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Una lontana estate /III. Un certo genere di eroi


Gli edifici che attualmente ospitano Seminario diocesano e parrocchia di San Fortunato, sul colle di Covignano nell’entroterra riminese, fecero parte del grande e ricco monastero olivetano di Santa Maria di Scolca, fondato da Carlo Malatesta nel secolo XV ed abbandonato dai monaci sul finire del XVIII a seguito delle soppressioni napoleoniche.
La chiesa stessa, in realtà mantiene ancora la dedica a S. Maria Annunziata Nuova di Scolca e, in parte, conserva opere d’arte ed iconografie connesse all’antico insediamento abbaziale.


Tra le tracce lasciate dal tempo sulla tormentata facciata dell’originario tempio olivetano, è possibile notare, inserito in una lesena, uno stemma quattrocentesco, con il monogramma di Roberto Malatesta, signore di Rimini.
Sulle possibili ragioni della presenza di tale stemma e sulla relazione tra i monaci ed il titolare della signoria, può fornire qualche spunto il ricordo di ciò che accadde nelle colline vicine durante la tarda estate del 1469, quando si svolse l’ultimo atto della guerra scatenata da papa Paolo II per impossessarsi degli antichi domini malatestiani.


Dopo un pesante assedio alla città di Rimini, le truppe ecclesiastiche guidate dal Tesoriere del Papa, si erano risolte a lasciare – mandandolo in fiamme - il borgo di S. Giuliano ove si erano insediate per alcuni mesi.
Lo scopo per cui esse si inoltravano tra i rilievi dell’entroterra era quello di intercettare le forze di Federico del Montefeltro che stavano scendendo da San Marino, per prestare soccorso agli assediati.
In tali circostanze, Roberto Malatesta, che aveva sostenuto la resistenza cittadina per tutta l’estate, era a sua volta uscito coi suoi dalle mura urbiche, a prestar sostegno agli alleati.
I malatestiani irruppero allora a Cerasolo, mentre gli ecclesiastici fecero tappa a Vergiano fortificandosi, ma gli uni e gli altri conversero poi in direzione della località Burgazzano - di rimpetto a Cerasolo, attuale località Zingarina - verso il campo trincerato di Federico da Montefeltro, ove si accese lo scontro.


La battaglia durò accanita per un intero giorno sino al giungere della sera quando le truppe pontificie, trovandosi lontane dal proprio accampamento, ebbero la necessità di tornarvi, affrontando un rischioso disimpegno, di fronte al nemico in armi.
Appena però furono viste ritirare dal terreno le micidiali “cerbattane”, ovvero le artiglierie leggere che avevano provocato non poche vittime tra malatestiani e feltreschi, lo scaltro Roberto intuì la situazione e, richiesto ed ottenuto il permesso dall’alleato, attaccò.
In verità, si è al corrente degli eventi che seguirono grazie alla cronaca immaginifica e celebrativa di Gaspare Broglio, uomo al servizio dei Malatesti. Al di là dei toni enfatici, comunque non si fatica troppo ad immaginare il signore di Rimini scagliarsi “a modo di un falcone” sui nemici, seguito dai suoi uomini d’arme.
Colti nel momento più delicato della loro manovra, gli ecclesiastici, dopo alcuni tentativi di resistenza, entrarono in una rotta caotica, perdendo uomini ed attrezzature. Alcuni superstiti si rifugiarono a Santarcangelo, altri addirittura a Cesena, luoghi che minacciavano di tornare in mano malatestiana, se Federico non avesse frenato le ambizione dell’impetuoso alleato.


Sullo slancio della vittoria - e probabilmente utilizzando materiali sottratti al nemico - furono poi recuperati parecchi castelli che erano stati parte dell’antico dominio sigismondeo, mentre tra le colline ove si era combattuto rimase una distesa di vittime, tra morti e feriti.
Di queste si occupò la carità dei monaci del vicino monastero di Scolca, che pare ne abbiano curate ed ospitate moltissime, ricoprendo così un commendevole ruolo nei drammatici avvenimenti di quell’estate.


Ritornando quindi a ciò da cui si era tratto spunto per accennare alla battaglia, rimane da spiegare la presenza dello stemma sulla facciata della chiesa abbaziale, il quale, tra l’altro, è inserito in un contesto decorativo che ricorda il rinascimento veneto e sembra coevo ad un’adiacente cappella affrescata, ove pitture cinquecentesche sono sovrapposte ad altre più antiche.
Si può allora presumere che gli abbellimenti al tempio di Scolca sui quali Roberto appose il proprio stemma, siano stati una sorta di riconoscimento del condottiero per l’attività caritatevole dei monaci seguita alla battaglia?
Forse sì, sebbene, allo stato delle attuali conoscenze, ciò non sia dato sapere con certezza; per altro, si può rilevare come quello del monastero di Covignano sia rimasto per secoli uno dei pochi stemmi dei signori di Rimini – esclusi quelli del Tempio malatestiano, che furono salvati in extremis – a sfuggire alla damnatio memoriae successiva alla caduta della signoria.


Sempre a proposito di Roberto, si può aggiungere qualcosa sul suo ritorno in città ove, una volta riaffermato il potere malatestiano, era chiaro che tra lui, la matrigna Isotta ed i figli di quest’ultima Sallustio e Valerio, di galli nel pollaio ve n’erano troppi.
Tanto più che gli ultimi due avevano agli occhi di Roberto il difetto di essere eredi testamentari legittimi del padre Sigismondo, a differenza di lui che era stato a suo tempo diseredato per alcuni comportamenti politicamente disinvolti.
Sallustio fu trovato morto un anno dopo a casa della sua amante. Sul momento, furono ritenuti colpevoli alcuni parenti della defunta che finirono linciati dalla folla, sebbene poi, a mente fredda, i sospetti su caddero su Roberto il quale, comunque stessero le cose, si trovava ora liberato da un pericoloso concorrente al potere.
I sospetti divennero pressoché certezze quando, poco tempo dopo, il fratello di Sallustio, Valerio, fu ucciso da sicari mascherati, mentre si trovava sulla strada per Longiano.
Quanto ad Isotta, non mancò a breve di passare anch’ella ad altra vita ed allora l’illazione che la morte fosse stata aiutata con somministrazioni di veleno era quasi inevitabile.


Evidentemente, se qualcuno aveva pensato che il vincitore della battaglia di Burgazzano - e nuovo signore della città – avesse a che fare con l’ideale dell’eroe senza macchia e senza paura, si era sbagliato.
Di certo egli non conosceva timore, ma non si creava neppure problemi a collezionare macchie in quantità.
D’altra parte, è verosimile che ben poco di ideale fosse rintracciabile nella Rimini brutale e stremata della seconda metà del XV secolo; in siffatti tempi e situazioni, specialmente per la gran parte della popolazione che alle vicende del memorabile assedio aveva contribuito subendo distruzioni e carestia, ciò che probabilmente importava era riuscire a procurarsi l’essenziale per vivere ed un minimo di pace che allontanasse timori di saccheggi e violenze.
Per quanto concerneva gli intrighi politici e le lotte di potere, queste erano cose che, in linea di massima, riguardavano ambienti relativamente ristretti e, in una certa misura, privilegiati.
In buona sostanza, se si tengono presenti ragioni di questo tipo, si può allora pensare che per i riminesi di quel tempo, quello di cui faceva parte Roberto probabilmente era nulla più che il genere di eroi che ci si poteva permettere.


L. Tonini, Storia di Rimini, vol. V, P. I, , Rimini, 1887, pp. 332 e ss.
C. Clementini, Racconto istorico...., vol. II , 1616, p. 499.
A. Turchini, La signoria di Roberto Malatesta detto il Magnifico (1468-1482), Bruno Ghigi Editore, Rimini, 2001


Mercoledì, 02 Maggio 2012 09:02

GIORNALAIO 05.05.2012

Rubriche

PEEP AUSA, 1.200 FAMIGLIE DEVONO PAGARE. SPIAGGE, PARATA DI STELLE PER SALVARE I CAMPI DI BASKET, MA C’E’ CHI SMONTA. ECONOMIA, LO STATO DEVE 40MILIONI ALLE IMPRESE. RINNOVO VERTICI AIA, LA RINALDIS HA UN RIVALE. ELEZIONI CORIANO


Casa dolce casa


La vicenda sul Corriere Romagna a pagina 3 è quella del Peep Ausa. Sono trascorsi trent’anni, ma i crediti concessi nessuno li dimentica. “Il Comune batte cassa e il conto va pagato. E per circa 1,200 famiglie riminesi il totale sarà salato: dai 5 ai 10mila euro. Serviranno per mandare in archivio, una volta per tutte, la grana ancora aperta sul V Peep Ausa. I proprietari delle unità immobiliari, a distanza ormai di decenni, dovranno saldare quelli che il dizionario dei tecnici passa alla voce ‘maggiori oneri di esproprio’. Tradotto: quando il Comune acquisì le aree dei privati per far decollare la grande espansione edilizia pagò (in buona fede) i terreni molto meno di quanto avrebbe dovuto. Molti espropriati chiesero il risarcimento e l’ottennero. E ora il denaro che servì a quell’operazione deve rientrare in cassa. Ricalcolato secondo gli indici Istat”.


Giornata dell’economia


Su tutti i giornali. E’ Maggioli a dare i numeri (40milioni di euro dovuti dal pubblico alle imprese) e ad avanzare la proposta (rivedere i termini del patto di stabilità) tracciando un percorso inderogabile per salvare l’economia riminese in otto punti.


Spiagge, appello per salvare i campi da basket


Sanarli sarà costosissimo, almeno così sembra. La presenza dei canestri in spiaggia è ormai tradizione per Rimini, se non storia e magari anche leggenda. Su il Resto del Carlino a pagina 5 il racconto di testimonial di fama, Maurizio Ferro, Renzo Vecchiato e Carlton Myers.


Prendiamo il bagno 86, a Bellariva. Lì tutto nacque a metà anni Ottanta, quando Maurizio Ferro, appena acquistato dalla Marr, realizzò un suo sogno. «Era l’estate dell’84, ne parlai con Alberto, il bagnino di allora, che si appassionò all’idea e montò subito il primo traliccio. Già a settembre si potevano fare due tiri, quindi il campo venne ampliato, diventò regolare, così era possibile organizzare tornei ai quali partecipavano anche cestisti di livello, americani come Tony Zeno e Mark Crow. Ma al di là dei ‘nomi’, in quell’area poteva giocare chiunque, per i giovani era diventato un irrinunciabile punto di riferimento»”.


Su La Voce di Romagna a pagina 11, il Turquoise smonta tutto. “«Svariate centinaia di metri quadrati di pedane e pergolati», spiega Stefano Retti, amministratore della società The Beach srl proprietaria del super-bagno Turquoise. «Ci stiamo adeguando al Piano spiaggia, togliamo quel che non vogliamo condonare o che non conviene condonare viste le cifre molto alte e il fatto che fra tre anni con la direttiva Bolkestein rischiamo di non avere nemmeno più lo stabilimento. Noi abbiamo deciso di lasciare i campi da beach volley e beach tennis, magari aggiungendone altri»”.


Rinnovo consiglio Aia


Spunta la lista anti-Rinaldis (presidente uscente, oppure no, che oggi in un'intervista sul Carlino parla del pericolo di infiltrazioni mafiose per gli alberghi messi in ginocchio dalla crisi). La Voce a pagina 13.
“Fino a una settimana fa si ipotizzava una corsa solitaria della Rinaldis sostenuta da una lista unitaria a compatta, negli ultimi giorni le cose sono cambiate. Ha invece intenzione di correre con una sua lista Antonio Mantuano, 68 anni ex presidente dell’Aia a metà anni ‘80 e titolare degli hotel Marylisa e Laika a Rivabella. «Oggi (ieri, ndr) manderò una mail agli associati per sapere chi intende partecipare al mio progetto. Prima di candidarmi chiederò comunque al Prefetto di garantire la regolarità della competizione e di spostare le urne dall’hotel Waldorf». L’ex presidente è in forte dissenso con l’attuale gestione della maggioranza pro-Rinaldis e vicina a Maurizio Ermeti, «ci sono molti storici albergatori che hanno abbandonato l’Aia in protesta, per questo sono fiducioso di poter raccogliere un po’ di gente perché l’associazione negli ultimi 12 anni non è mai progredita, anzi è stata smantellata in molte parti, e gli scontenti sono tanti»”.


Amministrative Coriano
Domani e domenica corianesi alle urne. A pagina 4 del Carlino i programmi e le facce dei sei candidati.

Venerdì, 04 Maggio 2012 17:13

Cosa sta diventando Rimini_Alberto Rossini

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Cosa sta diventando Rimini_Alberto Rossini


Che cosa sta diventando Rimini? La domanda è intrigante e se me lo concedete, provo a dire la mia.
La questione è ben posta perché fa riferimento a cosa Rimini è stata ed è, e contemporaneamente guarda al futuro. Per esorcizzare la difficoltà di sapere chi siamo, e chi stiamo diventando, di solito si ricorre al totem dell’identità. Però cos’è l’identità riminese? Il concetto di identità è un feticcio che non spiega nulla. E’ la cristallizzazione di un modo di essere che è stato, con tutte le contraddizioni possibili. E’ il ricorso alle radici. Ma le radici sono l’esatto opposto del cambiamento che è invece proprio ciò di cui avremmo più bisogno.


Rimini dà la sensazione di essere ferma. Di non conoscere l’innovazione, tranne rare eccezioni. Esattamente come accade per il resto dell’Italia.
Prendiamo la spiaggia. Tutto, al di là delle convulsioni giornalistiche, è fermo. Non c’è un’ idea nuova dei servizi balneari. Buoni, forse anche ottimi, così come sono, ma ben conosciuti e statici. Gli stessi da almeno trent’anni. Gli alberghi? Alzi la mano chi pensa che vi sia stata innovazione. Adattamento, manutenzione, ma l’innovazione è un’altra cosa. Non basta l’aria condizionata o l’ascensore. Il tablet, per fare un esempio, non è l’evoluzione del computer portatile.
Da anni chiediamo la proroga dell’antincendio per gli alberghi. Temendo che l’arrivo della nuova norma metta fuori mercato molte strutture. Segnaliamo così una certa, come dire, debolezza di alcune peculiarità dell’offerta ricettiva.


Ma veniamo al commercio. E’ mai possibile che migliaia di commercianti non capiscano, come sostengono gli illuminati, che l’offerta è sbagliata? Oppure l’offerta è così, perché è quella la domanda cui risponde. Credo sia vera questa ipotesi, che non è intelligente, ma semplicemente è vera, in senso logico. Peraltro risponde a crude logiche di mercato, che sarà anche brutto e cattivo, però è reale.
Se le cose stanno così, allora, bisogna ammettere che la domanda è medio bassa. Il nostro turismo, soprattutto quello estivo, trova ciò che chiede: poco. E’ un turismo di coloro che ci scelgono sia perché hanno poche alternative; sia perché la loro vacanza più importante l’hanno fatta altrove e quindi si accontentano.


Come si reagisce a questa dinamica?
O ci si adegua, ed è quello che abbiamo fatto finora. Perdendo quote e limitando le perdite. Oppure si cerca di fare un’innovazione di prodotto. Ed è il messaggio che da tempo ci lancia Guido Caselli di UNIONCAMERE, quando alla presentazione del Rapporto sull’economia riminese, ci invita a prendere atto che il ciclo di vita del prodotto turismo si è esaurito.
Intanto bisogna uscire dalla retorica dell’identità. Iniziare a parlare di innovazione sapendo che non c’è innovazione senza rottura con il passato. Poi ci vogliono investimenti: di idee e di soldi.
Il pubblico ha sempre meno soldi. Le banche non so se li hanno, ma non ci scommetterei troppo. Ma forse gli imprenditori un po’ di risorse le hanno ancora e potrebbero anche metterle in gioco. Tanto mattoni e rendita finanziaria non ripagano più.


Per quanto riguarda le idee qualche dubbio ce l’avrei. Però in passato siamo stati bravi.
Certo è il contesto generale non aiuta. Dalla lettura del Rapporto prima citato emerge che l’Europa cresce meno degli altri Continenti. L’Italia cresce meno degli altri Paesi europei. L’Emilia Romagna cresce ad un media inferiore all’Italia. La provincia di Rimini si pone al di sotto del tasso di crescita della nostra Regione.
Quindi, dov’è che stiamo andando?


Alberto Rossini

Alberto Rossini è dirigente in Provincia (Mobilità di sistema e progetti di area vasta), in passato si è occupato di commercio, ha pubblicato "La metamorfosi di Rimini", Guaraldi editore 



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GIORNATA DELL’ECONOMIA. MAGGIOLI: “IL PUBBLICO DEVE 40MILIONI ALLE IMPRESE: RIFORMULARE IL PATTO DI STABILITA’”. I DATI AGGIORNATI


Oggi in occasione della Giornata dell’economia, dalla Camera di commercio sono arrivati alcuni aggiornamenti statistici rispetto ai dati pubblicati col rapporto sull’economia della Provincia nel marzo scorso. I numeri confermano la gravità della crisi: da un lato un credito sempre più ristretto, a febbraio ancora in calo gli impieghi a favore delle imprese (-1,5%); dall’altro il drammatico aumento nel primo trimestre 2012 delle ore di cassa integrazione totale: +38,7%, per un totale di 1,7 milioni di ore. Nel 2011 i crediti che le imprese vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni locali soggette al “patto di stabilità” hanno superato i 40 milioni di euro.


La Giornata dell’economia si è svolta nella cornice del Palazzo del Turismo di Rimini. Hanno partecipato Manlio Maggioli, presidente della Camera di commercio, e Giuseppe Savioli, presidente della Fondazione dei dottori commercialisti ed esperti contabili.
Maggioli ha presentato una agenda in otto nodi critici. Scioglierli sarà inderogabile per uscire dalla crisi. “Ciò – ha detto il presidente - che è più urgente in assoluto recuperare, a livello locale, è una comunità di intenti: tra pubblico e privato; tra categorie economiche; tra banche e imprese; tra lavoro e capitale. Non c'è uscita dalla crisi e credibile progetto di sviluppo e crescita economica senza un patto condiviso che parta dalla salvaguardia di quanto la nostra comunità locale ha saputo costruire nei decenni scorsi, sapendo che le sfide che abbiamo davanti ci impongono scelte e alleanze nuove e coraggiose”.


Ad aprire l’agenda inderogabile la questione del credito per le imprese. “E’ necessario ribadire con forza che il rapporto di collaborazione tra banche e impresa è fondamentale per garantire la prosecuzione delle attività economiche e che, pertanto, regole che rendono eccessivamente complessa e selettiva la concessione del credito, rischiano, come di fatto sta accadendo da ormai molti mesi, di soffocare quel sistema economico e produttivo che a parole dicono di voler sostenere”.
D'altra parte le imprese hanno problemi anche a riscuotere i crediti che vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni locali soggette al “patto di stabilità”: ammonta a più di 40 milioni di euro il totale dei crediti vantati nel 2011 da imprese locali.
“Occorre pertanto riformulare il ‘Patto di Stabilità’ che sta uccidendo le nostre imprese, come non è più accettabile il ritardo dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni”, avanza Maggioli.


Nel primo trimestre 2012 si assiste a un drammatico aumento delle ore di cassa integrazione totale pari al +38,7%, quasi 1,7 milioni di ore autorizzate. Il settore maggiormente interessato è quello manifatturiero.
Il tasso di disoccupazione in provincia di Rimini è in aumento nelle previsioni di questo 2012 rispetto all'8% del 2011 e preoccupa soprattutto quello giovanile (dai 15 ai 29 anni) che si aggira sul 12%, anche se più basso della media regionale e nazionale.


Maggioli, a proposito del mercato del lavoro (secondo punto in agenda), si fa portavoce delle preoccupazioni a livello locale circa la riforma Fornero “soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta “flessibilità in entrata”. Le associazioni d'impresa temono che l'aggravio dei costi e la stretta rispetto alle attuali forme contrattuali, penalizzino fortemente alcune attività e in particolare le piccole imprese che operano nel settore del turismo, del terziario e dei servizi in genere, oltre che dell'artigianato”.


In agenda al terzo e quarto posto snellimento della burocrazia e legalità. “Lo snellimento burocratico deve procedere di pari passo con la salvaguardia della legalità e di una corretta competizione di mercato, soprattutto nelle procedure di appalto e di gara pubblica”. Sui controlli fiscali Maggioli dice che “elusione ed evasione fiscale sono fenomeni da riprendere duramente: ma occorre fare attenzione a non creare una psicosi da ‘caccia alle streghe’”.
Ne ha anche per le imposte, quinto punto in agenda, in particolare per l’imu. “Le associazioni di rappresentanza degli operatori turistici sono fortemente contrarie perché la considerano un aggravio di spesa in grado di scoraggiare i turisti e rendere meno competitive le nostre destinazioni. Ritengono che l'imposizione di tale tassa, insieme all'eventuale incremento dell'IVA, oltre alla già avvenuta reintroduzione dell'IMU, rappresentino un insieme di norme con un forte impatto negativo sul settore. Più in generale, il turismo sente il bisogno di un progetto di rilancio che interessi sia la riqualificazione dell'offerta che la qualità urbana”.


Sesto punto, o meglio nota dolente, le infrastrutture. “Siamo carenti per quanto riguarda tutte le principali via tradizionali di comunicazione: strade, linee aeree e ferroviarie. E lo siamo anche dal punto di vista della diffusione delle nuove vie di comunicazione, quelle cosiddette immateriali: la presenza della banda larga. È necessaria, infine, nell’ottica di una riorganizzazione territoriale, per una perfetta integrazione del Sistema Congressuale Riminese, una gestione comune dei due Palazzi dei Congressi. Altre soluzioni non faranno il bene della nostra economia”.
Settimo e ottavo posto in agenda per la sicurezza della balneazione e per la tutela del reddito agricolo.


A Savioli è toccata l’analisi dei bilanci delle società di capitali. “Dall’analisi si evince l’immagine complessiva di un comparto territoriale che, nonostante gli sconquassi creati dalla crisi, ha tenuto ed in cui tutti hanno fatto la loro parte, creando le condizioni per la ripresa: il credito concesso alle imprese non si è incrementato, ma neppure ridotto; gli imprenditori hanno mantenuto i nervi saldi, reinvestendo gli utili e aumentando le dotazioni patrimoniali delle proprie imprese; hanno ristrutturato l’indebitamento senza ridurre gli organici”.


Al termine della mattinata, Marco Zavatta ha ricevuto un premio di laurea erogato dalla Federazione nazionale cavalieri del lavoro consistente in 5mila euro, per la tesi “Destination management. Differenze fra destinazioni di massa e destinazioni d’elite: i casi di Rimini e del Madagascar”.


Aggiornamento dati statistici


Mercato del Lavoro
I dati derivanti dalla banca dati SILER (Sistema Informativo Lavoro Emilia-Romagna) ed elaborati dal Centro Studi Politiche del Lavoro e Società Locale della Provincia di Rimini ci mostrano, al 1° trimestre 2012, la seguente situazione in termini di avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nel trimestre) e avviamenti (rapporti di lavoro dipendente instaurati nel trimestre):
- 17.082 Avviati (erano 14.615 al 1° trimestre 2011) con una variazione percentuale del +16,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per ciò che riguarda il “genere”, prevale quello femminile, con il 52,4% degli Avviati (+25,3%), su quello maschile (47,6% sul totale, +8,9%), mentre per ciò che concerne la “nazionalità”, prevale quella italiana, con il 70,6% degli Avviati (+13,1%), su quella straniera (29,4% sul totale), anche se è quest’ultima che fa registrare l’incremento percentuale maggiore (+27,1%);
- 20.425 Avviamenti (erano 17.686 al 1° trimestre 2011) con una variazione percentuale del +15,5% rispetto al periodo gennaio-marzo 2011. Da sottolineare che ben l’83,5% degli Avviamenti interessa il macrosettore dei “Servizi” (di cui il 37,8% il settore del Turismo, inteso come settore alberghiero e ristorazione), e che, riguardo alla “tipologia di contratto di assunzione”, la stragrande maggioranza degli Avviamenti (il 91,6% degli stessi) avviene con contratto a tempo determinato e altri contratti atipici, e solo una piccola quota (l’8,4%) con contratto a tempo indeterminato.
Per ciò che concerne la Cassa Integrazione Guadagni, intesa come Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria (rappresentanti i due strumenti di intervento previsti dalla legislazione ordinaria), nel 1° trimestre 2012, in provincia di Rimini, si è avuto una riduzione complessiva del numero di ore autorizzate del 7,2% (da 580.993 ore del 1° trimestre 2011 a 539.111 ore del 1° trimestre 2012); diversa la dinamica nei due casi, in quanto ad un aumento della CIG Ordinaria del 33,6% (da 249.535 ore del 1° trimestre 2011 a 333.502 ore del 1° trimestre 2012) si contrappone una diminuzione della CIG Straordinaria del 38,0% (da 331.458 ore del 1° trimestre 2011 a 205.609 ore del 1° trimestre 2012).
Notizie non molto confortanti arrivano, invece, dalla cosiddetta Cassa Integrazione in Deroga (espressamente prevista sulla base dell’accordo tra Regione Emilia-Romagna, UPI, ANCI e parti sociali del 18 maggio 2009), dove si riscontra un notevole incremento del numero di ore autorizzate dell’80,6% (da 635.155 ore del 1° trimestre 2011 a 1.147.235 ore del 1° trimestre 2012); ciò può essere dovuto, da un lato, all’incremento delle richieste delle imprese per l’accesso diretto ai trattamenti in deroga, dall’altro alle richieste delle stesse imprese dopo aver esaurito gli interventi previsti dalla legislazione ordinaria.
Il forte incremento della CIG in deroga influenza quindi negativamente la Cassa Integrazione Guadagni complessivamente intesa (Ordinaria, Straordinaria e in Deroga); la CIG totale, infatti, passa da 1.216.148 ore autorizzate del 1° trimestre 2011 a 1.686.346 ore autorizzate del 1° trimestre 2012, con una variazione percentuale del +38,7%.
Il “settore” che maggiormente ha risentito del ricorso alle tre tipologie di Cassa Integrazione Guadagni, nei primi tre mesi del 2012, è stato quello manifatturiero con quasi 900mila ore autorizzate (in particolar modo l’abbigliamento con oltre 430mila ore e la meccanica con circa 160mila ore) mentre i “settori” che hanno peggiorato, in maniera più netta, la propria situazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono stati il commercio (+319,1% ore) e l’edilizia (+105,2% ore); infine, la “tipologia di occupati” maggiormente interessata alla CIG è quella degli operai con oltre 1 milione di ore autorizzate, rispetto a quella degli impiegati (poco più di 620mila ore), anche se quest’ultimi sono quelli che fanno registrare il maggior incremento percentuale (+148,2% ore autorizzate agli impiegati rispetto al +10,3% degli operai).
In ultimo, risulta utile analizzare gli indicatori di fonte Istat Forze Lavoro aggiornati al 2011.
Il tasso di occupazione in provincia di Rimini si è attestato, nel 2011, al 64,8% (maschile: 75,7%, femminile: 54,2%) in aumento rispetto al 63,9% del 2010; nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori inferiori a quelli dell’Emilia-Romagna (67,9%) e superiori a quelli dell’Italia (56,9%). Il tasso di occupazione giovanile 15-29 anni è più basso rispetto a quello generale, con una quota che nel 2011 è arrivata al 45,9% (maschile: 52,0%, femminile: 39,7%), in aumento rispetto al 42,2% del 2010; tale quota risulta essere comunque superiore rispetto a quella regionale (42,7%) e nazionale (33,7%).
Il tasso di disoccupazione in provincia di Rimini si è attestato, nel 2011, all’8,0% (maschile: 4,9%, femminile: 12,1%) in aumento rispetto al 7,8% del 2010; nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori superiori a quelli dell’Emilia-Romagna (5,3%) e inferiori a quelli dell’Italia (8,4%). Il tasso di disoccupazione giovanile 15-29 anni è più alto rispetto a quello generale, con una quota che nel 2011 è arrivata all’11,8% (maschile: 7,8%, femminile: 16,7%), in diminuzione rispetto al 18,0% del 2010; tale quota risulta essere comunque inferiore rispetto a quella regionale (13,6%) e nazionale (20,5%).


Credito
Il 2011 è stato un anno in cui si sono verificati fatti importanti che hanno reso complesso lo scenario economico e finanziario. Fino al mese di giugno le aziende hanno goduto di un periodo di moderata ripresa o quantomeno di continuità rispetto al 2010 che aveva dato segnali positivi rispetto alla regressione dei fatturati registrati nel 2009. Dalla fine di giugno il mercato finanziario ha mostrato i primi segnali di instabilità.
Ciò è confermato dai dati sugli Impieghi bancari, di cui abbiamo l’aggiornamento, da fonte Banca d’Italia, al 29/02/2012; a partire dal 30/06/11 non solo, infatti, sono diminuiti gli Impieghi totali (da 12.768 milioni di euro a giugno 2011 a 12.628 milioni di euro a febbraio 2012, -1,1%) ma, nello specifico, si è avuto un calo degli Impieghi alle Imprese (che rappresentano il 70% degli Impieghi totali), quantificabile in un -1,5% (da 9.024 milioni di euro a giugno 2011 a 8.889 milioni di euro a febbraio 2012).
I dati che però confermano la ristrettezza del credito sono relativi ai Finanziamenti bancari; nello specifico alla consistenza dei Finanziamenti per cassa accordati e all’erogazione dei Finanziamenti oltre il breve termine e agevolati, aggiornati all’anno 2011.
Riguardo alla consistenza dei Finanziamenti per cassa accordati, in provincia di Rimini, questi ammontano, al 31/12/11, a 12.494 milioni di euro, con una variazione percentuale negativa, rispetto al 31/12/10, del 6,6% e altrettanto negativa, rispetto al 31/12/09, del 7,7%.
Le garanzie reali che assistono tali finanziamenti sono, in un primo momento, incrementate, passando dai 5.781 milioni di euro al 31/12/09 ai 5.999 milioni di euro al 31/12/10 (+3,8%) e, nell’ultimo anno, anch’esse diminuite, arrivando a 5.770 milioni di euro del 31/12/11 (-3,8% sul 2010); il dato significativo è, però, la percentuale delle garanzie richieste sul totale dei finanziamenti accordati, che negli ultimi anni è andata costantemente in crescendo (42,7% nel 2009, 44,8% nel 2010, 46,2% nel 2011).
Per ciò che riguarda, poi, l’erogazione dei Finanziamenti oltre il breve termine, in provincia di Rimini, tra il 01/01/11 e il 31/12/11 sono stati erogati 2.288 milioni di euro, di cui la quasi totalità (2.275 milioni, 99,4% sul tot.) a tasso non agevolato. Nel confronto con lo stesso periodo del 2010, si assiste ad una netta diminuzione di tali finanziamenti del 20,0% (a differenza dell’incremento del 4,6% che si era riscontrato nel 2010 rispetto al 2009).
Anche per ciò che concerne, inoltre, l’erogazione dei finanziamenti agevolati la situazione, in provincia di Rimini, non è confortante: 12 milioni di euro di finanziamenti erogati nel 2011, con una variazione percentuale del -55,6% sul 2010 e del -69,2% sul 2009.
Alla riduzione del credito concesso da parte delle banche, si aggiungono, per contro, i dati sulle Sofferenze bancarie che spiegano la difficoltà della clientela (imprese e non) nel restituire il finanziamento avuto dalle medesime banche; i dati dicono che, in provincia di Rimini, al 31/12/11, le Sofferenze ammontano a 745 milioni di euro, con un incremento annuale del 36,2% e biennale dell’80,4%.
In questo complesso scenario l’intervento dei Consorzi Fidi è stato molto importante per le imprese, anche se contraddistinto da crescenti difficoltà; il loro compito è quello di agevolare l’ottenimento del credito da parte del sistema bancario e attenuare la rischiosità dell’operazione di finanziamento attraverso il rilascio di garanzie a costi accessibili.
Purtroppo la “stretta” del credito, nel 2011, ha in parte “soffocato” lo sforzo dei Confidi, i quali, pur deliberando e garantendo diverse somme, si sono dovuti successivamente scontrare con la mancata erogazione, da parte sistema bancario locale, di parte dei finanziamenti garantiti dai Confidi medesimi; ciò sta oggi creando un clima di sfiducia nelle imprese del territorio, molte delle quali rinunciano alle richieste di finanziamento pensando che comunque non riusciranno ad ottenere il credito richiesto.
In questa fase di difficoltà, e in attesa che l’economia riparta col piede giusto, risulta quindi fondamentale ricreare un clima di fiducia tra imprese e banche, con i Consorzi Fidi che possono rappresentare un utile strumento di intermediazione.


Import-Export
Al 31/12/11, in provincia di Rimini, l’Import ammonta a 677.374.610 € mentre l’Export fa segnare 1.842.854.946 €: il saldo della bilancia commerciale risulta essere quindi ampiamente positivo facendo registrare nel periodo considerato un +1.165.480.336 €.
Il 91,8% delle importazioni ed il 99,0% delle esportazioni riguarda il settore di attività Prodotti delle attività manifatturiere. I sottosettori principali, in termini di import, sono rappresentati dai Prodotti tessili e dell’abbigliamento (23,1% del totale import), Prodotti alimentari, bevande e tabacco (20,3%) e Macchinari ed apparecchi (7,7%), mentre, in termini di export, sono costituiti dai Prodotti tessili e dell’abbigliamento (37,0% del totale export), Macchinari ed apparecchi (20,3%) e Mezzi di Trasporto (16,2%).
Per ciò che concerne il principale mercato di approvvigionamento e di sbocco, questo è costituito dall’area geografica dell’Europa (con il 63,4% di quota import e 69,9% di quota export), al cui interno si contraddistinguono i Paesi dell’Unione Europea, i quali assorbono oltre la metà delle importazioni e delle esportazioni (per l’esattezza, il 55,6% delle importazioni totali e il 52,0% delle esportazioni totali); seguono l’Asia, come secondo mercato di approvvigionamento (30,9% sul totale), e l’America, come secondo mercato di sbocco (13,7%).
In termini di confronto temporale con il 31/12/10, al 31/12/11 sia l’import che l’export fanno segnare un buon incremento, rispettivamente dell’10,0% (da 615.898.165 euro del 2010 a 677.374.610 euro del 2011) e del 22,2% (da 1.508.660.111 euro del 2010 a 1.842.854.946 euro del 2011), continuando il trend positivo riscontrato nel 2010.


Attività Economiche
In provincia di Rimini le imprese totali attive iscritte al Registro Imprese, al 31/03/12, sono risultate essere 35.724, contro le 35.516 dello stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento dello 0,6%.
Il settore con il maggior numero d’imprese è il Commercio con 9.303 imprese (26,0% sul totale); seguono il settore delle Costruzioni con 5.686 imprese (15,9% sul totale), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione con 4.604 imprese (12,9%), le Attività immobiliari con 3.178 imprese (8,9%), l’Agricoltura, silvicoltura e pesca con 2.934 imprese (8,2%) e l’Industria manifatturiera con 2.795 imprese (7,8%).
A livello di forma giuridica, prevalgono nettamente le imprese individuali con 19.811 unità (55,5% sul totale, -0,1% rispetto al 31 marzo 2011) a cui fanno seguito le società di persone con 9.488 unità (26,6% sul totale, +0,7%) e le società di capitale con 5.760 (16,1%), le quali rappresentano la forma giuridica che, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ha fatto registrare il maggiore incremento percentuale (+2,8%).
Interessante è anche l’analisi dell’Artigianato, che costituisce non un settore di attività economica bensì una modalità di gestione dell’impresa, che in provincia di Rimini è molto rappresentativo.
Le imprese artigiane attive iscritte al Registro Imprese, al 31/03/12, sono risultate essere 10.631, contro le 10.553 dello stesso periodo dell’anno precedente, con una variazione percentuale del +0,7%; dette imprese artigiane costituiscono il 29,8% delle imprese totali attive (10.631 su 35.724).
Il settore economico con il maggior numero d’imprese artigiane è quello delle Costruzioni con 4.622 imprese (43,5% sul totale delle imprese artigiane), seguito dal settore dell’Industria manifatturiera con 2.076 imprese (19,5%), mentre la forma giuridica nettamente più diffusa è costituita dall’impresa individuale con 7.731 unità (72,7% sul totale artigiano).


Congiuntura manifatturiera
Il settore manifatturiero in provincia di Rimini ha manifestato, nell’anno 2011 rispetto all’anno 2010, una diminuzione della produzione dello 0,2% e un aumento sia del fatturato dello 0,1% sia degli ordinativi dello 0,3%; tale valori risultano essere inferiori a quelli fatti registrare in Emilia-Romagna (produzione: +1,9%, fatturato: +1,9%, ordinativi: +1,4%) e in Italia (produzione: +1,4%, fatturato: +2,6%, ordinativi: +1,2%).
Riguardo alle dinamiche temporali delle tre variabili congiunturali analizzate, occorre dire che, in provincia di Rimini, gli incrementi si sono registrati, rispetto agli stessi periodi dell’anno precedente, nel 1° e 4° trimestre 2011 (eccetto gli “ordinativi” che fanno ancora registrare nel 4° trimestre un -3,2%) mentre si sono avute flessioni, sempre rispetto ai rispettivi trimestri del 2010, sia nel 2° che nel 3° trimestre 2011.
Scenari Previsionali al 2014
E’ utile menzionare che il quadro complessivo delle tendenze del sistema economico provinciale deriva dallo studio effettuato da Unioncamere Naz.le e Prometeia – Scenari di sviluppo delle economie locali italiane. Gli scenari previsionali, aggiornati ad Aprile 2012, riguardano principalmente le dinamiche del valore aggiunto, del commercio con l’estero e del mercato del lavoro e contengono analisi fino al 2014.


In sintesi:
- Per ciò che riguarda il valore aggiunto (a valori reali), in provincia di Rimini nel 2012 ci sarà un tasso di decrescita pari al 2,2%, in sintonia con i tassi negativi dell’Emilia-Romagna (-1,3%) e Italia (-1,5%); nel biennio 2013-2014 si assisterà, invece, ad un tasso di crescita medio annua pari a 0,9%, analogamente a ciò che avverrà a livello regionale e nazionale, con quest’ultimi due ambiti territoriali che però registreranno tassi di crescita superiori (rispettivamente del +1,7% e +1,1%).
- Per ciò che concerne l’export (a valori reali), in provincia di Rimini nel 2012 si registrerà un decremento percentuale del 2,9%, a differenza degli incrementi che si avranno in Emilia-Romagna (+2,9%) e Italia (+2,8%); nel biennio 2013-2014 avremo, al contrario, un incremento percentuale medio annuo dell’1,8%, che sarà però inferiore rispetto al trend regionale (+4,3%) e nazionale (+4,1%).
La propensione all’export (export/valore aggiunto x 100) provinciale nel 2012 rimarrà sostanzialmente stabile rispetto al 2011 (da 22,3% nel 2011 a 22,2% nel 2012) per poi crescere lievemente, arrivando al 22,6% nel 2014; l’aumento sarà comunque decisamente inferiore rispetto a quello che si avrà sia in Emilia-Romagna (da 37,7% nel 2011, a 39,3% nel 2012, arrivando a 41,3% nel 2014) che in Italia (da 25,9% nel 2011, a 27,0% nel 2012, giungendo a 28,6% nel 2014), ambiti nei quali si avranno aumenti dell’indicatore già a partire dall’anno in corso.
- Infine, nel mercato del lavoro riminese si evidenzierà, nel 2012, una decrescita delle unità di lavoro, quantificabile in un -0,8%, in linea con quella che si registrerà anche in ambito regionale (-0,9%) e nazionale (-1,0%), proseguendo tale trend negativo, anche se con tassi medio annui più contenuti, anche nel biennio 2013-2014, con un -0,5%, in controtendenza rispetto alla crescita regionale (+0,4%) e nazionale (+0,2%).
Nel 2012, inoltre, ci si attende, in provincia di Rimini, un tasso di disoccupazione (persone in cerca di occupazione/forze lavoro x 100) pari all’8,3% (in aumento rispetto all’8,0% del 2011), valore superiore a quello che ci si aspetta per quest’anno in Emilia-Romagna (5,6%, in aumento rispetto al 5,3% del 2011) e inferiore a quello che si avrà, sempre per quest’anno, in Italia (9,0%, in aumento rispetto all’8,4% del 2011). La situazione pare destinata comunque a migliorare nel biennio successivo, quando il tasso di disoccupazione, in provincia, calerà nettamente, attestandosi al 7,0% nel 2014, in linea con ciò che avverrà a livello regionale e nazionale, dove saranno presenti, peraltro, diminuzioni più contenute rispetto alla stessa dinamica provinciale (da 5,6% nel 2012 a 4,8% nel 2014 in Emilia-Romagna, da 9,0% nel 2012 a 8,6% nel 2014 in Italia).
Dal quadro previsionale appena delineato si evince come l’economia della provincia di Rimini, nel 2012, verterà ancora in una situazione di relativa difficoltà, dato che gli indicatori analizzati presentano tassi di crescita negativi. La situazione economica migliorerà nettamente, invece, nel biennio 2013-2014 quando i suddetti indicatori (eccetto le unità di lavoro) saranno in crescita; nota di merito, in particolare, per il tasso di disoccupazione che dovrebbe raggiungere, a fine periodo, valori più bassi da quando è iniziata la crisi nel 2009.

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AEROPORTI, MANCATA FUSIONE. I SINDACATI CHIEDONO INCONTRO CON AERADRIA PER “APPROFONDIRE SUL PIANO INDUSTRIALE. SAB MIOPE”


Una “decisione grave” per i sindacati quella di Sab “di non condividere l’ipotesi di fusione dell’aeroporto bolognese con gli scali di Forlì e di Rimini”. “E’ la dimostrazione – dicono in coro Cgil, Cisl e Uil - di una mancanza di visione d’insieme delle prospettive economiche del territorio regionale”.
Secondo i sindacati la decisione di Sab è preoccupante perché “senza l’integrazione è più difficile prefigurare una strategia di crescita, utile a garantire la tenuta dei livelli di occupazione (il numero di lavoratori coinvolti da queste scelte nei tre siti aeroportuali è di 1.400 tra diretti ed indiretti); viene meno uno strumento di sostegno alla strategia di crescita ed internazionalizzazione della economia regionale”.


Cgil, Cisl e Uil chiedono “un incontro urgente, con la proprietà di Aeradria e con la stessa società, per valutare se la scelta di mancata integrazione è definitiva e quali strategie mettere in pratica in questo nuovo scenario. In questo contesto riteniamo sia utile svolgere un approfondimento sul piano industriale di Aeradria per verificare i tempi del raggiungimento dell’equilibrio di bilancio, anche a fronte dei forti investimenti che necessitano per lo scalo riminese”.


E’ necessario programmare ad ampio raggio “tenendo conto che l’ottica di sistema deve o dovrebbe riguardare anche altri versanti strategici ed economici a partire dalle possibili integrazioni intermodali aeroporti, ferrovie, trasporto pubblico locale in una logica di sistema finora inesplorata”. Torna, in definitiva, il tema della pianificazione integrata tra regione e territori “che dovrebbe comprendere il sistema fieristico e dei palacongressi, le funzioni sociali (le aree vaste di sanità e trasporti, il welfare), le politiche ambientali (il ciclo dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia con i relativi affidamenti e l’Ato regionale)”.

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TURISMO, GUARINI (CISL): “FONDAMENTALE DESTAGIONALIZZARE. ELABOREREMO PROGETTO FATTIBILE. I POLITICI COLGANO OPPORTUNITA’”


«La destagionalizzazione – afferma Davide Guarini, segretario generale regionale della Fisascat – è un percorso fondamentale al fine di promuovere e incentivare i territori valorizzando specificità culturali, ambientali ed artistiche».
Di destagionalizzazione si parlerà meglio grazie a Cisl Fiscat (Federazione del Terziario, Commercio, Turismo e Servizi) regionale e con l’Università di Bologna Scuola Superiore Scienze Turistiche Rimini l’8 maggio prossimo a Rimini nel “Un turismo per ogni stagione: il valore della destagionalizzazione in Emilia Romagna”.


«Crediamo che una politica volta a destagionalizzare il turismo in Emilia Romagna sia una grande opportunità di sviluppo con l’obiettivo primario di far crescere nel suo complesso l’economia regionale e serva a salvaguardare, anzi, a incrementare la forza occupazionale nell’interesse collettivo della comunità regionale. Vogliamo approfondire questa importante tematica ed elaborare un fattibile progetto, coinvolgendo tutte le parti Istituzionali Imprenditoriali e Sindacali, per la realizzazione di una reale destagionalizzazione».


Alla tavola rotonda prenderanno parte Antonello Eugenio Scorcu Dipartimento di Scienze Economiche Università di Bologna, Piergiorgio Togni consigliere di amministrazione di PromuovItalia, Alessandro Giorgetti presidente Federalberghi-Confcommercio Emilia-Romagna, Giorgio Graziani segretario generale regionale USR-CISL, Maurizio Melucci assessore Turismo e Commercio Regione Emilia Romagna. Le conclusioni sono affidate al segretario generale nazionale Fisascat-Cisl Pierangelo Raineri.

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SAN MARINO, INTRODOTTO REATO DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI STAMPO MAFIOSO


San Marino introduce il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso con procedura d'urgenza che prevede una sola votazione in Parlamento.Il progetto di legge è stato proposto dal ministro alla Giustizia Augusto Casali e votato con 48 voti favorevoli, 5 contrari, un astenuto.


“Questo progetto di legge introduce la specifica dello stampo mafioso con opportuni aggravi di pena”, spiega Casali, cui si aggiungerà un ampliamento del regime di segretezza delle indagini (Ansa).

Venerdì, 04 Maggio 2012 10:52

Cosa sta diventando Rimini_un commento

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Cosa sta diventando Rimini_un commento


L’articolo qui a fianco porta l’attenzione sul tema del commercio estivo, probabilmente il comparto che meno si è rinnovato da quando è iniziato il declino del modello turistico riminese.
L’ultima grande innovazione che si ricordi è il cartello “qui si parla russo”, che risale agli anni novanta; per il resto, ciò cui si è assistito e si assiste, è il lento venir meno di una delle caratteristiche storiche della riviera (si pensi alla famiglia in passeggiata serale) e del modello di business che stava alla sua base.


Ma il fatto che un modello economico muti e riduca progressivamente il proprio margine di utile è fenomeno normale, che porta ad assestamenti, cambi nella gestione o nel progetto stesso. Certo, può anche andare a morire, ma è perlomeno strano che questo accada con un bacino di potenziali clienti tanto ampio quanto quello riminese.
Quello che si vuole introdurre in questo dibattito è la necessità di affrontare il dato di rigidità che maggiormente condiziona e induce questa situazione di stallo, cioè la rendita (e in particolare quella immobiliare).


Se ne parla da anni, ma con la crisi diventa sempre più decisiva. Mentre un imprenditore o anche il singolo lavoratore devono stare alla nuove condizioni dettate dallo scenario economico accettando aumenti del carico di lavoro e del rischio, cambiamento di comportamenti acquisiti nel tempo, riduzioni di salario, chi possiede muri e licenze sembra non sentirsene toccato, continuando a voler dettare condizioni. Che poi, la disponibilità economica e la liquidità siano spesso di origine incerta non fa che aggravare il caso riminese.


Sarebbe interessante, sul tema qui appena accennato, ci si potesse confrontare, anche valutandone il peso sui singoli comparti del modello riminese. Fino ad individuare come l’ente pubblico possa intervenire in questa situazione, diventando elemento regolatore reale e di abbrivio per il cambiamento. (rg)


Venerdì, 04 Maggio 2012 10:47

Cosa sta diventando Rimini

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Cosa sta diventando Rimini


Una passeggiata sul lungomare di Bellariva ha l’esito di far “scoprire” una realtà già conosciuta, ma solo con la mediazione della carta stampata e del sentito dire.
Cento metri di lungomare, una unità di quella organizzazione seriale della Riviera che già Pier Vittorio Tondelli aveva indicato nel suo Week end post moderno. Nei cento metri che percorro ci sono un bar, una pizzeria, una gelateria e alcuni negozi di difficile catalogazione (abbigliamento? accessori? cianfrusaglie?). Uno sguardo superficiale rivela che i gestori di quei negozi sono tutti riminesi di nuova acquisizione, probabilmente pakistani. In quei centro metri si distingue solo una bottega di ricami dove al banco una arzdora guarda la strada con lo sguardo melanconico di chi si sente fuori posto. Di ritorno, c’è il tempo di soffermarsi su qualche dettaglio e di scoprire che i negozi a gestione orientale hanno tutti gli stessi articoli, come se tutti acquistassero dallo stesso fornitore. L’effetto è di un negozio ripetuto più volte, un clone accanto all’altro.


Dove sta il problema? D’istinto vengono in mente le parole che l’ex sindaco Massimo Conti fra gli anni Ottanta e Novanta rivolgeva ai commercianti arrabbiati per il dilagare dell’abusivismo commerciale. Voi commercianti – diceva Conti – avvertite la concorrenza dei vu cumprà perché i vostri negozi sul mare in realtà sono tanti piccoli bazar che vendono la stessa chincaglieria degli abusivi. Aveva ragione, e dove vent’anni il ciclo poco virtuoso si è completato: quei bazar senza identità sono stati acquisiti da immigrati, chissà forse qualcuno è anche un ex abusivo. I commercianti riminesi si lamentavano perché non riuscivano più a trarre reddito dai loro negozietti estivi, questi nuovi dalla lingua straniera sembrano andare avanti senza problemi. È evidente che c’è una gestione diversa (ognuno riempia questa parola dei contenuti preferiti) e probabilmente anche una aspettativa di reddito diversa. Dieci euro mandati in Pakistan hanno un poter d’acquisto nettamente superiore di dieci euro spesi a Rimini.


Dove sta il problema? Quando era assessore provinciale al turismo il sindaco Andrea Gnassi aveva trovato un’immagine abbastanza efficace: non siamo un villaggio turistico di plastica, siamo un posto vero. Intendeva dire che venendo sulla Riviera il turista trovava l’albergatore riminese (oggi sempre meno) tutto simpatia e cordialità, trovava il bagnino (questo ancora), usciva e trovava i commercianti del luogo (oggi quasi più). Insomma il turista fa sempre di meno l’esperienza dell’incontro con l’ospitalità romagnola, cioè con il fattore che ha costruito la fortuna della Riviera.


Dove sta il problema? Basterebbe che cento metri dei viali del mare si rinnovassero e, a catena, per necessaria imitazione, tutti gli altri cento metri li seguirebbero. Invece c’è il rinnovamento, ma al ribasso. Un lungo bazar seriale dal sapore orientale, allora tanto vale prendere l’aereo e andare visitarne uno autentico.


Valerio Lessi


Mercoledì, 02 Maggio 2012 09:27

GIORNALAIO 04.05.2012

Rubriche

AEROPORTI, UN PIANO PER RIMINI. TURISMO, I TEDESCHI IN FUGA. GARDENGHI SU IMPRENDITORI E FISCO. A RICCIONE IL MUSEO PER SUPERSIC. UN MARE DI LIBRI


In primo piano su tutti i quotidiani i commenti sul matrimonio fallito tra l’aeroporto di Bologna e quelli di Rimini e Forlì. Il Resto del Carlino commenta così le dichiarazioni rilasciate ieri dal sindaco di Rimini Andrea Gnassi e dal presidente della Provincia Stefano Vitali: "NON lo diranno mai, Gnassi e Vitali. Ma l’impressione, fortissima, il giorno dopo il ‘no’ pronunciato da Bologna al matrimonio dei cieli con Forlì e Rimini, è che fosse un copione già scritto. Il modo per tagliare fuori lo scalo di Forlì, in perdita secca da anni e ormai in liquidazione, e ripartire con le trattative per poter celebrare un fidanzamento a due, tra il ‘Marconi’ e il ‘Fellini’". Lo stesso Massimo Masini, presidente di Aeradria spa, ne è convinto: «Bologna tornerà a cercare Rimini. E se così non fosse, noi andremo avanti per la nostra strada», riporta il Carlino a pagina 4.


Come riporta La Voce di Romagna, Gnassi ieri ha dichiarato che: "«Il fatto che Sab abbia valutato non sostenibile la fusione dei tre scali per l’esito negativo dell’analisi di Forlì non significa che in prospettiva si debba rinunciare ad una strategia di sistema - sottolinea Gnassi - Al contrario si aprono scenari nuovi». Gnassi la chiama ‘fase 3’, quella dove Rimini va avanti senza intermediari alla ricerca di un partner che voglia sostenere il piano industriale del Fellini". Mentre Vitali sottolinea i rapporti con San Marino: “«abbiamo intensificato i rapporti con San Marino, che potrà avere una maggiore partecipazione, non in termini di quote ma soprattutto per il peso che uno Stato può far valere sull’aeroporto». Sul tema sarà anche convocato un consiglio provinciale aperto, coinvolgendo anche Camera di commercio, categorie e industriali" a pagina 11. Nella stessa pagina le dichiarazioni di Lombardi che lascia trapelare soddisfazione: "si evita «l’ennesimo contenitore finanziario che avrebbe sprecato risorse, mettendo a rischi la nostra realtà»".


A Forlì, intanto, come racconta il Corriere Romagna a pagina 10, è stata una giornata di passione. "Applausi sarcastici, fischi, inviti a dare le dimissioni, un coro unisono di «vergogna» ha accolto i rappresentanti delle istituzioni davanti alla sede della Seaf dove si è tenuta l’assemblea dei soci che ha sancito l’addio allo scalo. Circa 60 tra dipendenti dell’aeroporto e dell’indotto hanno gridato tutto il loro sdegno e la paura di perdere il posto di lavoro. Fischi a grappoli per i politici: in testa l’assessore regionale ai trasporti Alfredo Peri".


Un museo per il Sic


Polemiche riguardo al museo dedicato a Marco Simoncelli, campione del Moto Gp scomparso a Sepang. E’ il padre del motociclista, Paolo, che sul Carlino a pagina 3 dichiara: " «IL MUSEO? Qualcuno a Coriano lo ha voluto perdere». Parla chiaro Paolo Simoncelli. Il luogo destinato a diventare meta di pellegrinaggio per tutti coloro che hanno SuperSic nel cuore, trasloca a Riccione. «Mi sono stancato di avere a che fare con la politica». Papà Paolo non fa nomi, ma offre certezze. Il museo che fino a pochi mesi fa doveva prendere forma all’interno del teatro Corte a Coriano, negli spazi che avevano accolto la salma di Marco nei giorni precedenti il funerale, cambia non solo luogo, ma anche città. Sarà Riccione a ospitarlo: «Lo farò a casa mia, nei locali che sto già attrezzando, qui nella sede della Fondazione. Verrà un bel lavoro»".


Tedeschi in fuga


Il Carlino riporta a pagina 5 il fatto che i tedeschi scappano dalla riviera. A sostenere questo le dichiarazioni di Alessandro Giorgetti (Federalberghi) e di uno dei più importanti tour operator. In pagina l'intervista a un fedele tedesco, uno di quelli che da anni viene in riviera.


Imprenditori e fisco


A pag 14 della Voce Mauro Gardenghi di Confartigianato nella giornata dei ‘Career day’ riapre la polemica sul rapporto tra imprenditori e fisco: "Ormai il piccolo imprenditore è diventato sinonimo di ladro ed evasore, viene messo nella lista dei cattivi. I buoni sarebbero quelli che pagano le tasse perché costretti. Così si alimenta un odio sociale che è una guerra fra poveri. I sindacati protestano e urlano, ma chi dà lavoro ai giovani? Lo danno loro? Lo dà lo Stato? Se le imprese sono precarie, non si crea lavoro. E senza lavoro non c’è crescita. Stiamo morendo di tasse. Lo Stato ti chiede di più di quello che è possibile sopportare. Come si fa a fare impresa quando devi dare allo Stato più del 60% di quello che produci? Solo abbassando il livello della tassazione può emergere il sommerso".


Un mare di libri


Sulla Voce a pagina 34 e sul Corriere primo lancio del festival 'Mare di libri', in programma dal 15 al 17 giugno. Racconta alla Voce una delle organizzatrici: “«Esistono molte manifestazioni di letteratura per bambini e adulti - afferma Alice Bigli, organizzatrice - ma nessuno dedicato esclusivamente agli adolescenti. Questo progetto nasce per colmare un vuoto, inoltre la sua specificità si è trasformata in unicità e ciò rende Rimini unica anche a livello nazionale. Vogliamo infatti che l’evento sia sentito da tutti come qualcosa che appartiene alla città: c’è da sottolineare che i ragazzi per la maggior parte vengono da fuori». Gli appuntamenti in cartellone sono oltre trenta suddivisi in due giorni e mezzo, i lettori (si stima ne arriveranno circa 3mila) avranno l’opportunità di incontrare autori italiani e stranieri, gli incontri saranno tutti occasione per far dialogare le arti, non saranno semplici presentazioni di libri".

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