolineando l’aspetto positivo: “Voglio ringraziare gli agenti della Polizia di Stato per essere immediatamente intervenuti e avere arrestato il responsabile dei gravissimi fatti avvenuti nel pomeriggio di sabato su un bus di Rimini.
Questa è l'ennesima dimostrazione che in questa città le forze dell'ordine operano, intervengono, fanno il loro dovere con competenza e abnegazione nonostante la cronica carenza di mezzi e strutture, dovuta a uno Stato che da sempre tratta il territorio riminese come fosse una provincia senza alcun flusso turistico”. Nella seconda parte del suo commento propone questa riflessione: “Gli inquirenti adesso indagheranno sui motivi delle violente aggressioni di parte di questo uomo. Un pazzo? O altro?
In ogni caso credo che vada affermato il principio non negoziabile che in Italia si rispettino leggi e regole. Senza se e senza ma, e senza alcuna tolleranza.
La pena per il colpevole di questa intollerabile e vigliacca violenza deve essere quella massima, senza alcuna attenuante visto che questo criminale ha aggredito persone pacifiche e indifese alle quali va la totale solidarietà e vicinanza mia e della comunità riminese. Domani ne sapremo di più ma il concetto deve essere chiaro da subito”.
Gloria Lisi, candidata sindaco dei 5 Stelle e di cinque liste civiche, interviene come ex assessore i servizi sociali: “L'accoltellamento delle due controllore sul filobus della linea 11 e di altre tre persone tra cui un bambino è un episodio di violenza intollerabile che oltre a rappresentare motivo di forte allarme e di grande preoccupazione per la città pone seri interrogativi sulla situazione di disagio sociale crescente presente nel nostro territorio.
Occorre porre ogni rimedio possibile per evitare che si ripetano questi sconcertanti episodi.
Senza alcuna volontà di strumentalizzazione dobbiamo impegnarci a isolare ed allontanare da Rimini chiunque non rispetti le nostre leggi e le nostre regole”.
Non è ancora intervenuto il candidato sindaco del centrodestra Enzo Ceccarelli, in compenso l’hanno fatto abbondantemente partiti e candidati che lo sostengono. Jacopo Morrone, segretario romagnolo della Lega, annuncia: “Dobbiamo dire basta e lo faremo con una fiaccolata per denunciare le politiche miopi e irresponsabili della sinistra non solo in materia di sicurezza, ma anche in tema di immigrazione. Sono sempre più frequenti, infatti, gravi episodi di cui sono autori stranieri a cui è consentito entrare illegalmente in Italia, lasciati poi allo sbando e senza alcun controllo sul territorio. Ci sono gravi responsabilità, a tutti i livelli, rispetto a questa situazione che può solo degenerare se non si correrà ai ripari. Questo caso gravissimo accaduto a Miramare di Rimini è la goccia che fa traboccare il vaso”.
Lucio Paesani, della lista civica Noi amiamo Rimini, si rivolge direttamente a Sadegholvaad: “Fai il primo gesto nobile della tua campagna elettorale. Dimettiti da assessore all'IN sicurezza.
Non perché una donna ed un bimbo lottano tra la vita e la morte, quanto perché in 10 anni non hai fatto nulla di concreto per la sicurezza di Rimini e dei suoi cittadini”.
Ed infine Carlo Rufo Spina, candidato consigliere di Fratelli d’Italia: “L'accoltellamento di stasera sulla linea 11 di 5 persone tra cui un bambino rappresenta la naturale conseguenza del lassismo in materia di sicurezza di questa amministrazione che ha pure il coraggio di presentare come candidato sindaco l'assessore che avrebbe dovuto vigilare e prevenire questi episodi che invece di diminuire sono in tragico aumento: spaccio, violenze, accoltellamenti, cioè la criminalità quotidiana che fa di rimini la città più pericolosa d'Italia così come mestamente attesta ogni anno la classifica del sole 24 ore. Lo stato di fatto che ci ha consegnato questa amministrazione è intollerabile: Rimini necessita quanto prima di discontinuità amministrativa. Fratelli d'Italia dice basta e chiama a raccolta i riminesi che vogliono bene alla loro città e al suo turismo perché è ora il momento di cambiare questa situazione”.