Scuola/lavoro, in Valconca esperienza positiva: 7 nuovi assunti
Si è tenuta ieri presso la sala convegni di FOM Industrie a Cattolica la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione ai ragazzi degli Istituti tecnici industriali di Rimini, Morciano di Romagna e Urbino che hanno frequentato il corso aziendale gratuito “industry 4 School”.
Il corso, giunto alla seconda edizione, nasce dalla volontà delle tre industrie della Valconca di cercare dei giovani talenti da inserire in organico, considerando che le imprese sono in continua crescita ma incontrano difficoltà a reperire manodopera qualificata.
Articolato su 24 lezioni pomeridiane (8 in ogni azienda), il percorso formativo permette agli studenti più motivati di conoscere dall’interno tre realtà produttive di eccellenza del nostro territorio, dove vengono loro fornite nozioni di meccanica, elettronica ed informatica, con la possibilità di cimentarsi anche su simulatori d’avanguardia che purtroppo non sono disponibili nei laboratori delle scuole tecniche.
Alessandro Pettinari, CEO/Direttore Generale del Gruppo FOM Industrie, ha fatto gli onori di casa, ringraziando le oltre cento persone presenti, fra studenti, docenti, collaboratori, nonché le Istituzioni: per la Regione Emilia-Romagna erano infatti presenti sia la Consigliera regionale Nadia Rossi (componente la Commissione Politiche Economiche) che la Dirigente del Servizio Programmazione delle politiche dell’Istruzione, della formazione, del lavoro e della conoscenza, Francesca Bergamini.
Prima della consegna degli 84 attestati di partecipazione ai ragazzi degli istituti tecnici da parte dei rappresentanti delle tre aziende è stata data la parola ai sette ragazzi che avevano partecipato lo scorso anno alla prima edizione di “Industry 4 School” e che nel frattempo sono poi stati assunti (3 in M.T. , 3 in FOM ed uno in Universal Pack) in produzione e negli uffici tecnici.
Sono state testimonianze molto incisive in cui i ragazzi, oltre a ringraziare gli imprenditori e le scuole di provenienza per aver saputo creare le giuste sinergie, hanno voluto rimarcare l’utilità di questo Progetto, che consente di avvicinare i giovani al mondo reale dell’impresa, conoscendo dall’interno le problematiche produttive e tecniche. Il loro esempio può e deve essere un concreto stimolo per i prossimi partecipanti al corso, affinché si impegnino al massimo, perché con “industry 4 School” si trova lavoro !”
Cosa costruisce l'Europa? Cronaca di una serata a Rimini
Cosa c'è fra la singola persona, il suo impegno quotidiano, e l'Europa? La percezione dominante è quella di una distanza siderale. Una lontananza che può diventare smarrimento di fronte all'offerta dell'attuale supermarket politico, dove ciò che prevale, anziché il confronto sui temi concreti, è la strategia di comunicazione dei partiti o lo sguardo rivolto esclusivamente alle beghe di politica interna.
Domenica sera al Centro Tarkovskij, all'incontro organizzato dal centro culturale Il Portico del Vasaio e dalla Compagnia delle Opere, non sono state date indicazioni di voto ma si è individuato un percorso che può portare ciascuno ad esprimere un voto consapevole, prendendo coscienza del valore culturale e politico dell'impegno quotidiano che ciascuno vive. Il teatro era pieno, segno evidente di domande in cerca di risposta. E l'approccio è stato originale: fare i conti con l'Europa, con le sue radici, con la sua storia, con la sua crisi, partendo dalla propria esperienza.
Sul palco c'erano Alessandro Bracci, presidente della Compagnia delle Opere di Rimini, ed il professor Andrea Simoncini, docente di diritto costituzionale all'università di Firenze. Ma l'incipit della serata sono stati i racconti di tre persone. L'imprenditore David Bracciale, operante nel settore della meccanica, ha documentato come la passione per il proprio lavoro l'abbia portato a coinvolgersi con altri amici imprenditori, coi quali ha costruito un network e ha affrontato il problema della mancanza di tornitori e fresatori specializzati, avviando anche una collaborazione con l'Istituto professionale Alberti. Non hanno aspettato che qualcuno risolvesse i loro problemi, si sono mossi autonomamente. A Donatella Magnani, di fronte alle scene drammatiche dei migranti in mare, è sorta un'inquietudine. E se capitasse a me o a una persona cara? Finché un amico le ha detto che la sua dovrebbe essere l'inquietudine di tutti e le ha suggerito di guardarsi intorno per vedere se le era chiesto di fare qualcosa. Così quando ha saputo di un giovane senegalese che doveva uscire dal programma istituzionale di accoglienza e doveva rendersi autonomo, lo ha accolto a casa propria. A quella prima accoglienza ne sono seguite altre, è nata un'amicizia con altre persone. “Quando una categoria diventa un volto e una persona tutto cambia”, ha osservato. Fino al punto che l'esperienza vissuta “mi consente una lungimiranza politica nel valutare le nuove leggi sui migranti e i programmi dei politici”. Sandro Ricci ha raccontato l'esperienza del Tavolo del lavoro, sorta dalla compagnia offerta a due amici che erano rimasti senza lavoro. “Poi il lavoro se lo sono trovati da soli, segno che la compagnia vissuta li aveva messi in moto”. Ogni mese, un sabato mattina, disoccupati, imprenditori, manager, persone interessate, si ritrovano per un confronto ed un aiuto. E sono molte le persone che hanno ricevuto lo stimolo giusto per trovare un lavoro gratificante, anche se diverso dagli studi compiuti.
“La caratteristica comune di queste tre storie – ha osservato Simoncini – è che nessun di loro ha aspettato la soluzione dallo Stato. La soluzione è arrivata da qualcosa che è successo, dal movimento della persona”. Questo inizio di cambiamento è un criterio sufficiente per capire i criteri con cui votare? Per rispondere, Simoncini ha sottolineato che bisogna superare un'obiezione: l'impazienza. Storie come quelle raccontate non dicono immediatamente come votare. Non sono possibili deduzioni meccaniche. Fra quelle storie e il voto c'è di mezzo il tempo. L'inizio, il seme gettato, è già una novità però richiede il tempo di un lavoro, per capire cosa succede in Europa, quali sono i partiti, con quali programmi si presentano. All'impazienza oggi si accompagna la solitudine. Invece, ha rimarcato Simoncini, la costruzione di qualcosa di nuovo richiede relazioni, la pratica di quell'amicizia sociale di cui parla papa Francesco. “E anche questo è un criterio non indifferente, non è neutro”. Sullo sfondo, un tema oggi scottante, l'identità. L'Europa è una pluralità di popoli, di identità diverse. Cosa le può far tenere insieme? Solo il dialogo, non certo rinchiudere ogni identità in una bolla. L'identità cresce e si sviluppa in una relazione con l'altro. Oggi, come invita papa Francesco, è tempo di un pensiero incompleto, aperto, in sviluppo. E a completarlo è la persona che si muove, che vive un cambiamento.
Ritorna così la questione del tempo. Più che perseguire soluzioni facili e immediate, bisogna innescare processi, insiste Francesco. Un inizio, un seme, è un fattore di cambiamento? “Sì, - ha risposto Simoncini – soprattutto oggi che i cattolici sono un'esigua minoranza. Vivere nella società avviando esperienze di cambiamento è il grande contributo politico che i cattolici possono dare”.
Europee, Franchini (5 Stelle) rivendica competenza e appartenenza
Carla Franchini, riminese, 50 anni, candidata al Parlamento europeo per il Movimento 5 Stelle, è entrata in lista all'ultimo secondo, dopo che ne era stata esclusa. Si era presentata anche alle politiche del 4 marzo 2018, senza però essere eletta.
Lei potrebbe scrivere un manuale sulla tenacia necessaria a conquistare una candidatura nel Movimento 5 Stelle...
“In realtà è stato tutto molto semplice. In quattro circoscrizioni si è verificato un caso come il mio, dovuto la fatto che sono state inserite donne come capolista. Quando hanno chiamato tutti i candidati a Roma sono state convocate anche quelle che in un primo momento erano state escluse, fra cui io. Poi, facendo le verifiche, è risultato che alcune candidate non avevano i requisiti. Penso di essermi meritata il posto sia per la competenza che per un'appartenenza al Movimento che dura da dieci anni e che mi ha portato a fare il consigliere comunale a Rimini, rinunciando anche allo stipendio da funzionario”.
Come procede la campagna elettorale?
“Sono contentissima. Anche se è una campagna molto difficoltosa e breve. Devo girare dalle Alpi al mare, battendo quattro regioni. Conto molto sulla Romagna perché, a parte qualche eccezione, di candidati romagnoli non ce ne sono. Ci metto tutta la mia competenza e la mia passione”.
E su quali temi chiede il voto?
“Per professione, oltre che lavorare al Comune di Coriano, giro l'Italia facendo corsi sull'entrata della pubblica amministrazione nel mondo digitale. Il futuro del lavoro è il digitale ed anche le amministrazioni pubbliche devono passare dalla carta al digitale. Questo vuole dire risparmio di spesa, velocità nell'erogazione dei servizi, antidoto anche alla corruzione. Da questo punto di vista Coriano è un gioiellino. Credo di poter portare in Europa una competenza in questo campo”.
Ma lei si candida a fare il parlamentare, non il dirigente tecnico...
“La conoscenza oggi è indispensabile. Se ce l'hai, hai la possibilità di tirare in porta senza dover dipendere da quanto ti dicono i tecnici”.
Pensa che gli elettori siano così appassionati all'agenda digitale?
“L'altro tema centrale è il lavoro, che si crea solo facendo girare l'economia, favorendo lo sviluppo delle imprese. Ho chiesto un incontro a tutte le associazioni di categoria e ai sindacati. Vado da loro per ascoltare, assicurando che se sarò eletta sarò a loro disposizione per ogni esigenza. Con me potranno alzare il telefono e trovare sempre ascolto. A chi incontro dico anche di votare una persona che gli somigli. Sono una donna, sono madre di due figli, lavoro, penso che in tante si possono riconoscere in me”.
Le persone vedono l'Europa come qualcosa di distante. Come si può eliminare questa lontananza?
“L'Europa è vista così perché finora i partiti hanno mandato a Bruxelles i trombati o coloro che erano a fine carriera. Spesso gli eletti, vedi Salvini, non hanno partecipato ai lavori del Parlamento. Servono invece persone che vi dedichino tempo ed energie. Un parlamentare europeo deve essere presente, ascoltare il proprio territorio, capire quali sono le esigenze delle comunità locali, esprimere queste esigenze a Bruxelles con una triangolazione con Roma. E noi che siamo anche forza di governo nazionale possiamo farlo”.
E quali sono i temi locali sui quali si impegnerà?
“L'Europa deve smetterla di occuparsi della misura delle vongole e prendere provvedimenti concreti a favore delle nostre spiagge. La Bolkestein deve essere superata. Va chiarito a livello europeo quel che ha detto lo stesso signor Bolkestein e cioè che la sua direttiva riguarda i servizi e non i beni. E poi a Roma va fatta una legge conseguente. Dobbiamo difendere le nostre microimprese, non dobbiamo consentire che vengano estromesse da altri. Così come per il codice dei contratti: è stato concepito con una impalcatura franco-tedesca, senza tener conto delle caratteristiche del nostro tessuto produttivo, formato appunto da microimprese”.
Come andrà a finire?
“Penso che il 26 maggio avremo un successo inaspettato. Gli altri li stanno mettendo tutti in galera. È cominciata una nuova Tangentopoli e noi siamo l'unico argine. Se qualcuno di noi viene coinvolto, come successo a Roma, viene subito espulso”.
Claudio Cecchetto: farò il talent scout di Misano
“Tutto è un'esperienza nuova. Quando cominci un lavoro, non l'avevi mai fatto prima. Quando ho presentato il festival di Sanremo, non l'avevo mai fatto, eppure...Certo è che quando decido di fare qualcosa, mi ci butto a capofitto”. Così risponde Claudio Cecchetto quando gli si chiede come si trova nell'inedita veste di chi deve spiegare la sua idea di città e chiedere agli altri il voto. “La campagna elettorale – afferma – sta andando benissimo. Mi diverto molto. Sono sempre stato un talent scout, nella mia lunga carriera ho contribuito alla scoperta di numerosi talenti del mondo dello spettacolo. Qui a Misano è lo stesso, faccio il talent scout di un territorio, voglio dare una mano a farlo conoscere al resto dell'Italia”.
Claudio Cecchetto, 67 anni, volto noto del mondo dello spettacolo, è in campagna elettorale dal dicembre scorso, il primo a scendere in campo fra i quattro che si contendono la poltrona di sindaco di Misano Adriatico: c'è lui con la sua lista W Misano Viva, c'è Veronica Pontis, espressione del centro destra, Daniela Ruggeri, per il Movimento 5 Stelle e Fabrizio Piccioni, che ha l'ingrato compito di dover difendere il fortino del Pd rimasto fra Riccione e Cattolica dove da tempo sventolano altre bandiere.
A leggere il suo programma, sembra che lei si candidi ad essere il direttore artistico più che il sindaco...
“Dipende da ciò che si intende per direttore artistico. Un tempo l'amministratore di una società era come un amministratore di condominio, adesso una società ha bisogno di amministratori che abbiano esperienza, idee, che siano capaci di guardare al futuro. Un amministratore deve essere creativo se vuole raggiungere gli obiettivi che gli sono assegnati. Ed io sono un creativo”.
Dice di voler fare il talent scout di Misano: cosa c'è da scoprire in questa cittadina?
“Arrivando a Misano si scopre che è una località balneare non soffocata dal cemento ma con un enorme patrimonio di verde. Ma chi lo sa? Il patrimonio verde può essere utilizzato per pensare a iniziative ed esperienze nel segno del benessere, oggi uno dei principali motivi di attrazione turistica. Misano ha il mare ed ha pure l'entroterra, che non hanno Riccione e Cattolica. Le famose discoteche di Riccione sono in realtà a Misano. Si possono immaginare piste ciclabili circolari che uniscono il mare e l'entroterra. C'è un autodromo che passa per essere di Rimini o di San Marino è invece è di Misano. C'è un gioiellino come Portoverde che in troppi non sanno che esista. Sono tutte realtà che devono essere maggiormente conosciute ed io sono qui per questo”.
I suoi avversari però dicono: per amministrare una città bisogna conoscerla nei dettagli, non bastano quattro lustrini.
“Noi ci presentiamo con l'unica lista civica realmente apartitica, non abbiamo partiti alle spalle, nemmeno mascherati. In lista ci sono esclusivamente persone di Misano. Imprenditori, professionisti, giovani, persone capaci. Per l'amministrazione ordinaria mi farò aiutare da loro, saranno loro ad indicarmi le esigenze per buche, strade, immondizie, bisogni sociali. E il mio contributo particolare sarà di fare l'ambasciatore di Misano per portare l'Italia a Misano. Sono un personaggio dello spettacolo, conosciuto in tutta Italia: il primo impegno sarà quello di essere in prima linea sui palchi e sui media di tutta Italia a raccontare la nostra città”.
Ma chi gliel'ha fatto fare?
“L'ho detto fin da subito. Per me è difficile resistere quando intravedo all'orizzonte un talento da scoprire e valorizzare. Tutto qui.”
E' stato detto che dietro di lei ci sia una vecchia volpe della politica locale come Luciano Tirincanti...
“Possono dire ciò che vogliono. Se si guarda alla mia carriera professionale, si scopre che dietro di me ci sono solo io. Sono per nulla manovrabile. Tirincanti lo conosco perché insieme abbiamo fatto Aquafan. Sono un imprenditore libero che ha creduto ai propri progetti e che li ha realizzati anche quando altri non ci credevano. Ripeto: dietro di me ci sono solo io”.
Come finirà il 26 maggio?
“Corro per vincere, non per partecipare. A me piace farle le imprese, non tentarle. Se sono in campagna elettorale da dicembre è perché voglio ottenere il risultato”.
Se nel cristianesimo viene fatta fuori "la carne di Cristo"
Chi fra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso seguiva Il Sabato, settimanale cattolico di area ciellina molto battagliero e corsaro, ricorda come una delle sue campagne culturali più insistenti fosse indirizzata contro una tendenza neo-pelagiana nel pensiero e nella prassi ecclesiale. Pelagio, un monaco vissuto fra il IV e il V secolo, sosteneva che l'uomo avesse la possibilità di aderire con le sole sue forze alla volontà di Dio, senza l'intervento della Grazia. I pelagiani furono fieramente avversati da sant'Agostino che rivolgendosi a loro scrisse: “Questo è l'occulto e l'orrendo veleno del vostro errore: che pretendiate di far consistere la Grazia di Cristo nel suo esempio e non nel dono della sua Persona”. Non a caso le battaglie de Il Sabato rinvenivano il pericolo di un neo-pelagianesimo in una riduzione del cristianesimo a valori etici.
Ad aver rispolverato il pericolo del pelagianesimo, e di un altra eresia antica, lo gnosticismo, è stato in questi anni papa Francesco. Ne ha parlato nella Evangelii Gaudium, il documento programmatico del pontificato, vi è tornato nel discorso tenuto al convegno della Chiesa italiana a Firenze, nel 2015; vi ha dedicato spazio nella Gaudete et Exultate, indicando le due eresie come nemiche della santità cristiana; vi è ritornato in diversi interventi; la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato un documento, la Placuit Deo, per spiegare quale sia la preoccupazione di Francesco. Una insistenza evidente che ha indotto il sacerdote riminese don Roberto Battaglia, parroco, insegnante di religione nelle scuole e docente di teologia sistematica all'Istituto di scienze religiose Alberto Marvelli, a dedicarvi uno studio che è uscito in questi giorni per i tipi di Itaca, Un cristianesimo senza Cristo?, con prefazione di Erio Castellucci, arcivescovo di Modena.
Il titolo pone la questione sotto forma di domanda, ma come documenta Battaglia fin dalle prime pagine del suo saggio, il rischio che Francesco individua in pelagianesimo e gnosticismo è proprio quello di portare a “un cristianesimo senza Gesù”, a “un immanentismo antropocentrico”, a posizioni che privilegiano il primato della dottrina, un attivismo autoreferenziale o un vago spiritualismo, facendo fuori “la carne sofferente di Cristo”. Battaglia documenta con precisione che a spingere il pontefice non è tanto una motivazione dottrinale quanto una sollecitudine pastorale. Pelagianesimo e gnosticismo sono per lui innanzitutto tentazioni pastorali che hanno evidentemente anche implicazioni dottrinali. Lo scopo di Francesco è quello di chiamare i cristiani a una conversione da quella che lui, citando il teologo Henri De Lubac, chiama “mondanità spirituale”. È un tipo di mondanità diversa dall'attrazione verso i beni e i piaceri del mondo (che pure spesso colpisce fedeli laici ed ecclesiastici), è una mondanità tutta interna alla prassi ecclesiale, che si insinua in modo subdolo e spesso inconsapevole.
Nel testo di Battaglia abbondano le citazioni di Francesco in cui vengono elencati i comportamenti che appaiono tributari di questa mondanità spirituale. Per capire in profondità Francesco e per rendersi conto che non si tratta di una questione per specialisti di cose religiose, ma rilevante per la vita concreta di ciascuno nella società attuale, può essere utile ricordare cosa scrive il sacerdote riminese a proposito della riduzione del cristianesimo a etica o a dottrina, che sono, per Francesco, uno dei volti che assumono oggi le tentazioni pelagiane e gnostiche. Battaglia osserva che “Proporre l'umanesimo cristiano a prescindere dalla sua origine, ossia dal rapporto con Gesù che lo genera, nella reale esperienza di guardare a Lui e dal lasciarsi guardare da Cristo stesso, finisce, inevitabilmente, per ridursi alla proposta di valori evangelici privati della loro identità”. Secondo l'autore questo è particolarmente evidente nel dibattito sui nuovi diritti e sull'identità della famiglia. “Se nel contesto del dibattito pubblico si ritiene infatti che i cattolici siano innanzitutto coloro che sono contrari ad aborto o eutanasia, che difendono la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio fra l'uomo e la donna, in opposizione ala rivendicazione dei diritti delle coppie omosessuali, o che promuovono altre istanze etiche analoghe, piuttosto che identificarli con lo specifico dell'annuncio cristiano del Dio fattosi carne in Gesù Cristo, si deve riconoscere, senza voler in alcun modo sottovalutare le tematiche suddette e il rilievo di tali valori etici per la vita della nostra società, la presenza di un equivoco di fondo su ciò che è essenziale nel cristianesimo”.
Il libro di don Battaglia sarà presentato mercoledì 15 maggio alle ore 21 nel Teatro del Seminario don Oreste Benzi, in via Covignano a Rimini, su proposta dell'Istituto Marvelli e del centro culturale Il Portico del Vasaio. Oltre al teologo Ezio Prato, della Facoltà teologica dell'Italia settentrionale, ne discuteranno due amici di don Battaglia che hanno entrambi la caratteristica di un impegno quotidiano con la “carne di Cristo”: l'insegnante e presidente dell'Azione cattolica diocesana Manuel Mussoni e il direttore della Caritas di Rimini Mario Galasso.
Valerio Lessi
Popolare Valconca: si presenta la lista ATA/Montanari/Angelini
Il 16 maggio alle 20,30 all'hotel Kursal di Cattolica si terrà un incontrofdi presentaionedella lista n.1 (denominata ATA BPV / Montanari / Angelini) in corsa per il rinnovo del consiglio d'amministrazione della Banca Popolare della Valcoinca. La liusta nasce dakka convergenza fra l' Associazione Tutela degli Azionisti e la famiglia Montanari – Angelini (della Casa di Cura Montanari di Morciano). Fra gli azionisti che aderiscono anche la famiglia di Alessandro Bontempi.
Gli azionisti promotori di questa lista – informa una nota - appartengono a tutti i territori in cui la Banca Popolare Valconca è presente. In particolare, i candidati della lista sono docenti universitari, professionisti e imprenditori che operano, da anni, nei territori di Rimini, Riccione, Cattolica, Morciano, Pesaro, Urbino e Vallefoglia.
La lista è composta da Costanzo Perlini (Imprenditore e Professionista di Vallefoglia); Fabio Ronci ( Avvocato in Rimini ); Mara del Baldo (Docente Universitario, Facoltà di Economia dell’Università di Urbino); Roberto Ricci (Commercialista e Revisore Legale in Pesaro / Vallefoglia); Alessandro Pettinari (Imprenditore Direttore Generale di FOM Industrie di Cattolica ); Antonio Batarra (Commercialista e Revisore Legale in Riccione); Paolo Zamagni (Commercialista e Revisore Legale in Riccione); Fabrizio Ferretti (Imprenditore Alberghiero di Cattolica); Luciano Arcangeli (già dirigente amministrativo Asur Urbino).
I soci iscritti ad ATA BPV sono circa 500 e rappresentano una quota considerevole del capitale azionario complessivo (circa il 25%). Tale percentuale è destinata ad aumentare grazie all’intesa recentemente definita con tutta la Famiglia Montanari.
La Lista si proponedi operare per il rilancio della Banca sulla base delle seguenti linee guida: definire un quadro chiaro, ordinato e trasparente dell’istituto, attraverso una puntuale e profonda analisi dello status quo con il supporto di Banca di Italia, amica e supporto, non minaccia; rilanciare l’istituto dai cardini alla base del suo genoma: Vicinanza, conoscenza e penetrazione del ricco e variegato territorio; Ascolto dei bisogni e definizione sartoriale delle proposte per ogni correntista: sono persone ed aziende (fondate su persone) con specifiche necessità e obiettivi soggettivi e different; Flessibilità e solerzia nelle risposte.
Vallì Cipriani (Lega) e l'Europa dei piccoli borghi. Morrone: via il Pd dalla Romagna
Vallì Cipriani, 67 anni, per due lustri sindaco di Montefiore Conca, è candidata per la Lega alle prossime elezioni europee. L'unica candidata romagnola, si affrettano a sottolineare i suoi supporters, a parte ovviamente la pentastellata Carla Franchini. Vallì si presenta come una sorta di pasionaria della Romagna, delle sue tradizioni, della sua identità, nelle lontane e fredde stanze di Bruxelles.
Il suo leader Matteo Salvini dice di voler portare il buon senso in Europa, e Jacopo Morrone, il suo plenipotenziario romagnolo, la presenta appunto come una persona di buon senso. Anche lei, nella conferenza stampa tenuta oggi a Rimini, fa molto per accreditare questa immagine. In attesa che arrivi Morrone, si dilunga a parlare della visita mattutina che ha svolto a Ca' Santino ad una comunità di disabili, “trovando molta serenità nell'incontro e nell'abbraccio con questi ragazzi”. E ricorda di aver fatto moto per loro, di aver sistemato le strade per renderla raggiungibile anche quando c'è la neve. Ricorda che quarant'anni di vita in farmacia l'hanno abituata a prestare ascolto alle persone e ai loro bisogni.
Aggiunge che anche facendo il sindaco si è lasciata guidare dalla stella polare della difesa del territorio e dei piccoli borghi collinari. Rivendica il merito di aver contribuito al fallimento dei progetti di unione dei Comuni promossi dall'assessore regionale Emma Petitti. Rispolvera uno slogan desueto (“Piccolo è bello”) per rivendicare l'orgoglio di vivere e di lavorare in piccoli centri ricchi di storia e di bellezza. Ed il passo verso Strasburgo è immediato: “Voglio andare al Parlamento europeo per portare l'attenzione delle istituzioni europee verso i nostri borghi che devono continuare a vivere”. Sembra un'esponente di una Lega prima della cura salviniana, ancorata al localismo e al federalismo. E infatti quando le si chiede cosa ha fatto scattare l'innamoramento per la Lega, risponde che lei, con un passato in Alleanza Nazionale, ha trovato in Salvini l'uomo giusto per portare avanti la battaglia in difesa dei piccoli borghi.
Spetta al sottosegretario Jacopo Morrone, arrivato per sostenere la sua candidatura, buttarla in politica. Attacca con gli argomenti tipici del Capitano: “Se il 4 marzo dello scorso anno gli italiani hanno inaugurato la stagione del cambiamento, lo stesso possono fare in Europa il prossimo 26maggio con il voto alla Lega. Bisogna portare il buonsenso in Europa, basta con l'Europa dei banchieri, deldegrado e dei barconi”. Se si ricorda a Morrone che, stando alle proiezioni, anche dopo il 26 maggio la Lega sarà ininfluente perché l'unica maggioranza possibile farà perno su Ppe e Pse, lui replica che anche il 4 marzo sembrava un obiettivo impossibile e che in ogni caso i parlamentari della Lega faranno di tutto per cambiare le cose. Ricorda alla candidata Vallì Cipriani che l'aspetta l'impegno per difendere i diritti degli agricoltori italiani e per abbattere la direttiva Bolkestein che danneggia tutti gli operatori balneari.
Morrone non trascura nemmeno il voto amministrativo perché in Romagna “gli elettori sono chiamati a liberarsi del potere del Pd ormai arrugginito. Si dovrà dimostrare che si può vivere anche senza Pd”. Spiega che in Romagna l'attacco forte della Lega è nei comuni più grandi, come Forlì e Cesena. Si manifesta ottimista per i risultati che potranno ottenere i candidati sindaci sostenuti dalla Lega nei comuni della provincia di Rimini dove si vota. Si spende per Domenico Samorani a Santarcangelo, “persona stimata per aver sempre lavorato per la comunità”, per la giovane Veronica Pontis a Misano “che ha messo insieme una formidabile squadra”, per Filippo Giorgetti a Bellaria “che è un amico da sempre”.
Più Romagna in Europa, come vuole Vallì Cipriani, ma soprattutto cambio generale della classe dirigente in Romagna.
Nuovo rinvio per il Trc. "Partirà entro l'anno"
(Rimini) Il Trc non partirà nella tarda primavera, come era stato annunciato nei mesi scorsi. La notizia è emersa in consiglio comunale da una risposta dell'assessore Montini ad una interrogazione di Mario Erbetta. L'interrogazione verteva sull'apporto inquinante dei mezzi comunali, ma alla fine conteneva una domanda sui tempi d'avvio del Metromare. In prima battuta l'assessore Montini non ha risposto, ma poi risollecitata da Erbetta ha detto che il Trc partirà entro l'anno.
“Ma è mai possibile – ha commentato Erbetta – che non si riesca mai a rispettare un cronoprogramma? Chi pagherà per questi ritardi e per l'usura di queste strutture non utilizzate?
La ricetta di Pontis (centrodestra) per rilanciare Misano
Nel chiedere il voto ai propri concittadini, Veronica Pontis, 43 anni, candidato sindaco a Misano Adriatico per conto del centrodestra, mette in gioco la credibilità del proprio curriculum. “A vent'anni – racconta – sono diventata imprenditrice aprendo una libreria a Misano. Mi sono impegnata per anni nel campo della politica sindacale per le imprese commerciali. Sono esperta di web marketing turistico. Sono sempre stata una cittadina attiva che partecipa alla vita della propria città. Sono madre di due figi e quindi sono coinvolta nella scuola e nell'impegno sociale come famiglia. Quando i partiti di centrodestra, Lega, Forza Italia e Popolo della Famiglia mi hanno proposto la candidatura mi è sembrato un ottimo modo per continuare l'impegno civico che ho sempre seguito”.
Il suo slogan elettorale è “una città di tutti, una città per tutti”. “Abbiamo – spiega – un territorio vasto tre volte Riccione e con circa 14 mila abitanti suddivisi in nove frazioni. Il mio impegno sarà quello di unire il paese, in modo che tutti si sentano parte di una comunità e possano godere dei suoi servizi. Non più tanti paesini, ma un unico comune dove tutte le famiglie, i commercianti, gli artigiani, i ristoratori e gli albergatori potranno identificarsi in una alta qualità del disegno urbano. La mobilità dovrà essere rivista favorendo piste ciclabili e mezzi elettrici”.
Pontis afferma che la manutenzione ordinaria delle strutture e dei servizi esistenti è la prima grande opera a cui si sente chiamata. “Il mantenimento del decoro e della funzionalità di strade, piste ciclabili, segnaletica stradale e degli edifici pubblici sarà per noi un importante traguardo per il benessere e il rispetto dei nostri concittadini. Grande importanza sarà data alla cura del verde e dei parchi cittadini perché Misano sia una città vivibile da tutti. E lavoreremo per una città sicura, anche attraverso la videosorveglianza dei luoghi pubblici”.
Quando declina i diversi punti del suo programma Veronica Pontis è un fiume in piena in cui gli argomenti si susseguono velocemente uno dopo l'altro. “Dobbiamo pensare al futuro dei nostri giovani che normalmente dopo l'Università non tornano. Dobbiamo favorire luoghi di aggregazione, dove poter sperimentare la creatività ed elaborare progetti, incentivare il radicamento di start up e nuove imprese. Grande attenzione avremo per la scuola, perché sia un luogo davvero formativo”.
Ovviamente ha la sua ricetta per il turismo. “Credo che l'Autodromo, il Parco del Conca e Portoverde siano i capisaldi della nostra offerta turistica. Dobbiamo tornare ad essere una meta privilegiata del turismo internazionale. Ci sono tutte le condizioni per intercettare un turismo anche esperienziale, interessato anche all'offerta dei nostri borghi e dell'entroterra”.
Pontis sull'amministrazione uscente afferma che ci sono aspetti che vanno mantenuti e altri che sono invece molto migliorabili. “Ciò che soprattutto è mancato è stato l'ascolto della popolazione, la partecipazione dei cittadini. Mi propongo un confronto stabile con le associazioni di categorie e con tutti i cittadini, che vanno ascoltati”.
A Misano, piccola cittadina, ci sono in lizza per quattro candidati a sindaco. Qual è l'avversario che Veronica Pontis teme di più? “Poiché non si vota con il doppio turno e vince chi arriva primo, non temo nessuno in particolare. Se c'è un avversario da battere e da superare è il Pd che da sempre amministra la città. Penso che gli elettori votino innanzitutto le persone. Sanno che noi siamo misanesi, che ci impegnamo per amore della nostra città, che non siamo attaccati alla poltrona. Per il resto apprezzo tutti quelli che scelgono di mettersi in gioco”.
E su un candidato come Claudio Cecchetto cosa dice? “Nessun commento”.
Castaldini (FI), candidata alle Europee: "Moderati, è ora di muoversi!"
“Dopo un anno di governo gialloverde tutti dicono che bisogna aspettare. I cattolici aspettano la nascita di una nuova aggregazione, i renziani che accada qualcosa nel loro partito. Penso invece che sia il momento di agire subito, di muoversi per ricostruire”. La bolognese Valentina Castaldini, che sabato sarà a Rimini per un incontro privato con alcuni supporters, spiega così la sua decisione di candidarsi alle elezioni per il parlamento europeo nella lista di Forza Italia. E aggiunge: “Penso non si debba aspettare ancora per provare a ricompattare i moderati o i tanti che in questi anni, non trovando altri spazi, hanno dato vita a liste civiche. Nel momento in cui si manifesta anche una crisi dei corpi intermedi, mi pongo volentieri come punto di riferimento per quanti desiderano impegnarsi in politica. Lo faccio in Forza Italia che è il partito italiano che si riconosce nel Ppe, la forza politica europea che esprime una cultura vicina alla mia”.
Castaldini è fuori dall'agone politico solo da un anno. Sposata, madre di due figli, 42 anni, è stata per un decennio consigliere comunale a Bologna; poi è diventata portavoce di Ncd, il defunto partito di Alfano e Lupi, consigliera del ministro Costa.
Lei ha deciso di ripartire dall'Europa, che ultimamente non gode di buona fama. Cosa c'è che non va nell'Europa di oggi?
“Il guaio è che l'Europa è stata utilizzata come un taxi dai molti politici italiani. E questo è stato un grave errore. Chi voleva tornare a contare a Roma, si faceva un giro a Bruxelles. Fortunatamente c'è stato chi invece si è impegnato a fondo nel Parlamento europeo e ha portati a casa anche dei risultati. Molto dipende da come ci si va, in Europa. Gli interessi nazionalistici fanno male all'Europa. Il sovranismo è perdente, perché impedisce di compiere un lavoro insieme agli altri paesi. Se ognuno bada a se stesso, poi vince il più forte. Penso anche che l'Europa per tornare credibile debba mantenere i suoi riferimenti storici agli Stati Uniti e dialogare con la Russia. L'unica fatto nuovo del governo è stata la preoccupante apertura alla Cina”.
Cosa risponde a chi manifesta scetticismo sull'Europa, a chi ritiene che non cambierà nulla?
“Qualsiasi risultato non cambierà la maggioranza al Parlamento europeo che anche questa volta sarà fondata su un accordo fra Ppe e Pse. Se ci sarà un successo delle destre, è probabile che ciò influisca sui temi dell'agenda europea. Sulle politiche migratorie, per esempio, si dovrà per forza andare verso una seria revisione del trattato di Dublino. In Europa si lavora sempre su dossier tematici e si creano spesso maggioranze variabili. È importante che ci sia rapporto e collaborazione fra gli eletti italiani, al di là degli schieramenti politici, nella difesa del made in Italy e degli interessi italiani”.
Ma è vero o non è vero che questa Europa, con le sue politiche di austerity, è “nemica” dell'Italia?
“L'Italia deve parlare in Europa con la forza dei numeri. E proporre politiche credibili. Certo che se chiediamo deroghe ai parametri per Quota 100 e per il reddito di cittadinanza, non andiamo molto lontano. Bisogna invece insistere su lavoro, imprese e infrastrutture. Non dobbiamo attribuire all'Europa mali e responsabilità che sono nostre. Dobbiamo anche imparare a spendere meglio le risorse che arrivano dall'Europa, ci sono Regioni virtuose e all'avanguardia, ma ce ne sono altre dove bisognerebbe dare più di un'occhiata per vedere cosa succede. Si va verso il nuovo programma di investimenti 2020-2027, dove saranno centrali le nuove tecnologie per il futuro, e anche noi italiani dobbiamo essere pronti con progetti seri”.
Qual è il punto di originalità della sua proposta?
“Nelle elezioni europee c'è la cosa bella delle preferenze. Tutti abbiamo la possibilità di scegliere persone specifiche. Mi presento come una persona che ha maturato una certa esperienza politica e che in questi anni ha costruito una rete di relazioni virtuosa. Non ho mai ceduto alla politica urlata, litigiosa, rabbiosa, ma ho sempre cercato di costruire qualcosa. Mi sono sempre occupata di giovani, occupazione, problemi della famiglia. Nei luoghi dove sono porto sempre me stessa”.