Qualcosa si muove. Nell’ultimo anno (da ottobre 2015 a settembre 2016) su alcuni numeri dell’edilizia nella provincia di Rimini è tornato il numero positivo. Se da una parte, infatti, si continua a registrare un calo sia del numero delle aziende (357 nel 2016 contro le 397 del 2016 pari al - 10,08%) sia di quello degli operai (1739 nel 2016 e 1892 nel 2015 pari al - 8,09%), dall'altra aumentano gli impiegati (178 del 2016 contro 168 del 2015 pari al + 5,95%), le ore lavorate dichiarate che si attestano al + 3.05% e il monte salari con un + 3,42%. Ed è proprio la crescita del numero delle ore lavorate e del monte salari che suggerisce che forse è cominciata l’uscita dal tunnel.
Ne è persuaso anche Ulisse Pesaresi, presidente del Collegio Costruttori all’interno di Confindustria Romagna. “Il segnale di ripresa è doppio – segnala - Anche il mercato immobiliare registra un nuovo movimento che coinvolge anche l’invenduto che era fermo da anni”. Ad avere più mercato in questo momento sono le abitazioni che presentano caratteristiche tecniche all’avanguardia, sia nell’uso dei materiali che per il risparmio energetico.
Una piccola boccata di ossigeno che il settore aspettava da anni. “E’ stata la crisi edilizia più grave di tutti i tempi. – ricorda Pesaresi - ha ridotto il numero delle aziende iscritte alla cassa mutua edile riminese di ben il 50 per cento e ha messo in atto una selezione dove le imprese più forti e capitalizzate sono sopravvissute. Ora la speranza è che queste aziende abbiano la possibilità di lavorare con continuità”.
Che il settore fosse in ripresa, anche se lieve, lo si era intuito dalle code dei tecnici costretti ad alzarsi all’alba per ottenere informazioni dagli uffici comunali. Il fenomeno metteva in evidenza due aspetti: da una parte l’inefficienza organizzativa di taluni uffici, dall’altra che ingegneri e architetti avevano progetti da seguire. “L’interesse dei tecnici – concorda Pesaresi - si è mosso per primo. Significa che è cominciata un’inversione di tendenza che finirà per coinvolgere anche le imprese”.
La ripresa riguarda in larga parte lavori di ristrutturazione e di ammodernamento. E se il numero complessivo delle imprese continua a calare, si registra il fenomeno della nascita di nuove micro-imprese, formate da un numero esiguo di addetti, spesso avviate da immigrati, che trovano con facilità il loro mercato proprio nei piccoli lavori di ristrutturazione. “Con la pesante burocrazia che ancora frena l’edilizia – afferma Pesaresi – le aziende più strutturate, che rispettano tutte le regole, fanno più fatica ad aggiudicarsi lavori molto piccoli e frazionati. Queste micro-imprese, che non sappiamo fino a che punto rispettino tutte le regole, hanno più facilità di movimento”.
Quello della burocrazia da alleggerire (vedi caso degli uffici tecnici comunali intasati) è una priorità per Pesaresi. “Le nostre aziende hanno bisogno di lavori, pubblici e privati, e soprattutto di potere operare senza l'oppressione di una burocrazia soffocante spesso fine a se stessa che blocca uno sviluppo sostenibile. Non possiamo permetterci casi come quello dello sportello dedicato all'edilizia, che recentemente ha visto professionisti e cittadini bloccati in lunghe code di attesa. A Rimini non mancano alcuni segnali di dinamismo. Mi riferisco, ad esempio, al cantiere di piazzale Kennedy, al teatro Galli e al Fulgor ed anche a opere minori che comunque danno la dimensione di un territorio vitale. Il nostro auspicio è che questo dinamismo non si limiti solo ad alcune opere, ma che si amplifichi e diventi una pratica costante sia da parte del comune capoluogo che di tutte le amministrazioni del nostro territorio. Pubblico e privato devono collaborare per lo stesso obiettivo di crescita, senza essere in contrapposizione”.
Il presidente del Collegio costruttori guarda con interesse anche alla riforma urbanistica che sta predisponendo la Regione Emilia Romagna, anticipando alcune direttive europee che ancora non sono state recepite dalla legislazione nazionale. “La riforma – spiega - prevede l’azzeramento del consumo di suolo entro il 2050, la tutela delle aree agricole, l’incentivo alla rigenerazione urbana attraverso regimi fiscali di vantaggio, la semplificazione delle procedure per gli interventi di riqualificazione e l’incremento dell’efficienza energetica del costruito attraverso demolizioni e ricostruzioni. Ci auguriamo che tutto questo venga coniugato in uno sviluppo nuovo e sostenibile in tempi certi e non si trasformi in una ulteriore motivo di amplificazione di una burocrazia già insostenibile, e che nella fase transitoria si tenga conto di quelle che sono le esigenze dell’edilizia privata. Sono necessari gli strumenti operativi, sia di tipo normativo che fiscale, da adottare rapidamente e che consentano di realizzare interventi di vera rigenerazione urbana”.
Pesaresi vuole essere ottimista e guardare al futuro partendo proprio dai dati di crescita, con la speranza che possano essere non solo confermati nei prossimi mesi, ma addirittura incrementati. “Negli Stati Uniti uno dei volani della ripresa è ancora una volta l’edilizia. È l’attività che coinvolge l’80 per cento dei settori merceologici. Inoltre l’investimento effettuato nell’edilizia ha un effetto triplicatore sull’economia generale. Se l’edilizia riparte, è un bene per tutti. Bisogna lavorare per ridurre il freno della burocrazia. Da parte nostra metteremo in campo tutte le nostre forze e competenze, con la speranza che il pubblico sia al nostro fianco nel percorrere questa strada”.