È terminata oggi la nuova ispezione di Bankitalia alla Cassa di Risparmio di Rimini e contemporaneamente il consiglio d’amministrazione di Carim ha approvato la situazione semestrale al 30 giugno scorso. Il quadro che emerge conferma il passaggio drammatico in cui si trova l’istituto di credito.
La semestrale recepisce integralmente quanto chiesto dagli ispettori. Una nota di Carim spiega che “Sono stati in particolare registrati accantonamenti a copertura dei crediti deteriorati pari a 86 milioni e sono stati svalutati i residui avviamenti iscritti a bilancio per circa 23 milioni. Il livello di copertura delle sofferenze ha così raggiunto il 61,2%, rispetto a un dato di sistema pari a 58,7%. La copertura complessiva del credito deteriorato si porta al 49,2%, rispetto a un dato di sistema pari al 45,4%”.
L’attività ordinaria della banca si conclude con un saldo positivo di 42 milioni, ma il risultato finale è negativo per 73 milioni, sostanzialmente dovuto – sottolinea Carim - alla svalutazione degli attivi immateriali e agli interventi di maggiore copertura dei crediti deteriorati. Prosegue la nota: “Aderendo agli orientamenti delle Autorità di Vigilanza nazionale ed europea, nonché alle tendenze in atto nel settore creditizio, l’aumento dei livelli di copertura potrà favorire ulteriori significative dismissioni dello stock di credito non performing, in coerenza a quanto già previsto nel piano industriale 2016/2017, per liberare definitivamente le potenzialità di sviluppo di Banca Carim”.
Ciò che il comunicato, ricco di cifre e di dati, non dice è quanto nuovo innesto di capitale sia necessario per salvare la banca. Ad ispezione ancora in corso erano emerse indiscrezioni secondo le quali non basterebbero neppure i 100 milioni ipotizzati entro il 2017. La situazione è certamente ben più pesante se, come afferma la nota, “Banca Carim ha comunque presentato richiesta di intervento allo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei depositanti, onde ricevere sostegno alle proprie esigenze di ricapitalizzazione, fornendo a tal fine preliminari elementi di valutazione; il Fondo si porrebbe dunque come potenziale soluzione di ultima istanza, fermi restando la ricerca ed il conseguimento di ipotesi alternative”. La notizia è quindi la richiesta di intervento al Fondo, anche se il comunicato si dilunga a chiarire che “La Banca, insieme ai propri advisor, è attivamente impegnata nella ricerca di soluzioni aggregative nonché in contatti con potenziali investitori per stringere partnership industriali e strategiche finalizzate al rafforzamento patrimoniale e alla maggiore competitività”.