Cosa dicono a Rimini le elezioni amministrative appena concluse (leggi qui alcune reazioni), le prime nell’era del governo giallo-verde? Ci sono molti messaggi che si possono cogliere, ma non sono univoci. Niente di più sbagliato pensare che se è franata la rossa Toscana non potrà non cedere anche il muro di Rimini, che nella catena del potere locale della sinistra è sempre stato un anello debole. Le elezioni dicono che se conta l’onda lunga nazionale, contano anche le specifiche situazioni locali. Altrimenti non si spiegherebbero Brescia e Ancona (o per stare nell’orticello di casa nostra, Gemmano).
Nella nostra regione, a Imola è stato replicato un messaggio che due anni fa era stato espresso per la prima volta a Cattolica. Di fronte ad un ballottaggio fra Pd e 5 Stelle una parte maggioritaria dell’elettorato del centrodestra torna alle urne per sostenere i candidati grillini. Se due anni fa, con un centrodestra ancora a trazione berlusconiana (per quanto debole), ci si poteva stupire che gli elettori, pur di fare un dispetto al Pd, sostenessero un movimento molto distante dal punto di vista delle idealità culturali e politiche, dopo le elezioni del 4 marzo e lo tsunami Salvini che ha investito la politica italiana, il voto ai 5 Stelle al ballottaggio è diventato la scelta naturale per l’elettorato sensibile alla sirena leghista. Il Pd è diventato il pericolo pubblico numero uno e se non lo si può sconfiggere direttamente lo si fa per interposto Movimento, oltretutto alleato di governo. Quindi gli interessati (centrosinistra e centrodestra) sappiano che se nel 2021 si arriverà ad un ballottaggio fra un candidato 5 Stelle e un candidato Pd, la sorte appare segnata. Probabilmente avremmo visto un altro film anche nel 2016, se i grillini non si fossero scavata la fossa con le loro mani. Se l’alleanza di centrodestra vuole essere competitiva e non ridursi a fare la portatrice d’acqua per vittorie grilline, deve puntare ad arrivare al ballottaggio. C’è anche la terza ipotesi, quella della santa alleanza Lega-5Stelle contro il Pd già dal primo turno, ma questo è uno scenario che dipende tutto dall’andamento dell’esperimento di governo avviato a livello nazionale.
Dal voto arriva anche un altro messaggio. Senza lasciarsi travolgere dai facili entusiasmi e dalle pulsioni anti Pd, le forze politiche che lavorano per un’alternativa dovrebbero chiedersi perché alcune città importanti, poche in verità, hanno resistito brillantemente all’ondata giallo-verde. E allora potrebbero scoprire che in alcune città a fare da detonatore agli storici ribaltoni sono stati elementi acuti di sofferenza locale che hanno oggettivamente indebolito il Pd: si pensi al caso Mps a Siena o al Comune di Terni per il quale è stato dichiarato il dissesto finanziario. Le facili e semplicistiche analisi sull’irresistibile ondata che travolgerà anche Gnassi e compagni dovrebbero, per onestà intellettuale, indicare quale acuto punto di crisi potrebbe a Rimini svolgere analoga funzione di detonatore. Non viviamo nella migliore delle città possibili, ma l’amministrazione guidata da Gnassi si è impegnata su molti fronti, alcuni li ha trascurati, ma nel complesso ha impresso un dinamismo che anche i cittadini percepiscono. È un’illusione pensare che tanti piccoli focolai di protesta, per quanto cavalcati ed enfatizzati, possano immediatamente tradursi in una volontà generale di cambiamento. L’alternativa va costruita mettendo in campo idee nuove e personale politico credibile, a meno che non sia lo stesso Pd a rendere più facile l’impresa sbagliando clamorosamente il candidato.
Per l’elettorato di centro moderato che nel quadro politico attuale si trova a mal partito, stretto com’è fra la tenaglia giallo-verde e un Pd allo sbando, un messaggio arriva dalla periferia del Paese, da Imperia, dove un discusso ex ministro berlusconiano, Claudio Scajola, passato alla storia per la famosa casa ottenuta “a sua insaputa”, ha trionfato agitando la bandiera dell’anti-populismo e sfidando il centrodestra a trazione leghista. Magari è solo una storia locale, ma è comunque un esempio che di fronte ad un’alternativa possibile anche le ondate irresistibili si possono bloccare. Anche in questo caso sono uomini e idee a fare la differenza.
Comunque per capire quale sarà il quadro per Rimini, occorre avere la pazienza di aspettare il prossimo anno. Si vota in molti Comuni della Provincia, fra i quali la roccaforte del centrodestra Bellaria e il feudo della sinistra Santarcangelo, ma soprattutto si vota per le regionali. Da come centrodestra e grillini si presenteranno all’appuntamento per la conquista della Regione, capiremo anche quali saranno gli schieramenti in campo a Rimini.