Dal 18 maggio si può tornare in chiesa per la Messa
Dal 18 maggio si potrà tornare in chiesa per partecipare alla Messa. Lo stabilisce l protocollo firmato oggi dalla Cei e dal governo italiano. Il 18 maggio è un lunedì, quindi la prima domenica in cui troveranno applicazione le nuove norme sarà domenica 24 maggio.
Il protocollo stabilisce innanzitutto che gli ingressi in chiesa saranno contingentati. Sarà compito del parroco individuare la capienza massima dell’edificio in modo che sia rispettata la distanza di un metro da un fedele all’altro, sia frontale che laterale. I fedeli dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina e che non potranno entrare se hanno una temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° centigradi. All'ingresso ci saranno alcuni volontari o collaboratori che favoriranno l'accesso e l'uscita e vigileranno sul numero massimo di presenze consentite.nei momenti di ingresso e di uscita dovrà essere rispettare la distanza di un metro e mezzo. La regola generale è che occorre evitare ogni forma di assembramento.
Per distribuire la comunione il celebrante, o il ministro straordinario dell'eucaristia, dovrà igienizzare le mani e indossare i guanti e la mascherina, avendo cura di non venire a contatto con le mani dei fedeli.
Il protocollo raccomanda inoltre di ridurre al minimo la presenza di concelebranti e ministri, di igienizzare al termine delle celebrazioni le aule liturgiche e le sagrestie. Può essere prevista la presenza di un organista, ma non del coro. Nelle panche non dovranno esserci libretti per i canti e altri sussidi cartacei. Per le offerte ci saranno contenitori all’ingresso della chiesa, non si farà la questua fra le panche.
Le acquasantiere resteranno vuote e non ci si scambierà il segno della pace.
Tutte queste disposizioni si applicano anche alle celebrazioni diverse da quella eucaristica o inserite in essa: battesimo, matrimonio, unzione degli infermi ed esequie. Le cresime sono per il momento rinviate. La confessione si svolga in luoghi ampi e areati, che consentano a loro volta il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta dal sacramento stesso.
Fuori dalla porta della chiesa sarà affisso un manifesto con l'indicazione del numero massimo di partecipanti consentito in relazione alla capienza dell'edificio.
Se il luogo di culto non è idoneo al rispetto delle indicazioni del protocollo, il vescovo del luogo può valutare la possibilità di celebrazioni all'aperto, assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria.
Viene ricordata la dispensa dal precetto festivo per motivi di età e di salute.
C’è infine l’invito di favorire le trasmissioni delle celebrazioni in modalità streaming per la fruizione di chi non può partecipare alla celebrazione eucaristica.
Franceschini: il bonus vacanze sarà un credito di imposta
"Stiamo lavorando - Ha detto il ministro del turismo Dario Franceschini, intervenendo ieri in commissione al Senato - perché le vacanze in Italia si possano fare, ma saranno comunque vacanze diverse. Ho chiesto al Comitato tecnico scientifico, che sta lavorando in queste ore, prescrizioni di sicurezza per tutti i settori che riguardano il mio ministero, da teatri, cinema, musei ed eventi, per consentire la loro riapertura in sicurezza e li ho chiesti anche per il turismo, quindi alberghi, stabilimenti balneari e spiagge in generale (abbiamo migliaia di chilometri di spiagge libere) termali eccetera. Credo che la risposta arriverà in tempo molto molto breve e servirà anche per chi non aprirà domani, ma ha bisogno di sapere per tempo le misure da adottare".
Franceschini ha spiegato anche come sarà il cosiddetto "bonus vacanze". Sarà in realtà un credito di imposta rivolto a tutte le famiglie sotto una soglia di reddito medio basso, in base all'Isee, che varierà in base alla composizione del nucleo familiare. La somma andrà spesa entro il 2020 in tutte le strutture ricettive. Una parte del credito di imposta sarà girata all'albergatore che la potrà scaricare negli adempimenti fiscali del mese successivo. Un modo per garantire immediata liquidità alle imprese. "Abbiamo scelto le strutture ricettive perché devono comunicare entro 24 ore i dati anagrafici dell'ospitato alla questura e pagano la tassa di soggiorno. Questo assicura l'assoluta trasparenza", ha spiegato il ministro.
Franceschini sottolinea poi che il governo è al lavoro per tutelare gli stagionali, estendere il "credito d'imposta o un ristoro per i canoni di locazione di tutte le aziende del settore turistico, non solo quelle strutture ricettive" in proporzione all'affitto pagato e per riconoscere a "tutte le aziende del turismo una misura di ristoro a fronte del calo di fatturato oltre una certa soglia", ma che "coprirà tutte le aziende, anche le più piccole".
Il ministro ha inoltre confermato che nel prossimo decreto ci sarà la conferma della proroga al 2033 delle concessioni balneari. In particolare la norma consentirà ai Comuni di non retrocedere dalla decisione di prorogare le concessioni. Se poi arriverà una procedura di ingfrazione, la affronteremo, ha concuso il ministro.
Turismo, Riccione pressa il governo: presto una data di ripartenza
Ci sarà una stagione turistica estiva? E avrà una durata apprezzabile, non ridotta a due settimane o poco più? Le domande non sono retoriche, anche se risposte precise nessuno è ancora in grado di fornirle.
Perché ci sia turismo, almeno casalingo, occorre che le persone possano liberamente trasferirsi da una regione all’altra. È vero, uno dei bacini della Riviera è l’Emilia, ma è evidente che con l’esclusivo turismo casalingo non si va molto lontano. Stando ad indiscrezioni pubblicate da quotidiani nazionali, sembra che la circolazione libera in tutta la penisola sarà consentita quando l’ormai famoso parametro R0 sarà pari a 0,2. Cioè quando una persona dovrà incontrarne altre cinque prima di contagiarne una. Adesso il parametro R0 è in media pari a 0,8 con oscillazioni diverse a seconda della Regione; quando la pandemia era al massimo, il valore ha superato 3.
Il punto è quando sarà raggiunto il valore di 0,2, se in breve tempo o a più lunga scadenza. Nel frattempo un intero settore economico, pari almeno al 13,2 per cento del Pil, rimane sospeso. Anche tutte le notizie che rimbalzano sulle regole a cui dovranno attenersi le strutture ricettive o le finora vaghe promesse di intervento a sostegno del turismo appaiono pertanto quasi come un esercizio di scuola. La regione Emilia Romagna ha per esempio stanziato tre milioni di euro a fondo perduto per le attività e attrezzature necessarie alla sanificazione dei locali delle imprese. Si tratta però di un sostegno che avrà un senso e potrà costituire un sollievo solo se si arriverà in tempi brevi e certi all’apertura della stagione.
Fin da subito è stato detto che il settore turistico è stato il primo a chiudere e sarà l’ultimo a riaprire. Facile previsione che si sta puntualmente realizzando. Nessuno si azzarda a dipingere lo scenario che avremo a livello locale se salterà completamente la stagione o sarà ridotta ai minimi termini. La filiera generata dal turismo è vasta e comprende migliaia di famiglie che potrebbero trovarsi senza reddito o con un reddito ampiamente decurtato. Gli stessi Comuni vedranno ridotte le loro entrate non solo per l’imposta di soggiorno.
La perdurante incertezza sull’apertura della stagione turistica ha indotto i sindaci del gruppo G20, a cui partecipa anche Riccione, a sollecitare risposte al sottosegretario al turismo Lorenza Bonaccorsi. L’appello è rilanciato oggi dal sindaco di Riccione, Renata Tosi, insieme ai rappresentanti delle categorie economiche della città.
"Al governo che ha annunciato per il fine settimana un pacchetto di aiuti a favore delle piccole imprese, anche del settore turistico, - ha dichiarato il sindaco - diciamo che se ci dà una mano per lavorare ne avrà un beneficio l’economia dell'Italia intera. Gli stanziamenti a fondo perduto sono necessari, ma tutto ha più senso se si permette alle aziende turistiche di ripartire e lavorare".
"Ad oggi, non avere ancora alcuna certezza su date e modalità di apertura degli stabilimenti balneari, - gli fa eco il presidente della Cooperativa bagnini di Riccione, Diego Casadei - mette tutto il comparto in difficoltà. Difficoltà che potranno essere insuperabili. Esistono da tempo delle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e, sulla base di queste, abbiamo proposto ai tavoli di lavoro insieme con le Istituzioni competenti un protocollo che vuole declinare queste direttive nella realtà della spiaggia. Non è possibile non avere avuto ancora una risposta".
"Sarebbe incoraggiante nel panorama di incertezze cominciare ad avere alcune certezze almeno dal punto di vista di possibili date di riferimento – aggiunge il presidente di Federalberghi Bruno Bianchini - Siamo dispostissimi all'apertura e, nonostante il poco tempo a disposizione per i necessari preparativi, siamo altrettanto disposti a spenderci per questa data e per dare a noi e a tutto l'indotto che con noi lavora questa opportunità. Il protocollo che dovrebbe regolamentare l'attività della filiera alberghiera è stato redatto ma non è ancora operativo in mancanza di tutti i nulla osta necessari. In assenza di ciò qualunque tutela legale ed assicurativa sarebbe inefficace".
"L'incertezza di non avere una data genera disdette e non produce nuove prenotazioni. - dice Andrea Ciavatta (Family Hotels) - Bisogna avere la data dell'apertura della stagione balneare proprio per questo motivo".
"Aspettiamo una risposta dalla Regione e dal Governo in un senso o nell'altro - aggiunge Franco Vannucci (Riccione Turismo). - Non solo dobbiamo essere certi sulla data, ma anche sulle soluzioni che come categoria abbiamo proposto, avvalendoci della consulenza del prof. Pierluigi Viale del Policlinico S.Orsola di Bologna. Inoltre abbiamo bisogno di non avere brutte sorprese per il futuro anche sulla responsabilità delle strutture ricettive, nei confronti di ospiti e dipendenti. Servono rassicurazioni scritte".
"Senza protocolli approvati che ci permettano di capire la fattibilità del nostro lavoro, - afferma Paolo Semprini (Riccione Sport) - e senza incentivi dal Governo alle famiglie per andare in vacanze, si fa fatica a ipotizzare di fare turismo quest'anno".
Ai sindaci del G20 il sottosegretario Bonaccorsi ha assicurato che si farà portavoce delle istanze dei Comuni delle più importanti spiagge italiane e le porterà nel prossimo Consiglio dei Ministri, che dovrà entro questa settimana deliberare il prossimo Decreto.
Vedremo se arriveranno risposte.
Parco del Mare, di fatto un arredo urbano senza parcheggi
Continuiamo a chiamarlo Parco del Mare, ma ormai dell’idea originaria è rimasto ben poco. A certificarlo non sono tanto gli esponenti dell’opposizione impegnati a fare da bastian contrari quanto due consiglieri di maggioranza. Davide Frisoni, di Patto Civico, ha dato voce alle proprie perplessità in consiglio comunale; Giovanni Casadei, del Pd, ha affidato le proprie riflessioni ad un giornale online di area. Se non fosse che tutti sono impegnati a far fronte a questo imprevisto di nome Coronavirus, il disagio evidente di una parte della maggioranza ed il fallimento (ormai non è esagerato usare questo termine) del progetto tanto voluto dal sindaco Andrea Gnassi avrebbero suscitato un diluvio di dibattiti e polemiche. Frisoni e Casadei hanno in sostanza detto (poi vedremo i particolari) che il progetto che si sta realizzando non vede il coinvolgimento dei privati e non risolve la questione prioritaria dei parcheggi e della viabilità.
Il Parco del Mare è figlio legittimo delle suggestioni lanciate dal Piano strategico e dell’archiviazione da parte di Gnassi dei grattacieli delle archistar promossi dalle giunte Ravaioli-Melucci. Nel 2015, lanciando la proposta, il sindaco aveva chiarito (e successivamente ribadito con forza) che il Parco del Mare non sarebbe stato una semplice pedonalizzazione del lungomare, abbellito con uno scintillante arredo urbano. Rimini non avrebbe fatto come Riccione. Il rifacimento del waterfront era presentato come l’occasione per rinnovare il prodotto turistico di Rimini secondo una visione che privilegia il benessere e la vita attiva. Spiaggia e linea degli alberghi, con l’apertura anche a imprenditori esterni, sarebbero stati coinvolti nel progettare quella che doveva diventare l’area wellness più importante d’Europa, una gigantesca Spa o palestra all’aria aperta. Il progetto si sarebbe in larga parte finanziato con i diritti di superficie che gli imprenditori avrebbero pagato per realizzare le loro attività nel Parco del Mare. La seconda amministrazione Gnassi è quindi partita con il bando sulle manifestazioni di interesse: sono arrivate 155 proposte da parte di 367 proponenti, di cui 134 operatori di spiaggia, 111 albergatori e ristoratori, 14 privati cittadini e 97 operatori economici e di spiaggia accorpati e 11 altri soggetti.
Il passaggio seguente è stato la scelta dello studio di Miralles Tagliabue per la definizione delle linee guida architettoniche a cui devono attenersi Comune e operatori privati. L’amministrazione ha deciso di far partire subito due stralci, il n.1, Piazzale Fellini- Lungomare Tintori e il n.8, Lungomare Spadazzi-Miramare. Nei mesi scorsi i cantieri sono stati aperti, anche se solo il 30 aprile è stata approvata dal consiglio la delibera di recepimento degli ultimi finanziamenti necessari (otto milioni dalla Regione e due milioni di mutuo a carico del Comune).
Abbiamo così riassunto per sommi capi i passaggi fondamentali dal 2016 ad oggi. In questi anni è però accaduto che le famose manifestazioni di interesse si siano progressivamente perse per strada o finite nel proverbiale porto delle nebbie. Alle richieste di notizie, l’amministrazione ha sempre replicato che erano in corso trattative con i privati e quindi bisognava aspettare per non comprometterne l’esito. Si sapeva che i bagnini erano titubanti a compiere investimenti senza sapere che fine avrebbero fatto le loro concessioni con l’applicazione della direttiva Bolkestein (e la questione è ancora sospesa). Trapelava altresì che molti operatori ritenevano esosi e non convenienti i canoni dei diritti di superficie richiesti dall’amministrazione. All’ultimo consiglio comunale, venendo al dunque, l’assessore Roberta Frisoni ha spiegato che per i primi due stralci sono coinvolti dieci operatori: con otto sarebbero stati raggiunti pre-accordi, con altri due le trattative sarebbero in corso. Nessun chiarimento sulla natura economica e funzionale degli interventi che questi privati dovranno un giorno realizzare. Intanto però i cantieri vanno avanti, quindi verosimilmente sarà prima completata la parte pubblica, poi (quando?) interverranno i privati. Tutto questo al netto dell’emergenza attuale: chi aveva deciso di investire, è ancora disposto a farlo ora?
E così arriviamo al dibattito attuale. Le minoranze e parte della maggioranza hanno evidenziato che il progetto in corso di realizzazione è molto diverso, non solo dal punto di vista estetico, da quello mostrato per mesi in piazza Cavour. Non ci sono, per esempio, i parcheggi interrati, ma per il momento le auto sosteranno nell’attuale rotonda di fronte al Grand Hotel, nel futuro si vedrà. Giovanni Casadei, del Pd, ha riassunto la situazione in questo modo: “Dall’inizio ad oggi, abbiamo rinunciato ai parcheggi interrati , ai servizi e negozi interrati, alla partecipazione dei balneari al progetto di riqualificazione, ai filari di pini, al contributo economico di chi avrebbe dovuto occupare i lungomare e pagare i diritti di superficie per sostenere l’opera pubblica, di fatto ad oggi parliamo di un complesso, ricco, ben strutturato e penso efficace, progetto di arredo urbano, di riqualificazione degli spazi, non nel senso dispregiativo che usa la minoranza, ma nella sua migliore accezione”.
Davide Frisoni, di Patto Civico, ha osservato che sul Parco del Mare sono stati compiuti molti errori a causa del mancato dialogo all’interno della maggioranza. Il progetto che si va a realizzare non ha nulla di tipico riminese, può essere replicato in qualsiasi altra località. Ma la carenza più grave è quella dei parcheggi, tenuto conto che con l’emergenza Covid aumenteranno ancora di più i turisti che arriveranno con la propria automobile. “Questo è ora un semplice progetto di arredo urbano, non quello che ammiravamo nelle tabelle esposte in piazza Cavour. Quanti privati investiranno? Sono in maggioranza e nemmeno io lo so”.
È probabile che certe posizioni, come quella di Casadei, nascano anche dal dibattito interno al Pd in vista delle candidature per il 2021, come maliziosamente ha insinuato il capogruppo della Lega, Marzio Pecci. Gli interventi dei due esponenti di maggioranza in ogni caso certificano che il visionario progetto del Parco del Mare è stato derubricato nei fatti ad un arredo urbano. Che qualcuno lo disprezzi, che qualcun altro comunque lo valorizzi, è un aspetto secondario. Soprattutto emerge che si va verso la chiusura al traffico di due pezzi del lungomare senza un organico progetto alternativo di viabilità e di parcheggi. “Si faranno in futuro”, assicura l’assessore Frisoni. Ma è anche vero che si sta andando verso un periodo in cui le risorse finanziarie scarseggeranno più di prima.
Le confessioni di Vitali. Una domanda lancinante: perchè a me?
Non mi pare sia molto vasta la letteratura dei miracolati, cioè il racconto in prima persona della storia di chi è stato oggetto della grazia divina per intercessione di un beato o di un santo. Quindi il libro di Stefano Vitali (Vivo per miracolo, Sempre editore) è una lettura in qualche modo originale, molto adatta a questo tempo di pandemia che spinge a interrogarsi sulla fragilità dell’esistenza e sull’imprevisto che arriva a cambiare i nostri progetti, a farci uscire dalla bolla in cui inconsapevolmente ci siamo rifugiati. Giustamente nella prefazione il vescovo Francesco Lambiasi osserva che siamo di fronte ad un libro di “confessioni”. Le più celebri sono quelle di Agostino, e a loro modo anche quelle di Vitali sono attraversate dalla domanda sul significato del tempo.
L’ex segretario di don Oreste Benzi (ed ex molto altro, assessore, presidente della Provincia), confessa che giunto alla soglia dei quarant’anni si sentiva un Dio, un egocentrico. «Un uomo che aveva tutto, convinto che nulla avrebbe potuto fermarlo. Convinto di poter dominare il tempo». A sgonfiare la bolla arriva un tumore, di quelli brutti, devastanti. Ed una voce si insinua martellante nella sua vita: «Stefano, non hai più tempo». Accompagnata da una domanda senza risposta «Perché proprio a me?».
Nel libro Vitali racconta passo dopo passo cosa provoca in lui questa consapevolezza, si mette a nudo facendoci partecipi delle sue reazioni di fronte alle sentenze dei medici, al proprio corpo che non è più lo stesso dopo gli interventi chirurgici, alla via crucis della chemioterapia.
Il suo però non è un cammino solitario. È invece accompagnato da persone che sono presenti. La moglie Lolli, gli amici, il padre, la madre e, soprattutto, don Oreste. «Quante volte – scrive Vitali - l’ho visto dopo aver ricevuto una cattiva notizia chiudersi in se stesso per pochi istanti, per poi riaprirsi con il suo sorriso dicendo: “Tutto è grazia”».
La memoria di come il sacerdote reagiva alle avversità provoca un cambiamento: «Arrivai anche a pensare che dopo tutto fosse per me una buona occasione», fino ad accettare la sfida di vivere intensamente il tempo. «E quando lo vivi intensamente, riesci a goderti addirittura l’istante e se vivi l’istante il tempo si dilata, è come se ne avessi di più. Questa modalità di assaporare il tempo, assolutamente nuova per me, mi trasmetteva forza e serenità, almeno durante il giorno».
Ma la domanda «Perché a me?» non demorde. Vitali decide di girarla a don Oreste, il quale ha già pensato di affidare il caso di Stefano a Sandra Sabattini, la ragazza della Comunità Papa Giovanni XXIII morta in un incidente stradale il 2 maggio 1984, per la quale era stato aperto da poco il processo di beatificazione. Cosa successe in casa sua quando don Benzi propose di chiedere l’intercessione di Sandra, Vitali l’ha raccontato spesso. Con una battuta, si potrebbe dire che il miracolo è stato chiesto a sua insaputa. Lui di Sandra non sapeva nulla, a lei non avrebbe mai pensato, la sua domanda pressante non era il miracolo ma «Perché a me?».
Ma don Oreste aveva avuto l’intuizione giusta. «Inspiegabilmente», come hanno attestato fior di oncologi esperti, il tumore sparisce. E con il tempo, a Vitali viene in mente quella visita di don Oreste, la discussione del prete con la moglie su quale santo fosse più utile pregare: tutto questo è accaduto veramente o è stato un sogno?
Era accaduto, e Stefano comincia a documentarsi sulla vita di Sandra, divora la Positio (il volume su vita e virtù della futura beata), Sandra Sabattini da estranea diventa una presenza amica.
Le circostanze (nel libro si racconta quali) negli ultimi anni hanno portato Vitali a girare il mondo al servizio delle realtà missionarie della Comunità Papa Giovanni XXIII. Uscito dalla bolla, decide di «vivere il tempo non secondo quello che volevo fare, ma secondo quello che mi veniva richiesto di fare».
La domanda «Perché a me?» lo insegue ancora. «In attesa di trovare quella risposta, devo vivere il mio tempo intensamente perché in fondo quel tempo mi è stato regalato e io non posso e non devo sprecarlo». Ciò lo ha confermato nella scoperta del valore dell’istante: «Godendomi l’istante sono riuscito a fermare il tempo, dilatandolo e lasciandolo entrare nella profondità dei miei sensi, della mia memoria e del mio cuore».
L’ultima pagina del libro è occupata da ciò che Sandra scrisse tre giorni prima di morire: «Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. È tutto un dono su cui il Donatore può intervenire come e quando vuole. Sandra, abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora…».
La cerimonia di beatificazione, prevista per il 14 giugno in Fiera, è stata rinviata a data da stabilire in ragione della pandemia.
Valerio Lessi
Privati spariti e niente parcheggi, minoranze e Frisoni all'attacco sul Parco del Mare
Per l’amministrazione era una semplice delibera ragionieristica (recepire un finanziamento di otto milioni dalla Regione) ma l’opposizione ha preso lo spunto per un attacco complessivo al Parco del Mare. E il dibattito ha evidenziato anche una crepa all’interno della maggioranza, con le osservazioni molto critiche del consigliere Davide Frisoni, di Patto Civico.
Vediamo gli interventi della minoranza. Renzi, di Fratelli d’Italia, ha sostenuto che il Comune deve attingere a risorse pubbliche perché non c’è alcuna partecipazione dei privati, quindi è fallita miseramente l’impostazione del sindaco Gnassi. Il Comune ha cambiato il progetto originale anche perché ha previsto di innalzare la passeggiata di 80 centimetri sul livello del mare. “Era una posizione da me sostenuta fin dall’inizio, ma l’innalzamento doveva servire per fare i parcheggi e per spostare i servizi di spiaggia”.
Secondo Marzio Pecci, Lega, il Parco del Mare è diventato un progetto di arredo urbano, è sparito completamente la partecipazione dei privati. .
Anche Mario Erbetta, di Rinascita Civica, è tornato su questi temi. “Da tempo faccio domande senza avere risposte: che fine hanno fatto le tanto sbandierate manifestazioni di interesse?”. Erbetta ha sostenuto che il Parco si basava su una visione di mobilità che l’emergenza Covid ha archiviato, non ci sarà incremento del trasporto pubblico ma di quello privato.
Secondo Luigi Camporesi, di Obiettivo Civico, a causa della mancanza di parcheggi il progetto finirà per distruggere tutte le attività economiche, come la ristorazione, che si basano sul turismo di prossimità.
Analoghe critiche sono arrivate anche da Carlo Rufo Spina (Forza Italia) e Gennaro Mauro.
Davide Frisoni ha detto che sul Parco del Mare sono stati compiuti molti errori a causa del mancato dialogo all’interno della maggioranza. Il progetto che si va a realizzare non ha nulla di tipico riminese, può essere replicato in qualsiasi altra località. Ma la carenza più grave è quella dei parcheggi, tenuto conto che con l’emergenza Covid aumenteranno ancora di più i turisti che arrivano con la propria automobile. “Occorre ripensare viabilità, è cambiato il mondo rendiamocene conto. Questo è ora un semplice progetto di arredo urbano, non quello che ammiravamo nelle tabelle esposte in piazza Cavour. Quanti privati investiranno? Sono in maggioranza e nemmeno io lo so”.
Interventi a favore sono stati espressi da Corazza (Pd) e da Muratori, di Patto Civico, che pure ha evidenziato la criticità dei parcheggi.
Nella replica l’assessore Roberta Frisoni ha spiegato che i privati interessati a investire nei primi due stralci sono dieci, con otto pre-accordi già definiti e altri due in via di definizione. I parcheggi interrati? “Li faremo”. “Ma quando? Quando i danni saranno già stati fatti?”, hanno ribadito gli esponenti della minoranza nelle dichiarazioni di voto.
Tosi: una follia chiudere la spiaggia. Mossa del Pd contro l'alleato di governo
Il sindaco di Riccione ritiene che "Chiudere la spiaggia è una follia che uccide il faticoso cammino intrapreso da tutta la Romagna per dare speranza ad un'economia che stava per rialzare la testa dopo un periodo terribile di incertezza sul futuro".
"Chiudere la spiaggia - prosegue Tosi a proposito dell'ordinanza Bonaccini - è un controsenso per la salute dei cittadini che se possono camminare nei parchi non si capisce perché non possano farlo in riva al mare con aria pulita da sempre cura per le malattie polmonari.
Chiudere la spiaggia è un danno di immagine per quel poco di estate 2020 che faticosamente ogni giorno stiamo cercando di ricostruire.
Chiudere la spiaggia vuol dire considerare i cittadini riccionesi, tutti i romagnoli e non solo, degli irresponsabili sciocchi ed inconsapevoli del pericolo per la propria e altrui salute, pronti a sciamare in orde disordinate verso i lidi. Ma per favore!
Come sindaco di Riccione, città del G20 delle più note e frequentate spiagge d'Italia, non posso che dirmi negativamente e profondamente contrariata da questa scelta che getta incertezza sul futuro, paura nei cittadini e rende la ripresa anche psicologica più lenta.
Non sono d'accordo per due punti fondamentali: 1) oggi non è il momento delle strategie politiche per fregare l'alleato di turno al Governo; 2) ritengo i miei cittadini persone responsabili che in questo lungo periodo di lockdown hanno fatto il loro dovere e che oggi meritano rispetto e quindi, permettere loro di passeggiare con il distanziamento sociale o con la mascherina, nel parco, come in viale Ceccarini, in viale Dante o al mare è per me la stessa cosa. Questo perché ho dinanzi persone serie, non pecore da portare al pascolo. Questa manovra, lo si capisce perfettamente, è una prova di forza del PD contro Conte. Io a questo gioco non ci sto, perché sono una donna di politica e di istituzione, conosco il limite che né l'una e né l'altra dovrebbero mai oltrepassare, il bene dei cittadini. Quello prima di tutto".
Ordinanza Bonaccini: la spiaggia resta vietata
Da 4 maggio in Emilia Romagna resterà pribito l'accesso in spiaggia. è l'aspetto più inaspettato e controverso della nuova ordinanza del presidente Stefano Bonaccini. Quindi si potrà passeggiare sui lungomari ma sarà vietatto scendere in spiaggia.
Ecco il comunicato della Regione:
Mascherine obbligatorie in Emilia-Romagna nei locali aperti al pubblico e nei luoghi all’aperto, laddove non sia possibile mantenere il distanziamento di un metro. Possibilità di raggiungere le seconde case per le attività di manutenzione, ma anche di praticare l’allenamento e l’attività motoria e sportiva all’aperto, solo in forma individuale. Riapertura di parchi e giardini (ma non le spiagge), biblioteche (per la sola attività di prestito, non di consultazione) e cimiteri.
E’ quanto prevede - a partire da lunedì 4 maggio - la nuova ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, le cui disposizioni si applicano a tutto il territorio regionale, compresa la provincia di Piacenza, che in base al provvedimento viene riallineata al resto del territorio regionale.
L’atto definisce anche le modalità di organizzazione del trasporto pubblico locale, per far fronte alla riapertura di parte delle attività produttive, garantendo sempre la sicurezza sanitaria.
Restano le norme sul distanziamento sociale, così come gli spostamenti per lavoro, salute e assoluta e comprovata urgenza definiti nel Decreto governativo. Fare la spesa sarà consentito in ambito provinciale e la visita ai “congiunti”, così come definiti sempre nel provvedimento governativo, in quello regionale. A questo riguardo, viene specificato che il territorio della Repubblica di San Marino va considerato per gli spostamenti in ambito provinciale, territorio della provincia di Rimini, e per quelli in ambito regionale, territorio della regione Emilia-Romagna.
Restano sospese le visite agli ospiti delle strutture sociosanitarie residenziali per persone non autosufficienti
Seconde case, camper, roulotte
Da lunedì 4 maggio sarà dunque possibile raggiungere seconde case, camper e roulotte di proprietà per compiere le necessarie attività di manutenzione. Un’opportunità che si affianca a quella già concessa per imbarcazioni e velivoli di proprietà. Anche in questo caso ci si potrà spostare solo nell’ambito della stessa provincia, individualmente e rientrando in giornata alla propria abituale abitazione.
E’ concesso - sempre in ambito provinciale - anche l’accesso ai locali di qualsiasi attività sospesa, per lo svolgimento di lavori di vigilanza, manutenzione, pulizia e sanificazione nonché per ricevere in magazzino beni e forniture
Riaprono parchi e giardini pubblici, sì all’attività fisica e all’allevamento e addestramento di animali
Riaprono i parchi e i giardini pubblici, ma i sindaci potranno disporre la temporanea chiusura di aree in cui non sia possibile garantire il rispetto del divieto di assembramento o delle distanze di sicurezza di un metro.
Viene invece confermato il divieto di accesso a spiagge e arenili, sia in concessione che liberi, compresa la battigia.
È consentita l’attività motoria e sportiva all’aperto come ciclismo, corsa, equitazione, pesca sportiva e caccia di selezione. Anche in questo caso, però, solo in ambito provinciale, in forma individuale e nel rispetto della distanza di sicurezza di due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro negli altri casi.
Via libera anche all’allenamento in forma individuale di atleti professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano, dal Comitato Italiano Paralimpico e dalle rispettive Federazioni, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento in strutture a porte chiuse, anche per gli atleti di discipline sportive non individuali.
Sono consentiti l’allevamento o l’addestramento di animali assicurando il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
Cimiteri
Anche i cimiteri potranno riaprire e saranno le amministrazioni comunali a dettare orari e modalità di accesso.
Biblioteche
Per la sola attività di prestito (non dunque di consultazione), l’ordinanza consente la riapertura delle biblioteche. Consegna e restituzione dei volumi dovranno essere organizzate in modo da evitare qualsiasi rischio di contagio.
Trasporto pubblico
Dal 4 maggio, i servizi di trasporto pubblico – su ferro e gomma - dovranno tenere conto della accresciuta domanda di mobilità, legata alla riapertura di parte delle attività produttive. In particolare, l’offerta del servizio ferroviario regionale dovrà essere aumentata del 50% rispetto a quella attuata fino al 3 maggio, attestandosi su un valore del 60% rispetto ai servizi effettuati nel periodo pre-emergenza.
La rimodulazione graduale dell’offerta dei servizi ferroviari e su gomma verrà costantemente monitorata per garantire adeguati livelli di servizio.
Allo stesso tempo, le società di trasporto dovranno predisporre adeguate misure per la sicurezza sanitaria, a partire dalla sanificazione e igienizzazione dei locali e dei mezzi di trasporto - almeno una volta al giorno - informando gli utenti sui corretti comportamenti da tenere. Più in generale: dovranno essere adottate misure organizzative per garantire il rispetto del distanziamento interpersonale e ogni possibile forma di contatto nella salita e discesa dal mezzo di trasporto, negli spostamenti all'interno delle stazioni, delle autostazioni, nelle aree destinate alla sosta dei passeggeri e durante l'attesa.
Sugli autobus sarà sospesa l'attività di bigliettazione a bordo da parte degli autisti e incentivata la vendita di biglietti con sistemi telematici e self-service; i passeggeri potranno salire e scendere sia dalla porta centrale che da quella posteriore, evitando il contatto tra chi sale e chi scende e saranno adottati accorgimenti per la separazione della postazione di guida. /PF
L'apertura della Riviera legata all'andamento del rischio sanitario. La concorrenza della Croazia
Riuscirà la Regione Emilia Romagna a superare in breve tempo l’esame di rischio sanitario e consentire quindi gli spostamenti anche da territori esterni? Nel Dpcm, che ha aperto la fase due sono indicati anche i criteri e i parametri che devono essere rispettati per poter dare il via libera alle attività economiche, alberghi e negozi compresi.
Le regioni hanno il compito di monitorare con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. Una tabella allegata al Dpcm del 26 aprile elenca gli indicatori che devono essere in linea: Stabilità di trasmissione del virus; servizi sanitari non sovraccarichi; attività di readiness (dunque essere preparati a intervenire se c’è rischio); abilità di testare tempestivamente tutti i casi sospetti; possibilità di garantire adeguate risorse per contact-tracing (monitoraggio dei “positivi”); isolamento e quarantena.
Chi non riesce a tenere sotto controllo questi punti non potrà aprire le strutture turistiche e ospitare viaggiatori provenienti da altre regioni. In pratica ritorna alla Fase 1.
Uno dei più importanti è la capacità di tenuta del sistema sanitario. Il Corriere della Sera scrive che uno dei criteri per valutarla sarà il «tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva per pazienti Covid-19». La soglia massima è il 30%, se si supera scatta l’allerta. Il secondo indicatore è il «tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti Covid-19». In questo caso la soglia per non far scattare l’allerta è il 40%.
Intanto dal vertice dei ministri europei del turismo, tenutosi lunedì, arriva la notizia che la Croazia si propone di intercettare il turismo internazionale proponendosi, in ragione del lieve contagio da virus, come la meta di vacanze sicure. Ciò dovrebbe avvenire attraverso corridoi autostradali aperti a turisti in possesso di un certificato che attesta la negatività al virus. Accordi bilaterali sono già stati raggiunti con Slovenia e Austria, Ungheria e Repubblica Ceca.
La fuga in avanti della Croazia mette in difficoltà l’Italia e la costa adriatica in particolare.
Il nostro Paese ha assunto una posizione congiunta insieme a Grecia, Cipro, Francia, Spagna, Portogallo, Bulgaria, Romania e Malta. «Nei nostri Paesi il turismo rappresenta un’industria strategica — hanno scritto in una lettera comune —. Concordiamo sulla necessità di stabilire regole omogenee per la mobilità via aria, mare o terra, per garantire nell’eurozona viaggi sicuri e senza interruzioni. Queste misure dovranno essere adottate in modo uniforme sul territorio europe
Comitato EduChiAmo al lavoro per un progetto pilota su nidi e centri estivi
Le scuole in Emilia Romagna hanno chiuso il 24 Febbraio, da nove settimane nessun membro del governo si è pronunciato sulla grave situazione dell’infanzia e delle famiglie (come ci dimostra anche il nuovo Dpcm). Si sono mosse invece alcune realtà della società civile, fra queste il EduChiAmo, attivo anche a livello regionale e locale. È un comitato che rappresenta la pluralità dei servizi educativi privati per la fascia di età 0-6 anni e che ora sta lavorando, congiuntamente, alla definizione di un protocollo, ovvero di proposte attuative che tutelino le famiglie e che rispondano ai bisogni di welfare e di istruzione.
Sono stati coinvolti docenti universitari, esperti di outdoor education, educatrici ed educatori, pedagogisti e gestori di servizi educativi. “Ci siamo riuniti per la prima volta martedì 21 Aprile – informa una nota - attraverso un meeting virtuale e da lì abbiamo iniziato a ricevere continue adesioni. Il nostro progetto, passando di persona in persona ha unito in sé tutti quei movimenti civili preziosissimi che si sono creati sul territorio nazionale e che hanno permesso di coinvolgere anche le fondamentali voci di diversi soggetti come i genitori e il personale dei servizi pubblici.
La fase che ci aspetta questa settimana è la suddivisione in diversi tavoli di confronto per lavorare in maniera approfondita e in contemporanea su diversi livelli. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di co-progettare una sperimentazione educativa che possa diventare un’esperienza pilota nelle realtà private e nei parchi cittadini e che si attenga necessariamente alle indicazioni governative, sanitarie e sindacali di riferimento. Fondamentale è da un lato creare rete tra le diverse realtà, per non disperdere le energie; dall’altro mantenere relazione con le istituzioni, per facilitare un’effettiva concertazione e applicazione delle proposte che stiamo studiando, così come sta succedendo con tutti i Coordinamenti Territoriali Pedagogici della regione. Fin da subito il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna hanno manifestato interesse e partecipazione al protocollo. Proprio in questi giorni stiamo inviando ai vertici politici e amministrativi del territorio (in particolare alle figure con delega all’infanzia, pari opportunità e welfare) una prima bozza del documento pensato, condiviso e prodotto dal nostro gruppo composto da esperti del settore. Il documento, in attesa di indicazioni ministeriali specifiche, indica le proposte che potranno portarci ad una sperimentazione educativa e pedagogica, fino ad un’apertura dei servizi, già dalla fase 2.
Questa situazione riguarda tutti ed è ora il momento di agire e muoversi, anche in difesa di chi non può far sentire la propria voce. La voce dell’infanzia, dei bambini e degli adolescenti che rappresentano la principale ricchezza per il futuro della nostra società”.