“Tutti vostri?”. È la classica domanda che si sente rivolgere chi si presenta in piazza con qualche figlio in più rispetto al canonico uno virgola qualcosa. Molto frequente anche la battuta “ma in casa non avete la televisione?”. Paolo Nanni, impiegato, 55 anni, sposato con Paola, 48 anni, padre di sei figli, di solito risponde: “La televisione ce l’abbiamo, ma la sera quando posso preferisco andare a dormire”. Anche perché, specialmente quando erano piccoli, fra impegni di lavoro e le risposte da dare ai figli (una visita medica, portare uno a lezione, portare l’altra da un’amica) la giornata era una corsa frenetica contro il tempo.
Quella di Paolo Nanni è con evidenza una famiglia numerosa, anche se per essere accolti nell’associazione (Anfn), che da venerdì a domenica celebra a Bellaria il proprio convegno nazionale, è sufficiente avere tre figli. “In realtà – spiega Nanni – collaborano con noi anche famiglie con due figli, che ne contesto demografico e culturale attuale, con la media di 1,3 figli a famiglia, cominciano a rappresentare un’eccezione”.
Sei figli, lo si intuisce, non sono frutto di un caso. La prima auto acquistata da Paolo è stata una station wagon otto posti. “Si tratta di una scelta di apertura alla vita – racconta Paolo – che io e mia moglie abbiamo maturato insiene già nel periodo del fidanzamento. Nei nostri progetti come minimo dovevano essere quattro, poi sono diventati sei”. Non a caso la prima auto acquistata da Paolo è stata una station wagon otto posti. Anche la moglie lavora, sebbene a part-time, come operatrice alla casa di riposo Valloni. Quando i figli erano piccoli, una mano per badarli, come succede sempre, è arrivata dai nonni.
Una famiglia numerosa non è un’impresa facile da gestire, nemmeno dal punto di vista economico. “Nel fare la spesa si sta attenti a tutto, si guardano i prodotti in offerta, la carne la acquistiamo direttamente dall’allevatore. Le vacanze sono un optional che capita ogni cinque o sei anni. Per vent’anni c’è stato anche il mutuo per la casa da pagare. Ma non è stato un sacrificio, è stata una scelta. C’è chi fa scelte diverse, chi privilegia la carriera, e non mi permetto di criticare questa legittima scelta individuale. Noi abbiamo preferito avere figli. Uno dei primi slogan della nostra associazione era “più bimbi, più futuro”. Pensiamo con i figli di aver fatto un investimento sul futuro”.
A Rimini aderiscono all’Anfn un centinaio di famiglie, mentre secondo i dati statistici del Comune i nuclei con cinque e più componenti superano le tremila unità. “L’associazione – spiega Nanni – ha come scopo quello di valorizzare e sostenere la cultura della famiglia. Purtroppo della famiglia i partiti si ricordano solo al momento delle elezioni e poi se ne dimenticano. Invece la famiglia è il futuro della società, messo a rischio dall’inverno demografico che stiamo vivendo. Come associazione ci attiviamo per sottoscrive convenzioni per gli acquisti e siamo presenti in tutti i tavoli istituzionali, nazionali e locali, per far presenti le esigenze delle famiglie con molti figli. Spesso le difficoltà sono tali che se si rompe la lavatrice o c’è l’auto da riparare, non si hanno i soldi per porvi rimedio. Inoltre facciamo incontri fra di noi, organizziamo feste, per sostenerci a vicenda”.
Il Comune di Rimini è sensibile alle vostre esigenze? “Ci sono alcune agevolazioni. Per esempio, le ‘borse per lo sport’ per favorire l’attività sportiva dei giovani: una famiglia numerosa ne ha diritto a due anziché una. Ogni anno c’è un bando comunale per l’assegnazione dei contributi alle famiglie numerose. La regione Emilia Romagna ha stanziato dei fondi per l’abbattimento dei ticket sanitari. Certo è che il sistema migliore per aiutarci sarebbe l’introduzione del quoziente famigliare nella tassazione. È evidente che cambia il potere di acquisto se lo stesso reddito viene tassato come persona singola o invece si tiene conto della composizione del nucleo famigliare. Basterebbe applicare la Costituzione secondo la quale la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”.
Paolo Nanni mette in evidenza un limite delle varie forme di contributo o di assistenza: la tagliola dell’ISEE che ha parametri troppo bassi, se non ridicoli. “Un ISEE pari o inferiore a 7500 euro vuol dire che per potere godere di un’agevolazione una famiglia deve essere in uno stato di povertà quasi assoluta”.
Uno dei compiti dell’associazione è informare i soci sulle varie possibilità che enti e leggi offrono alle famiglie con molti figli. Dagli sconti per la Tari ai bonus per acqua luce e gas, bisogna essere capaci di industriarsi come formichine nella giungla delle diverse normative per poter mettere da parte, osserva Nanni, il “mattoncino” che può risultare utile in caso di bisogno. Ma, ad ascoltare il racconto di Nanni, è un’avventura entusiasmante.