Se la media nazionale è che un host affitta la propria casa per 20 giorni all’anno ricavandone circa 2.000 euro, la vocazione turistica di Rimini porta con sé numero più alti: l’host tipico riminese nell’ultimo anno ha condiviso la propria casa per 45 notti, con un ricavo di circa 2.600 euro. E dal primo aprile anche i turisti che scelgono per le vacanze la casa in affitto pagheranno al Comune l’imposta di soggiorno. E in questo caso – a differenza degli Hotel - non ci saranno margini di evasione. La gestione dell’imposta sarà completamente digitale, il turista la paga al momento di prenotare la casa o la stanza, Airbnb provvede a versare al Comune l’importo ogni trimestre. L’importo sarà pari al 3% del canone corrisposto con il limite massimo, previsto per legge, di 5 euro a persona per notte di soggiorno.
Dopo altre città italiane come Milano, Firenze, Bologna, Genova, Palermo, anche Rimini ha raggiunto un accordo cin Airbnb per il pagamento della tassa. Uno degli argomenti polemici degli albergatori verso questa nuova forma di fare turismo non avrà più ragione d’’essere. L’accordo riguarda una fetta non trascurabile di economia turistica. Oggi, sono 930 gli annunci di Airbnb a Rimini (+21 % rispetto all’anno precedente). Negli ultimi dodici mesi, sono stati 18.600 gli ospiti che hanno soggiornato a Rimini, (+49% rispetto all’anno precedente). E tutto lascia pensare che il fenomeno sia destinato a crescere.
I termini dell’accordo sono stati presentati oggi in una conferenza stampa tenuta dall’Assessore Gian Luca Brasini e da Alessandro Tommasi, Public Policy Manager di Airbnb.
Questo importante accordo con Airbnb – ha detto Brasini - prosegue nella direzione di perfezionare il presidio di questo specifico segmento di mercato che ruota intorno alle locazioni delle seconde case e che è sempre più rilevante anche nel nostro territorio, tenendo conto delle sue particolari peculiarità. Con questa convenzione si rafforza l'azione di tax compliance nei confronti degli host, semplificando gli adempimenti tributari”.
Per Alessandro Tommasi, l’accordo “è il risultato di un percorso di confronto e di dialogo con l’amministrazione locale, che dobbiamo ringraziare. E’ parte del nostro impegno nei confronti della riviera, un territorio a grande tradizione ricettiva, e al cui sviluppo turistico ed economico vogliamo contribuire con soluzioni digitali che la rendano fruibile in maniera semplice da tutto il mondo. L’Emilia Romagna è la prima Regione con già due città a beneficiare dello strumento, crediamo sia ora di rilanciare il dialogo con il presidente Bonaccini e l’assessore Corsini”
Per Rimini si tratta di rinverdire una tradizione praticata da decenni. Giorgia , 45 anni, giornalista., ha scelto di diventare host per integrare il reddito familiare e riprendere una tradizione di casa in versione attuale: i suoi nonni, come molti riminesi negli anni '60, d'estate mettevano a disposizione la loro casa ai turisti in villeggiatura: “Spero – ha detto - di essere una buona "ambasciatrice" della mia città, cercando di fare conoscere il suo vero volto ai turisti in ogni periodo dell'anno.
Stefano, 34 anni, istruttore sportivo, ha una casa non lontano da Parco Fellini. “Si tratta di un'esperienza davvero interessante poiché si conoscono persone da tutto il mondo, è un bel modo di condividere esperienze e poter ospitare turisti, introdurli alla città e alla zona dando la propria impronta è molto bello", spiega Stefano, che ha scoperto Airbnb nel 2014 e oggi è SuperHost con recensioni a cinque stelle.