(Rimini) Questa mattina, nel corso del presidio “Schiaffo alla Democrazia”, contro la reintroduzione dei voucher lavoro, organizzato davanti alla Prefettura, una delegazione guidata dal segretario della Cgil di Rimini Graziano Urbinati è stata ricevuta dal vicario del prefetto, Chiara Pintor.
“Si è trattato di un confronto molto serrato - spiegano dal sindacato - che ha preso le mosse dagli obiettivi che la Cgil si propone con la proposta di legge “Carta dei Diritti”, per proseguire sui contenuti della recente campagna referendaria su voucher e appalti, arrivando al decreto del governo che ha abrogato i voucher, fino alla decadenza del referendum e alla successiva reintroduzione degli stessi voucher”, nonostante 4 milioni di firme raccolte e l’esito della consultazione. “Volevamo abrogare i voucher – ha detto Urbinati – il Governo e il Parlamento hanno abrogato il referendum. Questi comportamenti antidemocratici – ha proseguito il Segretario CGIL - non sono senza effetti, basti vedere il dato sulla partecipazione al voto anche in questa ultima tornata elettorale: la fiducia nelle istituzioni rischia di essere decimata”.
Ai sostenitori “ad oltranza dell'uso dei voucher” ampiamente presenti “nelle fila degli imprenditori del settore turistico e commerciale locale”, ma non solo, così come “nella maggioranza delle formazioni politiche”, ha risposto indirettamente Isabella Pavolucci segretario Filcams provinciale. “Se la necessità dell'impresa è quella della flessibilità del lavoro, i contratti contengono già tutte le tipologie necessarie: contratti a chiamata o a intermittenza, part-time, part-time weekend, contratto a termine, in somministrazione, apprendistato, lavoro extra e di surroga. Inoltre, sul piano dell'organizzazione del lavoro è consentito lavorare meno ore quando il lavoro è scarso e recuperare in presenza di picchi di attività. Si dice che i voucher rappresentano un'alternativa al lavoro nero. Non è così, l'unica alternativa al lavoro nero è il lavoro regolare, contrattualizzato, che rispetta i diritti dei lavoratori, la contribuzione, la malattia, la maternità, la pensione, l'eventuale indennità di disoccupazione. Certo – ha proseguito Pavolucci - all'impresa conviene di più pagare con i 'buoni', ma la dignità del lavoro ha un costo e non si possono fare sconti sui diritti dei lavoratori”.
La discussione è proseguita ad ampio raggio toccando i temi della sicurezza, dell'immigrazione, della legalità e dei pericoli che, evasione, precarietà e sfruttamento, possono costituire per il territorio, diventando, come ha ribadito di recente la Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, terreno fertile per gli insediamenti mafiosi. “Al contrario – ha ribadito Urbinati - occorrono investimenti sani e lavoro, regole e diritti. Quando si parla di vigilanza democratica del territorio non si può far riferimento soltanto allo stato di polizia, gli anticorpi vanno creati prima e diversamente”.