Quando si parla di aeroporti, le sorprese sono sempre dietro all’angolo. L’ultima viene da alcune dichiarazioni del presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il quale si è sentito in dovere di esprimere un pubblico apprezzamento per la cordata di imprenditori che si è candidata a gestire l’aeroporto di Forlì. Anzi, Bonaccini ha fatto di più, ha promesso, prima ancora che la cordata si sia aggiudicata la concessione, il sostegno della Regione. "Abbiamo fatto bene – riferisce l’Ansa - a chiedere ad Enac un nuovo bando per l'Aeroporto di Forlì. Piena fiducia nella cordata di imprenditori che se ne è candidata alla gestione. La Regione, come sottolineato dall’assessore Donini pochi giorni fa, sarà al loro fianco per definire il fabbisogno infrastrutturale collegato al piano di sviluppo, così come abbiamo fatto con Bologna, cantierando il People Mover e con Parma, mettendo a disposizione 12 milioni di euro per l'allungamento della pista per il piano cargo".
È opportuno ricordare che il 16 aprile è scaduto il termine fissato da Enac per la presentazione di offerte per rilevare la gestione del Ridolfi. Alla scadenza, solo un’offerta è stata presentata, quella di una cordata che ha i due principali referenti negli imprenditori Ettore Sansavini (gruppo sanitario privato Villa Maria) e Giuseppe Silvestrini ( ex presidente e tuttora azionista di minoranza di Unieuro), ai quali si sono aggiunte altre realtà imprenditoriali come Cmc, Orogel, Ponzi, Cittadini dell'Ordine e Orienta Partners, la società che a suo tempo è anche stata ideatrice del progetto di rilancio dell'Aeroporto Ridolfi. A costoro Bonaccini ha promesso non le solite azioni di co-marketing ma di essere al loro fianco per definire il fabbisogno infrastrutturale collegato al piano di sviluppo. Qualcosa di molto più sostanzioso.
Non si sono mai udite dichiarazioni del genere a proposito della società privata che nel 2014 si è aggiudicata la gestione dell’aeroporto di Rimini. Forse perché a quattro anni di distanza tutti ancora sono in attesa di conoscere i piani di investimento di Airiminum? O forse perché nel 2019 sia la Regione che il Comune di Forlì sono sotto elezioni e non guasta far vedere un fattivo interessamento per una importante infrastruttura del territorio?
In attesa che i fatti arrivino a rispondere a questi interrogativi, occorre prendere atto che l’aeroporto di Rimini dà molte soddisfazioni al suo azionista Leonardo Corbucci ma assai scarse al territorio e alla sua economia turistica. I tre voli Ryanair partiti a fine marzo non hanno certo compensato le perdite subite sul fronte russo (a vantaggio di Ancona e di Bologna), né ci sono elementi conosciuti per sperare che ci sia a breve o medio termine un’inversione di tendenza. Il primo trimestre del 2018 si è chiuso con un -13,4 per cento di movimenti e un -0,7 di passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2017. E dire che sul sito dell’assessorato ai trasporti della Regione ci sono ancora previsioni, probabilmente comunicate da Airiminum, che parlano di 2 milioni di passeggeri nel 2020, cioè fra due anni. Non a caso stanno riemergendo posizioni – se ne è fatto interprete nei giorni scorsi l’ex assessore provinciale al turismo, Fabio Galli – che guardano con sfiducia ad una possibile ripresa dell’aeroporto di Rimini e propongono di puntare a collegamenti rapidi con la stazione di Bologna, dove dal marzo prossimo entrerà in funzione il People Mover che in sette minuti collegherà all’aeroporto.
È una prospettiva di cui il sindaco di Riccione Renata Tosi non vuole nemmeno sentire parlare. Nessun piano B, per lei ciò che è assolutamente prioritario è la realizzazione del piano A, cioè il decollo dell’aeroporto di Rimini come porta di accesso per il turismo internazionale in Riviera. “Bene - osserva - se la Regione manifesta interesse per gli aeroporti, mi auguro che lo faccia per tutti, compreso quello di Rimini. Certamente i turisti possono arrivare a Rimini anche atterrando a Bologna, ad Ancona o a Forlì, ottima a questo proposito l’iniziativa degli shuttle, ma quel che maggiormente interessa a noi rappresentati del territorio è che l’aeroporto di Rimini possa svolgere la sua funzione di servizio per l’economia turistica”. Ma oltre a questi auspici, ci si chiede cosa in concreto possono fare gli enti locali di fronte ad un aeroporto che stenta a dare segnali di vitalità. La gestione è privata e non possono essere i politici a dire cosa deve fare un privato. “Un momento – attacca il sindaco Tosi – la gestione sarà anche privata ma l’aeroporto è un bene pubblico che appartiene al territorio. Non a caso viene dato in concessione sulla base di precisi impegni di sviluppo e di investimenti. Se questi impegni non sono rispettati, ci si può rivolgere a chi istituzionalmente ha il colpito di vigilare, cioè l’Enac. Siamo istituzioni e ci rivolgiamo alle istituzioni”. In concreto cosa vuol dire? “Vuole dire – risponde Tosi – che non appena a Roma ci sarà un governo funzionante, andremo a incontrare i responsabili per chiedere se e come il gestore dell’aeroporto stia rispettando gli impegni assunti con la concessione”.