Rimini | Asili comunali, le educatrici negoziano per il loro contratto
Le educatrici e le insegnanti del Comune di Rimini si dichiarano stupite da alcune conclusioni tratte dal vice sindaco Gloria Lisi in occasione dell’assemblea sugli asili, domenica scorsa. Anzi, “speriamo – dicono – di avere frainteso le sue parole”. E chiedono un incontro, questa volta un appuntamento, per un chiarimento.
Dal racconto delle educatrici sembra che il vicesindaco arrivando al nocciolo della questione, quello della situazione contrattuale (le maestre chiedono il tempo indeterminato, anche quelle delle suole in vista di esternalizzazione), abbia fatto notare che al giorno d’oggi certi privilegi del passato non possano più essere concessi. “Sembrerebbe – scrivono le maestre – che, di questi tempi, "godere" dei diritti previsti dai contratti collettivi di lavoro equivalga a detenere dei privilegi di cui nessuno vuole farsi carico. Come educatori ma anche come genitori (sopratutto madri) crediamo che il diritto alla maternità non debba essere messo in discussione; che a farlo siano proprio donne (magari anche madri, e persone che ricoprono ruoli istituzionali) ci lascia ancor più perplessi. Il fatto che le colleghe dei servizi privati non fruiscano dei legittimi diritti previsti dalla contrattazione dimostra solo che sono più ricattabili. Non ci sono privilegi da abbattere, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, quanto piuttosto diritti da tutelare per i dipendenti del privato sociale, a cui va garantita pari dignità professionale”.
Imputabili, secondo le maestre sarebbero invece “sacche di inefficienza all'interno dei nostri servizi, ma ci auguriamo di aver mal interpretato le sue parole, siamo noi per primi a richiedere che vengano eventualmente individuate e sanzionate: esistono organi istituzionali preposti allo scopo”. Su questo poi qualche mese fa è stato lo stesso vice sindaco vittorioso a presentare i numeri incoraggianti dell’indagine di custumer satisfaction su asili e scuole comunali.