La si potrebbe leggere come un esempio di un'opposizione con una mentalità di governo e, al contrario, di una opposizione che preferise sparare a zero sul palazzo pensando a lucrare facili consensi.
Alludiamo alla querelle scoppiata oggi a Rimini fra il consigliere Gennario Mauro, del Movimento per la sovranità nazionale, e il capogruppo della Lega, Marzio Pecci. Entrambi all'opposizione, ma con prospettive politiche diverse.
Il tema è la situazione di IEG dopo l'articolo di attacco de La Stampa e le dimissioni di Matteo Marzotto dalla carica di vice presidente. Interviene Mauro: "Non è più tempo di valutazioni politiche, di richieste di chiarimento, di inutili dibattiti e discussioni. La politica in questo momento deve fare un passo indietro, lo dico anche agli amici della Lega. La convocazione della seconda commissione di verifica e controllo non deve essere l’occasione per alimentare dubbi e perplessità sugli attuali vertici aziendali e sul processo di quotazione in borsa. Il senso di responsabilità deve albergare in tutte le forze politiche riminesi, lo affermo con forte determinazione pur avendo in consiglio comunale manifestato la mia contrarietà alla delibera per delle riserve sui futuri equilibri di IEG e per il rischio di essere indeboliti nelle auspicabili intese con altre società fieristiche in ambito regionale.
Ritengo che il centrodestra, aldilà delle diverse sensibilità esistenti, deve esprimere piena fiducia all’amministratore delegato Ravanelli e al presidente Cagnoni in questa fase cruciale.
Siamo fortemente preoccupati che la querelle di questi giorni possa procurare ingenti danni al nostro comparto fieristico-congressuale. Non possiamo non rimarcare che le dimissioni di Marzotto sono un atto di gravissima irresponsabilità, sia nei tempi che nelle argomentazioni. Sicuramente la sua nomina a vice presidente è stata una scelta sbagliata da parte del socio della Holding di Vicenza, e registriamo con soddisfazione le dichiarazioni del sindaco di Vicenza che non si riconosce nella scelta del manager. Marzotto non ha compreso che le politiche industriali di IEG superano le logiche degli egoismi dei singoli territori e di poltrone, consapevoli che il potenziamento dei singoli capannoni fieristici passa attraverso una logica di alleanze e intese con partner nazionali e internazionali". Un intervento da opposizione responsabile, preoccupata del destino di una società così importante per la società riminese.
Non passano nemmeno tre, che subito arriva la replica di Pecci: "Non sono condivisibili le dichiarazioni del consigliere "sovranista" Gennaro Mauro soprattutto in un momento politico in cui il PD tace perché dilaniato non solo dalle liti interne, ma da un loro uomo che, alla guida della Fiera, ha perso controllo ed autorevolezza a favore di una lobby interna che agisce violando le regole così come ha accertato l'organismo di vigilanza e che hanno provocato i noti malumori e le dimissioni del vice-presidente Marzotto.
Ora più di prima la politica deve essere forte e ciò per salvaguardare "i soldi dei cittadini" della provincia di Rimini che sono i veri proprietari della Fiera.
Tacere di fronte alle irregolarità di gestione, rilevate dalla vigilanza, significa violare le regole del buon governo della città e giustificare la presenza di una Lobby che è responsabile della crisi che si è verificata nel momento più difficile della fiera come è quello della quotazione in Borsa.
Io ora mi chiedo: come reagiranno gli organi di controllo a questa inchiesta?
Noi non vogliamo essere collusi con un sistema che non solo è stato bocciato dalla vigilanza, ma è stato condannato da un intero popolo italiano con il recente voto politico.
Il sistema della "spartizione" (politica ed affari), di cui Gennaro Mauro, si erge a difensore chiedendo alla politica di fare un passo indietro non appartiene alla cultura della Lega dove trasparenza e buona gestione dell'Ente pubblico sono un valore da difendere ad ogni costo".