(Rimini) Con questi segnali di ottimismo “la provincia di Rimini si affaccia quindi alla primavera”, un “periodo” che “coincide con importanti appuntamenti strettamente legati alla possibilità di ripresa del territorio: il rinnovo del consiglio direttivo e della presidenza della Fondazione Cassa di risparmio di Rimini; le elezioni amministrative a Rimini”. Così Unindustria Rimini commenta i dati congiunturali diffusi oggi.
“La grande massa di liquidità immessa dalla Bce in questi mesi, non arriva alla maggioranza delle imprese. Infatti, dai dati di Banca d’Italia, riferiti alla provincia di Rimini, emergono ancora segnali di riduzione degli impieghi: a novembre 2015 gli impieghi riferiti alle imprese private sono diminuiti del 7,09%. A questo problema ha cercato di dare un soluzione il Presidente della Bce Draghi con un ulteriore abbassamento dei tassi e soprattutto con incentivi alle banche qualora finanzino le imprese e le famiglie”.
In questo quadro rientra l'analisi della situazione di Banca Carim. “In riferimento alla richiesta di un nuovo aumento di capitale, ci tengono a sottolineare che alla precedente ricapitalizzazione del 2012, hanno partecipato con circa 6 milioni di euro. Importo molto cospicuo considerando anche il periodo in cui è avvenuto, in piena crisi finanziaria. Il tutto ora come allora senza dimostrare interesse diretto a posti in cda per imprenditori”.
Ora, “per facilitare il nuovo aumento di capitale che a breve lancerà banca Carim, occorre supportalo con provvedimenti che rendano negoziabili le azioni della banca stessa. La notizia della vendita di crediti non “performing” per 35 milioni è senza dubbio un ulteriore passo avanti a vantaggio della riuscita dell’aumento di capitale”.
La ricapitalizzazione, ricordano gli industriali, “coincide con le elezioni per il rinnovo di consiglio direttivo e presidenza della fondazione Carim, il socio di maggioranza di Banca Carim". Si tratta di “un'occasione importante per pensare ad un'operazione di rinnovamento della Fondazione che indubbiamente potrà avere influenze positive su Banca Carim. Per esempio facendo entrare tra i soci della fondazione risorse fresche che rappresentino i vari settori sociali ed economici della provincia. Ribadiamo inoltre con forza che il prossimo Presidente della Fondazione dovrà essere un imprenditore visti i nodi cruciali che si dovranno affrontare e risolvere”.
Passando alle prossime elezioni amministrative, potranno essere “un'opportunità per dare impulso alla crescita dell'economia del territorio grazie ad un nuovo rapporto fra pubblica amministrazione ed imprese”. C’è però “la lentezza della macchina burocratica” che “non facilita lo sviluppo. Basti pensare alle aree industriali. In Emilia Romagna, dove sono state create le condizioni urbanistiche e normative che rendessero i territori interessati appetibili, si sono insediati importanti imprese di dimensioni internazionali. Nel nostro territorio c'è l'area di Rimini Nord, ma il processo avviato nel 2003 per l'insediamento di aziende interessate ad incrementare l'attività aziendale non si è potuto ancora concretizzare”.
Quindi, la futura amministrazione, nel solco di quella che sta giungendo al termine del suo mandato, dovrà continuare a mantenere alta la tensione verso il cambiamento. Specialmente in una città come Rimini che vive di due economie, con due formidabili motori per lo sviluppo: manifatturiero e turismo.
In questo senso la visione di un nuovo centro storico e del nuovo lungomare sono suggestioni che hanno ricadute economiche positive. Riponiamo forti aspettative nel bando per la ristrutturazione del primo stralcio del lungomare che si è chiuso a fine anno. Auspichiamo che l'amministrazione metta in condizione gli imprenditori che volessero investire a farlo con procedure burocratiche in modo che i tempi per passare all'attuazione dei progetti siano il più brevi possibili e soprattutto che sia possibile un ritorno dell’investimento".
Fra l'altro, “non si dimentichi che si tratta di progetti utili a rimettere in moto la filiera dell'edilizia, presupposto necessario per fare ripartire l'economia. La situazione del settore delle costruzioni resta drammatica. Dal 2008 al 2015 le aziende del settore (dati Cassa Mutua Edile di Rimini) sono calate di circa il 50%, il lavoratori del 55% circa, le ore lavorate di oltre il 64%. Occorre quindi tradurre subito i progetti in fatti concreti a partire dall'approvazione di Psc e Rue”.
Restando in tema, spiegano gli industriali “che ormai tutti gli economisti sono convinti che la stabilizzazione e la successiva crescita del processo di sviluppo possa avvenire solo se ripartirà l'edilizia e il suo indotto. Il nostro territorio di cui Rimini è il capoluogo, necessita di un'attenzione alta verso la dotazione di infrastrutture: aeroporto, rete viaria efficiente, alta velocità e collegamenti ferroviari più moderni, fiera, palacongressi”. Per Unindustria, “occorre, infine, proseguire sul filone della cultura non solo per le ricadute sociali, ma anche economiche in quanto Rimini e il suo territorio si stanno sempre più affermando come mete di turismo culturale”.