(Rimini) Il 17 aprile, “oltre ad andare a votare, perché non si continui a trivellare voterò sì al referendum”. Lo rivela a titolo personale Graziano Urbinati, segretario provinciale della Cgil.
“Trovo inaccettabile l'invito di tanti politici anche locali e primo fra tutti il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a non recarsi alle urne, ritengo il voto sempre e comunque un esercizio democratico e di partecipazione e un irrinunciabile diritto dovere”, sottolinea Urbinati.
“Il referendum non pone soltanto problemi e prospettive di carattere ambientale, infatti c'è chi afferma che impedire future trivellazioni comporterebbe mancati investimenti e futuri problemi occupazionali per alcune migliaia di lavoratori, problema occupazionale del quale ci dovremmo ricordare sempre e che dovrebbe trovare soluzione qualora il sì al referendum prevalesse, con un vero piano energetico per il Paese, che manca, con nuovi investimenti nelle energie rinnovabili e nella riconversione di quei lavoratori”.
Ma, per Urbinati, “quando si usa il tema occupazionale come motivo per non impedire nuove trivellazioni entro le dodici miglia, ci si “dimentica” di settori quali quello della pesca e soprattutto del turismo che nella sola provincia di Rimini dà lavoro a circa 100mila addetti, il che ci fa dire che per i nostri territori, per la costa Romagnola e non solo, il vero petrolio è il mare e la sua salute”.
Le piattaforme “che occupano il nostro orizzonte non costituiscono soltanto un danno di immagine ma potrebbero diventare anche un pericolo ambientale con danni incalcolabili. Un territorio con le nostre vocazioni turistiche, artistico/culturali, enogastronomiche, ha bisogno di un ambiente sano e di uno sviluppo sostenibile. Per tali ragioni la campagna elettorale per le prossime Amministrative può essere l'occasione per i numerosi candidati, molti dei quali operatori e imprenditori turistico/alberghieri e balneari per esprimere la loro idea non solo sulle concessioni della spiaggia ma anche sulle concessioni alle trivelle”.