Sul destino dell’area stazione deve esprime il proprio potere di indirizzo il consiglio comunale, decisioni così importanti per il destino della città non possono essere delegate esclusivamente ad una giunta, che oltretutto sta avviandosi verso il fine mandato. È quanto ha sostenuto con una interrogazione in consiglio comunale il capogruppo di Forza Italia Carlo Rufo Spina, che ha anche raccolto le firme perché in data 2 maggio si tenga una seduta del consiglio comunale esclusivamente dedicata all’argomento.
Secondo Spina la programmazione urbanistica su quell’area, complessivamente 12 ettari, deve tenere conto “di tutte le criticità e dei punti dolenti della città, senza prevedere nuova inutile cementificazione in aggiunta al motore immobiliare previsto quale corrispettivo per FS, e cercando di armonizzare gli interventi nell’area stazione alla luce dei “vulnera” urbanistici esistenti, in primo luogo la “nuova-mai nata e mai nascitura” questura di Via Roma”.
Il Masterplan approvato dalla giunta, parte integrante del protocollo d’intesa da sottoscrivere con le Ferrovie, prevede tre diversi macro interventi: la realizzazione, nell’area dietro l’ex Globo, della sede unica del Comune di Rimini, che andrebbe ad assorbire tutti i servizi dislocati in varie sedi prese in affitto (tranne Palazzo Garampi); la riorganizzazione dell’area del dopolavoro ferroviario dove troveranno posto un centro sportivo e ricreativo, un nuovo polo didattico-culturale (ovvero la nuova sede del Ceis) e l’ampliamento del parco; infine nell’area a mare, tra la fascia ferroviaria, il parco dell’Ausa e Viale Monfalcone, un insediamento residenziale di 15 mila metri quadrati, ovvero il motore immobiliare richiesto dalle Ferrovie dello Stato, che il Comune chiama pudicamente Housing. Un precedente protocollo con le Ferrovie prevedeva 45 mila metri quadrati.
A Spina soprattutto non sta bene che per la sede unica del Comune si preveda una nuova colata di cemento nell’area della stazione. La proposta alternativa, ventilata nell’interrogazione, è che l’amministrazione si muova per acquistare in sede fallimentare l’immobile di via Ugo Bassi, ovvero quello che doveva essere la nuova Questura. Un edificio ampio, ugualmente in posizione strategica, che potrebbe ospitare anche il comando della Guardia di Finanza. “A parte i 15 mila metri di residenziale, che sono il prezzo pagato a Ferrovie per avere la disponibilità delle aree, - sostiene Spina – non si deve pregiudicare l’area della stazione con una nuova cementificazione. L’area dove la giunta pensa di realizzare la sede unica degli uffici può essere utilmente usata come verde attrezzato, nuove piazze, parcheggi, nuova area mercatale . Per cinque giorni alla settimana avremo così un ampio parcheggio e negli altri due giorni la sede del mercato ambulante, liberando così le strade del centro storico”.
In consiglio comunale giovedì sera mancavano sia il sindaco Andrea Gnassi che l’assessore all’urbanistica Roberta Frisoni. A rispondere è stato l’assessore Jamil Sadegholvaad. “La risposta dell’assessore – afferma il capogruppo di Forza Italia – è preoccupante. Ha detto che il Comune non accetterà mai che in via Rosaspina, dove andrà la questura, si stipuli un contratto di affitto per 18 anni. Cosa vuole dire? Che il Comune userà i suoi mezzi di pressione, per esempio la delibera di variazione d’uso, per far saltare l’accordo raggiunto dal Ministero dell’Interno. Un intervento che mira innanzitutto a un obiettivo politico.”
Poiché nell’interrogazione Spina chiedeva anche se gli interventi previsti negli elaborati tecnici saranno oggetto di discussione, modifica e approvazione da parte del consiglio comunale e in quali tempi, al consigliere è stato risposto che poiché saranno necessarie varianti urbanistiche queste approderanno in consiglio. “Ma non basta. – replica Spina – Con le varianti i giochi sono ormai fatti, il consiglio può solo approvare e respingere. Occorre invece che il consiglio comunale discuta preventivamente ed esprima i propri indirizzi”.
Prima dei progetti del Masterplan, che ovviamente avranno tempi lunghi l’accordo con le Ferrovie prevede alcuni primi interventi. Innanzitutto, la nuova piazza pubblica di accesso alla stazione ferroviaria, i cui lavori sono previsti nel 2019. La nuova piazza, che comporterà l’abbattimento dell’ex sede IAT, metterà in collegamento primo binario, capolinea del Metromare, il parcheggio Metropark e la Velostazione. La piazza sarà dedicata a don Oreste Benzi, che nell’area della stazione andava a cercare i senzatetto.
Nel 2020 dovrebbero prendere il via i lavori per il prolungamento del sottopasso centrale della stazione, quello sotto i binari, che sarà accessibile direttamente dalla città, attraverso la hall del Fabbricato Viaggiatori in modo da garantire la massima continuità anche per gli attraversamenti urbani. Miglioramenti anche per il sottopasso del “Parco Ausa” che sarà ampliato e riqualificato al fine di garantire la continuità non solo dei percorsi ciclopedonali ma anche del sistema verde del parco. Riqualificazione anche per il sottopassaggio posto tra via Giovanni XXIII e via Monfalcone (quello che porta l grattacielo). La spesa, di circa 16 milioni, sarà totalmente a carico di Rfi.
Infine, tra gli interventi di prima fase rientra anche la soppressione del passaggio a livello di Via Morri/Via Polazzi a Viserba attraverso la realizzazione di un sottopasso carrabile e di un sottopasso ciclo-pedonale per cui è stimato un costo per i lavori di circa 9 milioni di euro, di cui 5,5 a carico RFI e 3,5 a carico del Comune attinto dai fondi del “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”.