Non ci credevano neppure loro. Ieri sera, nelle prime interviste, Pizzolante e Gallo non stavano letteralmente nella pelle (ed è naturale) e tradivano tutta la loro sorpresa per il risultato che si andava prospettando.
Nata appena un paio di mesi fa, la lista Patto Civico, non è il risultato di una campagna elettorale “pancia a terra”, come si diceva una volta, ma l’esempio di un’idea che funziona da sola, che non ha bisogno di essere spinta; o, meglio, che risponde a una domanda politica che già c’è.
Mentre altre liste civiche di opposizione hanno dovuto provare, senza riuscirci, a convincere gli elettori che Gnassi non andava bene e dunque che avevano il problema di un nuovo candidato, Patto Civico ha intercettato il voto di coloro che, venendo soprattutto dal centrodestra, avrebbe volentieri votato Gnassi, ma non avrebbero mai votato un partito di sinistra.
E a questo proposito, questione abbastanza decisiva, recuperando e convogliando il potenziale voto disgiunto sulla propria lista, Patto Civico ha anche probabilmente salvato il Gnassi bis dall’effetto “anitra zoppa”. Che poi la convivenza con il nuovo protagonista della maggioranza sia effettivamente più tranquilla e garantisca più stabilità di un’anitra zoppa, lo vedremo solo nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda il centrodestra, sbaglia Marzio Pecci indicando il voto grillino come determinante (in sostanza: abbiamo perso perché i grillini hanno votato Gnassi) e dovrebbe considerare l’ipotesi che i voti che hanno fatto riconfermare il sindaco uscente al primo turno vengano da un elettorato deluso di centrodestra, che non ha visto un progetto alternativo credibile e che, comunque, apprezza evidentemente quanto fatto in città in questi cinque anni.
Da sottolineare, infine, come Forza Italia, sotto l’8%, sia stata salvata dalle preferenze di Nicola Marcello (ben 1237 e per lo più sue personali, non legate alla sigla) senza le quali lo ‘sprofondo’ sarebbe stato ben peggiore.