Dopo le dichiarazioni del giorno dopo, a Riccione è calato una sorta di grande silenzio, interrotto solo da qualche innocuo post su Facebook.
È evidente che le signore del ballottaggio, Renata Tosi e Sabrina Vescovi, e i loro rispettivi staff, stanno studiando quali tattiche e strategie adottare per tagliare il traguardo con la palma della vittoria.
Nei commenti a caldo erano comunque già delineati gli elementi di una possibile strategia. C’è una regola scientifica che vale anche per Riccione: il ballottaggio lo vince chi riesce a motivare tutti i propri elettori a tornare alle urne, e a conquistare qualche fetta di elettorato che al primo turno aveva scelto un altro candidato. Sabrina Vescovi ha sostenuto che il 65 per cento dei riccionesi non vuole la Tosi, che è sostenuta solo dalla destra familistica e conservatrice. Un’affermazione che puzza di strumentale da ogni parola. Dove sarebbe a Riccione la destra familistica e conservatrice? E poi il discorso non è esattamente speculare? Cioè non esiste forse un 67 per cento di riccionesi che non vuole la Vescovi? Se la candidata del Pd si è avventurata in battute che fanno sorridere, è perché – probabilmente – in quel momento pensava di serrare le fila dei suoi con un argomento al quale sono sensibili (il pericolo della destra in agguato, la mucca nel corridoio di bersaniana metafora) e nello stesso tempo cercava di parlare a quegli elettori del Pd in fuga verso il Patto Civico di Sergio Pizzolante e Fabio Ubaldi. La domanda fra le righe è questa: adesso che la scelta è fra me e la campionessa del peggio della destra, avete forse dei dubbi su chi votare?
Renata Tosi anche nelle dichiarazioni dopo il voto ha invece continuato a seguire il profilo istituzionale seguito nella campagna elettorale del primo turno. Sono il sindaco uscente, che deve completare il programma. Tuttavia anche lei ha lanciato il segnale politico: più attenzione alle periferie (cioè ai feudi storici della sinistra).
I comportamenti dei politici sono tutti abbastanza prevedibili, la politica non è una scienza esatta ma segue una logica di buon senso facilmente decifrabile. Ciò che invece non è prevedibile è il comportamento degli elettori nel turno di ballottaggio. In campo ci sono due discreti gruzzoli di voti: quelli raccolti da Carlo Conti con Patto Civico e quelli di Andrea Delbianco e del suo Movimento 5 Stelle. Sia Vescovi che Tosi guardano a questi elettori per rafforzare la propria posizione e sperare di vincere. Sono esclusi apparentamenti ufficiali, ma certo non mancano gli ammiccamenti ufficiosi. Il caso di Patto Civico è esemplare dal punto di vista della diversità di comportamento fra ceto politico ed elettori. In quel 15 per cento raccolto al primo turno, ci sono quanti in precedenza votavano Pd e che ora hanno deciso di seguire Ubaldi e i suoi. L’ex candidato sindaco battuto dalla Tosi ha calcolato che i candidati del Patto di origine Pd hanno complessivamente raccolto 700 preferenze. Un blocco di voti che può fare la differenza. Ora se appare difficile che Ubaldi al ballottaggio voti Vescovi, e con lui magari anche gli altri candidati del Patto, chi può essere certo che gli elettori siano insensibili alla sirena della candidata Pd?
Nel Patto ci sono inoltre i delusi di Renata Tosi, i fautori della defenestrazione notarile. Loro potrebbero essere più inclini a fare valere il risentimento contro l’ex sindaco fino al punto di favorire (votandola) la candidata del Pd, che nella propaganda (vedi Trc) rappresenta la quintessenza di tutti i mali di Riccione. Bisogna verificare se questa logica del risentimento alberghi anche fra gli elettori o questi non siano invece più ragionevoli nel riconoscere che non ci si può tagliare gli attributi per far dispetto alla moglie infedele.
A proposito di prevedibilità del comportamento del ceto politico, è curioso quanto sta avvenendo nel campo di Renata Tosi. Era immaginabile che il clamoroso sorpasso della Lista Civica su Noi Riccionesi, non fosse stato molto gradito da quest’ultimi. Ed era anche immaginabile che i dirigenti di Noi Riccionesi rivendicassero la direzione dell’alleanza anche se gli elettori hanno decretato che, in caso di vittoria della Tosi, alla Lista Civica vadano 7 seggi e a Noi Riccionesi solo 4. Così pare stia accadendo, secondo alcune indiscrezioni. Gli argomenti sono i soliti: voi siete appena arrivati, noi abbiamo già esperienza. Accade in ogni tempo e in ogni latitudine che le minoranze che si ritengono intelligenti e illuminate vogliano prevalere sul voto democraticamente espresso.
Ecco che alla Tosi potrebbe ripresentarsi lo scivoloso terreno della compattezza della sua maggioranza. Dovrà stare molto attenta ad affermare la sua capacità di leadership della coalizione che l’ha votata.