Gardini: Parco del Mare, buona l'idea di liberare la spiaggia, ma...
“Non è che quest’anno gli italiani hanno riscoperto il mare – osserva il professor Attilio Gardini, docente di Econometria, a proposito del primo bilancio di stagione stilato da Federalberghi – Il punto è che sul movimento turistico hanno influito fattori esogeni, come per esempio la situazione di impraticabilità di molte destinazioni del mediterraneo e del Nordafrica. Molti turisti italiani che negli anni scorsi andavano in queste località di mare, quest’anno hanno scelto il mare italiano. Il punto è che come Riviera di Rimini abbiamo intercettato poco o niente del movimento turistico estero che non è andato in Nordafrica. Ha preferito altre mete europee”.
Il professor Gardini dice che per un’analisi completa dell’andamento della stagione bisognerebbe avere i dati definitivi di luglio e magari anche quelli di agosto, anche se certe tendenze sono comunque ben visibili: il buon andamento degli italiani e la sofferenza sul mercato estero. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale del turismo, L’Europa meridionale e mediterranea ha visto nei primi quattro mesi dell’anno un aumento del 5 percento, anche se questi sono mesi di bassa stagione. A Rimini la bassa stagione si è vista tutta, con un pesante segno negativo.
Rimini continua ad accumulare risultati con il segno meno che si aggiungono agli altri delle passate stagioni. “In effetti – afferma Gardini – Rimini sembra in capace di svolgere il suo ruolo di capitale, anche se bisogna riconoscere che il sindaco è impegnato in un’azione di riposizionamento. Il problema di Rimini è l’obsolescenza delle strutture ricettive, che sono rimaste più indietro rispetto a quelle di altre località della costa. Le scelte urbanistiche dell’amministrazione, orientate a dire stop al cementificio, dovevano avere una visione diversa per la zona mare. In questa zona della città c’è bisogno di rinnovare, di ristrutturare. Abbiamo assoluto bisogno di un’offerta che sia competitiva a livello internazionale”.
E infatti è sul quel fronte che le cose non vanno, come si spiega?
“Noi siamo penalizzati dal turismo più qualificato, quello formato da professionisti, dalla classe media. Questi scelgono altre destinazioni. A Rimini resta il segmento italiano, che è quello più basso. E come ho già detto altre volte, certi eventi come la Notte Rosa e la Molo Street Parade, attirano solo questo turismo basso. Oggi il turismo internazionale cerca una vacanza che sia anche un’esperienza. E alcuni eventi aiutano più di altri. Barcellona ha fatto migliaia di presenze con la mostra sulla post-t art. A Cadaques si inventano ogni anno qualcosa su Salvador Dalì che lì visse e lavorò. Non c’è bisogno di avere il Guggenheim Museum di Bilbao o eventi culturali di grande impatto per fare turismo culturale. Credo che anche la nostra mancata intercettazione dei turisti che andavano nelle località del Nordafrica dipenda anche dalla nostra incapacità attuale di proporre la vacanza con un’esperienza.”
Per tornare ad essere attrattivi per il turismo internazionale il sindaco Gnassi propone il nuovo lungomare all’insegna del wellness. Pensa che possa funzionare?
“Mi sembra difficile. L’idea del Parco del Mare contiene però una soluzione che è interessante. La nostra spiaggia è senza dubbio una delle più belle del mondo: ampia, spaziosa. Uno dei nostri fattori di successo è senza dubbio la spiaggia, che però ha anche un forte punto di debolezza. E questa sta nella grande selva di ombrelloni che continuiamo a mostrare, anche quando nei momenti di pienone di fatto ne sono occupati la metà. Così continuiamo a dare l’idea del “carnaio”, quando di fatto non esiste più. Le spiagge più competitive della Spagna non hanno i servizi sull’arenile, ma a monte, la spiaggia è libera. Ci sono anche spiagge che hanno copiato il modello Rimini, ma in questo caso abbiamo fatto scuola in senso negativo. Quindi l’idea del Parco del Mare di spostare i servizi sul lungomare mi sembra un’idea interessante, ammesso che l’amministrazione reperisca le risorse e riesca a mettere d’accordo albergatori e bagnini”.
Lo trova difficile?
“C’è un aspetto del Parco del Mare che forse non è stato sufficientemente analizzato. Per decenni i bagnini sono stati una categoria intoccabile. Chi tocca i bagnini, muore. Ora l’idea del Parco del Mare, con l’invito a mettersi d’accordo per rinnovare un tratto di lungomare, diminuisce il potere contrattuale dei bagnini in favore degli albergatori. È questa forzata alleanza che mi sembra difficile”.