Sui contributi diretti alle compagnie aeree come strumento per rilanciare l’aeroporto di Rimini l’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini, è molto prudente. “Sappiamo – spiega - che ci sono regioni che sono intervenute in questo modo, stiamo studiando la pratica per verificare cosa si può fare, restando nei limiti delle norme europee. Questo è un paletto per noi fondamentale, non ci deve essere nessuna ombra di dubbio”.
Il dibattito pubblico sul rilancio dell’aeroporto di Rimini è in una fase cruciale. Organizzando il Forum dei giorni scorsi, Airiminum, la società di gestione, ha lanciato una sorta di sfida al territorio. Se volete che l’aeroporto torni a portare a Rimini un notevole traffico di turisti, è necessaria la collaborazione dei privati ed è pure necessario che anche gli enti pubblici facciano la loro parte. Altrimenti noi continuiamo a fare il nostro mestiere, guardando soprattutto all’economicità di gestione e ai profitti che non devono mancare. Gli albergatori – abbiamo sentito in proposito i presidenti delle Aia di Rimini e di Riccione – hanno detto che loro sono pronti a comportarsi con l’aeroporto come fanno con tutti i soggetti che riempiono i loro hotel di turisti: pagano le commissioni. Non si chieda nessun altro tipo di coinvolgimento. Sul fronte pubblico, non c’è stata – come era prevedibile – nessuna reazione da parte dei Comuni. Riccione è in campagna elettorale, Rimini è in attesa di vedere che fine farà il sindaco Gnassi per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio nel processo per il crac Aeradria.
Ed anche la Regione per il momento è su una linea prudente e attendista. Corsini ricorda che l’Apt, società strumentale della Regione, ha già emesso bandi per azioni di co-marketing con i tour operator. Come facciano arrivare i turisti è però secondario, in bus o in aereo è affare loro. Inoltre l’orizzonte è quello dell’intero territorio regionale, non solo la Riviera di Rimini. Per questa azione c’è un investimento di 400 mila euro, briciole rispetto ai milioni che Puglia e Abruzzo danno a Ryanair per sostenere i voli. “Se anche noi dovessimo imboccare questa strada – precisa Corsini – in ogni caso faremo bandi aperti a chiunque voglia partecipare”. Così come del resto hanno fatto le altre Regioni.
Corsini non ha partecipato nemmeno al Forum di Airiminum dove è stata ipotizzata la collaborazione triangolare fra Rimini, Ancona e Perugia per aggredire i mercati di Germania, Russia e Cina. Quindi è inutile chiedergli un commento specifico sulle proposte che in quella sede sono state formulate. Dice che insieme al sindaco di Rimini Andrea Gnassi è da tempo che chiede una strategia nazionale sugli aeroporti come invece sta facendo un concorrente agguerrito dell’Italia, la Spagna, con risultati positivi che sono sotto gli occhi di tutti.
Ma questa attuale gestione del Fellini può avere un futuro? “Non sta a me – risponde l’assessore – entrare nelle dinamiche di una società privata che si muove secondo le proprie logiche e il proprio piano industriale. Al massimo posso augurarmi che l’aeroporto torni a fare numeri superiori a quelli attuali perché ne ha tutte le potenzialità”.
Intanto la Regione Emilia Romagna studia. Si spera con profitto.