Che differenza c’è che le Unioni, che presto chiuderanno i battenti e Destinazione Romagna? E soprattutto perché si è passati da quel modello, che metteva al centro il prodotto, a questo che invece pone in primo piano le destinazioni? La domanda è inevitabilmente ribalzata nella riunione congiunta della I e IV commissione chiamata ad esprimere un parere sulla delibera di adesione del Comune di Rimini alla nascitura Destinazione Romagna. Il parere è stato dato a maggioranza, con l’astensione dei gruppi di opposizione.
Sul perché dopo quasi vent’anni sia stata mandata in archivio la legge 7 che portava la forma di Vasco Errani, all’epoca assessore regionale al turismo, nel dibattito in commissione non è stata data una risposta esauriente. L’assessore Gianluca Brasini, in effetti, prima ha inanellato una dopo l’altro grandi peana alla eccellenza e lungimiranza della precedente legislazione, poi quando il presidente di commissione Gennaro Mauro gli ha chiesto perché allora sia stata abbandonata, non ha trovato di meglio che ricorrere a un’immagine: in quella legge i territori, a partire da uno importate come quello di Rimini, stavano con un elefante in un frigorifero. Quindi, aggiungiamo noi, se la nuova organizzazione sarà migliore e produrrà migliori risultati rispetto a quella precedente, sarà solo l’esperienza dei prossimi anni a dirlo.
Comunque sia adesso le Unioni, associazioni formate dai Comuni e dai club di prodotto privati, vanno in archivio e nasce Destinazione Romagna, che è un ente pubblico strumentale. Sparisce, insieme alle altre tre, anche l’Unione di costa, che adesso ha come coordinatore il sindaco di Bellaria Igea Marina Enzo Ceccarelli. I soci sono solo enti pubblici: Comuni, Unioni di Comuni, Province e Camere di Commercio. Il territorio di competenza è quello delle province di Rimini, Forlì Cesena, Ravenna e Ferrara, che ha aderito perché il proprio tratto di costa è evidentemente interessato ad una promozione comune con il resto.
La Destinazione, che avrà sede a Rimini in piazzale Fellini accanto all’Apt, sarà governata da un’Assemblea, che elegge un Consiglio d’Amministrazione (da nove a quattordici membri) che a sua volta elegge un Presidente. Per prevenire le accuse sulla creazione di un ennesimo carrozzone pubblico l’assessore Brasini ha più volte rimarcato che non sono previsti stipendi o gettoni di presenza per alcuno. In Consiglio dovrebbero avere tre rappresentanti ciascuno le province di Forlì Cesena, Ravenna e Ferrara, mentre a quella di Rimini dovrebbero essere assegnati cinque posti.
La novità è il modo con cui l’Assemblea vota e quindi elegge il Consiglio e i programmi di investimenti. Non varrà il principio che uno vale uno ma sarà usato il voto ponderato. A pesare saranno per il 40 per cento le presenze turistiche, per un altro 40 per cento i posti letto, per un 10 per cento l’estensione territoriale e per un altro 10 per cento la popolazione. Un sistema che Rimini ha rivendicato proprio per fare valere il proprio “primato” nell’ambito regionale. Il primo presidente di Destinazione Romagna, espresso dal territorio riminese, sarà il sindaco di Misano, Stefano Giannini.
L’ente pubblico avrà quindi una direzione pubblica. I privati saranno presenti nel nuovo organismo chiamato “cabina di regia”, la cui composizione sarà deliberata dall’Assemblea. La “cabina di regia” avrà il compito di dare indicazioni generali all’Assemblea, alla quale spetta il compito di approvare le iniziative di promo-commercializzazione e il programma turistico di promozione locale (eventi ed uffici Iat).
Il nuovo ente avrà anche un direttore, che sarà scelto fra la dirigenza degli enti pubblici ed avrà un contratto a tempo determinato. Dovrà unire competenze amministrative e conoscenza del mondo turistico. Si fa il nome di Carlo Casadei, che negli anni scorsi è stato dirigente del turismo alla Provincia.
Su quali risorse potrà contare Destinazione Romagna e con quali criteri il volume delle risorse complessive sarà suddiviso fra le altre Due Destinazioni, ovvero quella di Bologna e Modena e quella dell’Emilia occidentale? Su questo è ancora buio assoluto, bisognerà attende i primi atti della Regione non appena il nuovo quadro istituzionale sarà completato.
“La Destinazione Romagna sarà uno degli organismi turistici più significativi a livello nazionale – è il commento dell’Amministrazione Comunale di Rimini – e avrà al proprio interno sia la componente balneare di tutta la costa regionale sia splendide città d’arte, così come territori montani e collinari di significativa bellezza. Nell’arco di neanche 100 chilometri abbiamo i mosaici di Ravenna, l’appennino, il mare, Fellini e il Tempio Malatestiano di Leon Battista Alberti. Una ricchezza di patrimonio e bellezza che trova conferma nei numeri: le quattro Province della ‘Destinazione Romagna’ nel 2016 hanno totalizzato un totale di circa 31 milioni di pernottamenti (presenze) e 7 milioni di arrivi. E’ un distretto turistico naturale che, insieme, già oggi entrerebbe nelle prime 25 posizioni delle città al mondo con più arrivi turistici. Con questo rinnovato approccio che mette al centro il territorio e le sue potenzialità, è ancora più evidente come il superamento dei campanili sia indispensabile per essere sempre più competitivi sul mercato italiano ma soprattutto internazionale”.