(Rimini) Nella seduta di ieri del consiglio provinciale sono stati comunicati formalmente i nomi dei capigruppo dei gruppi consiliari. Sono Simone Gobbi per la maggioranza e Marzio Pecci per l’opposizione.
Sono state poi presentate due interrogazioni da parte dell’opposizione: una da Vicario sul reparto di chirurgia senologica dell’ospedale Franchini di Santarcangelo e una da Marzio Pecci sulla Fiera. Ad entrambe sarà fornita risposta nel prossimo Consiglio.
E’ stata bocciata, dopo un ampio dibattito, la mozione presentata dall’opposizione per la costituzione dell’assemblea plenaria provinciale mensile di tutti i consiglieri comunali della provincia, allargata ai parlamentati eletti nella stessa. La volontà di “favorire il processo partecipativo” a tutti gli eletti a vario titolo nel territorio provinciale “non ha convinto - spiegano dalla Provincia - la maggioranza che identifica proprio nel consiglio provinciale, previsto dalla legge, e nei consiglieri eletti, che provengono dai Comuni e rappresentano pertanto i territori, il luogo deputato ad affrontare le questioni di cui l’assemblea plenaria dovrebbe occuparsi. Il rischio sarebbe quello di creare un duplicato, peraltro dal funzionamento non proprio semplice, con quasi 360 partecipanti”.
Secondo il capogruppo della minoranza Marzio Pecci la mozione è stata bocciata per due motivi: “mancanza di una sala per accogliere tutti i consiglieri e perché alla fin fine non partecipa nessuno”. Le motivazioni addotte “rendono manifesta la volontà del presidente: la Provincia non è la casa dei comuni. Purtroppo le aperture che aveva fatto nel discorso di insediamento si sono sciolte come neve al sole”, sottolinea Pecci.
La bocciatura della mozione “che voleva avvicinare i cittadini all'istituzione ha riportato alla luce la cultura vetero-comunista di un PCI-PD che dopo vent'anni dalla caduta del muro ancora alberga nella mente di molti consiglieri. Il voto negativo della maggioranza non trova giustificazioni soprattutto perché due consiglieri sindaci (San Giovanni in Marignano e Santarcangelo), che tra qualche mese saranno "mandati a casa" dal voto dei cittadini, non possono decidere la vita democratica di tanti piccoli comuni, soprattutto dell’entroterra".
Il loro voto “è stato decisivo ed ancora una volta hanno contribuito ad allontanare i consiglieri comunali, quindi i cittadini, dall'istituzione e dai parlamentari che avrebbero partecipato alla plenaria. Il vice-Presidente nel suo intervento sembrava avesse manifestato la propria adesione alla mozione ma immediatamente richiamato alla disciplina della maggioranza si è immediatamente allineato ed ha votato contro”.
Approvata infine a maggioranza la variazione al Bilancio di previsione finanziario 2018/2020 all’ordine del giorno.