E così, fra la sorpresa generale, il carico da novanta, fra i vari endorsement usciti in queste settimane, ce lo ha messo il sindaco di Cattolica, Mariano Gennari. Lui che è un esponente dei 5 Stelle, di un movimento che per principio non fa alleanze e che di fronte ad un ballottaggio che lo vede escluso mai si sogna di esprimere una preferenza, lui ha esplicitamente detto che si augura che a Riccione vinca Renata Tosi, con buona pace di Sabrina Vescovi, “che non conosco”.
Il suo auspicio, argomentato sostanzialmente con l’esperienza positiva di collaborazione dell'ultimo anno, è stato un sasso in piccionaia. Il candidato pentastellato di Riccione, Andrea Delbianco ha sentito il dovere di prendere la parola per ribadire che il Movimento non dà indicazioni di voto e invitando i militanti a scegliere sulla base dei programmi. Dalla parte del Pd non sono mancati, specialmente sui social, i sarcasmi sull’abbraccio dei 5 Stelle con la destra. Certamente l’uscita del sindaco di Cattolica è un unicum nel panorama grillino nazionale, e sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i vertici.
In ogni caso, anche di fronte all’endorsement di Gennari vale quanto osservato a proposito della capacità di influenza del ceto politico rispetto alle scelte degli elettori. L’altra importante dichiarazione di voto, in questa ultimo scampolo di campagna elettorale per il ballottaggio, è stata quella dell’ex vice sindaco di Forza Italia, Luciano Tirincanti, il promotore neppure troppo occulto del ribaltone che ha portato alle elezioni anticipate. In questo caso il suo endorsement è stato tutt’altro che sorprendente, anzi fin troppo scontato: ha detto che voterà Sabrina Vescovi e che la Tosi, con la quale ha collaborato per due anni e mezzo, è una sciagura per la città.
Nonostante le smentite, le mezze conferme, le precisazioni sui nomi di chi ha partecipato o non ha partecipato agli incontri riservati, è apparso abbastanza evidente che fra Pd e Patto Civico c’è stata una trattativa che, anche se non si è conclusa con un formale apparentamento, avevo lo scopo di dirottare sulla Vescovi una parte, non sappiamo quanto ampia, dei voti raccolti da Carlo Conti al primo turno. Quest’ultimo, mentre Tirincanti e Pizzolante trattavano con il Pd, è stato lasciato solo a recitare la parte del leader (?!) di un movimento civico che rivendica la sua autonomia rispetto ai due schieramenti contrapposti. La politica è fatta di recite a soggetto che a volte non esprimono le reali intenzioni. Prima del voto, la Vescovi aveva detto che nel ballottaggio mai si sarebbe rivolta al ceto politico di Patto Civico ma esclusivamente agli elettori. Abbiamo visto come è andata a finire. Più difficile sapere come la pensano e cosa fanno gli elettori, meglio cercare in un accordo con il ceto politico una qualche speranza di rimonta
Domenica 25 giugno Riccione va al voto per scegliere fra Renata Tosi e Sabrina Vescovi chi dovrà amministrare per i prossimi cinque anni. La campagna elettorale, al netto degli eccessi verbali delle tifoserie scatenate su Facebook che danno l’idea di uno scontro epocale fra la destra reazionaria rediviva e la sinistra affamata di potere, è stata sostanzialmente corretta ed ha aiutato a percepire la diversità fra le due candidate nell’interpretare il ruolo di amministratici della città.
Su cosa decideranno i riccionesi nessuno è in grado di fare previsioni certe. Non bisogna mai dimenticare che l’esperienza dice che i ballottaggi sono vinti da chi più riesce a motivare i propri elettori a tornare tutti a votare. Si può immaginare che sulle scelte degli elettori peseranno due elementi. Quanto è diffuso e radicato il giudizio positivo sull’amministrazione Tosi fino al punto di volere, come lei propone, che il programma venga portato a termine. Quanto è diffuso il giudizio su un Pd che ha espresso il meglio possibile nella situazione data (la candidatura di Vescovi) ma che ancora non ha realizzato la necessaria discontinuità rispetto ad un recente passato che provocato ferite profonde nella città.
Lo sapremo nella notte fra domenica e lunedì.