Continuano le nostre interviste ai candidati sindaco di Riccione. Oggi è il turno di Sabrina Vescovi, della coalizione di centrosinistra.
In questa campagna elettorale si è discusso spesso di singoli problemi particolari, ma raramente c’è stato un confronto sulla vision di città che hanno in mente i candidati. Non le sembra che in campo turistico Riccione stia campando con le ultime rendite di posizione delle glorie passate e che negli ultimi anni non abbia fatto molto per conquistare una nuova leadership? Non le pare che ciò che rimane del posizionamento di Riccione rischi di essere definitivamente eroso se non si propone una nuova immagine di città, se non si tenta un colpo d’ala? Quali sono le sue idee in proposito?
"Il rilancio della città a partire dalla sua economia turistica è un tema che attraversa tutto il nostro programma. Per fortuna Riccione ha ancora una sua brand reputation di un certo livello. Ma è questo il momento in cui giocarcela, subito, senza perdere altro tempo. Dobbiamo cominciare a ripensarci come Perla Verde sì ma d’Europa. Una città che accoglie i suoi ospiti con un’infinità di occasioni, tutto l’anno. Questo è anche un momento di profonde trasformazioni, tra la Destinazione Romagna e l’entrata in vigore della nuova legge regionale sull’urbanistica, io credo quindi anche di grandi occasioni da saper cogliere. Per questo ripartiremo dal riallacciare tutti i rapporti istituzionali sfilacciati dall’amministrazione Tosi, con la Provincia, la Regione, il Governo. Vogliamo uscire dall’isolamento in cui ci ritroviamo. Tornando a contare ai tavoli istituzionali potremo anche agganciare i nuovi importanti progetti della città alle diverse possibilità di finanziamento. Penso ad esempio allo strategico restyling del Porto, necessario per ridisegnare la cartolina della città. Interventi strutturali importanti che andranno affiancati da un lavoro più immateriale, ma altrettanto importante. Costituiremo anche un tavolo Riccione Eventi, con una vera e propria direzione artistica che torni a caratterizzare Riccione per l’originalità delle proposte".
Tutti concordano sulla necessità di riavvicinare la cosa pubblica ai cittadini. Che pensa di fare per riconquistare la fiducia dei cittadini, per rendere l’amministrazione vicina ai loro bisogni, perché sia utile alla vita dei singoli, delle famiglie, delle imprese?
"Più di tante belle dichiarazioni d’intenti c’è una cosa che vogliamo fare, introdurre nell’amministrazione comunale il bilancio partecipativo, uno strumento che risponde proprio all’obiettivo del coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte politiche. Andremo quindi ad assegnare una quota di bilancio del Comune da gestire in questo modo, lasciando che siano i cittadini ad individuare le priorità d’investimento in una serie diversi ambiti, dall’ambiente alla manutenzione. Ma la nuova amministrazione dovrà recuperare grande capacità di ascolto, quella che in questi anni è progressivamente venuta a mancare".
La spiaggia resta una preziosa risorsa per l’economia cittadina. Dopo gli interventi sui lungomari, non crede sia arrivato il momento di un rinnovamento radicale anche in questo aspetto dell’offerta turistica?
"Nel caso specifico della spiaggia il rinnovamento in questo momento passa soprattutto attraverso l’attesa nuova legge delega sulle concessioni demaniali. Credo potrà essere questo un punto decisivo di ripartenza, per restituire certezze a chi sulla spiaggia ha investito e vorrebbe continuare a farlo. Intanto possiamo però tornare a lavorare sulla spiaggia con un obiettivo unico e condiviso, il rilancio di un modello che ha fatto la storia e l’economia della nostra città. Ci piace molto poi l’idea di cominciare a spingere davvero sul mare d’inverno, la possibilità di vivere la spiaggia tutto l’anno. Ma per farlo dovremo andare a ricostruire il confronto con gli enti sovraordinati, la Soprintendenza prima di tutto. E in questo chiederemo alla Regione di spalleggiarci. Riccione ha un grande potenziale per gli sport d’acqua e di spiaggia, spazi per le attività ma anche per gli eventi internazionali. Una vocazione su cui lavorare in particolare in zona Marano e nell’area sud".
Come pensa si possa e si debba sviluppare un rapporto fra ente pubblico e soggetti privati? I Comuni dispongono di sempre minori risorse e, anche se lo volessero, non possono rispondere a tutti i bisogni. Quale collaborazione immagina con la società civile, le associazioni, le imprese, le agenzie educative?
"Il rapporto pubblico – privato dovrà essere sempre più forte, sistematico e costruttivo, proprio perché i Comuni da soli non riuscirebbero mai a rispondere a tutti i bisogni. Oggi purtroppo Riccione è una città rotta. Non è solo una percezione. Ne ho trovato conferma nei tanti incontri di questa campagna elettorale, con i cittadini, i comitati d’area, le associazioni di categoria… C’è un gran bisogno di riallacciare rapporti. Non c’è confronto in cui non emerga la necessità di creare tavoli o gruppi di lavoro, coordinamenti, di avere un contatto più diretto con l’amministrazione. Succede sia che si parli di sport o di quartieri. Direi che è piuttosto significativo... Ed è da qui che vogliamo ripartire, da questa corale richiesta di ascolto reciproco. Vorrei diventasse un nuovo metodo di lavoro, prima si ascolta poi si decide. Ma serve capacità di saper condividere e anche di fare sintesi al momento giusto. Certo serve uno sforzo in più, ma credo ne valga la pena. Solo così un’amministrazione può capire meglio le esigenze del territorio ed essere davvero utile ai suoi cittadini, alle famiglie e alle imprese".
Riccione vanta da anni eventi e istituzioni culturali di prestigio (premio Tondelli, Dig Awards, ecc,). Che ruolo può avere il Comune nella promozione della cultura a Riccione? Che peso e ruolo assegna alla cultura: solo veicolo promozionale o crescita umana della città? Con quali risorse? Con quali collaborazioni?
"Un ruolo decisivo, propulsivo. Cito simbolicamente la proposta progettuale che abbiamo presentato martedì sera al Palazzo del Turismo per una sua possibile trasformazione in Palazzo della Cultura. Una proposta liberamente ispirata a quel che succede in alcune capitali europee, tutta da condividere, ma direi significativa per far capire qual è il ruolo che vorremmo poter riassegnare alla cultura e alle diverse espressioni culturali del nostro territorio. Riccione è una città naturalmente creativa e solidale. E su questa effervescenza andrà costruito il nuovo progetto di città, tenendo conto che la cultura è al tempo stesso occasione di crescita per chi Riccione la vive ma anche un fattore decisivo per chi la frequenta da turista. Ce lo confermano i numeri, su cui ci siamo soffermati proprio nell’incontro di martedì sera, il 37,5% della spesa turistica deriva dalla cultura. Una città come Riccione deve tenerne conto. Sulla cultura come valore fondante della comunità è nata anche l’idea di una festa, questa sera in piazzale Ceccarini, una serata con musica, spettacolo, teatro e danza dedicata alla città. Un primo momento insieme ad alcuni dei nostri talenti. L‘abbiamo chiamata ‘AllegraMente Riccione’, perché questa è la città che vogliamo. Accogliente e sorridente, come nella sua migliore tradizione. Impegnata sì ma anche spensierata, come ci piacerebbe nel futuro".
Parliamo del Trc. Nel corso del prossimo mandato amministrativo diventerà operativo, visto anche l’ultimo finanziamento arrivato dal governo. Pensa che realisticamente ci sia la possibilità di migliorare l’impatto estetico sulla città? E in che modo? Cosa pensa di fare la sua amministrazione per verificare e controllare l’economicità della gestione? Cosa pensa di fare per evitare un possibile grosso disavanzo a carico del bilancio comunale e quindi dei cittadini?
"Dovremo necessariamente avere la forza di riqualificarlo e renderlo funzionale. Con responsabilità. Non c’è alternativa. Purtroppo chi, come l’ex sindaco Tosi, ha costruito tutta la precedente campagna elettorale sul ‘fermerò il Trc’, pur sapendo che non ci sarebbe riuscita, ha anche rifiutato qualsiasi variante migliorativa le sia stata proposta. Tra l’altro lasciando un conto in sospeso al Comune di 2 milioni di euro. Credo siano grosse responsabilità anche queste. Noi ci assumeremo le nostre, mettendoci subito al lavoro per cercare di integrarlo al meglio in un nuovo modello di mobilità pubblica, facendone l’asse portante, con collegamenti con Fiera e aeroporto. Su questo coinvolgeremo anche la Regione. Dovremo farlo prima della sua messa in funzione, subito. Poi credo anche che ci siano tutte le condizioni per migliorarne l’impatto estetico. Ci stiamo già ragionando, penso in particolare ad alcuni interventi di arte in movimento. Siamo ancora nelle condizioni di poter trasformare il Trc da criticità ad opportunità, mettendoci la testa. Quanto alla gestione chiederemo subito un confronto a Patrimonio Mobilità Rimini. Riccione poi dovrà quanto prima rimettere mano anche ad un nuovo piano del traffico, tenendo conto degli innesti della nuova Statale 16 e di una zona centrale che dovrà essere sempre più concentrata sulla mobilità lenta".
Le povertà vecchie e nuove non sono certo estranee a Riccione. Non la spaventa l’impotenza di non riuscire a rispondere a tutti i bisogni che inevitabilmente verranno a bussare alla sua porta? E invece, realisticamente, cosa può fare oggi il Comune (quali mezzi, quali risorse) per garantire risposte ai crescenti bisogni e assicurare un decente livello di welfare?
"Certo che mi spaventa. Non potrebbe essere diversamente. Un sindaco oggi si trova a dover affrontare una crescente richiesta di aiuto. Noi però per fortuna siamo una realtà che può contare su un’importante rete di associazioni e un grande, fondamentale, impegno del volontariato. Gli interventi sul welfare sono sempre molto delicati e complessi. Intanto vorremmo partire dalla riattivazione dei due centri estivi chiusi dall’ex amministrazione Tosi. Ma c’è anche il tema, sempre più emergente, degli anziani non autosufficienti di cui la prossima amministrazione dovrà farsi carico, cercando di trovare una risposta efficace per le famiglie. Sul fronte della povertà la Regione sta per regolamentare la distribuzione di fondi importanti, contributi finalizzati al reinserimento lavorativo. Approfondiremo quanto e come spetterà poi ai Comuni gestire. Sempre poi per citare un’altra scelta simbolica, vorremmo poter riaprire le porte dell’ex sede della Cgil come Casa della Solidarietà. Si tratta di una struttura che oggi rischia di diventare un altro buco nero, crediamo molto più utile rimetterla a disposizione della città piuttosto che tenerla chiusa in attesa di venderla ad un prezzo fuori mercato".
Le liste che sostengono Sabrina Vescovi
Elezioni Riccione: Lista Immagina Riccione Elenco conmpleto