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Novembre 2017, bagnini in fuga dal Parco del Mare

Mercoledì, 29 Novembre 2017

Novembre 2017, bagnini in fuga dal Parco del Mare. Questo il primo film in programmazione. Il secondo ha invece questo titolo: Elezioni 2018, è cominciata la campagna elettorale.

Dopo la cooperativa bagnini di Mauro Vanni, anche il Consorzio balneari della Confesercenti ha preso la parola per dire che non ci sono le condizioni perché i bagnini possano aderire al Parco del Mare. “Anche io, insieme ad altri colleghi – spiega il presidente Paolo Pezzei – avevo presentato la manifestazione di interesse e preparato un progetto. Ci ho investito anche dei soldi. L’idea del Parco del Mare mi piace moltissimo, sono convinto della necessità di intervenire sul lungomare che è sempre lo stesso da decenni. Dobbiamo però prendere atto che non ci sono le condizioni”.

E la prima condizione, per i balneari di Confesercenti, è la mancata di certezza circa il destino delle concessioni demaniali e la loro durata. Qui si innesta il secondo film in programmazione in Riviera. A Riccione c’è stata l’assemblea di Assobalneari e gli esponenti politici di centrodestra sono arrivati per assicurare che faranno di tutto per opporsi alle evidenze pubbliche. Il senatore Maurizio Gasparri ha mandato un audiomessaggio in cui annuncia che proporrà di inserire l’abolizione della Bolkestein nel programma elettorale della coalizione. Come se il parlamento italiano potesse, unilateralmente, cambiare una direttiva europea.

L’unica certezza, al momento, è l’assoluta incertezza circa la possibilità che il Senato, dopo la Camera, riesca ad approvare la legge delega di riordino della materia prima che vengano sciolte le camere. I bagnini sono in fuga dal Parco del Mare perché secondo loro, prima di investire, è indispensabile sapere se avranno ancora in mano la concessione demaniale e per quanto tempo. “Per spostare dall’arenile al lungomare parte dei volumi delle cabine e realizzare un ristobar – afferma Pezzei – come minimo di vogliono 400 mila euro, senza poi contare i costi della concessione comunale e l’occupazione di suolo pubblico. Tutto questo per realizzare un manufatto che dopo trent’anni torna di proprietà del Comune. Per noi l’unica possibilità di ammortizzare l’investimento è poter continuare a gestire la spiaggia. Ma su questo punto, purtroppo, non ci sono certezze”.

Sembra essere del tutto scomparso l’argomento che, all’inizio del dibattito sul Parco del Mare, l’amministrazione comunale introduceva in modo più o meno esplicito: se i bagnini aderiscono al Parco del Mare, se trasferiscono i loro servizi sul lungomare, chi avrà mai interesse a fare la gara per una concessione in qualche modo monca? “Questa è una bugia – afferma senza mezzi termini Pezzei – Noi l’abbiamo fatta verificare a fior di studi legali competenti. Una concessione non ha alcun valore senza servizi e i servizi annessi alla concessione devono necessariamente restare sull’arenile. Il discorso è chiuso”.

I balneari della Confesercenti, in una recente nota, hanno anche sollevato il tema dei finanziamenti. “Vogliamo ricordare – chiarisce Pezzei – che al momento non c’è uno straccio di finanziamento a cui attingere per chi decide di investire. Nemmeno qualcosa come la legge regionale 40 che abbatte di tre punti i tassi di interesse”. L’altro argomento sollevato è la mancanza di un quadro urbanistico certo. “Non si sa quali siano le norme, le autorizzazioni necessarie. Come faccio a firmare la fidejussione che mi chiede il Comune, senza un preciso quadro di riferimento? Nemmeno la banca me la accetta. Al momento l’unico strumento vigente è il Piano dell’arenile, che però è rimasto lettera morta. Bisognerebbe chiedere all’amministrazione che fine ha fatto. Alcuni colleghi hanno da tempo presentato progetti secondo le linee del Piano e non hanno mai avuto risposta”.

Lo snodo fondamentale resta quello delle concessioni. Nemmeno quando sono state presentate le famose manifestazioni di interesse, vi era certezza sul loro futuro. È anche vero che le manifestazioni di interesse non sono impegnative, adesso che i nodi vengono al pettine (il Comune sta cercando di chiudere gli accordi per i tratti da piazzale Fellini a Piazzale Kennedy, e lungomare Spadazzi) i bagnini fanno i loro conti e tendono a ritirare la disponibilità offerta. Non è ben chiaro come stia reagendo l’amministrazione comunale; a livello pubblico, ufficiale, la consegna è del silenzio “perché sono in corso trattative private” , probabilmente si farà ricorso a tutti i possibili mezzi di moral suasion. Anche perché nel concept stesso di Parco del Mare erano insiti il coinvolgimento dei bagnini e i cambiamenti anche nell’organizzazione della spiaggia. Si può fare il Parco del Mare anche senza i bagnini, ma indubbiamente risulterebbe monco.


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