Le scuole in Emilia Romagna hanno chiuso il 24 Febbraio, da nove settimane nessun membro del governo si è pronunciato sulla grave situazione dell’infanzia e delle famiglie (come ci dimostra anche il nuovo Dpcm). Si sono mosse invece alcune realtà della società civile, fra queste il EduChiAmo, attivo anche a livello regionale e locale. È un comitato che rappresenta la pluralità dei servizi educativi privati per la fascia di età 0-6 anni e che ora sta lavorando, congiuntamente, alla definizione di un protocollo, ovvero di proposte attuative che tutelino le famiglie e che rispondano ai bisogni di welfare e di istruzione.
Sono stati coinvolti docenti universitari, esperti di outdoor education, educatrici ed educatori, pedagogisti e gestori di servizi educativi. “Ci siamo riuniti per la prima volta martedì 21 Aprile – informa una nota - attraverso un meeting virtuale e da lì abbiamo iniziato a ricevere continue adesioni. Il nostro progetto, passando di persona in persona ha unito in sé tutti quei movimenti civili preziosissimi che si sono creati sul territorio nazionale e che hanno permesso di coinvolgere anche le fondamentali voci di diversi soggetti come i genitori e il personale dei servizi pubblici.
La fase che ci aspetta questa settimana è la suddivisione in diversi tavoli di confronto per lavorare in maniera approfondita e in contemporanea su diversi livelli. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di co-progettare una sperimentazione educativa che possa diventare un’esperienza pilota nelle realtà private e nei parchi cittadini e che si attenga necessariamente alle indicazioni governative, sanitarie e sindacali di riferimento. Fondamentale è da un lato creare rete tra le diverse realtà, per non disperdere le energie; dall’altro mantenere relazione con le istituzioni, per facilitare un’effettiva concertazione e applicazione delle proposte che stiamo studiando, così come sta succedendo con tutti i Coordinamenti Territoriali Pedagogici della regione. Fin da subito il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna hanno manifestato interesse e partecipazione al protocollo. Proprio in questi giorni stiamo inviando ai vertici politici e amministrativi del territorio (in particolare alle figure con delega all’infanzia, pari opportunità e welfare) una prima bozza del documento pensato, condiviso e prodotto dal nostro gruppo composto da esperti del settore. Il documento, in attesa di indicazioni ministeriali specifiche, indica le proposte che potranno portarci ad una sperimentazione educativa e pedagogica, fino ad un’apertura dei servizi, già dalla fase 2.
Questa situazione riguarda tutti ed è ora il momento di agire e muoversi, anche in difesa di chi non può far sentire la propria voce. La voce dell’infanzia, dei bambini e degli adolescenti che rappresentano la principale ricchezza per il futuro della nostra società”.