Meeting 2015 nel segno del dialogo fra ebrei, cristiani e musulmani. E ci sarà anche Noam Chomsky
Il mondo del post 11 settembre, del dopo Charlie, delle guerre in Medio Oriente e dell’Isis, del venerdì nero 27 giugno 2015, sarà protagonista del Meeting 2015. Non poteva essere altrimenti: il raduno di Rimini è da sempre un luogo dove guardare con realismo le contraddizioni del mondo e dove si cerca di praticare un dialogo e un incontro fra posizioni culturali differenti. In attesa di conoscere il programma completo, che sarà presentato il 2 luglio a Roma, dalle anticipazioni si comprende come il confronto che sarà praticato a Rimini dal 20 al 26 agosto, sarà di livello alto.
Già l’incontro inaugurale mette subito a fuoco una questione decisiva. Gli attentati islamici hanno suggerito a qualcuno la tesi che le religioni, con la loro pretesa di verità, sono la sorgente di ogni violenza? Il Meeting replica con un incontro dal titolo Le religioni sono parte della soluzione, non il problema. Allo stesso tavolo il cardinale Jeaun-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglioper il dialogo inter-religioso, Azzedine Gaci, Rettore della moschea Othmane Villeurbane, e il gran rabbino di Francia Haïm Korsia.
Se questo dialogo fra gi esponenti di tre fedi attirerà certamente l’attenzione del pubblico e dei mass media, si può prevedere già il tutto esaurito anche per quello tra don Julián Carrón, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione e il prof. Joseph Weiler, Presidente dell’Istituto Universitario Europeo, intellettuale ebreo che da anni è ospite fisso del Meeting e cultore appassionato del dialogo con gli amici ciellini. Carrón e Weiler si confronteranno sulle maggiori sfide del mondo contemporaneo a partire dalla figura di Abramo, che sia ebrei che cattolici riconoscono come padre della fede.
Se a Rimini, conformemente alla vocazione della città ad essere punto di incontro fra uomini e popoli, si battono le strade del dialogo, non si può certo ignorare che nel Medio Oriente la guerra rischia di distruggere ciò che rimane della presenza cristiana e che i tagliatori di teste dell’Isis non accennano certo a deporre le armi. Questa situazione drammatica e incandescente sarà testimoniata da padre Douglas Bazi parroco a Erbil, un sacerdote che conosce per esperienza la violenza delle persecuzioni e che trova comunque il coraggio di affermare “Dobbiamo perdonare. Il tempo del perdono è il tempo della guerra, perciò è questo nostro tempo. Se perdoniamo vuol dire che siamo liberi, se non lo facciamo vuol dire che siamo come loro”.
Ma Islam e democrazia possono convivere? Ecco un altro argomento decisivo che sarà affrontato da Rafaa Ben Achour, giudice della Corte africana di diritti umani, dalla giurista Tania Groppi, dal docente di diritto costituzionale a Instanbul Brahim Kabglu e da Adel Omar Sherif della Corte costituzionale d’Egitto. Il confronto non avverrà solo a livello culturale e religioso. Fra le personalità invitate dal Meeting figurano anche il Ministro degli Esteri tunisino,Taieb Baccouche, e quello egiziano, Sameh Shoukry.Se gli avvenimenti di questi giorni consentiranno loro di essere presenti, Rimini si troverà davvero al cuore dei problemi e delle tensioni del momento.
Se è noto che il Meeting 2015 deve fare necessariamente i conti con la crisi e i tagli di bilancio, non per questo il programma risulta meno ricco. Quest’anno, per esempio, si riprende una antica tradizione che ha caratterizzato il Meeting: quella di invitare i “grandi vecchi” della cultura, non necessariamente cattolici, come fu nel caso di Eugene Ionesco. E quest’anno la scelta del Meeting è davvero sorprendente: sarà a Rimini Noam Chomsky, 86 anni, linguista e filosofo della conoscenza di fama mondiale, ma anche noto per le sue posizioni di sinistra libertaria e anticapitalista estrema. Sarà interessante ascoltarlo in questa fase della storia mondiale e sarà ancor più stimolante osservare il suo impatto con la platea ciellina.
Al Meeting si parlerà del sempre spinoso rapporto fra Chiesa e denaro con il cardinale George Pell, prefetto del segretariato vaticano per l’economia; ci sarà monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei; si farà il punto sulla buona o cattiva scuola con l’ex ministro Luigi Berlinguer, si andrà in giro per le stelle con Duccio Macchetto e l’astronauta Roberto Vittori.
Ad approfondire il titolo del Meeting (“Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?”, un verso del poeta Mario Luzi) sarà l’Abate Mauro Lepori. Curiosamente, a parlare di mancanza, saranno a Rimini anche due uomini di sinistra come Fausto Bertinotti e il giornalista Piero Sansonetti.
Il Meeting parla diversi linguaggi ed uno di questo è quello dello spettacolo. Ed è su questo fronte che la novità di questa edizione è la collaborazione con la Sagra Musicale Malatestiana. E la collaborazione si sviluppa in diverse iniziative, a partire dal concerto La dolce vita: la musica del cinema italiano, un omaggio alle colonne sonore che hanno impreziosito tanti film. Saranno le musiche di Nino Rota, Ennio Morricone, Luis Bacalov, Nicola Piovani, Stelvio Cipriani, Armando Trovaioli, Giovanni Fusco, Riz Ortolani, Nino Oliviero, ad essere eseguite dall’Orchestra Arturo Toscanini diretta dal maestro Stevan Mercurio. Ma se gli orecchi saranno tesi all’ascolto, gli occhi saranno puntati sulla guest star, l’attore e regista Martin Scorsese.
In collaborazione con la sagra anche lo spettacolo multimediale L’Impronta- Cuori moderni (brani poetici letti da attori) che avrà come ospite d’onore Michael Lonsdale, protagonista del film Uomini di Dio sull’assassinio dei monaci di Tibhirine avvenuto in Algeria nel 1996.