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Voucher, presidio della Cgil in prefettura

Martedì, 13 Giugno 2017

(Rimini) Questa mattina, nel corso del presidio “Schiaffo alla Democrazia”, contro la reintroduzione dei voucher lavoro, organizzato davanti alla Prefettura, una delegazione guidata dal segretario della Cgil di Rimini Graziano Urbinati è stata ricevuta dal vicario del prefetto, Chiara Pintor.
“Si è trattato di un confronto molto serrato - spiegano dal sindacato - che ha preso le mosse dagli obiettivi che la Cgil si propone con la proposta di legge “Carta dei Diritti”, per proseguire sui contenuti della recente campagna referendaria su voucher e appalti, arrivando al decreto del governo che ha abrogato i voucher, fino alla decadenza del referendum e alla successiva reintroduzione degli stessi voucher”, nonostante 4 milioni di firme raccolte e l’esito della consultazione. “Volevamo abrogare i voucher – ha detto Urbinati – il Governo e il Parlamento hanno abrogato il referendum. Questi comportamenti antidemocratici – ha proseguito il Segretario CGIL - non sono senza effetti, basti vedere il dato sulla partecipazione al voto anche in questa ultima tornata elettorale: la fiducia nelle istituzioni rischia di essere decimata”.


Ai sostenitori “ad oltranza dell'uso dei voucher” ampiamente presenti “nelle fila degli imprenditori del settore turistico e commerciale locale”, ma non solo, così come “nella maggioranza delle formazioni politiche”, ha risposto indirettamente Isabella Pavolucci segretario Filcams provinciale. “Se la necessità dell'impresa è quella della flessibilità del lavoro, i contratti contengono già tutte le tipologie necessarie: contratti a chiamata o a intermittenza, part-time, part-time weekend, contratto a termine, in somministrazione, apprendistato, lavoro extra e di surroga. Inoltre, sul piano dell'organizzazione del lavoro è consentito lavorare meno ore quando il lavoro è scarso e recuperare in presenza di picchi di attività. Si dice che i voucher rappresentano un'alternativa al lavoro nero. Non è così, l'unica alternativa al lavoro nero è il lavoro regolare, contrattualizzato, che rispetta i diritti dei lavoratori, la contribuzione, la malattia, la maternità, la pensione, l'eventuale indennità di disoccupazione. Certo – ha proseguito Pavolucci - all'impresa conviene di più pagare con i 'buoni', ma la dignità del lavoro ha un costo e non si possono fare sconti sui diritti dei lavoratori”.
La discussione è proseguita ad ampio raggio toccando i temi della sicurezza, dell'immigrazione, della legalità e dei pericoli che, evasione, precarietà e sfruttamento, possono costituire per il territorio, diventando, come ha ribadito di recente la Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, terreno fertile per gli insediamenti mafiosi. “Al contrario – ha ribadito Urbinati - occorrono investimenti sani e lavoro, regole e diritti. Quando si parla di vigilanza democratica del territorio non si può far riferimento soltanto allo stato di polizia, gli anticorpi vanno creati prima e diversamente”.


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