Come ventinove anni fa, il Meeting si è chiuso nel nome di Madre Teresa di Calcutta. Con una differenza fondamentale. Nel 1987 c’era proprio lei, la piccola suora con il sari bianco bordato di righe blu e con l’espressivo volto solcato da mille rughe. Oggi sul palco del Meeting c’erano invece tre testimoni privilegiati dell’avventura umana della religiosa ricca di amore per Gesù e i poveri, che papa Francesco il 4 settembre dichiarerà santa nell’anno giubilare della Misericordia. Questi testimoni sono padre Brian Kolodiejchuk, Postulatore della causa di canonizzazione di Madre Teresa; Marcilio Haddad Andrino, ingegnere brasiliano, l’uoo miracolato da Madre Teresa, e suor Serena. Missionaria della Carità, che nel 1987 aveva accompagnato la Madre a Rimini. Ma non si è parlato di lei solo nell’incontro finale; in fiera per tutti i sette giorni è stata allestita una mostra che ha raccontato la vita e l’opera della suora di origine albanese e presentati anche alcuni dei suoi oggetti personali come il sari o il certificato del Nobel per la pace.
Padre Kolodiejchuk ha esordito raccontando che nella sua vita per due volte ha sperimentato in modo sensibile la misericordia di Dio: la prima volta quando all’età di quattordici mesi è stato adottato e quindi ha trovato una famiglia; la seconda volta quando nel 1977 ha incontrato per la prima volta Madre Teresa che esplicitamente lo ha chiamato a 21 anni a far parte della congregazione del Missionari della Carità. La sorte, anzi, la provvidenza ha poi voluto che fosse lui il postulatore della causa. Una circostanza, ha spiegato, che gli ha permesso di conoscere la santa ancor meglio di quando la frequentava in vita.
Padre Brian ha voluto sottolineare due aspetti. Madre Teresa è stata una donna cosciente della propria povertà e miseria e quindi bisognosa di misericordia. Questa coscienza le ha permesso di concedere misericordia agli altri e di non scandalizzarsi dei loro peccati. Il secondo aspetto è il famoso tema dell’oscurità della fede, emerso proprio nel corso del processo di canonizzazione, esaminando i suoi scritti. Dopo aver vissuto esperienze di gioiosa unione, Madre Teresa per lungo tempo si è sentita respinta da Gesù, fino al limite del dubbio di fede. L’esperienza dell’oscurità l’ha costretta a dipendere dalla misericordia, fino a capire che Gesù le dava l’opportunità di condividere una piccola parte del suo dolore sulla terra.
Incredibile – è proprio il caso di utilizzare questa abusata espressione – il racconto dell’ingegner Andrino. Dopo aver risolto in gioventù, grazie a un trapianto, il problema di un rene, nel 2008, quando ha trovato il lavoro ed è in procinto di sposarsi, comincia ad accusare gravi sintomi. Ha le convulsioni, perde l’equilibrio, vede doppio. Vengono consultati diversi medici, anche un illustre neurologo, ma nessuno sa trovare una spiegazione. La malattia si aggrava, Andrino è paralizzato nella parte sinistra. Intanto lui e la moglie cominciano a chiedere il miracolo a Madre Teresa, e continuano a farlo anche quando tutto sembra perduto, certi che ci sarà una risposta. Finalmente un giovane medico riesce a fare la diagnosi esatta: c’è un’infezione, otto ascessi cerebrali. Si manifesta, come conseguenza, anche una idrocefalia. Deve essere operato, anche se con scarse speranze. Ma non andrà mai sotto i ferri: gradualmente, e in maniera inspiegabile per i medici, la situazione torna alla normalità. Andrino avrebbe voluto dei figli, ma i medici gli dicono che, vista la quantità di farmaci entrata nel suo corpo, sarà impossibile. Le analisi confermano che ha solo l’uno per cento di possibilità di diventare padre. Eppure sua moglie rimane incinta una prima volta, e poi anche una seconda. “Madre Teresa mi ha ridato la vita tre volte”.
Suor Serena racconta la sua vocazione sbocciata dall’aver letto di Madre Teresa sui giornali. Ne parla semplicemente come “una persona a cui ho voluto bene”. La prima volta la incontra a Londra dove era andata a imparare l’inglese e inspiegabilmente parlando con lei si accorge che la capisce, mentre in comunità faceva fatica a seguire le conversazioni. “Perché io ti parlo in modo semplice come Gesù”, le dice. E lei conferma: “Parlava come Gesù e perdonava come Gesù”. Ricorda cosa le disse dopo averla vista siglar distrattamente alcuni documenti burocratici: “Cerca di fare di ogni tia firma un atto d’amore”. È stata testimone delle relazioni di Madre Teresa con Giovanni Paolo II. Il santo pontefice le diceva: “Tu devi andare dove io non posso andare”. Conclude dicendo di sentirsi una figlia speciale e prediletta, aggiungendo che comunque tutti per lei erano speciali e prediletti.
L’incontro di conclude con il video della visita del 1987: Madre Teresa conclude il suo intervento con l’invito a recitare un’Ave Maria, oggi dedicataalle vittime del terremoto.