Chi ha interesse a Riccione ad interrompere la legislatura e andare al voto anticipato? A ben vedere, a nessuno dei protagonisti in campo. Non conviene a nessuna delle parti che compongono l’attuale mosaico di forze che sostiene il sindaco Renato Tosi. Probabilmente ciascuno di loro sarebbe escluso dal futuro consiglio comunale e dai futuri assetti di potere. Non conviene al Pd che, diviso e lacerato, si trova ancora in mezzo al guado e alla ricerca di una strategia che lo riporti pienamente in partita. Verrebbe da dire che non conviene neppure al Movimento 5 Stelle, pure diviso, se non fosse che il simbolo sulla scheda attira consensi al di là di ogni disavventura, come confermano recenti sondaggi.
È una premessa d’obbligo per capire gli sviluppi che avrà a Riccione la crisi di fatto aperta dalla richiesta dei consiglieri di Unione Civica (gruppo formato da ex di Noi Riccionesi e di Forza Italia) di avere un proprio uomo in giunta. Il sindaco Renata Tosi, che cerca in qualche modo di tenere insieme l’eterogenea maggioranza che la sostiene, ha concesso il massimo che dal suo punto di vista poteva concedere: l’attribuzione ad un consigliere comunale del gruppo della delega a seguire i lavori pubblici, e magari qualche poltroncina nelle partecipate. Il cerino acceso è ora nelle mani di Unione Civica che dopo l’incontro di ieri con il sindaco non ha ancora fatto pervenire una risposta. Se accetterà, si sarà trovato un precario punto di equilibrio che non si sa quanto potrà reggere; se non accetterà il gruppo passerà a quello che ha definito un appoggio esterno ma che in realtà (visto che anche in questo momento, senza uomini in giunta, garantisce un appoggio esterno) si configura meglio come un’opposizione costruttiva che vuole trattare su ogni singolo provvedimento. In questo caso l’equilibrio sarebbe ancora più precario e non sarebbe una buona premessa per la seconda metà della legislatura.
L’impressione è che il gioco sia sfuggito di mano a chi pensava di poterlo controllare. È dall’inizio del mandato che si assiste a turbolenze che hanno la loro origine nella dialettica fra la lista civica Noi Riccionesi e il suo segretario Natale Arcuri e alcuni partiti dell’area di centrodestra, a partire da Forza Italia guidata dal vice sindaco Luciano Tirincanti, personaggio sempre inquieto e all’opera dietro e davanti le quinte. Dalla verifica programmatica invocata subito alle elezioni agli attacchi nei confronti di questo o quell’assessore, è stato un continuo sfilacciamento della maggioranza uscita dalle elezioni, con il rischio evidente (secondo alcuni osservatori questo è l’obiettivo) di indebolire e delegittimare il sindaco Tosi. C’è chi ritiene che anche intorno alla recente alzata di scudi dei cinque di Unione Civica ci sia sempre la regia occulta di Tirincanti che persegue obiettivi suoi, politici e amministrativi.
In realtà, in questo momento la maggioranza uscita dalle elezioni del 2014 ha l’unica possibilità di stare insieme e di cercare una mediazione virtuosa fra la componente civica di Noi Riccionesi e quella dei partiti tradizionali. A meno che qualcuno non voglia giocare allo sfascio, ma in questo caso si torna alla domanda di partenza: a chi giova?
Nella pentola a pressione che è la politica riccionese sta bollendo di tutto. Una ipotesi di lettura che circola negli ambienti politici vuole che si stia lavorando ad una alleanza fra i fuoriusciti del Pd, i dissidenti di Noi Riccionesi, Forza Italia, sotto l’ombrello dell’associazione Riccione Domani, che raccoglie alcuni imprenditori. Tale nuova coalizione avrebbe già il candidato sindaco in pectore nella persona di Carlo Conti, attuale assessore allo sport.
Pizzolante, secondo un altro scenario, potrebbe invece ritentare a Riccione l’operazione coronata da grande successo a Rimini con la lista Patto Civico. Qualora il Pd riuscisse a dare un segno di vitalità proponendo come candidato sindaco la renziana e imprenditrice Sabrina Vescovi, Pizzolante potrebbe affiancarla costruendo una lista moderata in suo appoggio. È questa una ipotesi che farebbe perno sulla coerenza politica del deputato: non può giocare una partita in un campo a Rimini e in campo avverso a Riccione.
Ma il Pd candiderà Sabrina Vescovi? Se si dovesse andare al rito nefasto (per Riccione) delle primarie, si sta scaldando a bordo campo l’ex sindaco Daniele Imola che infatti non perde occasione per intervenire sulle questioni di attualità politica e amministrativa. Dovesse presentarsi, le primarie per lui potrebbero essere una facile passerella.
Intanto il Pd annuncia il congresso comunale per il prossimo ottobre. “Segnerà il momento – si legge in una nota - in cui il partito inizierà ufficialmente il percorso per le elezioni amministrative del 2019, ben sapendo che la precaria tenuta della maggioranza Tosi potrebbe anche far precipitare la situazione". Si consola sottolineando che “nel panorama provinciale politico di forte sofferenza anche sui dati relativi al tesseramento, il Partito Democratico di Riccione è uno dei rari casi di tenuta del numero degli iscritti rispetto all'anno precedente, e questo ci permette di guardare con più fiducia al lavoro che ci attende".