Niente elezioni per Dreamini
Dreamini ha confermato: alle prossime elezioni amministrative niente lista civica, la già annunciata Parte Civile va in congelatore. Dreamini non si considera un concorrente dei partiti e delle altre liste civiche, ma vuole svolgere il ruolo di facilitatore all’aggregazione fra le forze alternative alla sinistra e di coagulo intorno ai contenuti.
E la conferenza stampa di oggi era appunto convocata per presentare un documento che riassume “un’idea di governo della città”. Non un libro dei sogni e nemmeno “un pacco del mare” ha ironizzato il presidente Bruno Sacchini in riferimento al Parco del Mare annunciato dall’amministrazione.
Il tavolo di lavoro che l’ha generato comprende un lungo elenco di liste civiche, partiti e associazioni varie. Sono, nell’ordine distribuito, Comar, Forza Italia, Io per Rimini, Fratelli d’Italia, Cuore di Rimini, la Rimini che vorremmo, Ncd, Italia Unica, Lega, Fare, Luigi Camporesi, ex consigliere grillino, Ricostruiamo il paese, Associazione commercianti centro storico. Un’aggregazione che continuerà insieme il suo lavoro, a meno che qualcuno – ha osservato Sacchini – non si sfili alla luce delle novità politiche nazionali (vedi Italicum) o dei risultati delle prossime elezioni regionali.
L’idea di governo parte dal giudizio di un progressivo declino di Rimini per approdare all’esigenza di un programma di investimenti pubblici indispensabili per stimolare l’iniziativa privata oggi demoralizzata e inerte. Ma dove trovare le risorse? La parola d’ordine di Dreamini è: dismissioni. Bisogna procedere con la privatizzazione del sistema fieristico-congressuale e respingere con forza ogni ipotesi di integrazione con Bologna. Dalla dismissione del pacchetto di maggioranza di Rimini Fiera si spera di poter ricavare 150 milioni. Altra dismissione da realizzare è quella della quota detenuta in Hera: una cessione potrebbe fruttare altri 50 milioni. Dreamini propone inoltre anche una riduzione di 70 milioni del capitale della Società delle Fonti (ex Romagna Acque): il capitale residuo sarebbe sufficiente per finanziare investimenti annui di una società monopolista che in dieci anni ha speso quasi sei milioni in promozione e pubbliche relazioni.
Da Dreamini arriva quindi un deciso no al Trc: i lavori di esecuzione vanno spesi per studiare una soluzione più idonea.
Per gli investimenti da realizzare in futuro Dreamini propone lo strumento della Finanza di progetto, che può essere vincente e praticabile solo in presenza di una amministrazione credibile e affidabile.
Altro secco no all’aumento di tasse e imposte per i cittadini, puntando tutto sulla lotta all’evasione fiscale.
La nuova amministrazione dovrà inoltre ascoltare i cittadini, attraverso consultazioni popolari, su tutti i più rilevanti temi della vita amministrativa.