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Gnassi, i russi e lo stile nomenklatura

Giovedì, 16 Marzo 2017

Te la do io la Russia! Parafrasando il titolo di uno vecchio spettacolo televisivo del proprio leader politico, la consigliera a 5 Stelle Raffaella Sensoli è partita lancia in resta contro le operazioni di co-marketing avviate in Russia dal Comune di Rimini.

Dalla fiera turistica di Mosca, il sindaco Andrea Gnassi ha annunciato urbi et orbi l’accordo promozionale con Shatura, azienda di mobili che ha varato una collezione chiamata Rimini. Il nome della città veicolato su tutti gli strumenti pubblicitari dell’azienda, sconti sulla vacanza a Rimini per chi acquista mobili di quella collezione, 30 soggiorni premio estratti fra i clienti.

Cosa c’è di male? Si sa come sono fatti i grillini, vedono il marcio ovunque. La Sensoli è andata ad indagare ed ha scoperto che sul sito dell’azienda c’è un video dove di Rimini c’è solo il ponte Tiberio, e per il resto montagne e paesaggi lacustri. È questa l’immagine di Rimini che questa operazione di co-marketing vuole promuovere? E giù con le solite lamentazioni sullo spreco di denaro pubblico.

Se la diligente consigliera grillina avesse completato il lavoro, avrebbe scoperto ben altro, forse ancor più “divertente” del video incriminato. La brochure della collezione Rimini, per esempio, è molto più interessante. Un vero esempio di comunicazione vecchio stile che riesuma i riti della nomenklatura sovietica. Ricordate quando Peppone andò a fare il gemellaggio nello sperduto villaggio agricolo dell’Unione Sovietica? Le foto ufficiali, lo scambio dei gagliardetti, i brindisi a base di vodka ,e tutto ciò che ne segue? Qualcosa del genere. Sulla brochure promozionale ecco comparire il sindaco Gnassi che davanti al gonfalone del Comune stringe la mano al direttore dell’azienda, che peraltro è un riminese trapiantato nel paese di Putin. Accanto alla storica immagine, il logo ufficiale del Comune e un reperto preziosissimo di cultura e costume riminesi, la firma autografa di Andrea Gnassi. È immaginabile che i russi faranno di tutto per venire a Rimini per ammitare tanta bellezza.

Per sapere di Rimini, sulla brochure si devono accontentare di due scorci della darsena e uno della Fiera, peraltro riconoscibili solo da chi sappia già che quelli sono particolari di queste due opere della città.

La brochure ovviamente presenta anche i mobili. In ogni salotto c’è un televisore con una immagine. Ecco il solito ponte di Tiberio (meno male) e poi un mare caraibico, una struttura moderna che non si sa cosa sia, un albergo nel verde preso chissà dove, un ponte avveniristico (che non è il sovrappasso di via Roma). Ma questi sono particolari irrilevanti, ciò che conta è che di Rimini ci sia la foto del sindaco Gnassi (lui è autenticamente riminese) e soprattutto il suo autografo.

Paese che vai, comunicazione che devi usare. E Gnassi ha pensato bene che i russi, dopo settant’anni di nomenclatura comunista, siano ancora più sensibili a quello stile che a una moderna trovata pubblicitaria. O no?


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

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