È interessante osservare il dibattito sui social sviluppatori anche in sede riminese dopo i risultati del ballottaggio delle ultime elezioni amministrative (leggi qui nostro articolo di commento).
A destra si osservano due reazioni distinte e contrapposti. Un vecchio protagonista della politica berlusconiana, Gianni Piacenti, osserva con evidente disappunto: “Gli elettori del centrodestra che a Imola nel ballottaggio hanno votato per il partito della Casaleggio e associati in odio alle sinistre si sono comportati come quei mariti cornuti che per far dispetto alla moglie infedele si auto evirano. Fra un anno non si accetteranno scuse o cenere sul capo. A Imola come a Roma, Livorno o Torino se andrà bene non si muoverà nulla ma se qualcosa si muoverà sarà un disastro”.
Di tutt’altro tenore la reazione di Carlo Rufo Spina, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Rimini che celebra soddisfatto il tracollo delle amministrazioni rosse: “Alla sinistra e al Pd rimane ora solamente il versante adriatico: Ravenna, Rimini, Pesaro, Ancona, tetrapoli che rappresenta l'ultima roccaforte ideologica e incrollabile al potere rosso. Ma la storia ci insegna che tutte le roccaforti, assediate pian piano, lentamente ma inesorabilmente, alla fine cadono.
E anche la tetrapoli crollerà sotto i colpi della modernità, del rinnovamento liberale e delle esigenze sempre più crescenti e indispensabili di sicurezza, ordine e legalità! Ancona per ora si è dimostrata incrollabile. Prossimo appuntamento fra un anno per l'assalto a Pesaro. Poi toccherà nel 2021 a Rimini e Ravenna: l'orologio della Storia, con inesorabili note, sta battendo il count-down”. A chi gli fa osservare che si tratta di magra vittoria, visto che a Imola Forza Italia nemmeno entra in consiglio comunale, Spina replica convinto: “Qua chi spazza via la sinistra fa comunque un bene collettivo!”.
Chi esulta punto e basta è Bruno Galli, segretario provinciale della Lega: “Quei risvegli, quelli belli!!... C'era una volta il pd, che continuino pure sulla strada dell'arroganza con le loro offese... Noi andiamo avanti dritti e con il sorriso!!...Unico cruccio, Rimini (salvo imprevisti) non fa parte della batteria dei comuni che andranno al voto il prossimo anno...”.
A sinistra, il lutto è espresso in vario modo. L’assessore regionale Emma Petitti scrive che “C'è solo una cosa da fare. Il Congresso subito. Non possiamo continuare a dire che gli elettori non hanno capito e noi abbiamo fatto le cose più giuste e al meglio, consolatorio forse ma non riabilitativo rispetto alle responsabilità. Dobbiamo ripartire e non resistere a dispetto della realtà. Dobbiamo restituire il partito agli iscritti e discutere di identità, progetto, ripartendo dai valori e non dagli slogan facili. Congresso per ripensare e superare una situazione non più accettabile o riproponibile”.
Un suo collaboratore, l’ex assessore provinciale Fabio Galli, aggiunge: “Qualcuno sosteneva (in modo illusorio) che le elezioni amministrative sarebbero state un'altra partita rispetto alle politiche del 4 marzo. E invece la partita è stata la stessa, si è solo giocato il secondo tempo , più o meno brutto come il primo per il centrosinistra, con diversi comuni persi fin dal primo turno e sconfitte MOLTO pesanti nei ballottaggi . Caporetto in Toscana (Massa, Pisa, Siena) ma brutte batoste in altre città storiche per il centrosinistra come Ivrea, Cinisello Balsamo e la roccaforte emiliano-romagnola Imola. Quanto occorre aspettare ancora per avere un chiarimento definitivo sul futuro del PD? Si continua a tenere la polvere sotto il tappeto? Davvero qualcuno pensa di rimandare al prossimo anno un congresso urgentissimo? Nel 2019 ci saranno elezioni europee ed una tornata amministrativa che riguarderà molti comuni; sarà bene arrivarci con un gruppo dirigente legittimato e con una linea politica chiara e netta. La ripartenza (rifondazione?) non è più rinviabile”.
Alyri, copme il consigliere comunale Simone Bertozzi, hanno invece individuato un nuovo nemico: “A me Carlo Calenda fa paura. Un nuovo Renzi da tenere alla larga. Bisogna guardare a sinistra, oggi più che mai in un Europa governata dalle destre”.