Ci sarà anche un gruppetto delle sue amiche a condurre le visite guidate. Per loro Sandra Sabattini è stata più che una santa della porta accanto, secondo la felice espressione di papa Francesco. È stata un'amica con cui hanno chiacchierato, con cui si sono confidate, con cui hanno mangiato insieme, con cui si sono divertite. Ed ora vivono l'inimmaginabile avventura di condurre gli altri alla scoperta di «una vita bella e gioiosa», come ama ripetere Daniela Giannini, una delle amiche che si è buttata anima e corpo nell'impresa di far conoscere Sandra al pubblico del Meeting di Rimini.
Fra le numerose mostre che saranno ospitate nei padiglioni della Fiera dal 18 al 24 agosto, c'è anche quella su Sandra Sabattini. Questa vita non è mia, curata da Laila Lucci, la biografa, con la collaborazione della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Nel marzo scorso Sandra è stata dichiarata venerabile, cioè è stato riconosciuto che ha praticato le virtù cristiane in modo eroico. Poiché è stato già stato vagliato un miracolo ottenuto grazie alla sua intercessione, si prevede che nella primavera del 2020 sarà proclamata beata. Nei ricordi della mia frequentazione con don Oreste Benzi, c'è una frase che mi disse quando stavamo registrando le interviste per Con questa tonaca lisa: «C'è una cosa che voglio fare prima di morire, avviare il processo di beatificazione di Sandra Sabatini». Allora era un nome sconosciuto, o noto ai pochi che l'avevano incrociata nella Comunità. Anch'io reagii con uno scettico «E chi è?». Il processo è stato avviato il 17 settembre 2006, poco più di un anno prima che don Benzi salisse al cielo. Come a volte accade, i tempi di Dio hanno voluto che la figlia giungesse al traguardo prima del padre.
Chi era dunque Sandra Sabatini? Laila Lucci la definisce come una persona che “ha vissuto l'ordinario in modo straordinario”. Giovanni Paolo II disse qualcosa di analogo a proposito della vita di San Benedetto da Norcia: «Era necessario che l'eroico diventasse normale, quotidiano, e che il normale, quotidiano diventasse eroico». È la dinamica della santità, vera in ogni tempo e in ogni contesto.
Nella vita di Sandra non ci sono eventi eccezionali. Del resto è morta giovane, nel 1984, all'età di 23 anni. Ha avuto solo il tempo di essere figlia, studentessa, amica, fidanzata, piena di progetti (voleva fare il medico missionario) per il futuro. E allora cosa potranno mai raccontare i 36 pannelli in cui si dipana la mostra? «Documentano, facendo parlare lei attraverso le parole del Diario, l'azione della Grazia nella sua vita”, risponde Laila Lucci. In una ordinaria storia, insignificante agli occhi del mondo, si è sviluppata una storia con il sigillo di Dio. Quindi molto più influente di tante altre storie che salgono agli onori delle cronache.
Di Sandra si racconta sempre che si lasciò coinvolgere a fondo nell'esperienza della Papa Giovanni XXIII, fondata sulla condivisione delle persone povere e bisognose. Lo sottolineò anche uno che se ne intendeva, don Benzi: «Era veramente tagliata per la vocazione della Comunità Papa Giovanni XXIII: conformare la propria vita a Gesù, povero e servo, condividendo direttamente la vita degli ultimi, dando spazio alla preghiera, vivendo nell'obbedienza e nella fraternità». Ma il punto centrale è la conformità a Gesù. «Ad un certo punto – spiega Lucci – si accorge che l'impegno per i poveri non le bastava. Scelgo Te e basta, scrive nel Diario e riportiamo nella mostra. Capisce che bisogna accettare tutto il Cristo e cambiare radicalmente».
«Per noi – racconta Daniela Giannini – Sandra era una che camminava forte. Noi abbiamo avuto il dono di starle vicino, di vedere questo riflesso di Dio. Spero che la mostra aiuti a capire che il santo non è uno che sta nella nicchia, lontano da noi. È uno di noi, dobbiamo essere protesi ad accorgersi dei santi che ci passano accanto».
Di questa ragazza, molto concreta, attiva, gioiosa di vivere, don Benzi amava sottolineare l'aspetto contemplativo: «Sandra leggeva nella realtà creata, nelle persone, negli avvenimenti, nella grandezza e nella miseria umana il messaggio che Dio esprime. Essa riusciva a coglierlo con la sensibilità che la vocazione le donava. Tutta la realtà creata, tutte le persone tutti gli avvenimenti contengono i messaggi di Dio; siamo contemplativi nella misura in cui sappiamo coglierli e leggere la realtà con Lui».
In un'altra occasione osservò che «Il Signore l’ha accolta nel momento in cui stava crescendo nell’essenziale».
Due giorni prima dell'incidente che le costò la vita scrisse nel Diario: «Non è mia questa vita che sta evolvendosi, ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo. Sandra, renditene conto! E’ tutto un dono su cui il ‘Donatore’ può intervenire quando e come vuole. Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora».
Valerio Lessi
Sandra Sabattini. Questa vita non è mia
a cura di Laila Lucci. Con la collaborazione della Comunità Papa Giovanni XXIII
Meeting per l'amicizia fra i popoli, Rimini 18-24 agosto