Comune che vai, contributi di costruzione che trovi. È la situazione che si è creata in seguito all’applicazione, da parte dei vari consigli comunali, della delibera regionale che ha aumentato, pressoché raddoppiato, i contributi di costruzione che un cittadino deve versare per poter realizzare un intervento edilizio. In una situazione in cui l’industria delle costruzioni ancora non si è ripresa dalla crisi avvia nel 2008, i nuovi balzelli assumono il ruolo di una frenata, laddove invece ci sarebbe bisogno di un incentivo per accelerare la ripresa.
Di fronte alla decisione regionale, i Comuni hanno reagito in modo diverso. Riccione, per esempio, ha deciso di applicare un consistente sconto a tutti, anche a chi realizza nuove costruzioni. Per la giunta guidata da Renata Tosi si tratta di proseguire sulla strada volta a incentivare gli investimenti privati. Il Pd ha votato contro, così hanno spiegato i suoi esponenti, proprio per la ragione che lo sconto è esteso a tutti, una decisione che finirebbe per eliminare preziose entrate per le casse comunali.
Anche Rimini, giunta a guida Pd, ha votato una delibera di recepimento delle direttive regionali. Ma ha limitato lo sconto: sono previsti incentivi dal 35% al 40% sul contributo di costruzione per gli interventi nel territorio urbanizzato che realizzano ristrutturazioni edilizia nel segno dell’efficientamento energetico e della messa in sicurezza sismica. Inoltre sono previsti sgravi fino ad un massimo del 30% sugli oneri per gli interventi di riqualificazione edilizia riconosciuti di interesse pubblico. La motivazione di questo sconto limitato è spiegato con queste parole di per sé eloquenti: “garantire l’equilibrio nel gettito previsto dagli oneri edilizi, che costituiscono una voce rilevante del bilancio comunale a supporto della realizzazione delle opere pubbliche”. Il Comune, insomma, ha bisogno di entrate. I partiti di centrodestra che sono all’opposizione hanno votato contro, ponendo la questione sul piano politico: ai loro occhi sarebbe l’ennesima stretta fiscale che blocca l’attività edilizia.
Se ci si trasferisce a Coriano, si incontra una situazione ancora diversa. Il Comune ha chiesto di essere collocato fra i Comuni di terza fascia, il che comporta un primo risparmio del 20% sugli oneri di urbanizzazione. Inoltre ha deciso di applicare il massimo dello sconto a tutti i casi, riducendo le tariffe degli oneri di urbanizzazione per un ulteriore 15%. Secondo l’opposizione di Insieme per Coriano “l’Amministrazione riesce a mancare, in parte se non del tutto, l'ennesima occasione per incentivare la crescita della città”.
"Anche la decisione di essere ricollocati in terza fascia, che pure nel breve periodo garantisce un risparmio del 20% sugli oneri di urbanizzazione, è frutto delle politiche miopi di questa Amministrazione, sia sul piano della crescita demografica sia su quello dello sviluppo economico".
Inoltre, “non si capisce per quale motivo l'Amministrazione – nonostante i nostri ripetuti solleciti in commissione – non abbia preso in considerazione la proposta di variazione in base alle frazioni, considerando le differenze sostanziali – anche sul piano dell'urbanizzazione – tra le diverse zone della città”. In conclusione, secondo l’opposizione, “l'ennesima occasione persa per fare un salto di qualità”.
In nessun Comune, una decisione così importante per lo sviluppo delle città, è passata in modo condiviso fra maggioranza e opposizione. A Bellaria Igea Marina, dove il consiglio comunale pure ha approvato una delibera calmieratrice degli oneri stabiliti dalla Regione, i gruppi della maggioranza di centrodestra si lamentano del fatto che il gruppo dell’ex candidato sindaco Gabriele Bucci abbia optato per un voto di astensione. “Vista l’ampia condivisione che l’Amministrazione ha messo in campo convocando due apposite sedute di commissione, si legge in una nota, sarebbe stata un’ottima occasione per dare corpo a quella compartecipazione decisionale che questa minoranza chiede da inizio legislatura. Ma evidentemente le “ragioni di stato” hanno prevalso sulle ragioni di Bellaria Igea Marina: ci spieghino, l’astensione significa che Bellaria Igea Marina doveva accettare supinamente e non modificare le decisioni di Bologna?”.
La verità è che la ragion politica, o ragion di Stato, ha prevalso in tutti i consigli comunali. Il risultato è che un intervento edilizio avrà costi diversi a seconda del Comune in cui lo si vuole realizzare.