“No, Emma non ha fatto un passo indietro. Insieme abbiamo fatto due passi in avanti”, chiosa Jamil Sadelgholvaad, che per la prima volta parla nelle vesti di candidato sindaco del Pd. Sei mesi di lotta feroce dentro al partito sembrano magicamente dileguarsi sotto il solleone di giugno in un’afosa piazza Cavour dove si tiene la conferenza stampa per raccontare l’accordo raggiunto all’unanimità.
C’eravamo talmente odiati che ora quasi teneramente ci amiamo di fronte al mondo incredulo. Il centrodestra che sperava nello scenario della divisione a sinistra anche alle urne deve ricredersi ed aggiornare rapidamente la strategia di attacco.
La lunga stagione dei contrasti, passata addirittura attraverso le carte bollate di partito, si è ricomposta sui nomi di Jamil e di Chiara Bellini, una civica, non iscritta ad alcun partito, docente universitario, ma soprattutto fra le promotrici del movimento “Io sto con Emma”. Se bastava un ticket (o un tandem, come lo chiama Petitti) che bisogno c’era di far consumare quintali di pop corn agli osservatori riminesi? “La mediazione – precisa Sadegholvaad – non è stata sui nomi, ma è stata raggiunta una sintesi alta su un progetto dove ciascuno ha recuperato le proprie istanze originali”. Si potrebbe dire che è stata praticata l’antica e in disuso arte del compromesso che, insegnava il teologo Ratzinger, è il metodo migliore della politica.
Emma Petitti, da par suo, ha spiegato cosa l’ha spinta a fare il passo indietro (o in avanti). Dopo essere scesa in campo, dopo che c’è stato il fuoco di sbarramento sulle primarie che dividevano il partito, dopo che è sfumato il fantasma della candidatura terza, non restavano che due strade: o la rottura o tornare a fare politica in modo ancor più responsabile (e calca l’accento su responsabile) e unitario.
E così alla fine è passata la candidatura di Jamil Sadegholvaad, autodefinitosi l’assessore dal nome strano; “una candidatura che, - ha sottolineato Francesco Boccia, responsabile nazionale degli enti locali, - piace molto a me e al segretario Enrico Letta. “E’ il simbolo delle politiche di centrosinistra, di una Rimini larga, inclusiva”.
Dopo l’ultimo rinvio delle decisioni, Jamil ed Emma hanno cominciato a dar corpo all’accordo, a scrivere materialmente il “Nuovo patto politico per lo sviluppo di Rimini”. Quattro pagine fitte che si concludono con le firme autografe di Sadegholvaad e Petitti. Una sorta di riesumazione del contratto di governo gialloverde, solo nella forma ovviamente, ed in versione centrosinistra, stile balneare.
La diatriba continuità/discontinuità rispetto all’amministrazione Gnassi è stata così risolta: “Proseguire nella lunga scia di buon governo del centrosinistra riminese, adattando, modificando, connettendo alle domande di un mondo e di una realtà in profondo cambiamento anche gli stessi progetti che sono in fase di attuazione”. Si fanno anche gli esempi: il Parco del Mare va completato avendo più attenzione ad accessibilità e parcheggi (anche se è difficile pensare che la necessità dei parcheggi, ammessa oggi, dipenda, come suggerisce il documento, dal covid o dal mondo che cambia). Curiosamente viene anche rilanciato il Piano Strategico, che va ripreso con lo spirito originale e di cui va ricostituito il Forum.
Jamil ed Emma concordano che il centro sinistra a Rimini è sempre stato capace di essere “alternativo a se stesso, unendo continuità e innovazione”. Quindi in gioco “non vi è alcuna rivalsa politica”.
Si precisa che il documento “è la sintesi di visioni culturali e programmatiche diverse che dovevano trovare la sintesi con le primarie”. Ha prevalso la paura delle divisioni insanabili, ma d’ora in poi quando ci saranno più candidature “si proceda alle primarie senza tentennamenti”.
Nel documento c’è anche una sintesi del programma: al primo posto la riqualificazione alberghiera, ma senza cedere alla suggestione dei cambi di destinazione da hotel a residenza. Al secondo punto c’è la riqualificazione della rete commerciale nella zona turistica, perché non basta l’arredo urbano. Riqualificazione anche del centro storico. Potenziamento della sanità territoriale e ospedaliera. Attenzione alle periferie. Politica della casa e rinnovata politica fiscale con l’obiettivo di eliminare alcune imposte. Politica della sicurezza urbana e una decisa ‘oliata’ alla macchina comunale. Senza ripristinare i vecchi quartieri, vanno trovate forme nuove per favorire la partecipazione dei cittadini.
La conferenza stampa qualche diversità fra Jamil ed Emma l’ha comunque messa in evidenza. Mentre Petitti ha insistito sulla coalizione larga e quindi sull’indispensabile accordo con il Movimento 5 Stelle, Sadegholvaad ha invocato un ampio accordo fra partiti, liste civiche e società civile, accennando solo per dovere di accordo unitario al dialogo con i pentastellati.
La prima iniziativa del candidato Sadegholvaad sarà quella di convocare il tavolo della coalizione per condividere gli ultimi passaggi, e poi cercare i 5 Stelle per un “accordo sul programma”. I 5 Stelle anche oggi si sono fatti vivi per sparare sulla giunta Gnassi. Nelle settimane scorse proprio loro avevano sollecitato un confronto sui programmi. Ora più che a Rimini forse guardano allo psicodramma Conte-Grillo dove è in gioco la loro stessa esistenza.