Non si erano mai visti in commissione i consiglieri della Lega sostenere con tanta forza una delibera proposta della giunta, fino al punto di sollecitarne la rapida approvazione in consiglio comunale e di votarne anche l’immediata esecutività. La vicenda della nuova sede della questura scompagina le carte e divide anche l’opposizione, perché gli altri consiglieri hanno sollevato più di un dubbio sull’operazione.
Il dibattito, nella sostanza, ha ruotato intorno ad un unico argomento: quello della provvisorietà della soluzione di piazzale Bornaccini. Può considerarsi provvisorio un contratto di locazione della durata potenziale di diciotto anni (nove-nove, in caso di rinnovo)? Come scrisse Giuseppe Prezzolini “In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio e nulla di più provvisorio del definitivo”. E la massima si attaglia alla perfezione al caso nuova questura di Rimini.
Nel Patto per la sicurezza sottoscritto nel dicembre 2017 da Prefettura, Comuni e Provincia di Rimini con il Ministro dell’Interno Marco Minniti si parlava della realizzazione della Cittadella della Sicurezza in via Ugo Bassi (dove c’è tuttora l’immobile terminato e abbandonato al degrado) e di un trasferimento provvisorio della questura in piazzale Bornaccini. Il trasferimento doveva addirittura avvenire entro il 28 febbraio successivo e l’apertura di via Ugo Bassi entro il biennio 2019-2020.
Le cose non sono andate in questo modo, tutto si è bloccato fino al blitz dei mesi scorsi del sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone che annunciava trionfalmente che era stata trovato una soluzione per la questura, ovvero l’affitto per 18 anni dell’immobile di piazzale Bornaccini, dove erano stati ospitati la Provincia e, fino a poco fa, il Centro per l’Impiego. Si è anche saputo che nel frattempo l’Inail si era ritirata dalla procedura d’acquisto, per sette milioni, dell’immobile di via Ugo Bassi.
Al netto delle feroci polemiche politiche che hanno accompagnato queste ultime puntate della telenovela, il Comune di Rimini ha provveduto a trasferire il Centro per l’Impiego a Palazzo Valloni e, con la delibera passata ieri in commissione e all’ordine del giorno del consiglio comunale del 18 aprile, a concedere il “permesso in deroga” che consentirà alla proprietà, la società Diegaro di Cesena, di compiere i lavori di adeguamento per ospitare la questura. Quest’ultimo passaggio avviene solo ora perché, è stato spiegato in commissione, solo il 18 marzo scorso l’amministrazione ha ricevuto il contratto d’affitto fra lo Stato e la Diegaro.
Perché l’immobile di piazzale Bornaccini possa ospitare la questura, il Comune concede il cambio di destinazione d’uso degli ultimi due piani da residenziale a uffici, consente che il piano interrato cambi destinazione da autorimessa a magazzino, consente pure che la recinzione sia alta tre metri. Per quanto riguarda gli standard, rientrano nei parametri quelli del verde mentre i parcheggi, che mancano, saranno monetizzati. In totale la società, fra standard e oneri, verserà circa 200 mila euro.
Il cambio di destinazione è assolutamente temporaneo, durerà solo per la durata del contratto e al termine dovrà essere ripristinata la situazione precedente (salvo che per gli ultimi piani che restano uffici in modo definitivo).
La discussione, come si è detto, ha ruotato attorno al termine temporaneo. Gioenzo Renzi, di Fratelli d’Italia, ha messo alcuni puntini sulle “i”. Ha osservato che non deve passare inosservato il fatto che l’affitto dell’immobile passa da 237 a 510 mila euro l’anno. Da cosa dipende questo più che raddoppio del canone? “Forse la Corte dei Conti avrebbe qualcosa da dire”. Per non parlare dei parcheggi, che sono stati monetizzati, ma mancheranno nella realtà. Secondo Renzi dovrà essere fatta chiarezza su tutti i passaggi, perché c’è il rischio evidente che la soluzione temporanea possa diventare definitiva. È stato detto che il Ministero avrebbe 30 milioni pronti per acquistare l’immobile di via Ugo Bassi e per ristrutturarlo. “Se è vero, i tempi possono essere brevi, visto che in un anno e mezzo si demolirà e si ricostruirà il ponte Morandi di Genova”. Ma su questi 30 milioni non ci sono certezze: solo il tempo, e gli atti conseguenti, lo potranno confermare.
Renzi ha anche chiesto cosa sta facendo l’amministrazione per garantire che piazzale Bornaccini sia effettivamente una soluzione provvisoria. Rivolgendosi ai consiglieri leghisti, ha infine auspicato un fronte comune della città per ottenere risposte non evasive dal Ministero.Il dirigente Carlo Piacquadio ha spiegato che il contratto d’affitto prevede che lo Stato possa recedere in qualsiasi momento, previo congruo preavviso. I posteri diranno se sarà mai esercitato.
L’assessore Roberta Frisoni, da parte sua, ha ribadito che per l’amministrazione la soluzione definitiva è via Ugo Bassi, e su questo non si discute.
“In tal senso – ha aggiunto - risulta difficilmente spiegabile l’atteggiamento e le parole di uomini del Governo e di forze politiche che su via Ugo Bassi ipotizzano di tutto, salvo non lavorare e attivarsi per l’unica soluzione scritta nelle carte, negli accordi, nei patti, nel buonsenso. Certo è che se perdurasse la labilità circa l’esecuzione degli impegni del Patto relativi a via Ugo Bassi, il Comune di Rimini non esclude di ricorrere a iniziative di tipo amministrativo e politico utili ad avere la chiarezza necessaria per potere dare le risposte obbligatorie alla città di Rimini e ai cittadini riminesi. Ci auguriamo che anche chi fino ad oggi si è impegnato per la soluzione provvisoria di piazzale Bornaccini sia al nostro fianco, con la stessa determinazione, per arrivare ala soluzione definitiva.”. Evidente il riferimento alla Lega.