Secondo i dati elaborati da Trademark per l’Osservatorio turistico regionale, in Riviera da gennaio a giugno le presenze sono aumentate del 4,3%. E’ così confermato il dato che l’assessore regionale Andrea Corsini aveva anticipato lunedì scorso nella conferenza stampa al Grand Hotel.
Si tratta, si badi bene, non dei dati Istat delle strutture ricettive, ma dei dati corretti dall’Osservatorio. Si parte dal concetto che i dati Istat, quelli denunciati dagli albergatori, non siano lo specchio fedele della realtà e li si corregge. In che modo? “La rilevazione dell’Osservatorio – si legge nella nota della Regione - tiene conto sia del contributo delle attività che sono direttamente riconducibili al turismo (alloggio, ristorazione, attività agenzie viaggio e tour operator), sia di quello relativo ad altre attività che comunque traggono beneficio dalla spesa turistica”. Non è molto chiaro, perché se uno va al ristorante e non dorme, non è tecnicamente una presenza turistica, ma invece così è secondo la Regione.
Per correggere i dati statistici viene usato anche il movimento ai caselli autostradali. Nel periodo prese in esame, da gennaio a giugno, a Rimini Nord c’è stato un calo dello 0,9, a Rimini Sud un aumento dello 0,7, a Riccione una crescita del 2,2 e a Cattolica dell’1,5.
I dati sono riferiti unicamente al semestre, nulla si dice sui singoli mesi, ad esempio giugno. In questo caso bisogna aspettare i dati Istat che ancora non sono sul sito della Regione.
La crescita delle presenze in Riviera non è comunque pari a quella di altri segmenti dell’offerta turistica dell’Emilia Romagna. Le città d’arte crescono del 10,1, l’Appennino del 10, le terme del 7,9, le altre località del 14,7 per cento.
Per riviera si intende tutta la costa regionale, dai Lidi di Comacchio a Cattolica. Gli stranieri in questo primo semestre sono il 23% del totale.