(Rimini) "La Regione Emilia Romagna deve intervenire su Hera per azzerare la tassa sui rifiuti alle attività che a causa del Covid non hanno aperto e in percentuale ridurla a quelle più penalizzate. Hera rinunci a guadagni con tanti zeri e rimetta in circolo un po' di ricchezza nel territorio. Se la società privata, ma partecipata da comuni e regione non sente, allora deve intervenire il governatore Bonaccini perché basterebbe questo ad alleviare l'economia della Romagna". Un appello in tal senso lo ha lanciato il sindaco Renata Tosi, in un breve intervento che andrà in onda al tg delle 20 di Sky. Un appello che segue l'accorata richiesta da parte delle categorie economiche espressa questa mattina all'assessore al Bilancio, Luigi Santi e al presidente del consiglio comunale, Gabriele Galassi in un incontro web dalle categorie economiche, Federalberghi, cooperativa Bagnini, Confesercenti, Confcommercio, Cna e Confindustria Romagna, sul tema tributi. "Questo è un momento di ascolto da parte dell'amministrazione nei confronti delle istanze che arrivano dalla comunità produttiva della città - ha introdotto l'assessore Santi - anche in merito alle problematiche sorte a causa delle restrizioni per il contenimento della pandemia. L'amministrazione vuole poter dare le risposte che le attività della nostra città si attendono - ha aggiunto - e quindi come avevamo stabilito in occasione della presentazione della previsione di Bilancio, procediamo sulla linea del confronto. Come avete visto abbiamo attivato un nuova partita dei buoni spesa per andare incontro alle esigenze delle nuove fragilità economiche e altre misure seguiranno".
Da parte delle categorie unanime la richiesta di uno sconto sulla Tari e di un incontro con Hera. "Stiamo predisponendo una lettera che solleciti un incontro con a tre, Hera, Comune e categorie - è intervenuto Diego Casadei (coop Bagnini) perché è il nodo più grande". Sulla stessa lunghezza d'onda anche albergatori e altre categorie. "Chiediamo al Comune di intervenire - ha detto Bruno Bianchini (albergatori) se e nella misura in cui l'Ente pubblico ha dei margini di manovra". Per quanto riguarda la Tari, l'assessore Santi ha spiegato che al Comune di Riccione, calcolate le aliquote provinciali e altre imposte, all'Ente resta poco o niente per intervenire anche perché "vi si deve calcolare anche il fondo Tari per le famiglie più fragili che il Comune ha rinnovato anche quest'anno per un valore di 250 mila euro".
Da Alfredo Rastelli di Confcommercio Riccione la puntualizzazione su quanto deciso a Rimini che si vorrebbe anche a Riccione e cioè di "azzerare la Tari alle attività mai aperte a causa della pandemia, abbattere la tariffa del 40% agli alberghi, del 40% ai pubblici esercizi, del 3% al commercio e del 10% ai balneari".
"Le scelte degli altri Enti vanno rispettate - ha detto Santi - ma credo che non si possano chiedere sacrifici ad una parte della comunità per favorirne un'altra con i soldi delle tasse di tutti. Soprattutto se c'è una società di privata, quotata in borsa, partecipata dagli enti pubblici che agisce in regime di monopolio. Hera non ha avuto contraccolpi economici dovuti al Covid, allo stesso tempo non abbassa le tariffe, ma chiede ai Comuni di stornare il 98% della Tari, creando una enorme disparità tra i cittadini, creando altro debito per le casse dei Comuni che ricadranno sempre sulle tasche di quei redditi più facilmente accertabili. Hera per quel suo 46% di capitale pubblico non può scatenare questa guerra tra poveri. Tra cittadini e categorie, tra Comuni per un servizio che gestisce da monopolista. Noi stiamo con chi chiede di azzerare le tariffe per le chiusure e cercheremo con le categorie una soluzione che possa essere equa per tutti".