Rimini | Occupazione, Soldati sui dati del rapporto economia: Non basta chiedere flessibilità, bisogna cercare qualità e innovazione
Il rapporto sull'economia riminese presentato ieri dalla Camera di commercio di Rimini offre all'assessore provinciale Meris Soldati alcuni spunti di riflessione sulle condizioni dei lavoratori a livello locale. Secondo Soldati i numeri presentati in università mettono “in evidenza come le esperienze d’impresa positive in questo periodo difficile siano quelle che puntano sull’export e su prodotti ad alta tecnologia. Quindi le aziende che fanno dell’internazionalizzazione, della ricerca, dell’innovazione e in generale della qualità del lavoro e della qualità del capitale umano il loro principale asset di sviluppo".
Non è cosa da poco visto che ricorda Soldati "a livello nazionale mi pare che si sia individuato nella maggiore flessibilità (qualcuno la chiama precarizzazione) la chiave di volta per garantire occupazione e benessere al nostro Paese. E’ lecito chiedersi se sia davvero così, anche alla luce dell’esperienza e dei numeri riminesi". Negli ultimi anni, nel riminese, appena uno di 10 avviati ha avuto contratti a tempo indeterminato; gli altri 9 si sono arrangiati con forme contrattuali più o meno precarie. "Nei fatti dunque la flessibilità già c’è, e da almeno 10 anni, ma questo non ha impedito le enormi, drammatiche difficoltà di trovare lavoro da parte dei giovani e di chi resta senza occupazione dopo i 50 anni".
E' qui che trova valore "l’esperienza portata ieri da alcune imprese riminesi" e che "dimostra al contrario che nessuna di esse ha puntato sulla flessibilità/precarizzazione ma semmai sulla ricerca e sull’innovazione. Chi contrabbanda la flessibilità come la ricetta vincente e non promuove con altrettanta forza la qualità, rischia di fare un errore devastante per lo sviluppo del Paese".
E qui un suggerimento al governo. "Non temo di affermare che le proposte al vaglio in queste settimane dal Governo riducano e di molto lo spazio per la formazione, ad esempio, per l’apprendistato, cercando di emulare modelli di flessibilità di Paesi troppo differenti dal nostro in tutte le componenti del tessuto socioeconomico".