E al terzo round (dopo Yellow Factory e albegatori) è scorso il primo sangue. Metaforico, si intende. Sabrina Vescovi improvvisamente sceglie il Trc fra quelli che in un esame scolastico si chiamano argomenti a piacere. Forse vuole dimostrare di non aver paura neppure degli argomenti per lei più spinosi. Ma tatticamente la scelta non è felice. La sala rumoreggia. “Fischiate pure adesso, ma dopo lasciatemi parlare”, mette le mani avanti. Esordisce dicendo che l’opera ha una storia molto, troppa lunga. Ricorda tutte le date, compreso quel 2011 con il finanziamento del governo Berlusconi. Riconosce che non è bello, che in alcuni punti ha un impatto urbano tremendo, che i punti critici sono nella zona del porto e in via Verdi. Precisa che lei non ha mai votato alcun atto. Promette che si impegnerà per una sua riqualificazione. Fischi e una serie di “uh, uh” dalla platea.
Tocca a Renata Tosi e partono le cannonate. Sceglie ovviamente lo stesso argomento. Ricorda che lei è nata politicamente nel 1995 con il primo comitato anti Trc. Dice che non vanno ricordate solo le date ma i nomi, cioè uno solo “Pd, Pd, Pd!”. Applausi. Indica il Trc come esempio di una politica non attenta al bene comune. Sottolinea che nessun sindaco del Pd ha mosso un dito per fermarlo. I punti critici non sono due ma sono quattro chilometri. Altra ondata di applausi. Conclude con “E’ stato un errore non ascoltare quattromila firme della città”.
Carlo Conti cerca di stemperare il clima andando a scegliere un tema senza acuti, la spiaggia. Poi tocca ad Andrea Delbianco che coerentemente sceglie la musica. Si alza in piedi (lo fa per tutti i suoi interventi) e arringa la folla come un tribuno. “Riccione si è spenta!”, grida. E giù applausi. Un’interruzione dal pubblico lo porta a dire “Non abbiamo paura delle buone idee anche se vengono dal Pd. E questo è un segnale”. Conclusione in crescendo: “Con la musica bisogna fare le cose come si deve, ma non si deve tornare allo stato brado”. Standing ovation dal pubblico. Ecco il riassunto della serata. Ah, dimenticavano Morena Ripa che ha detto che bisogna fare come a Copenagen (inceneritore a emissioni zero) e come a Verona, per la raccolta differenziata.
La serata al Palazzo del Turismo (sala al secondo piano strapiena di pubblico), organizzata dalla parrocchia San Martino e da un gruppo dell’Azione Cattolica, era cominciata in modo impegnativo: all’inizio letture da Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze, e da papa Francesco. Prima domanda assolutamente in linea: cosa è per voi il bene comune. Nessuno risponde, tutti spiegano perché si sono impegnati, ma senza una riflessione che rispecchi la profondità della domanda. Sabrina Vescovi si distacca e spiega che, avendo avuto tanto dalla vita, cerca di restituire qualcosa facendo politica.
Dove va Riccione? Cosa farete per le povertà? Conti spiega che la città deve andare sempre più a fondo della sua vocazione turistica, con ciò che ne consegue. Per le povertà propone di mettere in rete tutte le associazioni di volontariato che già operano. Rispetto alla serata allo Yellow Factory sembra aver perso smalto, o forse è finito l’effetto sorpresa.
Ripa dice che Riccione deve essere una città europea e che per affrontare il tema delle povertà va convocato un tavolo di confronto e di pianificazione strategica. Una proposta, ogni tanto, no?
Delbianco afferma di voler coinvolgere i giovani nella città del futuro e strappa un nuovo applauso quando afferma che bisogna avere il coraggio di osare. Per fare cosa però non lo spiega. Ma evidentemente il pubblico aveva bisogno di sentirsi galvanizzato. Per le povertà invoca una collaborazione fra mondo laico e mondo cattolico, senza dire cosa potrebbe fare il Comune. La platea però è contenta. Come si dice per i cantanti? E’ in serata.
Vescovi batte il tasto della coesione sociale come fattore capace di favorire lo sviluppo. Dice che bisogna essere capaci di passare il testimone alle nuove generazioni, senza fermarsi a guardasi l’ombelico. Sulle povertà, spiega che la sfida dei prossimi anni è l’aumento della popolazione anziana: gli ultraottantenni di Riccione cresceranno del 250 per cento. Cerca di distinguersi per la concretezza delle proposte.
Tosi strappa l’applauso quando rivendica l’orgoglio di Riccione e incassa rumori di dissenso quando afferma di non volere yesman ma di cercare il contributo di tutti. Vuole meno stato e più comunità, più libertà di fare. Sceglie il profilo del sindaco uscente in cerca di riconferma. Sulle povertà ricorda infatti il milione e2 00 mila euro stanziati dalla sua amministrazione.
Anche su Riccione paese sfida i rumori della platea rivendicando le scelte compiute per l’Arboreto Cicchetti e per l’ex sede della Cgil. Poco prima Vescovi l’aveva attaccata proprio su questi punti. Conti insiste sulla riqualificazione di piazza Unità. Delbianco se la cava con il Masterplan per tutta la città, non solo per il paese, e pure Ripa invoca una pianificazione strategica
L’ultimo “gioco” della serata sono le domande di un candidato all’altro. Vescovi risponde a Ripa sulle colonie dicendo che il primo atto sarà una causa per danni di immagine ai proprietari. Fischi in platea. “Tutti avvocati?”, la replica. Conti fornisce un assist a Tosi sulla balneazione: l’ex sindaco ricorda il progetto della vasca di laminazione e l’invito ai cittadini di controllare gli allacciamenti alla rete fognaria. Vescovi cerca di mettere in difficoltà Delbianco con una domanda sui profughi. Lui fiuta il tranello, non dice cosa farebbe, promette solo di coinvolgere i cittadini. Un classico. Del Bianco chiede a Conti se sosterrà le proposte per mettere fine al monopolio di Hera nei servizi. Diplomatica la risposta: se possibile, sì.
Conclusione ecumenica e buonista. Il parroco don Antonio Moro chiede un impegno comune contro il cyberbullismo. Provate a indovinare cosa hanno risposto?