Fra gli interventi di peso della direzione provinciale del Pd, che si è concusa lunedì sera, quello di Maurizio Melucci, già vice sindaco e assessore regionale.
È andato giù molto duro sul cosiddetto modello Rimini: “Dopo le elezioni vi è stato chi è ha fatto una considerazione politica conseguente al risultato delle elezioni: il modello Rimini non esiste. In questo caso non vi era nessuna critica all’azione amministrativa, ma l’idea di esportare la coalizione cha ha vinto le elezioni amministrative del 2016 sul piano romagnolo e forse regionale. Il Pd alleato di una lista (Patto Civico) che doveva rappresentare il ceto medio riminese con una visione programmatica lontano dai populismi. Modello in qualche modo riproposto a Riccione (con i noti risultati).
Il voto alle politiche ha dimostrato la totale inconsistenza politica di quel progetto, nonostante fosse candidato una dei teorici di questa proposta, Sergio Pizzolante, ed ampiamente sostenuta in campagna elettorale dal Pd. L’elettorato di quella lista civica ha votato centro destra, anzi una buona parte Lega.
Ebbene questa valutazione politica ha fatto innalzare un fuoco di sbarramento per stroncare sul nascere questa discussione. Non è lesa maestà al sindaco Gnassi E’ un confronto necessario. Non funziona, semmai ha funzionato, un uomo solo al comando. E non funziona neanche prendere atto di scelte fatte in pochi e poi che debbono essere ratificate senza poter obiettare nulla”.
Melucci ha quindi invitato a non bollare tutto come populismo o demagogia. “In realtà è stata una campagna elettorale tra chi nella società si sentiva in qualche modo incluso e chi invece si sentiva escluso. Gli esclusi del Sud senza prospettiva, gli elettori del Nord preoccupati dalle tasse e dai migranti, per questo si sentivano esclusi dalle politiche di governo. In Italia non è in atto un confronto/scontro tra Populismo e riformismo. Ma tra inclusi ed esclusi
Noi riferimento degli inclusi (ma anche Forza Italia) Lega e 5 stelle degli esclusi per la questione sociale o preoccupati per la sicurezza. Inclusione ed esclusione non solo per motivi economici ma anche legati alla qualità urbana in senso ampio”.
Infine l’ultima considerazione. “Il prossimo anno vi saranno elezioni amministrative importanti. Sento dire che sono altre elezioni, contano i programmi ed i profili dei nostri candidati. Ricordo che le ultime tornate amministrative le abbiamo perse. A Rimini ed in Italia. La differenza di voto è sempre più debole, anche in Emilia Romagna. Non abbiamo molto tempo”.