Su alcuni giornali nazionali (ilSole24ore e il Messaggero), ieri, si è tornati a parlare di Carim. La notizia è che i vari protagonisti – il Fondo Interbancario, Credit Agricole, il Fondo Atlante – stanno cercando di sincronizzare le proprie decisioni finali al fine di permettere al gruppo francese l’annuncio, già il 3 Agosto, dell’acquisizione delle Casse di Cesena, Rimini e San Miniato.
Ma la volontà di fissare dei tempi certi e ravvicinati è anche un modo elegante per forzare la mano, ognuno all’altro, dei diversi soggetti impegnati nell’operazione. Infatti, confermando i timori di cui abbiamo scritto a suo tempo, la valutazione dei crediti inesigibili è salita di circa duecento milioni netti, obbligando così una rimodulazione degli impegni di tutti.
Il Fondo Interbancario dovrà raccoglierne la metà e per questo dovrà convincere (come è noto si tratta di un fondo volontario cui contribuiscono i diversi istituti bancari) i board delle diverse banche ad aprire nuovamente il portafoglio. Così anche per il Fondo Atlante, che è un fondo privato, e dovrà coprire l’altra metà della cifra di differenza; a sentire ilSole24ore, coinvolgendo altri attori o con operazioni finanziarie che possano sbloccare risorse. Come invece sottolinea il Messaggero, “anche Cariparma farà uno sforzo”. Sostanzialmente, invece di trattenere a garanzia di eventuali ‘sorprese’ future parte dei soldi che dovrà pagare per l’acquisizione della Cassa di Cesena (140 milioni), verserà interamente la cifra dovuta.
Se tutto procederà dunque come queste ultime mosse suggeriscono, avremo l’annuncio ufficiale dell’acquisizione delle tre banche, tra cui anche la Carim, da parte di Credit Agricole Cariparma già il prossimo 3 agosto.
Ma la vicinanza dell’annuncio e la certezza ormai chiara dei numeri dell’operazione costringono anche il nostro territorio a cambiare radicalmente l’approccio a tutta la vicenda; soprattutto superando quei desiderata che sono, sì, comprensibili in un piccolo risparmiatore, ma che in ‘bocche’ più esperte mostrano ormai una certa ambiguità. In ogni caso, pur rispettando l’angoscia di tanti che vedranno il loro investimento perdere di valore, è necessario partire dal dato positivo del fallimento evitato e come questo possa salvaguardare molti posti di lavoro e probabilmente anche tante aziende che ancora hanno un legame con la Cassa.
A questo proposito, come ha appena scritto l’associazione dei bancari, sarà importante capire come Cariparma vorrà impostare la trattativa su esuberi e investimenti. E proprio nella chiusa della dichiarazione del segretario generale della Fabi si può ritrovare il tema che sarà al centro della discussione locale dal 3 agosto in poi. “Cariparma Credit Agricole, guidata dal Ceo Giampiero Maioli, nelle sue relazioni sindacali e industriali ha sempre dimostrato la massima attenzione verso i lavoratori e anche in questo caso siamo certi che troveremo una banca disposta a ragionare solo in termini di esodi e prepensionamenti su base volontaria.”
Vogliamo dire che se fino a questo momento il Ceo di Cariparma ha mostrato la sua faccia ‘cattiva’, dal 3 agosto in poi dovrà cominciare a dimostrare che il ‘suo’ nuovo territorio gli interessa veramente e come. A partire dai lavoratori e dal sostegno alle aziende fino alle liberalità e agli investimenti sulla valorizzazione sociale e culturale del territorio. In gioco, l’affezione dei riminesi alla ‘nuova’ banca.