“Don Giancarlo Ugolini è stato un dono che ha reso feconda la Chiesa di Rimini, arricchendola di vocazioni alla verginità, al sacerdozio, alla missione, e provocando molti laici all’impegno sociale e politico”. Così il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, ha ricordato don Ugolini durante la cerimonia di inaugurazione della mostra a lui dedicata (Io, poi sono un amante sviscerato della libertà) nella Corte della Biblioteca Gambalunga.

All’inaugurazione è intervenuta anche, in rappresentanza del sindaco, l’assessore Anna Maria Montini, che lo ha avuto come insegnante negli anni del liceo. Montini ha ricordato don Giancarlo come uomo di fede, appassionato al mistero dell’uomo e alla sua libertà. Si è augurata che la mostra possa far re-incontrare don Giancarlo a chi lo aveva già conosciuto in vita e lo faccia conoscere a chi non lo aveva mai incontrato.

Cristian Lami, responsabile riminese della Fraternità di CL, ha posto in evidenza “l’io potenziato” che il legame affettivo e generativo con don Giussani aveva suscitato in don Giancarlo, fino a farlo diventare padre di un numeroso popolo.

Infine il nipote Simone Zanotti ha ricordato di aver voluto la mostra per far emergere il grande contributo sociale che don Giancarlo ha offerto alla città di Rimini, non solo per le opere che ha suscitato (il Meeting, le scuole Karis) ma anche per l’impatto educativo che ha avuto su migliaia di giovani e studenti.

La mostra resterà aperta fino al 14 ottobre. È visitabile (ingresso libero) tutti i giorni dalle 8 alle 19 e nei festivi dalle 16 alle 19.

Secondo Marcella Bondoni, resposanbile turismo della Pd riminese, la stagione turistica non ha brillato perché “abbiamo un prodotto che è rimasto ancorato a vecchi schemi che ancora non ha preso coscienza dei mutamenti in atto, del fatto che siamo in un mondo nuovo, dove Google muove 90 miliardi di ricerche ogni mese e le trasforma in un sistema di informazioni al servizio di una diversa economia”.

“È vero, anzi palese a tutti, che la nostra offerta turistica è assai logorata da anni di carenze strutturali e di poca volontà dei privati di investire. Faccio un esempio su tutti. Si lavora da anni alla destagionalizzazione del nostro prodotto: Fiera e Palacongressi ne sono un esempio così come gli eventi fuori stagione con importanti investimenti messi in atto negli anni e in tutta risposta abbiamo ancora alberghi sul mercato che non possiedono l’impianto di riscaldamento”.

Bondoni richiama l’attenzione su tre aspetti. Primo: Il lavoro dequalificato nel settore turistico: nella sola Provincia di Rimini quest’anno sono state più di 500 (dati Filmcams Cgil) le vertenze attivate per contenziosi in rapporti di lavoro stagionale nel settore turistico, la maggior parte di queste per recupero crediti dovuti a pagamenti non effettuati, mancato riconoscimento del lavoro straordinario e del corretto inquadramento rispetto alla mansione svolta.

Secondo. La raggiungibilità della destinazione turistica: non si possono spendere cinque ore per arrivare da Milano a Rimini così come non è possibile avere un aeroporto che esprima solo metà delle proprie potenzialità. Quest’ultimo infatti non muove le proprie politiche di sviluppo attraverso un pensiero comune di destinazione (con il territorio tanto per intenderci) e questo rappresenta un grande limite. È necessario aprire un tavolo con l’hub internazionale di Bologna e cominciare, sul serio, a pensare un sistema integrato aeroportuale, come sta avvenendo in parte con il sistema fieristici.

Terzo. La sicurezza: una destinazione che vede un’impennata di presenze durante la stagione estiva ha bisogno come il pane di uno stanziamento di forze dell’ordine importante.

Dal 20 ottobre parte una rivoluzione del traffico nel centro storico. Le modifiche ruotano intorno al progetto di pedonalizzazione completa di piazza Malatesta, che sarà riorganizzata in funzione del Museo Fellini ospitato nella Rocca. Da ottobre partiranno i lavori su via Verdi per realizzare sottoservizi e nuova pavimentazione. Conclusi questi lavori (marzo 2020) partiranno i lavori nella piazza che dovrebbero essere terminati entro il prossimo anno.

La pedonalizzazione di piazza Malatesta obbliga a ripensare i movimenti del traffico da mare e monte, e viceversa. Dal 20 ottobre sarà riaperta via Bastoni settentrionali (che è stata chiusa al traffico per i lavori relativi a Porta Galliana) e la novità sarà un senso unico da mare a monte, cioè il contrario della situazione precedente. Verso l’inizio della primavera sarà istituito anche un senso unico di marcia mare/monte lungo via Circonvallazione Occidentale.

Sempre dal 20 ottobre via Giovanni XXIII sarà percorribile da monte a mare (l’inverso della direzione di marcia attuale) da via dei Cavalieri fino a piazzale Battisti.

Contestualmente ci sarà anche una modifica del tragitto delle linee 8 e 9 di trasporto pubblico, che non passeranno più da via dei Mille, ma da viale Battisti e via Ravegnana.

I cambiamenti saranno opportunamente segnati e nelle prime settimane gli accesso alle strade saranno presidiati dalla polizia municipale per evitare errori agli automobilisti.

Nella conferenza stampa tenuta oggi dagli assessori Roberta Frisoni e Jamil Sadegholvaad si è parlato anche del ponte di Tiberio. È stato confermato che in occasione delle festività natalizie si farà un esperimento di chiusura totale al traffico automobilistico. In prospettiva, è comunque questo l’obiettivo dell’amministrazione comunale. Occorre realizzare una soluzione alternativa per chi proviene da Rimini nord: si pensa di costruire un nuovo ponte più a monte, all’altezza dell’OBI. La progettazione è già in corso e ci sono anche i finanziamenti.

Di seguito la nota dell'amministrazione comunale:

Rimini cambia volto e la viabilità si riorganizza per valorizzare il patrimonio storico della città: dal 20 ottobre nuovo assetto per la circolazione urbana lungo via Bastioni Settentrionali e via Circonvallazione Occidentale. All'orizzonte la pedonalizzazione del Ponte di Tiberio

La città cambia volto, valorizzando il suo straordinario patrimonio storico e artistico e la viabilità si riorganizza per esaltare gli interventi di valorizzazione del Teatro Galli, di Castel Sismondo, del Museo Fellini, di Porta Galliana. Sarà un'operazione articolata e organizzata quella al via il 20 ottobre e che è destinata a cambiare in maniera sensibile le abitudini di chi si sposta in auto. La prossima riapertura al traffico di via Bastioni Orientali – terminati i lavori ai sottoservizi legati all'intervento di recupero di Porta Galliana – segna infatti un punto strategico una riorganizzazione complessiva della circolazione cittadina, pensata per andare a valorizzare il comparto storico artistico del centro, a partire dall'area intorno al Castello, cuore pulsante del futuro Museo Fellini e per arrivare in un secondo momento a raggiungere un obiettivo perseguito da tempo, togliere il traffico veicolare dal bimillenario Ponte di Tiberio.

Per fare ciò, il Comune di Rimini ha pensato ad una riorganizzazione della viabilità che - dopo gli interventi sull'asse mediano del 'Fila Dritto' e i lavori sugli assi di penetrazione monte-mare dalla Statale 16 – prevede l'inversione di marcia su via Bastioni Orientali e l'istituzione del senso unico di marcia su via Circonvallazione occidentale. Una scelta che nella prima fase sarà gestita anche prevedendo il transito temporaneo nelle vie adiacenti al porto canale, anche per gestire con maggiore efficace i prossimi cantieri previsti in quel quadrante di città legati anche questi al miglioramento della viabilità (dalle nuove piste ciclabili in via Roma e via Coletti, all'ampliamento del parcheggio Scarpetti). In secondo luogo, operando in fasi diverse, sarà più agevole verificare i nuovi percorsi, avendo così anche la possibilità di apportare i necessari accorgimenti in caso emergessero criticità o imprevisti.

Da mare a monte

Il nuovo assetto della viabilità prevede un miglioramento del flusso mare monte: la modifica principale nella prima fase di intervento riguarda via Bastioni Settentrionali, proprio nel tratto interessato negli ultimi mesi dai lavori per Porta Galliana e cioè tra via dei Mille e il Ponte di Tiberio: a partire dal 20 ottobre infatti cambierà dunque il senso di marcia, non più direzione monte-mare come prima dell'interruzione al traffico per i lavori, ma da mare a monte. L'istituzione del senso unico di marcia mare/monte anche lungo via Circonvallazione Occidentale, è invece previsto tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera.

Da monte e mare

Per chi procede da monte ed è diretto verso la zona mare, il percorso migliore già da oggi è quello che consente di sfruttare i nuovi assi di penetrazione creati per collegare la Statale al centro e la zona mare. In particolare i collegamenti da via Bastioni Meridionali - Arco D'Augusto, da via Circonvallazione Meridionale, da via della Fiera per congiungersi a via Roma o via Tripoli. Per chi arriva dalla zona nord della città, è consigliato continuare a percorrere come già avviene attualmente, le vie Tonale – Coletti, per collegarsi con l'asse di via Roma.

Per agevolare nello specifico chi proviene dalla zona del quartiere Fiorani – Italo Flori sarà previsto per una fase temporanea un punto limitato e sperimentale di penetrazione diretto verso il mare. Sarà quindi consentito il transito in via Ducale (come accaduto in queste settimane di cantiere) e contestualmente sarà invertito il senso marcia in Corso Giovanni XXIII, che si percorrerà in direzione monte-mare nel tratto da Via Dei Cavalieri alla rotatoria di Via Roma e fino alla successiva rotatoria di piazzale Cesare Battisti. Questa soluzione sarà in campo fino alla primavera, indicativamente dopo le festività pasquali, ed è indicata soprattutto per chi vive e lavora in quella zona. Per tutti gli altri sono suggeriti i percorsi alternativi.

"L'ambizione è quella di arrivare alla fase tre e cioè liberare finalmente il Ponte di Tiberio, dal traffico delle auto – spiegano gli assessori Roberta Frisoni e Jamil Sadegholvaad – che rappresenta un obiettivo strategico del Piano urbano della mobilità sostenibile e del Psc. Allontanare dal centro storico del traffico di attraversamento per dirottarlo sulle circonvallazioni più esterne consentirà da una parte una viabilità più armonica e dall'altra la valorizzazione di un centro storico che si sta riscoprendo motore di arte e di cultura e destinato a compiere un ulteriore salto di qualità con l'apertura del Museo Fellini. Ci rendiamo conto che stiamo per affrontare un'operazione complessa e di non semplice gestione e sicuramente in un primo momento ci saranno nelle difficoltà sia perché si tratta di modifiche importanti, sia perché andare a modificare delle consuetudini radicate è sempre ostico. Monitoreremo in tempo reale tutte le dinamiche in modo da apportare, se necessario, ogni soluzione migliorativa in corso d'opera, fermo restando l'obiettivo. Siamo infatti anche pronti a rilanciare, magari sperimentando già in questa prima fase la pedonalizzazione del Ponte di Tiberio per alcuni periodi particolari, come ad esempio le prossime festività natalizie".

Nei giorni che precederanno l'entrata in vigore della nuova viabilità si interverrà anche con le opportune modifiche alla segnaletica e per canalizzare nella maniera più efficace i flussi delle biciclette e dei pedoni. Nei prossimi giorni sarà predisposta anche una specifica campagna di comunicazione e di informazione ai cittadini.

C'era la chiesa di Sant'Agostino stracolma per la Messa del decimo anniversario della morte di don Giancalro Ugolini, presieduta da don Julian Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. "Qual è l'origine di un popolo così numeroso come siamo stasera? - si è chiesto nell'omelia il sacerdote - Un evento che non è un libro, ma una presenza. Una presenza che è diventata la modalità attraverso cui il mistero continua ad agire, a generare un popolo nella storia".

Facendo riferimento alla lettura biblica sul ritrovamento del libro della Legge da parte dle popolo d'Istrale, ha osservato: "Non basta avere i libri, se il libro oggi non è trovato in un'esperienza presente, diciamolo con la parola giusta - in una paternità  presente - questo popolo non ci sarebbe. Perché il metodo di Dio non cambia, è tale e quale quello dell'inizio, cioè una irruzione nuova, diversa, nella vita delle persone attraverso un volto umano, con un nome e un cognome: don Giancarlo, a cui tutti siete grati per la sua paternità".

Don Carron ha quindi concluso con queste parole: "Il vero c'è e questa sera noi lo tocchiamo di nuovo con mano non nei grandi sistemi filosofici, dimostrando la verità: la verità ci è capitata. E noi già lo stiamo vedendo qua: per tutti. Perché come è capitata a noi, ci è stata data a noi perché tutti quanti che ci vedranno stasera o ci vedranno nelle strade, lungo la storia della vita … per questo siamo così grati a Cristo che ci dà questi testimoni così potenti, come don Giancarlo, per generare constantemente il popolo. Chiediamo la semplicità del cuore di assecondarlo nella modalità in cui ci viene incontro ora, compreso l'ultimo, come ha fatto a don Giancarlo. Perché possiamo continuare ad essere un popolo che vive della gratitudine di quello che gli è successo e possa testimoniare davanti a questa situazione storica, in cui tante persone non trovano una ragione per vivere, per la mancanza di senso, di significato del vivere e che vivono –poveretti- senza una ragione per alzarsi al mattino, andare a lavorare, amare la moglie o il marito, educare i figli e possono vedere –vedere- in qualcuno che questo ancora è possibile; non perché noi siamo più bravi, siamo poveretti come loro, ma a noi ci è capitato, per grazia, di avere un padre da cui ci siamo lasciati generare, se continuiamo a lasciarci generare potremo anche noi generare".

Al termine della Messa rispondendo al saluto del responsabile riminese di CL, Cristian Lami, ha detto: "Ringrazio tutti voi per la testimonianza che costantemente mi date, perché io vivo di quello che vedo accadere in ciascuno di voi quando accogliete e vedo fiorire in ciascuno di voi per il bene di tutti i fratelli e per il bene degli uomini. Per questo sono grato di poter camminare insieme: per poter conoscere sempre di più Colui che è in mezzo a noi e che ci genera costantemente. Grazie!".

Se il saldo turistico dei primi otto mesi dell’anno resta positivo (+1,5 di arrivi, + 0,3 di presenze), lo si deve soprattutto ai mesi non estivi. Luglio e agosto, i mesi balneari per eccellenza,  hanno infatti ovunque il segno negativo: a livello provinciale – 2,4 in luglio e -0,6 in agosto. Ma anche nelle singole località nel mese di agosto si va dal -1,2 di presenze a Riccione al pari e patta di Bellaria Igea marina, con il capoluogo Rimini a metà strada (0,6). È però altrettanto vero che gli arrivi sono in aumento (+3,4 su base provinciale), il che significa che si è ridotto ulteriormente il periodo medio di permanenza che in agosto è stato di 5,6 giorni. La Riviera conserva capacità attrattiva, ma i giorni di vacanza si assottigliano sempre di più. I saldi negativi di agosto erano dati per scontati, anche se risultano meno eclatanti rispetto al percepito dagli operatori. Del resto, i movimenti statistici sono solo una faccia della medaglia, l’altra è rappresentata dai fatturati e dai margini delle imprese, una faccia che al momento nessuna rilevazione riesce a fotografare.

Vi è un altro dato da sottolineare. Se a livello provinciale i primi otto mesi dell’anno hanno un saldo positivo, lo si deve al traino di Rimini, che ha pienamente recuperato il ruolo di locomotiva della Riviera. Il capoluogo infatti registra un 1,3 per cento in più di presenze, mentre tutte le altre località della costa presentano il segno negativo: Riccione -0,3; Cattolica -0,6; Bellaria -0,3; Misano -0,6. Negli arrivi, solo Cattolica ha il segno negativo, mentre Riccione (+0,1) riesce a fare poco più dell’anno scorso.

PERIODO GENNAIO-AGOSTO 2019

 

Arrivi italiani

Arrivi esteri

Arrivi totali

Pernottamenti italiani

Pernottamenti esteri

Pernottamenti totali

Peso estero su totale (pernottamenti)

RIMINI

+ 1,6

+ 6,2

+ 2,8

+ 0,5

+ 3,3

+ 1,3

 

29,7

 

RICCIONE

+ 0,9

-5,3

+ 0,1

+ 0,9

-6,8

- 0,3

 

15,1

 

CATTOLICA

-0,6

+ 0,4

-0,4

-0,3

-2,1

- 0,6

 

16,3

 

BELLARIA

- 0,2

+ 7,1

+ 1,1

-0,7

+ 1,6

-0,3

 

19,7

 

MISANO

+ 2

-2,4

+ 1,3

- 0,3

-1,9

- 0,6

 

17,1

 

 

                 

PROVINCIA

+ 1

+ 3,8

+ 1,5

+ 0,3

+ 0,6

+ 0,3

 

22,8

 

 

A differenziare Rimini dalle altre località della costa è la maggiore incidenza del turismo estero. I pernottamenti degli stranieri costuiscono il 29,7 per cento del totale, una quota assolutamente importante. A livello provinciale la quota estera scende al 22,8 perché gli altri Comuni, a partire da Riccione che detiene il poco invidiabile primato negativo (15,1) si dimostrano molto più deboli su questo fronte. Solo Bellaria dimostra una certa vivacità (19,7), mentre Cattolica e Misano raggiungono quote di turismo estero di poco superiori a quelle di Riccione.

Russi e tedeschi costituiscono i principali bacini esteri della Riviera. Se Rimini registra +6,3 di pernottamente russi e 0,1 di pernottamenti tedeschi, Riccione perde sia fra i russi (-5,9) che fra i tedeschi (.4,3). In negativo anche le altre località, con l’eccezione di Bellaria che sembra vaer conquistato una piccola quota di turismo russo (+73%).

Secondo il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, i dati Istat restituiscono “una stagione molto complessa, per diverse ragioni che vanno dall’aggressiva concorrenza di mete estere alle pressoché assoluta stasi e incertezza delle politiche nazionali”. In questo contesto Rimini, grazie soprattutto al suo crescente appeal sull’estero, si conferma città della vacanza 12 mesi all’anno, perché in grado di mettere assieme e armonizzare i diversi segmenti: dal balneare estivo, al fieristico/congressuale invernale e primaverile, fino alla ‘città d’arte’ e ai grandi eventi”.

Per il futuro, Gnassi rilancia sul tema della qualità:“Tutto deve essere chiaro, trasparente, non ci deve essere più spazio per chi evade fisco e tributi e poi magari propone prezzi stracciati nelle sue strutture ricettive. Sì a impresa, investimenti, modernizzazione; no a evasione e speculazione. In questo senso approfitto dell’occasione per ringraziare il Comando Provinciale della Guardia di Finanza per l’operazione fatta e per tutto il lavoro che svolge a servizio anche di un’industria turistica sana, di operatori onesti che agiscono nelle regole e competono grazie a qualità e creatività, e non a furbizie o vere e proprie azioni fuori dalla legalità".Per il resto, "Lavorare su promozione della destinazione e sul prodotto, da rendere sempre più unico e attrattivo. E sano in ogni parte della filiera. L’esempio Rimini, e i suoi numeri statistici, dimostra che si può fare.”

Anche l'assessore al turismo del Comune di Riccione, Stefano Caldari, ritiene che i dati non esaltanti riflettano "una congiuntura oggettivamente complicata, sia sul fronte interno che su quello internazionale". L'assessore osserva che "I dati del periodo gennaio - agosto per Riccione registrano +0,1% negli arrivi e -0,3% per le presenze, in sostanziale continuità dunque con il buon anno precedente mentre lo zoom sul mese di agosto mostra un risultato positivo per gli arrivi con un +4,2% e una flessione nelle presenze con un -1,2%. La fotografia degli arrivi autostradali al casello di Riccione fanno invece registrare per il periodo gennaio-agosto un +4,3% e per il periodo maggio-agosto un +2,4%, per tutti e due gli intervalli la miglior performance provinciale".

"Non ci appassiona - sostiene Caldari - il dibattito sul più uno e meno uno ma il nostro obiettivo è continuare a lavorare sulla qualità sia dell'offerta che del target da intercettare. Dai club di prodotto family e bike sono arrivati per esempio riscontri più che positivi così come dagli operatori che investono sull'innovazione e il valore del prodotto. Tutte le analisi pubblicate in questi mesi raccontano di una crisi generale del settore, con ombrelloni chiusi in piena estate dalla Versilia alla Sardegna alla Puglia, con picchi negativi a due cifre".

Ed ifine i compiti per il futuro: "Già nei giorni scorsi ho avviato il confronto con le categorie economiche e i club di prodotto, è costante e costruttivo il dialogo con l'Aeroporto Fellini e ho intrapreso il percorso per attivare partnership e progetti sui mercati esteri di riferimento con azioni che non si limitino alla presenza nelle fiere di settore ma siano maggiormente attrattive, originali e finalizzate a target definiti".

Comune che vai, contributi di costruzione che trovi. È la situazione che si è creata in seguito all’applicazione, da parte dei vari consigli comunali, della delibera regionale che ha aumentato, pressoché raddoppiato, i contributi di costruzione che un cittadino deve versare per poter realizzare un intervento edilizio. In una situazione in cui l’industria delle costruzioni ancora non si è ripresa dalla crisi avvia nel 2008, i nuovi balzelli assumono il ruolo di una frenata, laddove invece ci sarebbe bisogno di un incentivo per accelerare la ripresa.

Di fronte alla decisione regionale, i Comuni hanno reagito in modo diverso. Riccione, per esempio, ha deciso di applicare un consistente sconto a tutti, anche a chi realizza nuove costruzioni. Per la giunta guidata da Renata Tosi si tratta di proseguire sulla strada volta a incentivare gli investimenti privati. Il Pd ha votato contro, così hanno spiegato i suoi esponenti, proprio per la ragione che lo sconto è esteso a tutti, una decisione che finirebbe per eliminare preziose entrate per le casse comunali.

Anche Rimini, giunta a guida Pd, ha votato una delibera di recepimento delle direttive regionali. Ma ha limitato lo sconto: sono previsti incentivi dal 35% al 40% sul contributo di costruzione per gli interventi nel territorio urbanizzato che realizzano ristrutturazioni edilizia nel segno dell’efficientamento energetico e della messa in sicurezza sismica. Inoltre sono previsti sgravi fino ad un massimo del 30% sugli oneri per gli interventi di riqualificazione edilizia riconosciuti di interesse pubblico. La motivazione di questo sconto limitato è spiegato con queste parole di per sé eloquenti: “garantire l’equilibrio nel gettito previsto dagli oneri edilizi, che costituiscono una voce rilevante del bilancio comunale a supporto della realizzazione delle opere pubbliche”. Il Comune, insomma, ha bisogno di entrate. I partiti di centrodestra che sono all’opposizione hanno votato contro, ponendo la questione sul piano politico: ai loro occhi sarebbe l’ennesima stretta fiscale che blocca l’attività edilizia.

Se ci si trasferisce a Coriano, si incontra una situazione ancora diversa. Il Comune ha chiesto di essere collocato fra i Comuni di terza fascia, il che comporta un primo risparmio del 20% sugli oneri di urbanizzazione. Inoltre ha deciso di applicare il massimo dello sconto a tutti i casi, riducendo le tariffe degli oneri di urbanizzazione per un ulteriore 15%. Secondo l’opposizione di Insieme per Coriano “l’Amministrazione riesce a mancare, in parte se non del tutto, l'ennesima occasione per incentivare la crescita della città”.
"Anche la decisione di essere ricollocati in terza fascia, che pure nel breve periodo garantisce un risparmio del 20% sugli oneri di urbanizzazione, è frutto delle politiche miopi di questa Amministrazione, sia sul piano della crescita demografica sia su quello dello sviluppo economico".
Inoltre, “non si capisce per quale motivo l'Amministrazione – nonostante i nostri ripetuti solleciti in commissione – non abbia preso in considerazione la proposta di variazione in base alle frazioni, considerando le differenze sostanziali – anche sul piano dell'urbanizzazione – tra le diverse zone della città”. In conclusione, secondo l’opposizione, “l'ennesima occasione persa per fare un salto di qualità”.

In nessun Comune, una decisione così importante per lo sviluppo delle città, è passata in modo condiviso fra maggioranza e opposizione. A Bellaria Igea Marina, dove il consiglio comunale pure ha approvato una delibera calmieratrice degli oneri stabiliti dalla Regione, i gruppi della maggioranza di centrodestra si lamentano del fatto che il gruppo dell’ex candidato sindaco Gabriele Bucci abbia optato per un voto di astensione. “Vista l’ampia condivisione che l’Amministrazione ha messo in campo convocando due apposite sedute di commissione, si legge in una nota, sarebbe stata un’ottima occasione per dare corpo a quella compartecipazione decisionale che questa minoranza chiede da inizio legislatura. Ma evidentemente le “ragioni di stato” hanno prevalso sulle ragioni di Bellaria Igea Marina: ci spieghino, l’astensione significa che Bellaria Igea Marina doveva accettare supinamente e non modificare le decisioni di Bologna?”.

La verità è che la ragion politica, o ragion di Stato, ha prevalso in tutti i consigli comunali. Il risultato è che un intervento edilizio avrà costi diversi a seconda del Comune in cui lo si vuole realizzare.

Martedì, 01 Ottobre 2019 22:17

Per tornare a fare (buona) politica

“Ma…. che bello era quando si faceva politica?!?”, ha commentato sul proprio profilo Facebook il sindaco di Riccione Renata Tosi nel giorno, il 21 settembre scorso, in cui si era scatenata la bagarre a proposito dell’indagine a suo carico per abuso di ufficio, provocata da un esposto della minoranza.

La notizia dell’indagine a carico della Tosi è arrivata all’indomani dell’iniziativa dell’ex assessore di Rimini, Roberto Biagini, che ha diffuso parte dei documenti di quella che riguarda invece Tecnopolo - Acqua Arena, da lui provocata con un esposto alla Procura risalente a quattro anni fa.

Ha ragione il sindaco Tosi: le reazioni a queste due notizie di cronaca giudiziaria hanno messo in ombra la politica che, forse complice la perdurante bella stagione, è andata a farsi un giro in spiaggia. Stringi, stringi, le reazioni possono essere ricondotte ad uno degli slogan di successo imperanti sui social. Da destra: “E allora il Pd?”. Da sinistra: “E allora la Lega?”.

Non vogliamo qui entrare nel merito dei due episodi, né stilare una sorta di classifica sulla gravità dei fatti contestati a Rimini e a Riccione. Al di là del peso specifico di ogni episodio, sono seri e gravi, come ha riconosciuto il sindaco Gnassi, i fatti emersi dall’indagine in corso sul sistema degli appalti per Tecnopolo-Acqua Arena; così come sarebbe serio e grave che un sindaco approvasse una delibera per non pagare una sanzione amministrativa.

Qui interessa invece rilevare come le reazioni dei politici locali abbiamo obbedito al più classico dei copioni, lo stesso che quasi sempre vediamo rappresentato anche a livello nazionale, ovvero il garantismo a fasi alterne: duri e inflessibili, come ci fossero sentenze già passate in giudicato, quando nei guai con la giustizia finiscono gli avversari; assolutamente garantisti, con la denuncia di presunti complotti politico-giudiziari, quando a doversi difendere è uno della propria parte. Addirittura c’è stato chi, pur appartenendo a un partito che a livello nazionale sostiene che in Italia ci sono 60 milioni di cittadini presunti innocenti e non presunti colpevoli, ha rispolverato la vecchia teoria, che si sperava defunta, del “non poteva non sapere”.

Ha ragione il sindaco Tosi: in tutto questo la politica è andata a farsi un giro. Una ragione, certamente, è che dalla scena pubblica sono scomparsi i partiti, si è quasi completamente dissolto il ruolo da loro storicamente assolto. Un ruolo che era descritto dal fatto di avere delle idee, un progetto di città; che a partire da queste idee si ascoltassero i bisogni dei cittadini e si formulassero proposte; che se si era all’opposizione si lavorasse sodo per diventare classe di governo e, pertanto, già nel fare opposizione si desse testimonianza di possedere una mentalità e una competenza di governo e si costruissero le necessarie relazioni (con i singoli, con le associazioni, con i gruppi di interesse, ecc.) per conseguire l’obiettivo.

Al posto dei partiti sono rimasti i singoli interpreti che prima di tutto sentono il bisogno di conquistare visibilità nel circo mediatico, soprattutto in quella versione, oggi particolarmente ambita, rappresentata dai social; che hanno bisogno di ricordare ai loro elettori che ancora esistono, che avvertono la necessità di sgomitare e di farsi notare per conquistare una candidatura di prestigio (a volte anche solo una qualunque) oppure l’urgenza di presidiare lo spazio pubblico per posizionarsi in vista di avanzamenti di carriera. Così è, e forse non vale neppure la pena stracciarsi le vesti. Per come sono evolute le cose, i partiti, così come li avevamo conosciuti e apprezzati, forse non torneranno più.

Se da una parte, però, è legittima e anzi necessaria l’ambizione personale, proprio la politica cui ci si appella ci ricorda che la sola ambizione non basta e gli elementi che la rendevano ‘interessante’ sono tanti e diversi. Ma oggi forse il più necessario è quello di uscire dall’urgenza di ‘successo’ immediato (tipica appunto dei social), da quella frenesia che costringe a cavalcare le occasioni, qualunque esse siano ma giudiziarie è sempre meglio, per ingrandire la propria bolla di consenso.

È invece affermare, dimostrare, perseguire un orizzonte del proprio fare, della propria azione politica e del fare insieme, ciò che oggi farebbe la differenza. Perché nel tempo delle montagne russe del successo, quello di un orizzonte comune intravisto sarebbe anche un buon criterio per i lettori dei giornali (e dei social) di oggi e per gli elettori di domani per giudicare i protagonisti della politica.

Insomma, per dirla con papa Francesco, “Il tempo è superiore allo spazio”, ovvero sono preferibili politici che innescano processi di lunga durata e di reale cambiamento rispetto a quelli che sono alla ricerca del consenso immediato.

Dieci anni fa, il 4 ottobre 2009, moriva don Giancarlo Ugolini, sacerdote di Rimini, grande figura di educatore, iniziatore dell’esperienza di Gioventù Studentesca e Comunione e Liberazione a Rimini.

L’anniversario sarà ricordato in città con due iniziative.

Giovedì 3 ottobre alle 19,30, nella chiesa di Sant’Agostino, su proposta di Comunione e Liberazione, sarà celebrata una Messa, presieduta da don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL. Dieci anni fa, nel giorno dei funerali, don Carrón aveva descritto don Ugolini con queste parole: «La vera grandezza di don Giancarlo è stata quella di essere stato figlio, di avere accettato di essere generato dal carisma donato a don Giussani e di cui divenne seguace fin dal giorno in cui, giovane sacerdote, era andato a incontrarlo a Milano tra la folla degli studenti all’uscita del liceo Berchet. Questa figliolanza non venne meno durante la crisi del ’68 che svuotò la comunità di Rimini, che però fu la tra le prime a ripartire proprio per l’attaccamento pieno di ragione e di affezione del suo padre. Tutto il resto, anche le opere, è conseguenza: è stato frutto imprevisto di qualcosa d’altro».

Un comitato promotore ha inoltre organizzato la mostra “Io, poi, sono un amante sviscerato della libertà”, già presentata in anteprima all’ultimo Meeting ed ora allestita nella Corte della Biblioteca Gambalunga.

Il 4 ottobre (ore 17,30) sarà inaugurata alla presenza del vescovo mons. Francesco Lambiasi, del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, di Cristian Lami, della Fraternità di CL di Rimini e del nipote Simone Zanotti in rappresentanza della famiglia Zanotti-Ugolini.

Il Comitato promotore ha pensato di organizzare la mostra perché don Giancarlo Ugolini (1929-2009) è stato un protagonista di primo piano della vita ecclesiale e sociale di Rimini. Insegnante nelle scuole medie superiori e formidabile educatore, ha formato generazioni di riminesi che ancora oggi ricordano la sua passione di uomo innamorato della bellezza e della libertà di ciascuno.

Determinante per lo sviluppo della sua personalità è stato l'incontro, nel 1962, con alcuni ragazzi di Gioventù Studentesca in vacanza a Rimini e con il Servo di Dio don Luigi Giussani. È stato il padre dell'esperienza di Comunione e Liberazione ed ha seguito con paterna sollecitudine l'avvio e lo sviluppo di opere significative per l’intera città come il Meeting per l'amicizia fra i popoli e le scuole della Karis Foundation.

Nella mostra è raccontato il suo itinerario umano, dalle origini famigliari fino alla morte, mentre alcune gigantografie accompagnate da testi tratti da interviste, interventi e omelie di don Giancarlo, consentiranno ai visitatori di entrare nella sua personalità e di cogliere meglio l’attualità del contributo che ha offerto alla chiesa e alla città di Rimini.

La mostra (ingresso libero) resterà aperta fino al 14 ottobre, tutti i giorni feriali dalle 8 alle 19, domenica e festivi dalle 16 alle 19.

Sulla figura di don Gaincarlo Ugolini un articolo di don Ropberto Battaglia

«È la realtà, ed io non ho paura della realtà». Con un sorriso pacato e un piglio deciso don Giancarlo rispose all’osservazione di una ragazza durante un’assemblea di studenti delle scuole superiori, nell’autunno del 1981, durante la quale stavano emergendo varie criticità: «Ma come fai a sorridere tranquillo? È due ore che stiamo parlando di cose che non vanno!».

«Non ho paura della realtà!». Fu per me lo spalancarsi di un orizzonte nuovo in quanto si trattò di una risposta laica e per nulla clericale, che non faceva appello ad un ulteriore scatto di devozione o di impegno personale rispetto a dinamiche associative che, grazie a Dio, andavano in crisi, ma spostava la questione sull’unico piano ragionevole ed umanamente interessante, quello della vita, senza aver bisogno di buttare via niente: dunque anche di me non c’era da scartare nulla, neppure il disagio che io stesso, allora quindicenne, gridavo nella medesima assemblea.

Eppure quell’uomo aveva le sue paure. Pochi mesi prima in un campo di GS, a Corvara in val Badia, fu disarmante nel rispondere ad un altro amico che gli chiedeva se avesse paura della morte. Anche in questo caso si trattò di una risposta puramente laica: «Sì, ho molta paura della morte, sono così abituato alla vita, educato ad una passione integrale per la vita, che non riesco a pensare alla morte». Ancora una volta a tema era la vita e non una spiegazione cristiana di essa, senza peraltro dover censurare le contraddizioni che ci portiamo addosso. Questa era l’apertura di fondo, che caratterizzò la ripresa di una sua conduzione diretta di GS, decisiva per il mio percorso in quegli anni. A tema era sempre la vita, la possibilità di un gusto vero dell’esistenza nella sfida continua ad una verifica personale. Questa laicità segnò anche un colloquio con lui del quale ricordo il giorno e l’ora precisi e in cui identifico il chiarirsi definitivo del riconoscimento che Cristo è tutto. Durante il Campo di GS del giugno 1982 a Moena di Fassa, don Giancarlo lesse il tema di una ragazza la quale, con una suggestiva immagine, affermava che tra lei e la realtà era come se vi fosse un vetro trasparentissimo, che le permetteva di vederla in tutta la sua bellezza ma che, al tempo stesso, le impediva di abbracciarla e gustarla fino in fondo. Mi sentivo totalmente descritto nel mio bisogno e don Giancarlo fece un’affermazione tanto semplice quanto radicale: «Cristo è Colui che può rompere questo vetro». Fu un lampo che descrisse quello che stava accadendo nell’esperienza che vivevamo, la possibilità di abbracciare e gustare la realtà integralmente, senza dover scartare nulla. Si trattava di una intuizione iniziale, ma già densa della certezza definitiva: «Cristo è tutto!». Anche qui era a tema la vita: Cristo è tutto perché è LA vita, risposta all’esigenza di abbracciare e gustare la realtà nella sua interezza.

Ci può essere un’affermazione così laica e così cristiana al tempo stesso?

Nella stessa prospettiva don Giancarlo raccontava della decisività del suo incontro con don Giussani e il carisma del movimento, che costituisce l’ultima parola sulla sua esistenza, una obbedienza che lo ha reso fecondo ed ha attraversato ogni suo limite. Mi ricordo con chiarezza, negli anni in cui frequentavo il Seminario e mi preparavo a diventare sacerdote, quando, rivolgendosi a un gruppo di seminaristi, disse: «quello che mi ha dato una vera e propria struttura umana è stato l’incontro con il carisma di don Giussani».

Questa laicità è il tratto che evidenzia l’attualità dell’esperienza di don Giancarlo, fiorita nella sequela al carisma donato alla Chiesa e al mondo nella storia di Comunione e Liberazione. Come il Papa ci richiama continuamente facendo riferimento al «cambiamento d’epoca» che stiamo vivendo, se il cristianesimo non si ripropone come esperienza sperimentabile in quella realtà che è più grande dell’idea, esso sarà sempre percepito estraneo rispetto ai problemi e alle domande degli uomini e delle donne del nostro tempo. Occorre lasciarsi interpellare dalla realtà e provocare dalla domanda umana che emerge nell’impatto con essa, avendo a cuore la vita concreta delle persone, prima della proposta di qualsiasi contenuto, che, senza questo realismo e questa concretezza, facilmente si riduce ad un’affermazione ideologica.

La grazia di questo tempo, per cui sono lieto di vivere in questa epoca, consiste precisamente nel richiamarci all’essenziale del cristianesimo, come espresse con chiarezza don Giussani intervenendo al Sinodo sui laici del 1987: «L’uomo di oggi attende forse inconsapevolmente l’esperienza dell’incontro con persone per le quali il fatto di Cristo è realtà così presente che la vita loro è cambiata. È un impatto umano che può scuotere l’uomo di oggi: un avvenimento che sia eco dell’avvenimento iniziale, quando Gesù alzò gli occhi e disse: “Zaccheo, scendi subito, vengo a casa tua”». Si tratta della «semplicità e concretezza del Vangelo» di cui parla il Papa: non abbiamo altra chance se non il rinnovarsi della stessa esperienza di Zaccheo, ovvero una umanità che rifiorisce attraverso un imprevedibile incontro in cui accade di incrociare lo stesso sguardo, e nella quale si riverbera la medesima attrattiva. È qualcosa che né la Chiesa né tantomeno ciascuno di noi può presumere di possedere, ma uno sguardo da mendicare, una Misericordia che costituisce il «caldo abbraccio del Mistero» di cui amava parlare don Giancarlo. La Chiesa stessa è «il Mistero di questo sguardo» (Francesco) e solo questa novità, sorpresa in una concreta esperienza carnale, costituisce la sua forza autentica, tanto più nel nostro tempo.

Julián Carrón, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, che giovedì prossimo, 3 ottobre, alle 19.30 nella chiesa di S. Agostino presiederà la Concelebrazione eucaristica nel decimo anniversario della morte di don Ugolini, ci ricorda che «la rilevanza, l’incidenza storica di una presenza, non dipende dai numeri, bensì dalla sua diversità».

Don Giancarlo ce lo ha testimoniato anche nella sua malattia, quando, nel modo stesso di guardare alla singola compressa che doveva assumere, testimoniava il suo rapporto con la realtà, riconosciuta e abbracciata nel suo essere segno del Mistero. Proprio negli ultimi giorni diceva di se stesso: «qui c’è un prete che muore da laico». Appunto, fino in fondo laico, perciò fino in fondo prete.

don Roberto Battaglia

assistente ecclesiale di Comunione e Liberazione a Rimini

Per la prima volta il sindaco Andrea Gnassi è intervenuto sulla vicenda Tecnopolo -Acqua Arena, dopo che l’ex assessore Roberto Biagini ha reso pubbliche alcune carte del procedimento penale avviato dalla Procura in seguito ad un suo esposto. Lo ha fatto ieri sera in consiglio comunale rispondendo a due interrogazioni, di Luigi Camporesi (Obiettivo Civico) e di Marzio Pecci (Lega) che puntavano ancora una volta il dito su quello che Biagini ha definito il sistema inquinato di Rimini e sul ruolo giocato dal “facilitatore” Mirco Ragazzi e dal capo di gabinetto Sergio Funelli.

Gnassi ha insistito soprattutto sulla separazione di competenza fra organi politici e organi tecnici dell’amministrazione comunale. “Gli organi politici non hanno il potere di interferire nelle procedure di appalto, se è vero il contrario, lo si dimostri nelle opportune sedi”.

Gnassi ha fatto sapere che, una volta ricevuta dalla Procura la comunicazione che tre dipendenti comunali erano coinvolti nella vicenda Tecnopolo, è stato avviato il procedimento disciplinare nei loro confronti, poi sospeso in attesa della sentenza. Sulla notizia secondi cui Funelli sarebbe indagato a Bologna per la vicenda Acqua Arena, il sindaco si è limitato a riferire la comunicazione ricevuta dallo stesso Funelli: non ne so nulla, ho incaricato il mio avvocato di assumere informazioni presso la procura. Gnassi ha tenuto a precisare che secondo gli inquirenti nei procedimenti Tecnopolo e Acqua Arena (“fatti seri, gravi”) l’amministrazione figura come parte offesa. L’amministrazione non ritiene però di aver elementi sufficienti per costituirsi parte civile nel processo Tecnopolo.

Il sindaco ha rigettato la narrazione del sistema inquinato, ricordando che dal 2012 al 2018 sono stati eseguiti oltre 13 mila appalti e affidamenti senza nessuna ombra penale.

Ha quindi annunciato querele per quanti (politici, organi di informazione, cittadini sui social) hanno espresso giudizi diffamatori nei confronti dell’amministrazione.

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