Rimini | Bilancio, Brasini amareggiato dai sindacati
Dopo il colpo di coda dei sindacati di ieri sui problemi di concertazione dei bilanci di previsione delle amministrazioni del riminese, oggi la risposta dell’assessore al bilancio del Comune di Rimini, Gian Luca Brasini che si dichiara “amareggiato” e “anche un po’ stupito, quasi che questa presa di posizione pubblica sugli organi d’informazione risponda ad altre esigenze più che a uno spirito costruttivo e di confronto come, sedendoci al tavolo, abbiamo sempre pensato”.
Rispetto alla denuncia del difficile confronto sul bilancio tra sindacati e Comune, la risposta di Brasini è abbastanza disillusa. “Avremmo potuto tranquillamente risparmiarci sia l’incontro già avuto non più tardi del 31 maggio scorso, sia quello in programma giovedì prossimo. Perché noi, a questo confronto ci abbiamo creduto tanto da recepire in larga parte le indicazioni avanzate dalle organizzazioni sindacali (presentate con un documento nel febbraio 2013 e, ancor prima, nel dicembre 2012 dal sindacato dei pensionati) in merito alla equità, non arretramento sui servizi sociali erogati, riduzione del carico fiscale, lotta all’evasione, riduzione Imu sugli immobili produttivi, contenimento addizionale Irpef (a Rimini la più bassa in Emilia Romagna tra i comuni capoluogo)”.
Nel merito l’assessore si dichiara anche stupito dai “giudizi estemporanei, ed anche superficiali, nei confronti di quei 29mila riminesi con reddito sotto i 15mila euro che, grazie alle scelte di questa Amministrazione, saranno esentati dall’Irpef. Una fascia più in difficoltà, a cui l’Amministrazione ha prestato attenzione, dove, certo, possono annidarsi anche sacche d’evasione ma che, come abbiamo già dimostrato dati alla mano, riguarda per l’80% dipendenti e pensionati”.
Il refrain dei tagli statali, assicura l’assessore, non è solo un intercalare. “Vorrei ricordare come siano 18 i milioni di euro di risorse cancellate dallo Stato a questo Comune e come, nonostante questo, senza inasprire la pressione fiscale (siamo uno dei pochi comuni a non inasprire le aliquote), siamo riusciti a mantenere inalterato il nostro impegno sul welfare (anche compensando i tagli regionali), a non inasprire la pressione fiscale, a non svendere il territorio per incassare facili oneri d’urbanizzazione da investire nella spesa corrente e non in opere pubbliche, a mettere in campo una politica finanziaria virtuosa a cancellazione dei debiti sulle generazioni future attraverso l’estinzione di mutui”.