Il trend è positivo, il territorio della provincia di Rimini sembra essersi agganciato alla ripresa che in Italia vede il 2017 chiudersi con un aumento del Pil dell’1,4 per cento. Le esportazioni continuano a tirare, cresce la produzione industriale, il turismo ha conosciuto una stagione con un rotondo segno positivo. Accanto a queste luci restano zone di ombra che sono l’agricoltura, gravata nel 2017 anche da problemi climatici, la crisi del commercio al dettaglio e, non da ultimo, il sistema del credito ancora in affanno, pochi prestiti e molte sofferenze.
È il quadro sintetico che emerge dall’Osservatorio economico della Camera di Commercio della Romagna che ieri, ad un anno dalla fusione di Rimini con Forlì-Cesena, ha presentato il proprio pre-consuntivo 2017.
Rimini nell’anno che sta per terminare ha prodotto 8,7 miliardi di valore aggiunto, con una media pro-capite di circa 26 mila euro ed una crescita dell’1,5 rispetto al 2016: è al 36° posto fra le 110 province italiane.
Tale ricchezza è stata prodotta da 34.381 imprese attive, un numero che è rimasto sostanzialmente stabile. La situazione è però diversa nei vari settori dell’economia. Le imprese di servizi crescono del 5,9%, mentre sono in calo quelle dell’agricoltura, delle costruzioni, dei trasporti; sostanzialmente invariato il numero di quelle manifatturiere e del settore turistico. Nel 2017 le star up innovative sono state 101, con una crescita del 48,5 per cento rispetto all’anno precedente. Le imprese manifatturiere vedono nei primi tre trimestri crescere produzione (+3,5), fatturato (+3,5), fatturato estero (+2,8), ordinativi (+2,9), ordini esteri (+3,7). Ed anche le previsioni per il quarto trimestre confermavano la crescita.
Niente di nuovo da aggiungere sul sistema delle costruzioni (il 2017 ha visto calare le aziende dell1,5, anche se è cresciuto dell’1 per cento il volume di affari), mentre segnali evidenti di crisi si manifestano nel commercio al dettaglio: ha chiuso l’1,9 per cento delle imprese attive. L’andamento congiunturale vede il segno meno per alimentari, non alimentari, piccola e media distribuzione, ed il segno positivo per supermercati, iper e grande distribuzione. A questo proposito, il presidente della Camera di Commercio ha osservato che se da una parte occorre una politica di valorizzazione dei centri storici, dall’altra bisogna adeguare le imprese commerciali alle nuove sfide, prima fra tutte quella del commercio elettronico.
Nel primi nove mesi del 2017 è cresciuto del 7,4 per cento il commercio con l’estero delle imprese riminesi: le migliori performance le ottengono prodotti alimentari e bevande, tessile e abbigliamento, macchinari e apparecchi, apparecchi elettrici, articoli in gomma e materie plastiche.
Riguardo al mercato del lavoro, i dati Istat elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, rilevano un tasso di occupazione provinciale 15-64 anni (63,1%) inferiore al dato regionale (68,8%) e superiore al dato nazionale (57,4%); un tasso di disoccupazione provinciale 15 anni e più (10,3%) superiore al dato regionale (6,6%) e inferiore al dato nazionale (11,7%); un tasso di disoccupazione giovanile provinciale 15-24 anni (31,8%) superiore al dato regionale (22,0%) e inferiore al dato nazionale (37,0%).
Positive le previsioni di assunzione da parte delle imprese per il periodo novembre 2017-gennaio 2018: si stimano 6.200 entrate (di cui il 90% dipendente e un terzo a carattere stabile).
In flessione le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-settembre 2017 (-32,2%), con la conferma del calo della CIG Ordinaria (-20,0%) e Straordinaria (-19,5%).
Riguardo all’andamento del credito, al 30 settembre 2017 i prestiti bancari alle imprese risultano in aumento (+0,6% rispetto al medesimo periodo del 2016), sebbene le imprese di minori dimensioni (con meno di 20 addetti) riportino una variazione negativa (-5,0%). Aumentano i prestiti verso le imprese del settore manifatturiero (+8,5%) e nei Servizi (+0,9%), mentre diminuiscono quelli verso le imprese del settore Costruzioni (-7,5%). Le sofferenze sugli impieghi totali, al secondo trimestre 2017, sono state pari al 15,97% (Emilia-Romagna: 12,51%, Italia: 10,19%). Ancora elevato risulta il ritmo di crescita delle nuove sofferenze (+3,1%) rilevato in provincia nel terzo trimestre 2017.
Due note a margine del presidente Moretti. Ha detto che la Camera di Commercio è pronta a collaborare con gli enti locali per un piano strategico della Romagna, che individui le infrastrutture di cui il territorio ha bisogno per lo sviluppo. Riguardo agli aeroporti ha sottolineato che, fermo restando che Bologna costituisce il principale hub regionale, ci può essere coesistenza e non competizione con gli altri aeroporti, come Rimini ed eventualmente Forlì, se andrà a buon fine il tentativo di farlo ripartire. Certo è che non devono essere commessi gli errori del passato.