Concessioni spiagge, Gnudi stoppa il decreto. Vertice a Bruxelless alla luce dell’aiutino di Ue a Spagna
“Il decreto per il riordino delle concessioni demaniali che sta circolando, così com’è, non va bene”. Lo dicono a una voce i parlamentari Sergio Pizzolante (Pdl), Elisa Marchioni (Pd) e Amedeo Ciccanti (Udc) che giudicano il provvedimento “nel merito debole sulle premialità e sul riconoscimento del valore d’impresa”. Al di là del merito c’è un piccolo particolare di cui il ministro Piero Gnudi non avrebbe tenuto conto.
“In Spagna, pur partendo da una situazione molto diversa rispetto all’Italia, le concessioni (come previsto dal decreto del Governo) potrebbero essere rinnovate senza evidenza pubblica, per ragioni di tutela ambientale e delle coste e per la salvaguardia del patrimonio immobiliare e imprenditoriale”, dicono. Allo stato attuale, inoltre, sembra non ci sia un parere avverso del commissario europeo alla Concorrenza, che invece “per l’Italia ha avviato una procedura di infrazione e si è più volte espresso contro ogni ipotesi tesa ad evitare le evidenze pubbliche”.
E’ per questo che i parlamentari sono scesi in campo ribadendo “al ministro la necessità di non presentare il decreto nel prossimo Consiglio dei ministri, per tornare ad un confronto con l’Europa e per poter avviare un’analisi tecnico-politica con le associazioni di categoria. Perché deve essere chiaro, ciò che dovesse essere concesso alla Spagna non potrà non essere consentito all’Italia”.
Il ministro, dopo l’intervento dei parlamentari, ha dichiarato che non presenterà il decreto e “ha già pianificato, nei prossimi giorni, una missione a Bruxelles per valutare, sulla base anche delle ultime novità, ogni possibile misura a tutela di questo fondamentale settore economico”.